I Forum di Amici della Vela

Versione completa: Elucubrazione vento/velocità/corrente
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Forza forza. E' una argomento interessante da non dormirci di notte.
Uscite allo scoperto che sono interessato all'argomento.
Voglio anche i disegnini...i grafici... i report...

Elucubrate gente elucubrate.
Mi direte che sono ripetitivo, ma è spiegato tutto molto sinteticamente da Alessandro Alberti in un capitolo dei suoi appunti che trovate qui:

http://www.eziofonda.it/tattica_e_strategia.htm

Poi possiamo discuterne quanto vogliamo.

Ciao
una vecchia cosa scritta tanto tempo fa, magari l'hai già vista

i grafici dopo Big Grin



Morbihan, il golfo dove si entra in retromarcia.

In bretone, mor significa mare, e bihan piccolo. Il golfo del Morbihan, il piccolo mare del sud della Bretagna, è una vasta ed articolata insenatura che si spinge per una decina di miglia all’interno della terra, coprendo una superficie di un centinaio di chilometri quadrati.Un dedalo formato da circa trecento isole, con promontori, baie, insenature e canali dove il ritmo delle maree genera correnti fra le più forti di Europa.
Per entrare nel golfo bisogna prendere lo stretto passaggio fra Port Navalo e Locmariaquer, poche centinaia di metri di larghezza attraverso i quali il golfo si riempie e si svuota ogni sei ore circa, e dove l’intensità della corrente rende indispensabile pianificare esattamente l’ora del passaggio. Gli anglosassoni chiamano questo tipo di barriere naturali alla navigazione “tidal gates”, porte, cancelli di marea, perché appunto è indispensabile affrontare tali passaggi quando la porta è aperta, quando cioè la corrente è favorevole o si trova in stanca, altrimenti per una barca a vela è praticamente impossibile avanzare.
Ci avviciniamo all’entrata del golfo dopo aver attraversato la baia di Quiberon. Brancaleone fa rotta su Port Navalo, il paesino sul braccio orientale dello stretto che indica l’ingresso nel golfo del Morbihan. Sono passate tre ore dalla bassa marea, ci troviamo in fase ascendente quindi l’acqua dell’oceano si precipita velocemente attraverso lo stretto per riempire il golfo; l’ampiezza di marea è abbastanza forte, attorno a quattro metri, le tavole delle correnti di marea prevedono una velocità di marea nell’ingresso attorno ai cinque nodi. La brezza è stabile, una quindicina di nodi attorno a nord ovest. Ciò significa che entreremo di bolina larga, quasi traverso, l’ideale per passare in velocità.
Riduciamo un po’ il genoa, il passaggio è davvero stretto edf è meglio avere un po’ più di visibilità. La barca continua comunque a procedere veloce, appena sbandata, il log oscilla attorno ai sette nodi a seconda delle raffiche provenienti dal lasco a sinistra. Una delizia. Ci portiamo sull’allineamento di entrata indicato dalla carta, fra una piramide bianca su una piccola isola all’ingresso del golfo e il campanile di una chiesetta dell’entroterra.
La sicurezza in un bacino costellato di scogli con correnti molto violente significa essenzialmente fare del pilotaggio a vista: allineamenti di sicurezza, osservazione della superficie dell’acqua per stimare direzione e intensità della corrente, analisi costante del comportamento della barca –a volte per compensare una corrente al traverso bisogna correggere la rotta anche di 40-50 gradi, non c’è assolutamente tempo per riportare il punto sulla carta o fare calcoli, anche un gps cartografico sarebbe praticamente inutile: le condizioni cambiano cosi’ rapidamente che solo il controllo visivo permette di (credere di) stare in sicurezza..
Cominciamo ad orzare, cazziamo leggermente le vele e ci mettiamo nell’asse del canale. Subito la prima difficoltà: i traghetti. Port Navalo ad est e la punta ad ovest sono separate appena da qualche centinaia di metri in linea d’aria, mentre distano diverse decine di chilometri se si prende la strada perimetrale al golfo. I traghetti effettuano il collegamento in qualche minuto, per cui sono molto frequenti. Oltre ad essere frequenti, non sembra si preoccupino più di tanto delle barche a vela, è meglio prestare la massima attenzione.Il vento rinforza ancora e rifiuta: poggiamo, orziamo un po’ fino a trovare un buco nella fila dei traghetti, passiamo di poppa ad uno e a qualche decina di metri dalla prua di un altro, un brivido ma via, ce li siamo lasciati dietro senza allontanarci troppo dall’allineamento.
Ricontrollo il log: sette nodi, verifico la velocità sul gps: undici nodi. La corrente ci ha presi e ci sta trasportando a tutta velocità con sé dentro al golfo.
Correnti con velocità così elevate hanno diversi effetti sulla navigazione, primo fra tutti evidentemente la variazione della velocità e della direzione rispetto al fondo. Ma per le barche a vela ce n’è un altro: l’aumento e rifiuto del vento apparente: navigando a undici dodici nodi rispetto al fondo, il vento apparente si sposta verso prua e aumenta notevolmente di velocità. Partiti quasi al traverso, ci troviamo adesso a dover bolinare belli stretti. La corrente opposta al vento solleva un po’ di mare, ma sono onde quasi stazionarie e con qualche sballottolamento riusciamo comunque a procedere. La velocità della barca è impressionante, soprattutto prendendo dei riferimenti a terra: le case, gli alberi, il profilo della costa scorrono verso poppa ad una rapidità incredibile, sembra di essere su un fiume in piena.
Ci portiamo un po’ più verso il centro, per scapolare gli scogli del Mouton e del Faucheur, il primo dipinto di bianco, il secondo segnalato da una pertica verde. Sono i due pericoli principali del golfo, perché la corrente porta proprio contro di essi, bisogna passare assolutamente a distanza di sicurezza. Guardo il gps: la velocità aumenta ancora: undici e mezzo, dodici, dodici e mezzo, una punta a tredici nodi. Un’impressione surreale: siamo in bolina, mare quasi piatto, e andiamo a più di dodici nodi. Ma se da un lato è emozionante, la navigazione in tali condizioni richiede un’attenzione costante. Influenzato dalla velocità sul fondo, il vento apparente ha continuato a ruotare verso prua, e pur stringendo al massimo ho un po’ paura di passare troppo vicino ai due scogli.
Mi viene allora in mente un’astuzia utilizzata durante una delle prime navigate nel golfo e che fa taaaaanto figo: entrare all’indietro.Pronti a virare ? Viriamo, e continuiamo poi a poggiare fino a portare la prua in direzione opposta, verso l’uscita del golfo, esattamente da dove provenivamo. L’effetto è immediato: la barca ha mure a dritta al lasco, rispetto a prima il vento apparente è molto ridotto e consente di tenere attorno ai tre, quattro nodi di velocità sull’acqua. Nello stesso tempo, magia della corrente, il gps indica che andiamo a due, tre nodi… all’indietro, continuiamo a procedere verso l’interno del golfo. Abbiamo modificato la rotta di 180 gradi, stiamo entrando nel golfo... in retromarcia. L’andatura larga ora ci permette di orzare o poggiare con molta più facilità, per cui basta poco per spostarsi verso nord, a sufficiente distanza dai sassi. La velocità sul fondo inoltre si riduce notevolmente, appena il tempo della virata e abbiamo perso una decina di nodi, ora si ha tutto il tempo di concentrarsi sul pilotaggio, seguire la propria posizione e ricontrollare per l’ennesima volta i punti cospicui, anche se tutto è alla rovescia.
Altro momento surreale: andiamo avanti se guardiamo l’acqua, ma guardando la costa si vede chiaramente che stiamo andando all’indietro. Rimaniamo tutti un po’ a bocca aperta, fino a quando non sento un grido venire da dietro. Mi giro e vedo un signore su una minuscola barchina a motore che gesticola, in effetti gli stiamo andando addosso. A forza di essere abituati a guardare avanti, ci eravamo un po’ dimenticati di seguire quello che succedeva a poppa: come andare in retromarcia in macchina senza guardare dallo specchietto.Le zone di maggior corrente del golfo sono famose per i branzini, vi si incontrano spesso piccole barche all’ancora, o semplicemente alla deriva, con canne e lenze. Leggera modifica di rotta e anche il vecchietto può tornare tranquillamente a pescare. Abbiamo finalmente scapolato il Mouton e il Faucheur. Ci avviciniamo allo stretto fra l’isola Lunga, l’isolotto Gavrinis e l’isola Berder a sinistra, e il braccio di costa rientrante a tribordo. Assieme al Capo de La Hague (l’estremità nord est della penisola del Cotentin, sulla Manica) è il punto dove si hanno le più forti correnti di marea di tutta l’Europa.
Per una marea come quella odierna, ci aspettiamo otto nove nodi. Con marea discendente, la velocità può oltrepassare i dieci nodi. Siccome la rotta diventa più orientata a nord est, decidiamo di riportare la barca con la prua… in avanti, con un vento reale da NW la direzione dell’apparente dovrebbe spostarsi decisamente verso poppa. Poggiamo abbastanza rapidamente fino a strambare, per poi terminare il giro di 180 gradi ed essere sulla stessa rotta della corrente, che adesso porta a NE. L’accelerazione è impressionante, ancora una volta il gps ci mostra una velocità fondo in rapido aumento: cinque sei sette otto… tredici, quattordici nodi in qualche secondo, la costa è abbastanza stretta e l’impressione di velocità è vivissima.Laschiamo tutto, il vento è al lasco sinistro, la sua intensità apparente abbastanza ridotta. La corrente scorre parallela alla costa, per cui ci sentiamo molto più tranquilli, ci godiamo quest’andatura da …motoscafo silenzioso, con il vecchio Branca che continua a collezionare record di velocità.Passati al di là del canale, la corrente si riduce a “soli” tre nodi, cerchiamo una zona protetta dove poter ancorare. La corrente si insinua fra le molte isole del golfo, gira loro attorno, forma delle controcorrenti, delle zone di stanca, in poche centinaia di metri tutto cambia: troviamo un punto a est dell’isola Berder riparato dal vento e con poca corrente, diamo fondo, la barca si tranquillizza, e un po’ anche noi.
Qualche pescatore qua e là, gabbiani e cormorani sulla striscia di poca spiaggia lasciata libera dalla marea montante, l’odore delle alghe portato a bordo dall’aria frizzante, i pini sulle isole, i fiumi marini creati dalla corrente che ogni sei ore invertono la loro direzione.
Sensazioni bretoni.
bello!!!!!

Citazione:rob ha scritto:
una vecchia cosa scritta tanto tempo fa, magari l'hai già vista

i grafici dopo Big Grin



Morbihan, il golfo dove si entra in retromarcia.

In bretone, mor significa mare, e bihan piccolo. Il golfo del Morbihan, il piccolo mare del sud della Bretagna, è una vasta ed articolata insenatura che si spinge per una decina di miglia all’interno della terra, coprendo una superficie di un centinaio di chilometri quadrati.Un dedalo formato da circa trecento isole, con promontori, baie, insenature e canali dove il ritmo delle maree genera correnti fra le più forti di Europa.
Per entrare nel golfo bisogna prendere lo stretto passaggio fra Port Navalo e Locmariaquer, poche centinaia di metri di larghezza attraverso i quali il golfo si riempie e si svuota ogni sei ore circa, e dove l’intensità della corrente rende indispensabile pianificare esattamente l’ora del passaggio. Gli anglosassoni chiamano questo tipo di barriere naturali alla navigazione “tidal gates”, porte, cancelli di marea, perché appunto è indispensabile affrontare tali passaggi quando la porta è aperta, quando cioè la corrente è favorevole o si trova in stanca, altrimenti per una barca a vela è praticamente impossibile avanzare.
Ci avviciniamo all’entrata del golfo dopo aver attraversato la baia di Quiberon. Brancaleone fa rotta su Port Navalo, il paesino sul braccio orientale dello stretto che indica l’ingresso nel golfo del Morbihan. Sono passate tre ore dalla bassa marea, ci troviamo in fase ascendente quindi l’acqua dell’oceano si precipita velocemente attraverso lo stretto per riempire il golfo; l’ampiezza di marea è abbastanza forte, attorno a quattro metri, le tavole delle correnti di marea prevedono una velocità di marea nell’ingresso attorno ai cinque nodi. La brezza è stabile, una quindicina di nodi attorno a nord ovest. Ciò significa che entreremo di bolina larga, quasi traverso, l’ideale per passare in velocità.
Riduciamo un po’ il genoa, il passaggio è davvero stretto edf è meglio avere un po’ più di visibilità. La barca continua comunque a procedere veloce, appena sbandata, il log oscilla attorno ai sette nodi a seconda delle raffiche provenienti dal lasco a sinistra. Una delizia. Ci portiamo sull’allineamento di entrata indicato dalla carta, fra una piramide bianca su una piccola isola all’ingresso del golfo e il campanile di una chiesetta dell’entroterra.
La sicurezza in un bacino costellato di scogli con correnti molto violente significa essenzialmente fare del pilotaggio a vista: allineamenti di sicurezza, osservazione della superficie dell’acqua per stimare direzione e intensità della corrente, analisi costante del comportamento della barca –a volte per compensare una corrente al traverso bisogna correggere la rotta anche di 40-50 gradi, non c’è assolutamente tempo per riportare il punto sulla carta o fare calcoli, anche un gps cartografico sarebbe praticamente inutile: le condizioni cambiano cosi’ rapidamente che solo il controllo visivo permette di (credere di) stare in sicurezza..
Cominciamo ad orzare, cazziamo leggermente le vele e ci mettiamo nell’asse del canale. Subito la prima difficoltà: i traghetti. Port Navalo ad est e la punta ad ovest sono separate appena da qualche centinaia di metri in linea d’aria, mentre distano diverse decine di chilometri se si prende la strada perimetrale al golfo. I traghetti effettuano il collegamento in qualche minuto, per cui sono molto frequenti. Oltre ad essere frequenti, non sembra si preoccupino più di tanto delle barche a vela, è meglio prestare la massima attenzione.Il vento rinforza ancora e rifiuta: poggiamo, orziamo un po’ fino a trovare un buco nella fila dei traghetti, passiamo di poppa ad uno e a qualche decina di metri dalla prua di un altro, un brivido ma via, ce li siamo lasciati dietro senza allontanarci troppo dall’allineamento.
Ricontrollo il log: sette nodi, verifico la velocità sul gps: undici nodi. La corrente ci ha presi e ci sta trasportando a tutta velocità con sé dentro al golfo.
Correnti con velocità così elevate hanno diversi effetti sulla navigazione, primo fra tutti evidentemente la variazione della velocità e della direzione rispetto al fondo. Ma per le barche a vela ce n’è un altro: l’aumento e rifiuto del vento apparente: navigando a undici dodici nodi rispetto al fondo, il vento apparente si sposta verso prua e aumenta notevolmente di velocità. Partiti quasi al traverso, ci troviamo adesso a dover bolinare belli stretti. La corrente opposta al vento solleva un po’ di mare, ma sono onde quasi stazionarie e con qualche sballottolamento riusciamo comunque a procedere. La velocità della barca è impressionante, soprattutto prendendo dei riferimenti a terra: le case, gli alberi, il profilo della costa scorrono verso poppa ad una rapidità incredibile, sembra di essere su un fiume in piena.
Ci portiamo un po’ più verso il centro, per scapolare gli scogli del Mouton e del Faucheur, il primo dipinto di bianco, il secondo segnalato da una pertica verde. Sono i due pericoli principali del golfo, perché la corrente porta proprio contro di essi, bisogna passare assolutamente a distanza di sicurezza. Guardo il gps: la velocità aumenta ancora: undici e mezzo, dodici, dodici e mezzo, una punta a tredici nodi. Un’impressione surreale: siamo in bolina, mare quasi piatto, e andiamo a più di dodici nodi. Ma se da un lato è emozionante, la navigazione in tali condizioni richiede un’attenzione costante. Influenzato dalla velocità sul fondo, il vento apparente ha continuato a ruotare verso prua, e pur stringendo al massimo ho un po’ paura di passare troppo vicino ai due scogli.
Mi viene allora in mente un’astuzia utilizzata durante una delle prime navigate nel golfo e che fa taaaaanto figo: entrare all’indietro.Pronti a virare ? Viriamo, e continuiamo poi a poggiare fino a portare la prua in direzione opposta, verso l’uscita del golfo, esattamente da dove provenivamo. L’effetto è immediato: la barca ha mure a dritta al lasco, rispetto a prima il vento apparente è molto ridotto e consente di tenere attorno ai tre, quattro nodi di velocità sull’acqua. Nello stesso tempo, magia della corrente, il gps indica che andiamo a due, tre nodi… all’indietro, continuiamo a procedere verso l’interno del golfo. Abbiamo modificato la rotta di 180 gradi, stiamo entrando nel golfo... in retromarcia. L’andatura larga ora ci permette di orzare o poggiare con molta più facilità, per cui basta poco per spostarsi verso nord, a sufficiente distanza dai sassi. La velocità sul fondo inoltre si riduce notevolmente, appena il tempo della virata e abbiamo perso una decina di nodi, ora si ha tutto il tempo di concentrarsi sul pilotaggio, seguire la propria posizione e ricontrollare per l’ennesima volta i punti cospicui, anche se tutto è alla rovescia.
Altro momento surreale: andiamo avanti se guardiamo l’acqua, ma guardando la costa si vede chiaramente che stiamo andando all’indietro. Rimaniamo tutti un po’ a bocca aperta, fino a quando non sento un grido venire da dietro. Mi giro e vedo un signore su una minuscola barchina a motore che gesticola, in effetti gli stiamo andando addosso. A forza di essere abituati a guardare avanti, ci eravamo un po’ dimenticati di seguire quello che succedeva a poppa: come andare in retromarcia in macchina senza guardare dallo specchietto.Le zone di maggior corrente del golfo sono famose per i branzini, vi si incontrano spesso piccole barche all’ancora, o semplicemente alla deriva, con canne e lenze. Leggera modifica di rotta e anche il vecchietto può tornare tranquillamente a pescare. Abbiamo finalmente scapolato il Mouton e il Faucheur. Ci avviciniamo allo stretto fra l’isola Lunga, l’isolotto Gavrinis e l’isola Berder a sinistra, e il braccio di costa rientrante a tribordo. Assieme al Capo de La Hague (l’estremità nord est della penisola del Cotentin, sulla Manica) è il punto dove si hanno le più forti correnti di marea di tutta l’Europa.
Per una marea come quella odierna, ci aspettiamo otto nove nodi. Con marea discendente, la velocità può oltrepassare i dieci nodi. Siccome la rotta diventa più orientata a nord est, decidiamo di riportare la barca con la prua… in avanti, con un vento reale da NW la direzione dell’apparente dovrebbe spostarsi decisamente verso poppa. Poggiamo abbastanza rapidamente fino a strambare, per poi terminare il giro di 180 gradi ed essere sulla stessa rotta della corrente, che adesso porta a NE. L’accelerazione è impressionante, ancora una volta il gps ci mostra una velocità fondo in rapido aumento: cinque sei sette otto… tredici, quattordici nodi in qualche secondo, la costa è abbastanza stretta e l’impressione di velocità è vivissima.Laschiamo tutto, il vento è al lasco sinistro, la sua intensità apparente abbastanza ridotta. La corrente scorre parallela alla costa, per cui ci sentiamo molto più tranquilli, ci godiamo quest’andatura da …motoscafo silenzioso, con il vecchio Branca che continua a collezionare record di velocità.Passati al di là del canale, la corrente si riduce a “soli” tre nodi, cerchiamo una zona protetta dove poter ancorare. La corrente si insinua fra le molte isole del golfo, gira loro attorno, forma delle controcorrenti, delle zone di stanca, in poche centinaia di metri tutto cambia: troviamo un punto a est dell’isola Berder riparato dal vento e con poca corrente, diamo fondo, la barca si tranquillizza, e un po’ anche noi.
Qualche pescatore qua e là, gabbiani e cormorani sulla striscia di poca spiaggia lasciata libera dalla marea montante, l’odore delle alghe portato a bordo dall’aria frizzante, i pini sulle isole, i fiumi marini creati dalla corrente che ogni sei ore invertono la loro direzione.
Sensazioni bretoni.
Bel racconto!! Le zone del nord Europa con escursioni di marea di questi tipo cambiano molto il modo di navigare
Gia', avrei 'qualche' difficolta' a mantenere le VT. Big GrinBig Grin
ciao
un primo graficino, dà un'idea dello spostamento in gradi delle laylines dovuto alla corrente: in sostanza se senza corrente uno vira per esempio quando rileva polare la boa a 90°, con la corrente si puo' virare a 90°+x su una mura o eventualmente 90°-x sull'altra; insomma come rifare il grafico coi vettori che chiedono alla patente


chiedo venia in anticipo per imprecisioni rileggo le istruzioni ora erano vecchi appunti perché regate abbandonate per un po' le 'layline' per me sono gli scogli le prendo a occhio fra un pannolino e l'altro Big Grin oppure c'ho il mio metodino mentale più impreciso ma più rapido ma che a voi regatosi farrebbe ridere

dunque sulle ascisse (cerchi concentrici) il rapporto fra la velocità della corrente e velocità della barca, poniamo 3 nodi di corrente e 6 di barca, rapporto 0.5; le linee zigrinate che escono dal punto B rappresentano gli angoli fra rotta e corrente, poniamo rotta 270° e corrente per 300°, quindi angolo 30°;

vado sul cerchio 0.5, risalgo fino alla linea zigrinata dei 30°, li' incrocio (se non la incrocio interpolo) una delle linee che escono dal punto A, in questo caso quella dei 10°: sono i gradi da aggiungere alla rotta per avere la rotta fondo, quindi correzione analoga per la layline (oltre a scarroccio e compagnia), si tolgono invece se la corrente deporta dal lato opposto (metà sotto del grafico)

dateci un'occhiata per vedere se vi quadra, l'ho ritirato fuori solo ora Smile

disegno non passa in diretta lo metto dopo su pbucket

ecco qua
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Bel racconto,
solo che lo avrei spezzato un due,
con un bell'intermezzo pubblicitario,
solo per darci la possibilità di riprendere il fiato.
WinkBig GrinBig Grin
Bello bello
Quando c'è corrente bisogna tener conto del vento di superficie, dato dal vento reale più la corrente. Esempio pratico per Cinghia che corre sulle acque davanti all'isola di Pellestrina. Regata costiera Chioggia-Porto di Malamocco-Chioggia, RV 10° Vento reale 30° Corrente 190° più forte al largo che sotto costa. Se fai un bordo verso il largo sei morto, devi fare i bordi il più vicino alla costa possibile, perchè il vento di superficie è diverso, sotto c'è meno corrente, e l'onda è più rifratta, con le mure a dritta c'è l'hai al traverso puoi steccare il più possibile. La differenza di corrente non è enorme si puà calcolare che sotto faccia 1/4 di nodo al largo poco più di 1/2 nodo, il tutto si puà calcolare graficamente. Il vento di superficie è un'opppppinione.
Proviamo così. Problemino per casa facile facile.

Regata.
A parte mure a dritta. B parte mure a sinistra.
Vento da Nord 10 nodi boa al vento precisa precisa.
Corrente che viene dalla destra secca del campo di 1 nodo.

Domanda UNO: chi arriva primo alla virata sulle rispettive lay line (sinistra e destra)?
Domanda DUE: chi arriva prima in boa di bolina?

42

ALLLTTT...dimenticavo. Non calcolate l'effetto della corrente sullo scafo (fate finta teoricamente che non influisca) ma che influisca solo la velocita' del vento provocata dallo spostamento dello scafo sull'acqua.
Con corrente che viene da destra è come se il vento girasse a DX (anche se con una intensità di 10 nodi non dovrebbe essere troppo influente) quindi dovrebbe essere avvantaggiato, per la bolina, chi prende la dx del campo di regata.
Citazione:Mr. Cinghia ha scritto:
Proviamo così. Problemino per casa facile facile.

Regata.
A parte mure a dritta. B parte mure a sinistra.
Vento da Nord 10 nodi boa al vento precisa precisa.
Corrente che viene dalla destra secca del campo di 1 nodo.

Domanda UNO: chi arriva primo alla virata sulle rispettive lay line (sinistra e destra)?
Domanda DUE: chi arriva prima in boa di bolina?




ALLLTTT...dimenticavo. Non calcolate l'effetto della corrente sullo scafo (fate finta teoricamente che non influisca) ma che influisca solo la velocita' del vento provocata dallo spostamento dello scafo sull'acqua.
Domanda 1 = A arriva prima alla layline
Domanda 2 = B arriva primo in boa
Citazione:anto69 ha scritto:
Con corrente che viene da destra è come se il vento girasse a DX (anche se con una intensità di 10 nodi non dovrebbe essere troppo influente) quindi dovrebbe essere avvantaggiato, per la bolina, chi prende la dx del campo di regata.

Allora.. nelle condizioni descritte le laylines ruotano in senso antiorario (vento dovuto da spostameto di corrente 1kn da sx + 10kn).
Arriva prima in laylie chi va a sx ovviamente, ma alla boa ci arrivano contemporaneamente se nn c'é un gradiente di corrente.

Scud
Citazione:anto69 ha scritto:
Con corrente che viene da destra è come se il vento girasse a DX (anche se con una intensità di 10 nodi non dovrebbe essere troppo influente) quindi dovrebbe essere avvantaggiato, per la bolina, chi prende la dx del campo di regata.

Il vento non e' girato dopo la partenza. Sono gia' partiti con dati costanti. Quindi che tu prenda prima mure a SX o DX e' indifferente dal puto di vista puramente teorico. Uno viaggia nello scarso prima... l'altro dopo. O no?
Citazione:zankipal ha scritto:
Citazione:Mr. Cinghia ha scritto:
Proviamo così. Problemino per casa facile facile.

Regata.
A parte mure a dritta. B parte mure a sinistra.
Vento da Nord 10 nodi boa al vento precisa precisa.
Corrente che viene dalla destra secca del campo di 1 nodo.

Domanda UNO: chi arriva primo alla virata sulle rispettive lay line (sinistra e destra)?
Domanda DUE: chi arriva prima in boa di bolina?




ALLLTTT...dimenticavo. Non calcolate l'effetto della corrente sullo scafo (fate finta teoricamente che non influisca) ma che influisca solo la velocita' del vento provocata dallo spostamento dello scafo sull'acqua.
Domanda 1 = A arriva prima alla layline
Domanda 2 = B arriva primo in boa

Perche' B arriva primo in boa?
Citazione:scud ha scritto:
Citazione:anto69 ha scritto:
Con corrente che viene da destra è come se il vento girasse a DX (anche se con una intensità di 10 nodi non dovrebbe essere troppo influente) quindi dovrebbe essere avvantaggiato, per la bolina, chi prende la dx del campo di regata.

Allora.. nelle condizioni descritte le laylines ruotano in senso antiorario (vento dovuto da spostameto di corrente 1kn da sx + 10kn).
Arriva prima in laylie chi va a sx ovviamente, ma alla boa ci arrivano contemporaneamente se nn c'é un gradiente di corrente.

Scud

Quindi dici il contrario di Anto??
Citazione:Mr. Cinghia ha scritto:
Citazione:scud ha scritto:
Citazione:anto69 ha scritto:
Con corrente che viene da destra è come se il vento girasse a DX (anche se con una intensità di 10 nodi non dovrebbe essere troppo influente) quindi dovrebbe essere avvantaggiato, per la bolina, chi prende la dx del campo di regata.

Allora.. nelle condizioni descritte le laylines ruotano in senso antiorario (vento dovuto da spostameto di corrente 1kn da sx + 10kn).
Arriva prima in laylie chi va a sx ovviamente, ma alla boa ci arrivano contemporaneamente se nn c'é un gradiente di corrente.

Scud

Quindi dici il contrario di Anto??
non avevo letto da Anto ma si' se la corrente viene da destra il vento di corrente vine da sx e combinato col vnto rela da una risultante come se il vento girasse a sx. Quindi la laylaine di sx si avvicina.
Pero' se la corrente rimane costante in tutto il campo di regata é indifferente ai fini dell'arrivo in boa quale lato del campo si sceglie.

Scud
Quoto parzialmente scud, ovvero nell'affermazione che se non esiste gradiente di corrente le barche arriveranno insieme alla boa di bolina dato che ovunque vadano si sciropperanno la stessa misura di bordi a favore e a sfavore di corrente.

Per quanto riguarda la prima domanda, invece, senza le polari non sono in grado di rispondere.

La layline di sinistra sarà più vicina per la rotazione, ma il bordo sarà più scarso e l'intensità del vento inferiore a causa della corrente.....dunque senza sapere come reagiscono le barche a questi cambiamenti, secondo me è impossibile rispondere.

Ciao
scusate il disegnino artigianale, le barche dovrebbero avere la stessa inclinazione rispetto al vento, le linee sono il tracciato rispetto al fondo.

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