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Versione completa: consiglio drizze-materiali
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http://www.mauriprosailing.com/Merchant2...e=MAFDSK75

un consiglio, per una drizza-randa e' suff. un tipo del genere (rif. link ) oppure e' anche applicabile una calza in dynema a doppia protezione contro l.usura?

scusate la domandaSmile
Da 10 mm ce l'ho per la mia randa da 45 mq. ed è perfetta. Uso crociera ma mi piace veleggiare per bene.
io ho una 8 mm della Marlow (D2 Racing 75 12 Strand Dyneema ® SK75 core | 24 plait polyester cover) per una randa da 39 m2, questa primavera metterò un metro di sovracalza nella zona dello stopper per aumentare la tenuta dello stopper.
ma come la fermi la calza in dynema sulla drizza esistente? non la lasci ballerina vero?


Citazione:AlfredoC ha scritto:
io ho una 8 mm della Marlow (D2 Racing 75 12 Strand Dyneema ® SK75 core | 24 plait polyester cover) per una randa da 39 m2, questa primavera metterò un metro di sovracalza nella zona dello stopper per aumentare la tenuta dello stopper.
Citazione:Messaggio di matteo11
http://www.mauriprosailing.com/Merchant2...e=MAFDSK75

un consiglio, per una drizza-randa e' suff. un tipo del genere (rif. link ) oppure e' anche applicabile una calza in dynema a doppia protezione contro l.usura?

scusate la domandaSmile
Ferme le risposte degli specialisti, la calza in dyneema- a parte il costo- non e' il massimo contro l' abrasione. Meglio in poliestere.
ma, imho, la ''doppia calza'' se si arriva a raddoppiarla è per favorire la tenuta nello stopper, tenuta che io preferisco demandare sempre temporaneamente agli stopper e dare volta alla drizza su l winch o sulle galloccie predisposte

per l'usura la vedo un po come comprarsi un paio di jeans nuovi e appliccarci le toppe per non consumarsi

la drizza si usa si gira si gode ec ecc
per l'abrasione alcune case propongono calze esterne in cordura e dynema e anche altri materiali, son quelle un po ''tigrate'' come globalstar GM

bv
Effettivamente ho dovuto sostituire la drizza genoa sempre sk 75 da 8 mm con un'altra da 10 perchè scivolava un pochino nello stopper. Avrei potuto sostituire la parte zigrinata dello stopper, ma ho preferito usare quella da 8 per altri scopi.
Citazione:Messaggio di matteo11
un consiglio, per una drizza-randa

scusate la domandaSmile

Un drizza randa...una drizza randa... del coppa america o della Colcaletta del 1972?
Suvvia non siate parchi di informazioni.
Metri... meteriale...barche... regata...crociera.

Scusate la risposta. Wink
Quoto Mr. Cinghia.
Dovresti inoltre specificare dove vorresti mettere la calza aggiuntiva e perchè.
In genere dove si prevede abrasione si toglie la calza, in quanto il dyneema è enormemente più resistente all'abrasione della calza in poliestere, contrariamente a quanto affermato sopra.
Ultimo, attenzione Alfredo a mettere una calza aggiuntiva dove lavora lo stopper, potrebbe crearti problemi invece che risolverteli.
Citazione:sailor13 ha scritto:
Quoto Mr. Cinghia.
Dovresti inoltre specificare dove vorresti mettere la calza aggiuntiva e perchè.
In genere dove si prevede abrasione si toglie la calza, poliestere, contrariamente a quanto affermato sopra.in quanto il dyneema è enormemente più resistente all'abrasione della calza in
Ultimo, attenzione Alfredo a mettere una calza aggiuntiva dove lavora lo stopper, potrebbe crearti problemi invece che risolverteli.
Mi scuso per l' informazione,evidentemente errata,Occhio nero questo e' quello avevo capito io, ma si parlava di calza in dyneema,non di dyneema scalzato...ho appena rifatto tutte le calze di drizze e scotte e mi era stato confermato che il dyneema e' estremamente resistente allo stiramento ma non lo e' all 'abrasione/sfregamento...prendo atto di quanto dice Sailor.
Penso sia utile sempre ricordare che se è vero che a parità di carico di rottura una cima in dynnema è più leggera, non è questo il motivo principale, seppur importante, per cui si scieglie un materiale simile per le drizze, soprattutto su barche medio piccole.
Il motivo predominante è che materiali come dyneema o spectra (stessa cosa), vibre esotiche, ..., hanno un alto modulo di elasticità, significa che si allungano poco sotto carico. Soprattutto sulle drizze tale caratteristica è fondamentale.
Citazione:italpa ha scritto:
Mi scuso per l' informazione,evidentemente errata,Occhio nero questo e' quello avevo capito io, ma si parlava di calza in dyneema,non di dyneema scalzato...ho appena rifatto tutte le calze di drizze e scotte e mi era stato confermato che il dyneema e' estremamente resistente allo stiramento ma non lo e' all 'abrasione/sfregamento...prendo atto di quanto dice Sailor.
Non è che lo dico io, anche se usandolo da più di 20 anni un pò di esperienza me la sono fatta. Bastava cercare su internet:
Citazione:da www.gottifredimaffioli.com
Dyneema®
Sviluppato e prodotto dalla olandese DSM Dyneema® è spesso confuso con lo Spectra®, materiale similare ma di prestazioni diverse. Il Dyneema® è un polietilene ad alto modulo dalle eccezionali caratteristiche in termini di tenacità (a parità di peso risulta oltre dieci volte più resistente dell’acciaio), modulo e resistenza all’abrasione.
Questo materiale, caratterizzato da una notevole leggerezza (ha una densità inferiore a quella dell’acqua), garantisce inoltre una eccellente resistenza agli agenti chimici e ambientali ed una ottima durata nel tempo.
Unico vero limite di questo materiale è la limitata resistenza alla temperatura.
A questo punto mi occorrerebbe un chiarimento.
Drizze: quelle in spectra (o dyneema) generalmente lavorano con una calza in poliestere. Oppure scalzate, in tutto o in parte.Pensavo che si scalzassero essenzialmente per eliminare peso. Non ho mai visto una drizza di qualsiasi materiale con una calza esterna in dyneema. Se il dyneema e' cosi' resistente all' abrasione, che senso ha proteggerlo con una calza, (considerato che non teme neanche gli UV)? E a maggior ragione che senso avrebbe quindi una calza addirittura in dyneema? Forse il diametro complessivo del cavo?
Qui si parla poi di doppia calza per la parte di drizza che dovrebbe lavorare nello stopper....doppia calza esterna? O una maggiorazione del cavo interno anche con applicazione di altri fili? Per favore fatemi capire....
Oppure provare a grattare o a tagliarne una.Smile
Sailor in quella tua seconda citazione parlano di bassa resistenza alla temperatura. Ci sai dire qualcosa di più?
Ad esempio se si surriscalda per attrito da lavoro ne vengono compromesse le caratteristiche?
E se sono di colore scuro ed esposte al sole?
Oppure si parla solo di temperature elevate?
Italo, oltre ad essere resistente all' abrasione, il Dyneema è maledettamente scivoloso. Questo obbliga ad usare una calza in poliestere, che può essere tolta sia per diminuire il peso della manovra, che per problemi di abrasione.
Non bisogna dimenticare però che per quanto sia resistente all' abrasione, si taglia comunque con un coltello (anche se con difficoltà). Inoltre non è vero che non soffre gli UV, tutte le fibre tessili, più o meno, soffrono l'esposizione ai raggi UV.
Per finire, il dyneema fonde a circa 150°, ma può degradarsi per esposizioni prolungate a temperature anche molto inferiori (ad esempio drizze dentro un albero in carbonio possono arrivare anche a 60-70°).
Citazione:tratto da:[url='http://www.technica.net/NF/Caratteristiche_&_Prestazioni/dyneema.htm']http://www.technica.net/NF/Caratteristiche_&_Prestazioni/dyneema.htm[/url]
Inoltre la fibra PE HT ha un coefficiente d’attrito molto basso, come del resto avviene anche per le plastiche di questa famiglia, e ne costituisce un grosso punto di forza e conseguentemente la loro resistenza all’abrasione è notevolmente superiore a quella delle principali fibre ad alte prestazioni e si avvicina molto a quelle del nylon e del poliestere .
Anche per quanto riguarda la sensibilità ai raggi UV la fibra DYNEEMA si trova in posizione di vantaggio e infatti la sua perdita percentuale di tenacità per esposizione alla luce è inferiore a quella delle aramidiche.
Infine, dal punto di vista della resistenza ai prodotti chimici, la struttura particolarmente semplice del polietilene (che ha solo legami C–C e C–H) rende questa fibra praticamente inattaccabile agli acidi e alle basi, anche concentrati. Ciò si traduce nel fatto che il pH dell'ambiente di esercizio, in tutto il campo da 0 a 14, non influenza la resistenza del materiale, che tale caratteristica abilita perciò alla produzione sia di cordami marini che di tele per filtraggio di prodotti chimici.
Un punto di debolezza della fibra è invece costituito dalla sua temperatura di fusione che è di soli 150°C; in pratica ciò significa che la temperatura operativa massima mantenibile per lunghi periodi in operazioni industriali dove si usino manufatti in PE HT deve essere tenuta prudenzialmente a non più di 130°C circa.
Contrariamente all’aramidica, la PE HT presenta una retrazione di qualche percento quando venga sottoposta all’azione del calore. Inoltre, come sempre avviene per le fibre la cui tenacità è realizzata mediante stiri in fase di filatura, questa retrazione cresce al crescere della temperatura.
Non mi torna una frase in quell'ultima citazione:
Citazione:Inoltre la fibra PE HT ha un coefficiente d’attrito molto basso, come del resto avviene anche per le plastiche di questa famiglia, e ne costituisce un grosso punto di forza e conseguentemente la loro resistenza all’abrasione è notevolmente superiore a quella delle principali fibre ad alte prestazioni e si avvicina molto a quelle del nylon e del poliestere.
Devo controllare, ma credo che questo sia un errore...
Citazione:sailor13 ha scritto:
Italo, oltre ad essere resistente all' abrasione, il Dyneema è maledettamente scivoloso. Questo obbliga ad usare una calza in poliestere, che può essere tolta sia per diminuire il peso della manovra, che per problemi di abrasione.
Non bisogna dimenticare però che per quanto sia resistente all' abrasione, si taglia comunque con un coltello (anche se con difficoltà). Inoltre non è vero che non soffre gli UV, tutte le fibre tessili, più o meno, soffrono l'esposizione ai raggi UV.
Per finire, il dyneema fonde a circa 150°, ma può degradarsi per esposizioni prolungate a temperature anche molto inferiori (ad esempio drizze dentro un albero in carbonio possono arrivare anche a 60-70°).
Infatti.
Ma anche una cima con calza nera o blu penso che esposta al sole in pieno luglio possa arrivare a temperature non trascurabili.
Anche la coperta arriva a scottar, a volte ti scotti veramente i piedi se non sciacqui e magari le cime se ne stanno appoggiate sopra.

E' molto interessante quello che tu ci stai facendo notare, meriterebbe un approfondimento. Sarebbe interessante sapere a 60/70° quanto cambia il CR e se con esso camnia anche in modulo elastico.
Mi esprimo meglio:

come da discussione di qualche tempo fa (realmente una lezio magistralis di Sailor), non lascio le drizze solo 'morse' dallo stopper (ho una galloccia per ogni drizza), ma proprio per aumentarne l'efficacia in manovra di quest' ultimo sarebbe mia intenzione calzarlo con una sovracalza (spero che sia corretto il termine)di poliestere, la Marlow mi ha consigliato di acquistare 1 mt di prestirato del 12 togliergli l'anima e poi sovrapporla sul pezzo dove mi serve.

Citazione:attenzione Alfredo a mettere una calza aggiuntiva dove lavora lo stopper, potrebbe crearti problemi invece che risolverteli.

... infatti sto aspettando di prendere una sventolata per vedere se scivolano (sganciati dalla galloccia)
Guarda Tiger, contrariamente a quanto pensavo tutti coloro che lavorano con le fibre dicono che il nero protegge più di altri colori. Sembrava strano anche a me (ci viene insegnato alle elementari che il nero attira tutte le lunghezze d'onda dei colori mentre il bianco le respinge) ma probabilmente il comportamento della luce è diverso da quello del calore.
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