come ho detto dopo tanti anni di motore passo alla vela per cui vi faccio un opo' di domende probabilmente assolutamente demenziali, tra cui questa.
mare formato, onde di 1-2 metri, vento 15 nodi circa, come le devo affrontare?^ come con barca a motore o in maniera differente?
nell'immagine allegata le onde sono le righe fisse, le freccie indicano la direzione della prua della barac la freccia grande la direzione del vento
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quello che vorrei sapereè se va bene affrontandole al mascone oppure devo orzare sulla cresta per poi poggiare in 'discesa' oppure vado avanti al mascone? al traverso mi sembra 'lievemente' periglioso, mah siccome avevo spazio in più.... e se lo affronto al gran lasco come devo fare??
mi dite la vostra magari anche inserendo un disegnino chiarificatore??
Grazie
Citazione:Messaggio di infinity
la prua della barac
è una barca a vela!! una signora, mica il motoschifo
scusa per l'errore di battitura, ma ... quindi???
orzi sul cavo poggi sulla cresta
ma che rotta devi tenere? perché qui ti devi regolare sul vento e sull'obiettivo cui vuoi tendere.
sempre lo stesso, orzi sul cavo poggi sulla cresta
si certo, mettevo l'accento sul fatto che l'andatura è quella che decide; non vedo bene il disegno, ma il traverso ed ancor più la poppa possono richiedere strategie diverse; ma è molto tempo che non faccio regate, forse è cambiato qualcosa.
Come affrontare un onda non dipende dall'essere in regata.
Anche in crociera vanno affrontate come dice Nastro Azzurro:
orzo sull'incavo così da prendere l'onda e non subirla (altimenti mi farebbe poggiare e intraversare), poi sulla cresta poggio per non sbattere cadendo violentemente sul prossimo incavo.
Ovviamente con l'onda in prua.
Con l'onda in poppa, faccio il contrario, altrimenti rischio intraversamento e straorza: poggio nell'incavo e orzo sulla cresta. Se rimango sulla cresta poggiato e alal stessa velocità dell'onda all'ora sto surfando.
certo, come regola generale è quella, è scritto a pagina 1 del libro delle andature; ma non dipende anche dalla barca e da quanto vuoi stare tranquillo, o essere assatanato?
Citazione:beppe_rm ha scritto:
certo, come regola generale è quella, è scritto a pagina 1 del libro delle andature; ma non dipende anche dalla barca e da quanto vuoi stare tranquillo, o essere assatanato?
Surfata a parte io uso la stessa tecnica anche in crociera con barche simili a roulotte e vele regolate alal bene e meglio causa pigrizia dell'equipaggio
Non è questione di essere assatanati: se leggi i motivi che do e le spiegazioni che avrai letto nel libro delle andature, capirai che è una questione di sicurezza.
Si tratta di affrontare l'onda e non subirla. Poi , in poppa, quanto poggiare o quanto orzare dipende dalle onde e da quanto vicino al limite voglio arrivare. Ma sempre così devo fare.
Con l'onda in prua aumento anche il confort ed evito il mal di mare all'equipaggio, nonchè i patemi d'animo ad ogni sbattuta sugli incavi.
Nei corsi d'altura per crocieristi io (ma anche gl'altri che conosco) insegno così....
Ma è uguale fra barca Pesante e Leggera??
Citazione:aleufo ha scritto:
Ma è uguale fra barca Pesante e Leggera??
Ceterum censeo Cartaginem delendam esse.
E pensare che ho studiato latino per qualche anno....ma è anche vero che la sufficenza era dura.... Sicuramente le barche si portano diversamente da come le portavano loro..che navigavano con barche decisamente pesanti
Anche io in latino stiracchiavo la sufficienza.
Certi brocardi però mi sono sempre rimasti in mente.
Per ritornare in tema,avete notato come navigano di poppa quei trawler sui filmati di youtube?
Vanno lantissimi e si fanno trascinare dalla corrente,ogni tanto danno un sgassata sul cavo e cominciano a poggiare.
VAI!
prova e riprova, sbaglia, vedrai che te la caverai e con l'esperienza capirai ben presto che la barca tiene meglio di noi e potrà insegnarti molte cose, più di qualsiasi testo....
BUON VENTO!
onde. vento. velocità.
parlo da derivista: un onda di un metro è tre volte più alta del mio bordo libero, e la barca pesa quanto me. l'effetto delle onde sullo scafo è molto rilevante e la carena è praticamente piatta. non parlo di regate, ma solo di conduzione, scopriremo poi che in questo caso velocità e comfort vanno d'accordo.
il primo concetto che devi fare tuo è capire come varia il vento apparente in funzione della velocità. su una barca a vela si fa tutto in funzione del vento apparente che è il nostro 'motore'. del resto, il motore, quello vero, è spento.
siamo di bolina.
quando sali sull'onda la barca rallenta. se la barca rallenta, ii vento apparente si sposta verso poppa. sempre vero. segui il vento e orza. arrivi in cima all'onda,e inizia la discesa. la barca accelera, l'apparente ritorna verso prua, tu devi poggiare di conseguenza.
ok questo concetto è chiaro. ma quanto e duando usare il timone? questo varia da barca a barca, ma in generale il orza e si poggia pochissimo, giusto qualche grado, e il tempo è dettato dal tempo di risposta dela barca, in pratica la barca deve poggiare sulla cresta e deve orzare durante la salita, tu devi agire sul timone per ottenere questo risultato. con le derive, dove la reazione è praticamente istantanea, basta agire 1-2 secondi prima. con le alture magari un po' prima...
fin'ora abbiamo parlato della barca e di cosa fare in relazione al vento. ora parliamo dello scafo in relazione al mare.
per evitare di sbattere sulle onde è importante allargare l'angolo di incidenza tra la tua rotta e la direzione delle onde. quando si sbatte? si sbatte quando sei in cima all'onda, e inizi la discesa. allargare l'angolo tra la direzione delle onde e la tua rotta, il più delle volte significa poggiare, e quidi si ritorna ad essere concordi con quanto detto prima. poggiando si cerca di faer in modo che non la prua ma il finaco della barca si appoggi all'onda su una superficie più ampia e quindi più dolcemente. se sai sciare riesci facilmente a immaginare una situazione simile in cui per superare un dosso se ci vai su dritto salterai mentre se l'affronti in curva, prendendolo in direzione del bordo pista e con le lamine semplicemente tirerai dritto.
con le derive si attua tutta una serie di stratagemmi atti a favorire la discesa dolce, come ad esempio sopstare repentinamente il peso del corpo verso prua, in modo da favorire il passaggio durante il cambio di pendenza dalla salita alla discesa.
al lasco: le onde ti vengono da dietro, e ti spingono. presumibilmente vanno più veloce di te. le prendi al giardinetto e quando ti sollevano la poppa ti fanno accelerare. accelerando l'apparente si sposta verso prua e quindi puoi poggiare. quando poi l'onda ti passa sotto e rallenti devi riorzare e aspettare l'onda successiva. se invece se nella fortunata condizione in cui viaggi alla stessa velocità delle onde, l'onda ti spinge, ti fa accelerare e poggi, la barca è in planata e tiri dritto come sulle rotaie finchè dura.
al traverso: con onda è sicuramente una condizione svantaggiosa, perchè presti il fianco alle onde. la cosa migliore da fare è orzare in salita e opi poggiare in discesa, procedento in questo modo a zig zag rispetto alla rotta ideale, ma evitando costantemente di trovarsi nella situazione critica. un po' come quando si scia, dove non scendi dritto per dritto, ma fai le curve.
comfort e velocità:
quando sbagtti sulle onde sicuramente il comfort diminuisce, e contemporaneamente fermi la barca. quindi timonare dolcemente permette di migliorare entrambe le situazioni.
osservazioni d'esperienza: portare la barca con onda diventa tanto più difficile tanto più le onde sono corte rispetto alla loro altezza. in particolare con un vento medio e quindi con velocità dislocanti, ho sperimentato di avere difficoltà quando le onde sono più corte di metà lunghezza dello scafo: non ho il tempo materiale di seguirle, ma forse perchè io timono maluccio...
Grazie Grazie ADL, Skipper, Alpa,et altri che non cito GRAZIE ancora mi avete risposto in modo chiaro e pwer me comprensibile.
Mi dispiace che invece altri ritengano di avere la scienza infusa e facciano solo battute...mah...
Citazione:Alpa550 ha scritto:
Poi , in poppa, quanto poggiare o quanto orzare dipende dalle onde e da quanto vicino al limite voglio arrivare.
infatti, intendevo proprio questo, dare una regola generale, e poi le variazioni sul tema, che a volte possono essere più importanti della regola.
e come non quotare anche ADL, che fa 'sentire' l'onda, ed in deriva diventa tutto più delicato ed occorre trovare l'adeguamento personale alla regola.