Realizzare in casa un ripartitore di carica che funziona direi molto bene, senza spendere una cifra.
ho utilizzato dei diodi a bassissima caduta di tensione in tecnologia schotthy, hanno una caduta di tensione di circa 0,1V invece dei canonici 0,7V dei normali diodi con quel che ne consegue: bassissima dissipazione e utilizzo di tutto il potenziale dell'alternatore.
La novità è che i diodi gli ho recuperati da un alimentatore di computer in avaria. Questi diodi sopportano una corrente massima, a seconda dei modelli di 30 o 60A (sigla incisa sopra e google) ed una tensione di 30V. Dimenticavo sono già montati su dissipatore.
Questi diodi sono anche adatti ad alimentare un carico da due batterie.
Questo è quasi tutto, i particolari per chi non mastica il silicio a richiesta.
Un saluto a tutti gli ADV
ciao....schemino?
cosi magari si potrebbe cominciare a vedere qualcosa
grazie Maurizio
Interessante, ...magari postare qualche foto e lo schemino con spiegazioni per le capre (io me :blush
non sarebbe male
Grassie
Citazione:Messaggio di styb2004
...
La novità è che i diodi gli ho recuperati da un alimentatore di computer in avaria. Questi diodi sopportano una corrente massima, a seconda dei modelli di 30 o 60A (sigla incisa sopra e google) ed una tensione di 30V. ...
60 A ?
alla faccia dell'alimentatorino !
ho appena comprato dei diodi schottky per altre applicazioni , ma da 8 A ...
gli ho pagati 1 € l'uno ...
Ecco le foto dei dispositivi recuperati e gli schemi di eventuale utilizzo.Una precisazione: il dissipatore potrebbe essere non sufficiente se si utilizzano con correnti mooolto elevati.Con correnti fino a una decina di ampere dovrebbero andar bene.
Perchè non riesco ad allegare le foto?
ecco le foto. I due terminali esterni vanno collegati insieme se utilizzate come ripartitore vedi schemino.
Domande e riflessioni?
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Domanda: per ogni circuito 2 diodi in parallelo, per poter far circolare più corrente?
La faccenda è molto interessante, tanto da portarmi a un secondo, banale quesito: se dovessi aprire un ripartitore di carica pagato svariati euro, cosa troverei in più? (cioè: possibile che dentro ci sia un circuito così banale?)
non ho mai aperto un ripartitore, ma credo proprio che dentro ci sia solo una roba così, quello che costa è il contenitore metallico dissipante. Il discorso cambia per ripartitori attivi ovviamente, lì trovi anche l'elettronica di controllo.
per quanto riguarda i 2 diodi in parallelo, credo che il ns ADV abbia semplicemente usato ciò che aveva sottomano, 2 diodi in uno stesso contenitore plastico, quello che conta è far dissipare il calore in modo adeguato, più corrente=>più calore.
su wikipedia però si legge (o meglio mi è parso di capire) che la caduta di tensione dei diodi schottky è di 0,35 v e non 0,1
Citazione:styb2004 ha scritto:
Domande e riflessioni?
mmm , io abbonderei con il dissipatore (soprattutto per il kc..)... a meno che non lo attacchi a qualcos'altro
Citazione:magosebino ha scritto:
Citazione:styb2004 ha scritto:
Domande e riflessioni?
mmm , io abbonderei con il dissipatore (soprattutto per il kc..)... a meno che non lo attacchi a qualcos'altro
Quoto, vorrei vedere quel diodo sotto i 60 A per qualche minuto. Negli impianti fotovoltaici avrò cambiato decine di diodi bruciati a seguito di surriscaldamento
un semplice ripartitore di carica è fatto cosi'. per quanto riguarda il costo dell'estruso di alluminio per il dissipatore, in qualsiasi negozio di elettronica a seconda delle dimensioni costa da qualche euro a 15-20. Se il ripartitore di carica è di tipo attivo al posto dei diodi sono montati dei mosfet in serie(come i transistori tipo 2n3055 dei vecchi alimentatori) che sono pilotati sul gate in maniera tale che a batteria scarica si limita la corrente mentre man mano che la batteria si carica diminuisce la resiatenza in serie per poter caricare in minor tempo. Con il sistema dei diodi la carica è di tipo a tensione costante per cui quando la batteria è vero la fina della carica la corrente diminuisce impiegando un tempo maggiore per terminare la carica (io non fretta). la toria recita che sono necessari un decimo della capacità della batteria per almeno 14 ore per compensare le perdite.Per quanto riguarda la caduta di tensione basta procurarsi un tester in funzione diodi e controlla re che da un lato presenti resistensa infinita e dall' altra da 0,1V a 0,15 a seconda dei modelli. Quello da me proposto il s60sc3ml presenta 0,104. questo valore moltiplicato per la corrente ci da il valore in Watt che il diodo sta dissipando. Le due sezioni del semiconduttore le ho collegate in parallelo per aumentare la corrente di carica (considerate sempre la dissipazione), avrei potuto tranquillamente usarne solo uno e tenermi l'altro di scorta in caso di avaria.
a
Quanto indicato e' assolutamente corretto in linea generale, mi inserisco solo per far osservare la particolarita' che essendo le batterie al piombo dei dispositivi a molto bassa impedenza, che traduco semplificando moltissimo (col perdono degli esperti): sono dispositivi che vogliono (sia pure per brevi istanti) tantissima corrente se si tenta di caricare con una tensione anche di poco superiore a quella che hanno in quel momento e, viceversa, danno correnti fortissime se gli si applica un carico che abbia la capacita' di riceverla (es. un grosso condensatore), e' necessario prevedere dei diodi che consentano picchi anche molto oltre 10 volte la corrente normale di lavoro (il parametro e' definito nelle specifiche del diodo come 'surge current' e va scelto il diodo che abbia la giusta quantita' di Ampere dichiarata per almeno 20ms).
I diodi per alimentatori switching anche di moderata corrente soddisfano spesso queste condizioni (tali alimentatori lavorano integrando brevi violenti impulsi di corrente e i diodi devono essere in grado di maneggiarli senza distruggersi), la stessa cosa non vale per un qualsiasi altro diodo Shottky.
corretto, difatti i diodi utilizzati sono stati recuperati da alimentatori switching da computer.
si , ok tutto chiaro (io) non avevo dubbi in fase di carica
ma il ripatitore dalle batterie al circuito .. che carichi avrà all'uscita ? (circuito 2)
ovvero quando hai frigo,luci e altri ammennicoli accesi con un carico di 10 , 15 A per vari minuti , sei sicuro dell'arnese ..
il salpancore è escluso dal ripartitore ?
Citazione:magosebino ha scritto:
si , ok tutto chiaro (io) non avevo dubbi in fase di carica
ma il ripatitore dalle batterie al circuito .. che carichi avrà all'uscita ? (circuito 2)
ovvero quando hai frigo,luci e altri ammennicoli accesi con un carico di 10 , 15 A per vari minuti , sei sicuro dell'arnese ..
il salpancore è escluso dal ripartitore ?
Scusate la mia ignoranza in materia: il ripartitore lo metto tra alternatore e batterie, e non tra batterie e utenze. La corrente massima che lo attraverserà sarà quella massima erogabile dall'alternatore stesso. Dove sbaglio?
che ne dite di questo?
http://www.discovercircuits.com/H-Corner/bat-iso.htm
non sbagli infatti.
il circuito che presenti emula i classici diodi, ma anche lui ha bisogno di dissipare il calore generato, la legge di ohm è valida per tutti, nonostante quanto scrive l'articolista:
In a conventional circuit, two high current diodes would be used. But, since there could be a sizeable current passing through the diodes, they have to be mounted onto a large heat sink, to be able to handle the power dissipated in the diodes. The circuit shown below is much more efficient. It shows this battery isolator using two ideal diodes. With the components shown, the electronic circuit should be able to handle 60 amps of current to each battery.
Ok. Comunque il calore generato dovrebbe essere proporzionale alla caduta di tensione, e quindi in questo caso minore. Giusto?
certo, è proporzionale alla caduta di tensione ed alla corrente che passa all'interno del diodo (o del circuito), P=V*I oppure =R*I*I....quindi se hai 0,1 ohm di resistenza ed una corrente di 50A=> devi dissipare una potenza di 250Watt, mica poco, per questo dicevo che il costo di uno di questi ripartitori sta più nel contenitore metallico con le alette che nell'elettronica all'interno, che è molto semplice