I Forum di Amici della Vela

Versione completa: Wauquiez Hood 38, barche a dislocamento pesante
Al momento stai visualizzando i contenuti in una versione ridotta. Visualizza la versione completa e formattata.
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9
So solo che a me questo tip di barche affascinano parecchio.... Smile le dispute fra pesante e leggero lasciano il tempo che trovano, quando di mezzo c'é anche l''occhio' che vuole la sua parte. Ci sono barche che a vederle ti soddisfano l'anima, e altre che guardandole ti sembrano sterili... Per me scegliere con la pancia é una costante, magari non sempre scelgo la cosa migliore, ma va bene così...
Bisogna secondo me vedere perchè uno si fa la barca, se per giro del mondo o mediterraneo, se per viverci o per farci le vacanze e il budget.
Io trovo questo progetto di T. Hood ancora attuale e per certi aspetti molto affascinante. Certamente gli interni sono molto pratici e con le tecniche ed il gusto di oggi, pur lasciando intatto il design si potrebbe tirar fuori un oggetto di grande classe. Non ci sono dubbi che un tale scafo dia enorme soddisfazione e gusto, anche in tempi odierni.
Pero'questo scafo non si puo'e non si deve comparare agli scafi leggeri, dove per leggero si intende costruzione sofisticata ed in materiale composito, con una precisa idea progettuale e non scarsezza di materiale, dsign, idee etc...
Le barche vanno prese nella loro unicita' e, scartando i tanti bidoni in giro, daranno al timoniere sempre belle sensazioni.
Anni fa presi la timone un 28'di Mariver, un Almadira. un Barchino che saliva e scendeva sulle onde facendo i suoi 4-5 kn e regalandomi sensazioni splendide che ricordo ancora. Qualche anno fa, in una giornata un po'moscia, con mare e poco vento ero al timone di un Hanse 411, che non e'certo la peggiore delle Hanse, ma non arriva all'altezza del 341 che conosco bene. Ebbene, in quelle condizioni era una loffa, per me si intende. Insomma, resteremo ognuno delle proprie convinzioni.
A Dusseldorf ho chiesto ai costruttori Najad perche'non continuano il processo di alleggerimento delle barche. E mi hanno detto che ai loro armatori interessa la formula di T. Hood:
Performance = Speed x Comfort x Payload x Range x Safety x Integrity
che ritradotto in italiano:
Performance: Velocità x comfort x capacità di carico x range di navigazione x sicurezza x solidità di costruzione.
come descritto da Pegaso. Sa variabile comfort assume valore 1...diventa irrilevante. Ma se per voi assume valore 2, la vostra barca diventa PLANANTE!!!!!Smile
Ed hanno aggiunto una dimensione non negoziabile: una barca sicura deve poter assorbire uno sbaglio, una disattenzione o una raffica violenta senza causare panico a bordo. Valla a mettere nella formula...Cool

Una volta al largo di S. Eufemia a Cefalonia, in un posto dove e' solito soffiare vento improvvisamente, mentre veleggiavamo con un S.O. 37 in affitto, una raffica ci ha fatto mettere il boma in acqua. La barca e'andata in stallo ed i miei figli erano trattenuti dal tavolino in pozzetto. Mia moglie, alla randa, era andata in palla e gridava poggia (...) e non mollava. Per quel comportamento sgradevole ho rischiato di chiudere con la vela...
Chissa'perche'...quando si pensa (sbagliando) ad una barca leggera, pensiamo alla falchetta ed al boma in acqua...
questa storia del tifo tra barche pesanti e leggere è degna degli stadi, oltreché chi di barche capisce poco.
questo come aperitivo.
ora cerchiamo di fare una cosa un tantino più colta.
certo, la barca americana ha sempre il suo fascino; non ci sono andato molto sul 'largo e piatto', ma per quel po' che ho visto ne adoro la morbidezza con la quale reagisce.
sarebbe interessante vedere le linee d'acqua dei disegni più grandi di Hood; quelli più grandi perché credo che siano più tipizzati: si trovano in giro, pegaso?
ed un'altra curiosità: è vero che ora i little harbour si fanno in cina?
io uscirei dai luoghi comuni, e sposterei la discussione su un piano diverso, parlerei di barche che consentono navigazioni confortevoli, veloci, sicure....e di barche che sbattono sull'onda, non camminano e sono costruite male ...
ovvero credo siano fondamentali linee d'acqua, materiali e tecnologie costruttive.
ho avuto una barca pesante ( 13 ton per 42 piedi)
ed ho una barca che per l'epoca era leggera ( 9 ton per 45 piedi....ma costruita 29 anni fa') devo dire che il peso è l'ultimo delle cose che mi viene in mente nel confronto tra le due....
certo il Morgante è piu' nervoso, performante, ma non credo centri il peso ma le linee d'acqua e il piano velico, e comunque mai avuto sensazioni negative in merito al peso. La pesante per altro sopra i 10 nodi di vento navigava meravigliosamente.
oggi do' poco valore al peso come tale, ma alla barca ne suo insieme.
Grazie Pegaso per le notazioni...ma, oltre all'Hood 38 della Wauquiez (io ho posseduto il Gladiateur, sempre Wauquiez, meravigliosa), cos'altro ha disegnato Hood? Hai altri esempi da postare?
personalmente la carstteristica che ritengo piu importante in una barca e' il passo ; ovvero la capacita di mantenere quanto piu costanti velocita' ed angolo al vento.
Citazione:straorza ha scritto:
personalmente la carstteristica che ritengo piu importante in una barca e' il passo ; ovvero la capacita di mantenere quanto piu costanti velocita' ed angolo al vento.

uhmmmm...ma il passo...non e'la caratteristica di quelle imbarcazioni definite marine, stabili e con un dislocamento tale per per inerzia passano 'indenni' (cioe'senza rallentare, sbandare, flettere...) fra onde e buchi di vento?
Io ricordo di aver manovrato in porto un Gilardoni 45 con quel tipo di chiglia e di aver bestemmiato per un ora per riuscire a metterla nella buca del travel lift di poppa, e non c'era neanche vento al traverso.

visto che si parla di crociera e non di attraversate atlantiche, bisogna considerare tutti gli aspetti, sicuramente le carene con coefficienti prismatici elevati sono impagabili come passaggio sull'onda, ma anche come stabilità di rotta.
non sarei d'accordo.
il passo, per quanto possa essere definito in termini, è funzione di tante cose, tra le quali la prima è senz'altro il disegno; altrimenti esisterebbero barche pesanti che dividono il mare in due parti e barche leggere che sballonzolano alla prima ondina.
prendendo il discorso da un'altra parte, ci sono barche pesanti che sbattono contro le onde, le abbiamo viste tutti, e barche leggere che ci scivolano sopra.
la sfida delle barche leggere è proprio quella di far scivolare 'sull''acqua lo scafo, e non tenerlo 'dentro' l'acqua; siccome la cosa va poi mediata con il peso del bulbo (per tenere tela) e con le poppone (per farsi spingere dalle onde), ecco che molti vantaggi dello scafo leggero si perdono per strada.
bravo pegaso ottima scheda: considerando che di questa barca (che adoro) avevo in programma di metter fuori un post sul mio blog come 'barca della settimana' sarai ben lieto per non dire onorato di ricopiare questa tua tal quale citando la tua autorevole paternità (dimmi solo in che termini Paolo.. se via nick adv o piuttosto un tuo contntatto più 'diretto')
Fabiseb, succede molto meno di quello che si pensa, le linee dello scafo li fanno affondare meno e rimangono più sulle linee di quello che sembra. Poi siamo sempre lì. Per farti un esempio il mio 069 ha di progetto (aveva) serbatoio da 200 lt di gasolio e 450 lt di acqua per un 40 mi sembra tanta roba, nel totale dei e
pesi che tu descrivi sono unja bella percentuale.....Poi quanti kg di roba si mettono o si lasciano in una barca che non sono mai, dico mai usati....
E' chiaro che con un ML fa anche piacere stare attenti ai pesi caricati, ma la cosa importante che mi sembra venga fuori daultime discussioni.....il 95% di noi usa la barca per brevi periodi....
Io ho preso lo 069 il 15 di Luglio, purtroppo aveva il serbatoio pieno ed ad oggi sono riuscito a consumare solo 50 lt.....
accellerare , fermarsi ( rallentare ), ripartire sommati insieme sono più penalizzanti che il mantenimento di una velocità quanto più costante possibile . ogni colpo di timone dato per riportare sul giusto percorso la barca provoca una dispersione di energia e velocità diminuendo l'efficenza del sistema scafo/vele .
la questione del 'carico pagante' è della massima importanza.
molti anni fa, i progettisti pubblicavano le linee d'acqua delle loro barche e dichiaravano il payload, che unido al peso della barca dava il dislocamento massimo per il quale avevano passato il tempo sul tavolo da disegno.
oggigiorno la prima di queste due cose è top secret, la seconda è abbastanza riservata. il perché è un'altra storia.

il primo parametro che il progettista ha in mente quando disegna una barca è il dislocamento, derivante essenzialmente dal materiale con cui vuol realizzare la barca.
chi compra quella barca deve sapere quale è il vero peso e di quanto può ulteriormente caricarla.
naturalmente, a parità di extra carico, una barca leggera soffrirà di più di una pesante, ma non solo e non tanto perché manca la tela, quanto perché le linee d'acqua della barca leggera (soprattutto quella di oggi) sono fatte per non essere cambiate.
ma perché caricare troppo una barca leggera, visto che il progettista, se sa fare il suo mestiere e progetta una barca da crociera, avrà pensato a tutto?
perché, mi si potrebbe rispondere, ho una barca di metri e devo fare il giro del mondo; perfetto, scegliti una barca adatta, anche sul mercato dell'usato prima o poi la trovi, gli si potrebbe argomentare. etc.etc.
peccato che questo forum non sia frequentato da qualche progettista, ci manca prorpio.
o amministratori, perché non estendete l'invito ad iscriversi a qualcuno che le barche le progetta veramente?
E si torna lì. La filosofia progettuale prima e costruttiva poi di Vismara (per esempio) non è indirizzata agli stessi armatori di cantieri che, per tradizione, producono barche a dislocamento pesante. Vismara rivolge il suo prodotto ad armatori sofisticati che vivono la barca per brevi periodi e cercano prestazioni sportive, innovazione e design raffinato. H.R. Amel Najad progettano e producono barche per armatori disposti a lunghissime navigazioni e permanenze a bordo in assoluta autonomia, hanno affinato le loro tradizionalissime tecniche costruttive raggiungendo livelli di affidabilità e sicurezza molto elevati. Le loro carene non devono necessariamente essere velocissime, semmai devono essere confortevoli, robuste ed in grado di garantire grandi stivaggi. Credo che a loro (cantieri ed armatori) poco interessi di esplorare il mondo delle carene plananti e dei materiali compositi così come credo che non interessi all'armatore di un Vismara programmare il giro del mondo. Personalmente non credo che pesante è meglio di leggero, ma nemmeno il contrario. Mi piacciono le leggere per correre ma preferisco le pesanti per le crociere.
Il primo parametro che il progettista ha in mente quando progetta una barca !non è il dislocamento...!
Perchè dici che le linee d'acqua di oggi sono fatte per non essere cambiate? e quelle di ieri?cambiavano molto di più di quelle di oggi..
guarda aleufo, con me non c'è bisogno che metti il maiuscolo, quindi fai la santa carità ed abbassalo.
ora ti spiego.
il primo parametro è il dislocamento perché se deve progettare una barca di 10 metri di ferro sa che peserà almento 8 tonnellate, se deve essere di carbonio sa che se la cava con 3.
poi pensa alle linee d'acqua.
poi viene tutto il resto.
fattelo spiegare da chi queste cose le fa.
ecco perché dicevo che in questo forum urge la presenza di un progettista.
beppe ho tolto il maiuscolo ...ci vuole cos+ poco per far contente le persone...

Certo avevo bisogno proprio di una persona che me lo insegnasse, grazie e ne terrò conto, visto che non ho mai frequentato uno studio di progettazione, cosa che sicuramente farai normalmente. Scusa la mia ignoranza.
Rispondo ad alcune domande che mi sono state poste.
1) chi vuole sapere qualcosa di più delle barche progettate da Ted Hood, ne sono state costruite più di 1500 a suo progetto può visitare questo sito americano che ha una raccolta di dati di tutte le barche prodotte notevole:
http://sailboatdata.com/view_designer.as...gner_id=26
2) I LIttle Harbour, sono stati costruiti a Taiwan in un cantiere controllato dagli americani, all'inizio venivano poi allestiti in U.S. poi progressivamente anche l'allestimento si è fatto a Taiwan.
Oggi a Taiwan questa tradizione di elevato livello qualitativo continua con alcuni cantieri locali ben noti per l'elevato livello.

Per cicciopettola, se vuoi ti completo la scheda parlando più in dettaglio della barca e delle sue due versioni Mk1 e MkII.

Una nota generale da ingegnere:
Il peso non rappresenta in assoluto un fattore positivo in nessuna progettazione di 'macchine' salvo gli 'schiacciasassi'Big GrinBig GrinBig Grin, è chiaro che la ricerca di costruzioni sempre più leggere mantenendo inalterate le caratteristiche tecniche e la robustezza sfruttando nuovi materiali e nuove tecniche costruttive è senz'altro positiva.
Anche per le barche lo sviluppo della progettazione e delle tecnologie costruttive porta ad una continua riduzione di pesi,
Il cosidetto dislocamento pesante di oggi e più leggero del dislocamento pesante di quaranta anni fà.
Una barca si giudica nel suo complesso e per la funzione a cui è destinata, nei casi dei progetti di Hood il peso elevato è funzionale alla ricerca di una barca sicura e con buone prestazioni a vela con pescaggio ridotto, non è una barca disegnata in maniera convenzionale a cui viene applicata una soluzione con deriva mobile, ma un progetto che sia come sezioni che come distribuzione dei volumi, coefficiente prismatico più alto,( non avevo mai osato usare questo termine troppo tecnico) ha una sua unicità finalizzata ad un risultato che fra l'altro è stato ottenuto e dimostrato dal numero di barche prodotte e dai loro risultati.
Se poi un giorno vogliamo approfondire il discorso io non sono tanto critico con il dislocamento leggero contrapposto a quello medio/pesante, ma da un certo trasportare acriticamente certi concetti sviluppati correttamente con una ricerca importante su barche costruite in maniera altamente tecnologica e quindi di costo elevato sulla produzione di serie in cui invece l'obbiettivo primo è ridurre i costi e quindi si entra in conflitto con un corretto dimensionamento e suoi costi.
Molte volte in passato fior fior di progettisti hanno scelto strade diverse e separate, pensiamo per quanti anni in america si progettavano barche larghe e piatte e in U.K barche strette e profonde, i famosi plank on edge (tavola messa sul bordo).
Poi quando Sparkman e Stephens hanno disegnato il loro Dorade con cui sono andati a sfidare gli inglese nelle loro acque hanno disegnato una barca che era una sorta di compromesso fra le due idee di progetto, anzi forse più inglese che americana...
Insomma direbbe Bullo la barca è un opppinione...Big GrinBig GrinBig Grin
quindi potrai assicurarti personalmente di quello che ho scritto.
ma potrai fare una cosa di più, e molto più importante: farci sapere perché non si pubblicano più le linee d'acqua.
i ladri di idee esisteranno ora non più di quanto siano sempre esistiti, allora perché tutta questa segretezza?
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9
URL di riferimento