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Versione completa: Bolina con patana e onda
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Ultime giornate del campionato invernale corso da esordienti su un j24.

Ultima prova della giornata con vento sempre più debole da libeccio.
Il vento è ruotato a sinistra (secondo la direzione partenza - boa di bolina) durante il lato di poppa e scegliamo di salire il secondo lato di bolina a sinistra.
A posteriore gira ancora a sinistra. Il vento ora è un sud-est 4-5 nodi e ondina corta 30-50 cm da sud - sud/ovest.
Riusciamo a bolinare mure a sinistra decentemente contro mare ma siamo oltre la layline e, per arrivare in boa, dobbiamo poggiare leggermente.
Siamo nettamente primi. Gli altri sono tutti a destra.
L'unico nostro riferimento è un X342, mure a sinistra come noi, ha la nostra velocità e angolo però è parecchio sopravvento.
Lui per fare la boa non deve poggiare.
Ebbene è successo che, una volta che abbiamo poggiato, l'onda ci è venuta esattamente di prua, la barca si è piantata e non siamo riusciti più a farla camminare decentemente.
Mentre stretti avevamo la stessa velocità dell'X, da poggiati questo ci ha passati tanto che abbiamo poggiato ancora e gli siamo dovuti passare a poppa.
La frustrazione mentre vedevamo gli altri che, mure a destra e con l'onda al traverso, si mangiavano il nostro vantaggio era pazzesca.

Vele grasse il più possibile carrello genoa avanti, carrello randa sopravvento scotta lascata ma ogni treno di onde ci fermava completamente.
Volevamo mandare sotto due dell'equipaggio per limitare il beccheggio ma avrebbero vomitato l'anima.
L'incubo è finito quando il comitato ha chiamato sierra su boa 1 e abbiamo tagliato quarti appunto alla boa di bolina.
Peccato.
Ci siamo chiesti se dovevamo continuare stretti ed allungare così il percorso oppure, da poggiati, come regolare le vele diversamente da come abbiamo fatto.

Per l'armata brancaleone il j24 è ancora un mistero.
Il problema era il poco vento: il J24 in quelle situazioni può contare solo sull'importante genoa.

Drizze abbastanza lasche, tanto da avere molte cappette tra garroccio e garroccio del genoa.
Ad ogni onda avevate bisogno di potenza anche in alto: il carrello in avanti vi riduceva lo svergolamento del genoa quindi avevate molto grasso nella parte bassa ma in alto non portava. Meglio arretrarlo leggermente e semmai lascare qualche cm di scotta. la vela respira e porta lungo tutta la sua lunghezza.

Una volta piantato, per colpa delle ridotte dimensioni delle appendici (deriva e timone) ci mette un pò a ripartire (non moltissimo cmq) e se voi lo ripiantavate sull'onda successiva... fatta: eravate sempre molto lenti!
ad ogni onda andava fatta una orzatina (cazzando leggermente e poi rilasciando quando ripoggiavate) o una poggiata maggiore (non serviva toccare le vele e poi la riorzavate nell'incavo mentre scendendo accelleravate):continuavate ad evere velocità e non beccavate l'onda proprio sul naso.
La scelta tra orzare o poggiare di più dipende da quanto alti eravate.
In ogni caso l'importante era non piantarlo mai.
E lo sbandamento? Eravate tutti a fare peso sottovento vero?
Il timoniere ha perso sensibilità, si è deconcentrato e non è riuscito più a seguire le onde. Da fermi poggiava, lascava molto randa tenendo il carrello sopravento e però il risultato era un passo lentissimo. Drizza genoa lasca, sartie lente, base randa lasca e niente cunningam, zero paterazzo. Altri hanno mandato il centrale sotto coperta per limitare il beccheggio. Forse avremmo dovuto spostare il peso un po a poppa per alleggerire la prua. Non ho provato ad arretrare il carrello genoa perchè ho dato molta scotta.
Sicuramente ho perso sincronia con il timoniere nel regolare il genoa. Cercavo di tenere su i filetti mentre la velocità della barca variava in continuazione per colpa delle onde.
In più l'albero, lasco di sartie, pompava troppo.

Troppo complicato per noi.
Con ventone ce la siamo cavata meglio.
Si leggermente sbandati sottovento.
Citazione:studiodip ha scritto:
Il timoniere ha perso sensibilità, si è deconcentrato e non è riuscito più a seguire le onde. Da fermi poggiava, lascava molto randa tenendo il carrello sopravento e però il risultato era un passo lentissimo. Drizza genoa lasca, sartie lente, base randa lasca e niente cunningam, zero paterazzo. Altri hanno mandato il centrale sotto coperta per limitare il beccheggio. Forse avremmo dovuto spostare il peso un po a poppa per alleggerire la prua. Non ho provato ad arretrare il carrello genoa perchè ho dato molta scotta.
Sicuramente ho perso sincronia con il timoniere nel regolare il genoa. Cercavo di tenere su i filetti mentre la velocità della barca variava in continuazione per colpa delle onde.
In più l'albero, lasco di sartie, pompava troppo.

Troppo complicato per noi.
Con ventone ce la siamo cavata meglio.

peso al centro. Se lo arretravi scavavi con la poppa e rallentavi ancora di più la barca. Diciamo pesi compatti tra dove si attacca il vang sul boma e l'inizio(partendo da prua) della rotaia genoa.

Il problema era che non doveva piantare la barca.
Corretto il carrello randa sopravvento, ma con vang appena puntato, così quando lasca non gli si alza troppo il boma.Altrimenti quando laschi sventi anche la randa che non porta.

la randa del J24 ha una penna molto piccola e il carrello molto sopravento permette lo svergolamento che con 4/5 nodi deve essere molto.
cmq parlo di arretrre il carrello genoa poco, diciamo una posizione.
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