I Forum di Amici della Vela

Versione completa: correnti galvaniche e barche in metallo
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E coloro che filano in mare uno zinco collegato ad un cavo che, presumibilmente, si allaccia all'impianto di messa a terra?
Per chi è di Ravenna, al Marinara sembra diventata una moda..
Citazione:Edolo ha scritto:
Bo. Leggo cose strane qui, come sempre quando si parla di messa a terra del resto.
Togliere la messa a terra secondo me è una cazzata, ancor più dire di staccare la terra e mettere un differenziale, o forse sono io che non capisco.
Capisco il punto di vista di Giorgio che dice che in barca si è isolati perchè è di plastica, ci sono i paglioli in legno e così via, ma visto che la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede da dio, chi mi garantisce che quel rigolo d'acqua che scorre dal lavandino d'acciaio e giù giù fino al mare non possa essere un punto di messa a terra?
Ok, stiamo parlando di casi limite, ma Fukushima insegna che alla sfiga non ci son limiti.
Ora... guasto al phon anni 50 rigorosamente in metallo, piccola scarica verso la carcassa alla moglie, questa isolata da terra manco se ne accorge, tira una pacca sul posteriore al marito che nudo sta lavando i piatti (non ci son più le donne di una volta... manco gli uomini...), per quel giro perverso di cui sopra.... Zacchete!!!
Ci fosse stata la messa a terra il phon anni 50 avrebbe fatto scattare il differenziale sulla colonnina. E senza? La messa a terra si richiude tramite il rivolo d'acqua verso la banchina che comunque è a terra? Può essere, ma io nel dubbio ce la lascio collegata.
Sbaglio qualcosa??

Si non indichi il valore di terra dell'acqua e della barca senza questi dati la terra e' inutile.Big GrinBig Grin
Grazie Walter sempre preciso.Discorso diverso la terra su barche che conducono eh chiaramente....quindi su barche de fero de aluminio o de carbonio il discorso e' diverso.Big GrinBig Grin
Correnti galvaniche, correnti vaganti, correnti marine, correnti selvatiche.. non ci capisco più nulla![:205]
Ma a questo punto per evitare le correnti galvaniche, sbagliato che sia, è sufficiente sconnettere il cavo della messa a terra in banchina?
Mi sono comunque già espresso in merito, del tipo che non è giusto che tutti lo scolleghino a discapito di quelli che lo lasciano collegato, ma questa è un'altra storia..
E le correnti vaganti, che sarebbero?

Tornando al discorso invece di lasciare collegate le batterie e quindi il cavo di alimentazione in banchina durante i periodi di assenza, potrebbe avere un senso qualora ci fosse u impianto automatico di emergenza per la pompa di sentina (vedi gli interruttori automatici delle pompe di sentina).
Che quindi, in questo caso servirebbero a svuotare la sentina dall'acqua penetrata dai fori causati da ste correnti selvatiche dovute dall'aver lasciato collegata la barca in banchina per troppo tempo per alimentare le pompe di sentina d'emergenza per succhiare l'acqua penetrata dai fori delle correnti selvatiche causate dall'aver lasciato collegata la barca in banchina per troppo tempo per alimentare le pompe di sentina di emergenza per succhiare l'acqua penetrata dai fori delle correnti selvatiche causate dall'aver lasciato collegata..

Ao, me sono inloopato![:16]
non ho la passerella elettrica. il bavaria 45 ha la plancetta (forse è meglio chiamarla planciona) che si abbatte elettricamente e diventa una piattaforma bagno
La 'terra' non si stacca (scollega) mai se la linea è sotto tensione, nemmeno in barca.
Se si temono, giustamente, possibili guai o s’interpone un isolatore galvanico sul cavo di “terra” o si mette un trasformatore d'isolamento a monte di tutto.
Nelle lavatrici (gli apparecchi elettrici più a rischio) usano interruttori bipolari che staccano fase e neutro (anche perché se uno gira la spina la fase diventa neutro e viceversa) e la 'terra' è sempre collegata; infatti, se qualche altro apparecchio collegato alla medesima linea (stesso contatore) ha delle dispersioni dovute a cattivo isolamento, con i piedi nudi e le mani bagnate, toccando la carcassa della suddetta lavatrice si “sente” qualcosa, si stacca la spina e non si “sente più”.
A parte che è vietato ovunque lasciare collegata la barca alla banchina se a bordo non c’è qualcuno (ma per altri motivi), lasciando la spina inserita, anche a interruttore staccato il collegamento con la linea di “terra” c’è.
Le barche in metallo subiscono i danni, gli unici danni che possono provocare sono i “danni da botta”.
Per le correnti “vaganti”, più superstizione che altro, dato che il termine è usato per indicare dei fenomeni ben precisi di altra origine, basta calare uno zinco a pera collegato alle masse metalliche della barca, così come basta un cornetto di corallo in tasca per andare “lisci” anche con il peggiore degli iettatori.
Citazione:dapnia ha scritto:
La 'terra' non si stacca (scollega) mai se la linea è sotto tensione, nemmeno in barca.
Se si temono, giustamente, possibili guai o s’interpone un isolatore galvanico sul cavo di “terra” o si mette un trasformatore d'isolamento a monte di tutto.
Nelle lavatrici (gli apparecchi elettrici più a rischio) usano interruttori bipolari che staccano fase e neutro (anche perché se uno gira la spina la fase diventa neutro e viceversa) e la 'terra' è sempre collegata; infatti, se qualche altro apparecchio collegato alla medesima linea (stesso contatore) ha delle dispersioni dovute a cattivo isolamento, con i piedi nudi e le mani bagnate, toccando la carcassa della suddetta lavatrice si “sente” qualcosa, si stacca la spina e non si “sente più”.
A parte che è vietato ovunque lasciare collegata la barca alla banchina se a bordo non c’è qualcuno (ma per altri motivi), lasciando la spina inserita, anche a interruttore staccato il collegamento con la linea di “terra” c’è.
Le barche in metallo subiscono i danni, gli unici danni che possono provocare sono i “danni da botta”.
Per le correnti “vaganti”, più superstizione che altro, dato che il termine è usato per indicare dei fenomeni ben precisi di altra origine, basta calare uno zinco a pera collegato alle masse metalliche della barca, così come basta un cornetto di corallo in tasca per andare “lisci” anche con il peggiore degli iettatori.

o porca xxoia, che io ho lasciato il cavo collegato in colonnina per un anno credendo che girando l'interruttore in colonnina si staccasse pure la messa a terra..
La linea di terra deve essere continua (e permanente) e non sono ammesse interruzioni né sezionamenti.
Nessun interruttore taglia la linea di terra.
L'isolatore galvanico (zinc saver), così come il trasformatore d'isolamento, non interrompono la continuità della linea di terra, ma fermano solo le correnti galvaniche.
ciao Luca,

ti racconto quello che ho fatto io.

il mio impianto elettrico ha il collegamento alla 'terra'. il cavo di alimentazione lo tolgo sempre quando lascio al barca.

la mia barca ha un solo zinco in fondo all'asse dellì'elica; nessuno zinco ne sul bulbo ne sulle prese a mare.

lo zinco lo sostituisco ovviamente ogni anno quando faccio carena. le ultime due volte però, da quando ho cambiato posto al marina, si era presentato più consumato del solito, bastava toccarlo e si sbriciolava. nessuna danno ne all'asse, ne all'elica, ne alle altre parti metalliche collegate ( la mia barca adotta il sistema 'tutto collegato' cioè tutte le parti metalliche albero/sartie/motore/asse sono collegate insieme da un cavo di massa )

la soluzione più semplice poteva essere quella di cambiarlo più spesso ( magari 1 o 2 volte nel corso della stagione )

io ho invece fatto così: ho comprato un panetto di zinco, l'ho collegato al cavo di terra che, come ti ho detto, nella mia barca collega tutte le parti metalliche e l'ho messo in acqua.

durante l'anno il panetto si è consumato piano piano ( i piccoli crateri creati dalla corrosione sono ben visibili ) e a marzo 2011 quando ho fatto carena, lo zinco dell'elica si presentava correttamente consumato, segno che la differenza di potenziale tra i metalli della barca e i metalli attorno ( soprattutto i pali 'briccole' in ferro e le catene ) veniva assorbita soprattutto dal panetto di zinco.

ti aspetto per farti vedere meglio il collegamento.
ciao
Citazione:Oceanis ha scritto:
ciao Luca,

ti racconto quello che ho fatto io.

il mio impianto elettrico ha il collegamento alla 'terra'. il cavo di alimentazione lo tolgo sempre quando lascio al barca.

la mia barca ha un solo zinco in fondo all'asse dellì'elica; nessuno zinco ne sul bulbo ne sulle prese a mare.

lo zinco lo sostituisco ovviamente ogni anno quando faccio carena. le ultime due volte però, da quando ho cambiato posto al marina, si era presentato più consumato del solito, bastava toccarlo e si sbriciolava. nessuna danno ne all'asse, ne all'elica, ne alle altre parti metalliche collegate ( la mia barca adotta il sistema 'tutto collegato' cioè tutte le parti metalliche albero/sartie/motore/asse sono collegate insieme da un cavo di massa )

la soluzione più semplice poteva essere quella di cambiarlo più spesso ( magari 1 o 2 volte nel corso della stagione )

io ho invece fatto così: ho comprato un panetto di zinco, l'ho collegato al cavo di terra che, come ti ho detto, nella mia barca collega tutte le parti metalliche e l'ho messo in acqua.

durante l'anno il panetto si è consumato piano piano ( i piccoli crateri creati dalla corrosione sono ben visibili ) e a marzo 2011 quando ho fatto carena, lo zinco dell'elica si presentava correttamente consumato, segno che la differenza di potenziale tra i metalli della barca e i metalli attorno ( soprattutto i pali 'briccole' in ferro e le catene ) veniva assorbita soprattutto dal panetto di zinco.

ti aspetto per farti vedere meglio il collegamento.
ciao

Cia Angelo,
molto volentieri, devo ancora venire a trovarti per vedere i copriparabordo.
il tutto è nato quando mi sono spostato di la dal porto, mi sono trovato di fianco una barca di ferro, autocostruita e con proprietario simpatico.
Mi hanno accennato varie persone in porto in merito ai rischi che si corre ad essere ormeggiati di fianco ad una barca di ferro, ovvero che produce ste correnti selvatiche che ti forano la barca.
Però, da parte sua, il proprietario di sta barca di ferro, mi ha spiegato che il porto è appunto pieno di ferro a mollo, vedi catene di ormeggio, bricole, ecc.
Infatti ho notato che in molti appendono le catene di ormeggio poste sotto al pontile in modo che esse non tocchino l'acqua lasciando queste correnti selvatiche.
Non ci capisco più una mazza.
Sono stato anche in piazza Galvani a Bologna, mi sono messo di fronte alla sua statua, ho chiesto parere.
Ma mi ha mandato a cxgare..Cool
Citazione:dapnia ha scritto:
[...
Per le correnti “vaganti”, più superstizione che altro, dato che il termine è usato per indicare dei fenomeni ben precisi di altra origine, basta calare uno zinco a pera collegato alle masse metalliche della barca, così come basta un cornetto di corallo in tasca per andare “lisci” anche con il peggiore degli iettatori.

Per favore spiegati... Le correnti vaganti non sono un mito, nei testi sulle corrosioni si nominano come causa di corrosione.
Citazione:ws770 ha scritto:
Citazione:dapnia ha scritto:
[...
Per le correnti “vaganti”, più superstizione che altro, dato che il termine è usato per indicare dei fenomeni ben precisi di altra origine, basta calare uno zinco a pera collegato alle masse metalliche della barca, così come basta un cornetto di corallo in tasca per andare “lisci” anche con il peggiore degli iettatori.

Per favore spiegati... Le correnti vaganti non sono un mito, nei testi sulle corrosioni si nominano come causa di corrosione.

Il guaio è che un tizio legge qualcosa, magari su un ponderoso tomo autorevole, riguardo a un argomento complesso e ostico, o ne sente parlare con grave autorevolezza (vera o, più di frequente, presunta) e dieci minuti dopo ne disquisisce, come se fosse esperto in materia.
Torno a dire che il fenomeno è complesso, non si può affrontare, né tantomeno sviscerare e liquidare, in poche righe su un forum.
Si rischiano di fare più danni che di dare buoni consigli.
La materia è complessa ed anche gli studiosi dell'argomento qualche dubbio talvolta l'hanno.
Per dare una risposta coerente, anche se non sicura né definitiva, riguardo alla condizione di uno scafo, in quel determinato posto, bisognerebbe prima di tutto fare un'analisi dell'impianto della barca, poi delle misurazioni con un tester a mezza cella, poi fare un diagramma temporale nelle diverse situazioni e stabilire cosa, come e dove.
Ma tutto ciò varrebbe solo per quel posto: se cambia qualcosa, cambia tutto.
Le correnti vaganti non sono un fenomeno così diffuso e pericoloso, altrimenti, dati gli impianti che si vedono in molti marina e dati gli impianti che si vedono su molte barche, gli affondamenti sarebbero all’ordine del giorno.
Ed anche i vari tipi di corrosioni, non sono così frequenti e imponenti; in molti casi basta poco, in altri è più colpa dell’incompetenza di armatori e praticoni di pontile (o di forum –sempre esclusi i presenti!Big Grin) a fare guai: toccano, spostano, aggiungono, tolgono, disfano e fanno, senza sapere, peggio, senza capire.
Se un problema, del quale si viene a sapere per interposta barca (di altra persona), non ha mai creato guai, forse vuol dire che non era un problema, o almeno che non era un problema per la nostra barca, e allora: perché preoccuparsene?
Citazione:dapnia ha scritto:

Ho capito. Tu ti tieni più sul concreto, io più sull'astratto (come sempre Smile ).
Non volevi dire che le correnti vaganti sono generalmente una 'superstizione', anche perché sono ben documentate, perlopiù in ambienti differenti (protezioni catodiche attive, per esempio di tubazioni e/o oggetti metallici sotterrati, ferrovie....), ma che applicare la teoria alla cieca nel caso concreto potrebbe essere pericoloso Smile

Che cosa ne penso si legge nella premessa di un mio post precedente...
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le correnti 'vaganti' sono presenti nelle vicinanze di lineee ad alta tensione, sottostazioni elettriche, o grandi impianti industriali metallici all'aperto dove prevedibilmente esistono impianti di protezione catodica a corrente impressa. Sono correnti di dispersione nel suolo derivate da questi impianti ma che difficilmente sussistono nei porti.
L'effetto di corrosione può avvenire se le parti metalliche della barca intercettano questi flussi di corrente, nel senso che si corroderebbe la zona dove la corrente fuoriesce per continuare il suo percorso naturale.
Direi che questo caso è veramente improbabile e che la corrosione è dovuta a coppie galvaniche locali tra metalli diversi collegati elettricamente.
Salve a tutti, entro nella discussione in merito ai problemi delle barche in metallo, essendo all'opera nella costruzione di un Dix 38 con lo scafo in alluminio. Ho chiesto e mi sono interessato alla cosa, ho capito, come dice bene DAPNIA, che le argomentazioni sono infinite.
Il problema più grande è senz'altro la corrosione galvanica data dall'accostamento di diversi materiali con potenziali diversi, come sopra scritto da Gianni, ma anche dagli impianti di bordo non realizzati ad opera, è la corrente continua a dare i problemi più grossi, non quella alternata, per cui l'impianto su una barca in metallo vorrà estremamente curato nell'isolamento dallo scafo, pure il motore necessita quindi di avere i poli isolati.
Per quanto riguarda l'allaccio in banchina, consiglio a tutti un trasformatore di isolamento, l'Enel consegna l'energia sotto forma di 'fase e neutro' il neutro non è altro che un dispersore a terra, quindi il circuito si chiude toccando la fase a piedi scalzi. Con un trasformatore d'isolamento il circuito si chiude solo tra le due polarità e non con il terreno.


Buon zinco a tutti.
Ci assomiglia, ma non è proprio cosi.
Copio da Wiki, perché non ho molto tempo per scrivere.
I trasformatori di isolamento:
Sono trasformatori con rapporto unitario (o leggermente maggiore per compensare le perdite) ma con isolamento elettrico tra gli avvolgimenti particolarmente curato. Sono usati per disaccoppiare la massa di un apparecchio di misura dalla massa del circuito in esame quando entrambi siano messi a terra. La separazione tra gli avvolgimenti viene generalmente assicurata mediante doppio isolamento oppure per mezzo di uno schermo metallico messo a terra.
Possono essere anche usati per aumentare la sicurezza delle apparecchiature mediche connesse alla rete, ma in questo caso il trasformatore deve essere conforme anche alla norma IEC 65558-2-15, specifica per l'applicazione in locali adibiti ad uso medico. Tra le caratteristiche peculiari, la potenza di uscita non può superare 10 kVA e, se viene utilizzato per alimentare più di un apparecchio medicale contemporaneamente, deve essere dotato di un dispositivo di controllo permanente dell'isolamento non disinseribile.

Ne consegue che, se prendi in mano la sola fase, scarichi a terra uguale e te la becchi.
Il tdi detto molto grossolanamente, serve perché la terra non entri nella fase, non è un differenziale, il quale deve essere montato comunque, a monte di tutto: magnetotermici, fusibili, ecc.
Citazione:Massimo Panciroli ha scritto:
Salve a tutti, entro nella discussione in merito ai problemi delle barche in metallo, essendo all'opera nella costruzione di un Dix 38 con lo scafo in alluminio. Ho chiesto e mi sono interessato alla cosa, ho capito, come dice bene DAPNIA, che le argomentazioni sono infinite.
Il problema più grande è senz'altro la corrosione galvanica data dall'accostamento di diversi materiali con potenziali diversi, come sopra scritto da Gianni, ma anche dagli impianti di bordo non realizzati ad opera, è la corrente continua a dare i problemi più grossi, non quella alternata, per cui l'impianto su una barca in metallo vorrà estremamente curato nell'isolamento dallo scafo, pure il motore necessita quindi di avere i poli isolati.
Per quanto riguarda l'allaccio in banchina, consiglio a tutti un trasformatore di isolamento, l'Enel consegna l'energia sotto forma di 'fase e neutro' il neutro non è altro che un dispersore a terra, quindi il circuito si chiude toccando la fase a piedi scalzi. Con un trasformatore d'isolamento il circuito si chiude solo tra le due polarità e non con il terreno.


Buon zinco a tutti.
concordo
ma c'è una piccola complicazione:
se una fase, a valle del trasformatore d'isolamento, per un guasto, và a terra, nessuno se ne accorge e l'impianto è nelle stesse condizioni di pericolosità alle fulminazioni delle persone.
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