14-09-2011, 02:34
Ancona/Riviera del Conero
Recuperata una barca d’epoca abbandonata nel golfo di Napoli
Numana, il maestro d’ascia Jurini fa rivivere il veliero fantasma
Numana Praticamente in pezzi, abbandonata in un cantiere vicino al golfo di Napoli. Ma l’acquirente, l’imprenditore romano, Paolo Colonna, ha intuito che quello scafo aveva una grande storia e una bellezza originaria che poteva riacquistare lo splendore di un tempo. Così è stato, grazie all’amico e mastro d’ascia, un artigiano che tutti ci invidiano, il numanese Aldo Juirini. Con lui a dar man forte, i fratelli Fausto e Gigi, tutti i collaboratori, Primo e gli altri. E così “Wire”, questo il nome del veliero (unico albero in legno, 15 m), uno “sloop” appartenente ad una serie di dodici yacht, è stato curato e lavorato per quasi due anni, pronto per scendere di nuovo in acqua. Anno di nascita, pensate è il 1934, dodici metri di lunghezza, una eleganza che forse solo in altri tempi sapevano realizzare, chiglia e pescaggio da far invidia. Un natante che solo il cantiere Jurini, forse, poteva restituire così sublime, ancora più di allora elegante, svettante sulle onde, ristrutturato e restaurato come si conviene, bell’e pronto per una crociera in Grecia, qualcuno parla dei Caraibi. Ed è stata festa grande ieri pomeriggio al porto turistico di Numana quando, prelevato dal lungo braccio della gru di Alessandroni, nella banchina nord, lo storico veliero è sceso in mare. Tanto di varo ufficiale, con Aldo Jurini salito a bordo con il fratello Fausto e l’armatore, Colonna, a saggiare la consistenza e la sicurezza dello scafo, con champagne di rito e Desirée a far da madrina, per la nuova inaugurazione di uno scafo immortale, lo stesso che quasi ottant’anni fa fu costruito dai cantieri finalandesi “Abo Batvarv”. Una barca gloriosa, col suo nuovo “genoa” di 34 mq, che ha partecipato, negli ultimi vent’anni, a numerose regate, riscuotendo, ovunque, grande ammirazione. Numerose le attrezzature d’epoca di cui è dotato lo yacht.
martedì, 13 settembre 2011
Bruno orlandini,per il Corriere Adriatico
Recuperata una barca d’epoca abbandonata nel golfo di Napoli
Numana, il maestro d’ascia Jurini fa rivivere il veliero fantasma
Numana Praticamente in pezzi, abbandonata in un cantiere vicino al golfo di Napoli. Ma l’acquirente, l’imprenditore romano, Paolo Colonna, ha intuito che quello scafo aveva una grande storia e una bellezza originaria che poteva riacquistare lo splendore di un tempo. Così è stato, grazie all’amico e mastro d’ascia, un artigiano che tutti ci invidiano, il numanese Aldo Juirini. Con lui a dar man forte, i fratelli Fausto e Gigi, tutti i collaboratori, Primo e gli altri. E così “Wire”, questo il nome del veliero (unico albero in legno, 15 m), uno “sloop” appartenente ad una serie di dodici yacht, è stato curato e lavorato per quasi due anni, pronto per scendere di nuovo in acqua. Anno di nascita, pensate è il 1934, dodici metri di lunghezza, una eleganza che forse solo in altri tempi sapevano realizzare, chiglia e pescaggio da far invidia. Un natante che solo il cantiere Jurini, forse, poteva restituire così sublime, ancora più di allora elegante, svettante sulle onde, ristrutturato e restaurato come si conviene, bell’e pronto per una crociera in Grecia, qualcuno parla dei Caraibi. Ed è stata festa grande ieri pomeriggio al porto turistico di Numana quando, prelevato dal lungo braccio della gru di Alessandroni, nella banchina nord, lo storico veliero è sceso in mare. Tanto di varo ufficiale, con Aldo Jurini salito a bordo con il fratello Fausto e l’armatore, Colonna, a saggiare la consistenza e la sicurezza dello scafo, con champagne di rito e Desirée a far da madrina, per la nuova inaugurazione di uno scafo immortale, lo stesso che quasi ottant’anni fa fu costruito dai cantieri finalandesi “Abo Batvarv”. Una barca gloriosa, col suo nuovo “genoa” di 34 mq, che ha partecipato, negli ultimi vent’anni, a numerose regate, riscuotendo, ovunque, grande ammirazione. Numerose le attrezzature d’epoca di cui è dotato lo yacht.
martedì, 13 settembre 2011
Bruno orlandini,per il Corriere Adriatico