I Forum di Amici della Vela

Versione completa: ONESAILS Millenium Vs NORTH 3DL680
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Così sfrontatamente...

ONE SAILS Millenium TECHNORA/CARBON

oppure

NORTH SAILS 3DL 680BLACK (Aranid/Carbon)

esprimete il Vs parere di regatanti

Sono le uniche 2 tecnologie di fabbricazione che prevedono fili continui e vela in pezzo unico????

Grazie a tutti quelli che vorranno esprimere la propria opinione.
Che io sappia, solo North Produce vele in pezzo unico. Il mio velaio mi spiegò anche perchè ma ora non mi ricordo. Comunque io andrei su NS, certo il prezzo cambia.
Franco io uso da sempre le Onesails e l'ultimo fiocco usa la nuova tecnica della trama di sostegno del mylar in carbonio con un notevole risparmio di peso. Lo dovevo testare questa estate e lo devo provare in regata all'invernale. Mi sembra buono, ma ame il Millennium è sempre piaciuto, North 3DL, ma come sai c'è il 3DI, è molto buono, la sensazione è che si equivalgano come qualità e durata. Certo Onesails sa già come vado in barca esa già cosa cerco.
Vele a filo continuo le fa anche la BE1 di Viareggio.

Io ho fatto recentemente con loro un fiocco e una randa e mi sono trovato benissimo, vele molto belle, ottiimo servizio e prezzi molto diversi da quelli NS e OneSail ...

Il rapporto col velaio, se fai vele da regata, deve essere un rapporto di fiducia e più che sulla tecnologia specifica punterei a quello.
Da quello che capisco, filo continuo non vuol dire vela in un pezzo unico, per intencerci. a quel punto mi sembra solo pubblicità. poi aspetto i pareri dei tecnici.
Sul Millennium seconda generazione (ultimo fiocco) i fili sono unici (così dal tempo deTape Drive...anni e anni fa inizio 90) adesso la differenza oltre ai fili di sostegno in carbonio non c'è più sovrapposizione fra i film.
Con beneficio d'inventario, perchè l'ho sentita da un velaio ones un paio d'anni fa: lui sostenva che in termini di durata / affidabilità le millennium sono superiori alle 3DL (3DI non so), perchè il processo di 'cottura' del 3DL si affidava a lampade a raggi infrarossi puntate da un solo lato, dall'altro c'era la superficie piegata con martinetti idraulici per ottenere il profilo voluto.

La differenza di temperatura di cottura tra i due lati della vela avrebbe causato una diversa catalizzazione delle colle che nel lungo periodo portava a delaminazione.
Le vele ones invece non soffrivano del problema perchè avevano un forno modulare segretissimo che gli permetteva di cuocere uniformemente la vela.
Non so, c'è qualcosa che non mi torna. La NS è depositaria di un brevetto per realizzare vele in un pezzo unico, quindi la One dovrebbe utilizzare procedure diverse
Infatti la OS non usa un solo pannello, ma a differenza della NS 'cuoce' la vela in una volta sola. Un pregio della OS è che puoi fare anche pieghe vive sulla vela.
da quanto ho capito dalle spigazioni dei rispettivi venditori solo OS e NS fanno una vela in pezzo unico e con i fili continui. Ovviamente i processi di OS e NS sono diversi.
Gli altri produttori di vele in membrana realizzano vele in 3, 4 macro pannelli dove le fibre sono discontinue.
Se non ho capito male qualcuno degli 'altri' realizza la vela intera con dispozione dei fili continua poi la taglia in 3, 4 parti per riassemblarla e dargli il giusto profilo.
Comunque, eccetto OS e NS, negli altri casi il carico sulle fibre fra pannello e pannello viene ripartito dai 2 film del sandwich.

Mi pare che Albert avesse esposto qualcosa a proposito in passato, adesso cerco
Come già detto, anche BE1 fa vele a fili continui.
La tecnologia usata è simile a quelle di OneSail, la base della vela è fatta da una membrana con trama in kevlar o carbonio, ottenuta incollando alcuni ferzi di laminato. Su tale base sono poi incollati dai due lati i fili continui, tramite nastri adesivi su cui sono disposti in gruppi i fili di carbonio/kevlar, secondo le linee di forza progettate dal velaio.

Il risultato è, per quanto ho visto, del tutto confrontabile con quello delle più blasonate NS e 1S.
Una domanda mi sorge spontanea:

Ma che durata ha questo tipo di vele? Mi spiego meglio, se ho l'accorgimento di non farle fileggiare troppo, di riporle sempre arrotolate, quante regate o sarebbe meglio quante stagioni posso usufruirne prima che le performances calino drasticamente?
Per le BE1 non posso dirtelo, sono nuove e per ora perfette, il fiocco è di novembre 2010 e la randa di aprile 2011.
Le NS 3DL che ho sono del 2005, il fiocco 2 lo uso per la crociera, è pieno di buchi e piccole delaminazioni ma regge ed ha una forma discreta, sicuremente migliore di una vela in dacron di analoga età.
La randa era nella stessa condizione, poi quest'estate, durante una bolina con terzaroli e 35 nodi di vento si è disintegrata ...

Il fiocco 3 e il 4 li uso tuttora in regata, sono vele meno sfruttate e tuttora in buone condizioni.

Il problema principale, con queste vele, non è la perdita di forma ma piuttosto la delaminazione, conseguenza anche del fatto che, con il tempo, la lamina di base ritira (sì, col tempo diventano più piccole ...).

Detto questo, mi dicono anche che il massimo una vela di questo tipo (come tutte) lo dà le prime 10-15 volte che la usi, poi qualcosina perde, ma sicuramente meno di vele fatte con tecnologie come lo SpiderTech o altre lamine a fili discontinui ...

Ancora, mi dicono (ma non ho controprova per ora) che per l'uso in regata, facendone una trentina l'anno (invernale, tre quattro lunghe e un paio di eventi su cinque-dieci prove estivi) sono competitive per un paio di stagioni.
Grazie Giuliano, con questi argomenti mi hai definitivamente convinto, la randa la farò fare non in cl ma in laminato. ....probabilmante da Marco G.

...prima però devo decidere per l'albero, ma qui sono in ot BlushBlush:blushSmile

Aloha
Io ho poca esperienza di vele con queste tecnologie.
Nel gioco attuale ho un Jib1 di Montefusco in spidertch e nonostante ormai qualche stagione è sempre un ottima vela.
In proporzione si è 'stancata' maggiormente la randa in kewlar triradiale.

Ora sto pensando di prendere qualche vela nuova e sono molto indeciso se rivolgermi ai 'Leccesi', con cui mi sono trovato benissimo sotto ogni aspetto, oppure fare uno sforzo economico un pò superiore e prendere delle vele come OS o NS.

non conoscevo BE1, ho richiesto info sul sito.
Mi sembra che, rispetto alla questione iniziale si faccia un po' di confusione e si tenda a paragonare mele con pere, evidentemente perché l'argomento non e' chiarissimo per la volonta' commerciale di tenerlo sul vago.

Cerco di dare qualche indicazione oggettiva, per quanto possibile.

Vela in pezzo unico: tutte le vele finite sono in un pezzo unico e nessuna lo e' durante le fasi di lavorazione in quanto si tratta di un composito, realizzato componendo materiali diversi. In particolare, i film di mylar hanno un'altezza limitata e devono essere giuntati; e anche se per ipotesi avessero l'altezza sufficiente a rivestire tutta la vela, dovrebbero essere tagliati per dare la forma.

Filo continuo: tecnica che richiede di posare le fibre senza soluzione di continuità, per ovvi motivi, sul substrato già assemblato, nel caso di 3dl su uno stampo maschio curvo, prima della laminazione. Si chiama pero' filo continuo anche l'ex tape-drive, tecnica di rinforzo esterna di un laminato cross-cut, che non c'entra nulla con le membrane, con il millennium e col 3dl: e' un prodotto completamente diverso, anche se da lontano in apparenza sembra la stessa cosa.

Il filo continuo, se da un lato ha il vantaggio di non avere le interruzioni nelle fbre, dall'altro ha lo svantaggio che la laminazione deve avvenire sotto un sacco del vuoto, perché una calandra non potrebbe seguirne la forma 3d.

Dunque rispetto alle vele realizzate con macropannelli piani e fili discontinui, la tecnica del filo continuo ha dei vantaggi solo nei confronti di laminazioni che avvengono sotto vuoto, es. Spidertech. La pressione di laminazione di 'ben 9 tonnellate per metro quadrato' in realtà e' corrispondente a soli 900 g/ cmq. ed e' decisamente inferiore a quella di 9 kg/cmq che esercita una calandra nella laminazione di un macropannello piano ad esempio nel D4.

E' ovvio che maggior pressione significa meno colla, meno peso, meno spessore e meno rischi di delaminazione: la differenza si nota guardando attraverso la lamina tra i fili: se e' perfettamente trasparente ed i fili non sono a rilievo da nessuno dei due lati, la membrana e' stata calandrata ad alta pressione.

Ora, per ovvi motivi non citerò marchi e nomi dei vari prodotti associandoli alle varie tipologie di membrane sottovuoto/calandrate filo continuo/discontinuo, vere o false, ma voi, sapendo che nel calderone non c'e' sempre la stessa minestra, e che questa ha costi ben diversi ( una calandra per la laminazione costa dal milione di euro in su, ed e' ovvio che una vela fatta la' sotto debba costare un po' più di una a cui vengono attaccati i fili esternamente col nastro adesivo)....leggendo tra le righe delle descrizioni dei vari prodotti, potrete forse farvi un'idea di cosa state acquistando.

Ciao
> Cerco di dare qualche indicazione oggettiva, per quanto possibile.
Grazie Albert, chiaro come sempre.

>una calandra per la laminazione costa dal milione di euro in su, ed e' ovvio che una vela fatta la' sotto debba costare un po' più di una a cui vengono attaccati i fili esternamente col nastro adesivo)
In linea teorica (non vogli dire che la vela fatta col gray tape sia meglio di quella fatta con la calandra da millemila euri) ... i soldi in più li pago volentieri se il prodotto è migliore (vado più forte); non mi interessa se c'è dietro una tecnologia costosa per il produttore.
Citazione:Gof ha scritto:
> Cerco di dare qualche indicazione oggettiva, per quanto possibile.
Grazie Albert, chiaro come sempre.

>una calandra per la laminazione costa dal milione di euro in su, ed e' ovvio che una vela fatta la' sotto debba costare un po' più di una a cui vengono attaccati i fili esternamente col nastro adesivo)
In linea teorica (non vogli dire che la vela fatta col gray tape sia meglio di quella fatta con la calandra da millemila euri) ... i soldi in più li pago volentieri se il prodotto è migliore (vado più forte); non mi interessa se c'è dietro una tecnologia costosa per il produttore.

amen
Citazione:Gof ha scritto:
> Cerco di dare qualche indicazione oggettiva, per quanto possibile.
Grazie Albert, chiaro come sempre.

>una calandra per la laminazione costa dal milione di euro in su, ed e' ovvio che una vela fatta la' sotto debba costare un po' più di una a cui vengono attaccati i fili esternamente col nastro adesivo)
In linea teorica (non vogli dire che la vela fatta col gray tape sia meglio di quella fatta con la calandra da millemila euri) ... i soldi in più li pago volentieri se il prodotto è migliore (vado più forte); non mi interessa se c'è dietro una tecnologia costosa per il produttore.

Di solito non succede che uno si inventa una tecnologia piu' costosa per il gusto di far spendere di più ...

Comunque se invece di prendere la mia frase fine a se stessa rileggessi un filino piu' attentamente Wink il paragrafo immediatamente precedente, i soldi in piu' li spenderesti volentieri perché probabilmente andresti più forte subito, ma certamente ci andresti per molto più tempo che con le vele in grey tape Big GrinBig GrinBig Grin......amen42

P.S. Il prodotto 'grey tape' c'e l'hanno anche le velerie che hanno a listino anche quello costoso hi tech, e tanto per non far nomi, onesails, ad esempio ha il vektor, ma non credo nessuno possa sostenere sia equivalente al millennium; dunque le vele vanno confrontate con quelle di pari tecnologia.
Grazie AlbertBig Grin

puntuale, preciso e fortememte diplomatico.

Concordo sul fatto che volutamente i vari produttori non entrino nel dettaglio delle tecnologie utilizzate.

A Ge ho visitato 6 primarie velerie produttrici di vele da regata e devo dire che è stato veramente difficile capire le peculiarità delle varie vele. Solo da OneSail hanno rimmarcato fortemente il fatto che i film erano termosaldati e le fibre non impregnate garantendo così maggior legerezza, minor delaminazione e minor fragilità delle fibre stesse.
Per il resto tutto e tutti molto vaghi per non dire in qualche caso anche contradittori.
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