Chiedo gentilmente il Vostro aiuto, sono in procinto di trattare la piastra posta in corrispondenza della deriva mobile che si presenta molto arrugginita e con i margini a contatto con la resina gonfi e marci. Non avendo le specifiche costruttive chiedo a chi abbia materiale e/o suggerimenti, di indicarmi come procedere. Grazie
Intanto non capisco proprio la domanda e come ha detto Giorgio una fotografia non ci starebbe male. Anche perché parli della detiva e nel T7 la deriva non é zavorrata e la 'zavorra' vera e proprio si trova localizzata in un'altra posizione ben localizzata (4 posizioni distinte resinate sullo scafo accanto alla scassa della deriva). Per il resto appena si capirà a cosa ti riferisci, ne riparliamo. Ciao
Grazie infinite a tutti.
È necessario specificare quanto segue:
La barca è dotata di una piastra continua prua-poppa larga circa 50 cm per 2 metri di lunghezza, la stessa sporge a rilievo per circa 5cm fuori dall'opera viva che diventano 8 a centro barca. Altro al momento non so dirvi per fine settimana posteró foto.
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Finalmente..... dopo essermi alzato alle 6, aver litigato con la moglie, aver fatto 100 km con acqua e nebbia eccovi le foto!!! p.s. aiutatemi!! n.b. ho notato inoltre che ai margini della piastra c'è umidità nonostante la barca sia coperta e sia in secca dal 15 ottobre. Grazie a tutti.
La 'piastra' che si vede non é una cosa originale da cantiere. Oltre ad essere proprio brutta perche crea un gradino sulla carena con le ovvie resistenze, non si capisce proprio il perché sia stata montata. Diventa difficile dirti come trattarla dal momento che con la foto si vede molto poco e non si sa nulla che di come é fissata e di che materiale é. Io francamente la controllerei per vedere se é possibile eliminarla dal momento che non esiste sulla barca originale e quindi non serve.
Da un primo sondaggio effettuato con la spatola, sembrerebbe composta da una lastra d'acciaio finale e da non so quale materiale di 'riempimento' tra la piastra e l'opera viva. Non sò se può servire la la barca monta un albero di 9 metri mentre l'originale dovrebbe misurarne 7.
Ma chi te l'ha detto dell'albero da 7 metri? l'labero originale del t 7 é proprio di 9 metri con 7/8 crocette aquartierate e paterazzo non strutturale ma solo di regolazione albero. Se c'é umido é sicuramente perché c'é acqua tra la piastra e lo scafo rimasta in mezzo che piano piano stà uscendo. Ma dentro ci sono elementi di attacco per questa piastra? hai controllato? Secondo me é una modifica di qualche 'scenziato' che aveva paura di ribaltarsi con una deriva non zavorrata....
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Effettivamente sono identificabili alcune viti 'a spacco' ma nessun dado o bullone di fissaggio. Onestamente non ho passato la mano nella scassa per vedere se c'è qualche controdado di fissaggio....
Quando dici: la 'zavorra' vera e proprio si trova localizzata in un'altra posizione ben localizzata (4 posizioni distinte resinate sullo scafo accanto alla scassa della deriva).
Cosa intendi? potrei identificarla dall' interno dei gavoni in pozzetto?
Io farei una verifica del tutto perché non mi fiderei di girare con una piastra aggiunta che non so neanche come é fissata e se tiene. Solo dopo penserei all'eventuale ripristino o eliminazione della stessa, e cmq continuo a non capire come si possa fare una obbrobrio come quello. Se proprio volevano appesantirla (cosa che francamente non serve proprio) ci sarebbero stati altri mille modi per fare un lavoro fatto bene e non alla porca zozza! Smonta tutto e vediamo sotto se é tutto ok e poi pensiamo al resto...buon lavoro
Citazione:Bernard ha scritto:
Quando dici: la 'zavorra' vera e proprio si trova localizzata in un'altra posizione ben localizzata (4 posizioni distinte resinate sullo scafo accanto alla scassa della deriva).
Cosa intendi? potrei identificarla dall' interno dei gavoni in pozzetto?
Esatto, la zavorra é localizzata in 4 punti, due si vedono dalla cabina principale sono localizzati a fianco della deriva tra la scassa cella deriva e la cucina, da una parte, e il wc e l'armadio a poppa del tavolo da carteggio dall'altra. Le altre due si controllano dai due gavoni in pozzetto e sono a fianco della scassa della deriva. C'é poco da controllare perché la zavorra é completamente resinata allo scafo quindi amovibile.
Francamente pensavo inizialmente di cavarmela con un incisiva smerigliata poi trattamento completo della Cecchi (fondo - resina- stucco - resina e antivegetativa! ) che ne dite? Troppo facile? Anche perché i miei 2 soci sono degli scanza fatiche!
Mettiamola così: Ora sai che non é una cosa originale e non del cantiere, non sai bene come é agganciata, non sai in che stato é l'attacco e se reggerà sotto stress durante la navigazione, non sai perché é stata inserita, non sai cosa troverai sotto la piastra, sai anche se tra la piastra e lo scafo c'é dell'acqua che si é infiltrata e quindi fino a che non é tutto asciutto diventa un problema resinare, senza considerare che se resinando inglobi l'umidità all'interno questa, alla lunga, ti potrebbe dare problemi allo scafo sottostante. Penso che il quadretto sia completo. Ma poi, va bene essere scansafatiche ma per togliere una piastra, che tra l'altro non serve, verificare ed eventualmente riattaccarla (molto eventualemnte) quanto ci vorrà? Vedi tu...la barca é tua mica mia, io ti ho detto cosa farei io sulla mia. Se hai ancora bisogno scrivi che ti consiglio visto che io il T7 lo ho in giardino di fronte alla porta di casa. Ciao
Allora... Parlando con Mario e Andrea i miei soci siamo giunti alle seguenti conclusioni: è assodato che la piastra è composta da almeno 2 materiali, un foglio di finitura di alcuni mm di acciaio e un secondo materiale divenuto ormai permeabile all'acqua e friabile. 2 su 3 sono ormai convinti di intervenire in maniera energica cercando di rimuovere completamente la piastra mentre uno intende trattare con resina ecc. Siamo comunque preoccupati su quello che potremmo trovare sotto questa aggiunta... Eventuali crepe nella struttura o non so che altro. Che ne pensate potrebbe essere una riparazione non convenzionale dello scafo a seguito di chissà quale collisione?
Proprio perché non sai cosa troverai sotto devi intervenire in maniera drastica. Trovo inutile fasciarsi la testa prima di sapere cosa c'é sotto, anche se dovessi trovare danni cmq li dovrai riparare, e trattandosi di resina non ci sono problemi nel farlo. Quando avrai scoperto quello che c'é sotto si vedrà se e come intervenire, anche perché dipende da che serie di T7 avete se la prima serie o la seconda che presentano differenze costruttive dello scafo (nella prima serie esa inserito un foglio in acciaio nella stampata dello scafo nella seconda no solo uno strato di colore. Questo perché nell'idea originale del progettista la barca doveva spiaggiare spesso e quindi questi accorgimenti dovevano servire ad accorgersi di eventuali assottigliamenti dello scafo dovuto agli sfegamenti con il fondo.
Si concordo sei sicuro però di poter intervenire su qualsiasi danno che si possa trovare? Hai notizia di altre riparazioni fatte con questo tipo di sistema? Il mio scafo è dell'80 quale serie potrebbe essere?
80 é prima serie, ho appena finito di riparare un limit che aveva avuto un incidente stradale con lo scafo spaccato e bucato....pensi di trovare danni più importanti?