22-12-2011, 16:15
Recentemente ho partecipato poco ad ADV ma ho comunque continuato a fare cose per la vela.
Avevo la necessità di usare un tangone per regatare ma quando ne ho provato uno in alluminio mi sono reso conto che per un J di circa 5 mt il peso comincia ad essere rilevante soprattutto se a prua ci sta una ragazza esile, allora ho pensato ad un tangone in carbonio ma i costi sono altissimi.
Dopo una breve consultazione del web mi sono deciso di costruirmelo da solo e nella sequenza fotografica potete vedere come.
Ora per non appesantire molto il post non metto troppa descrizione ma se avete dei dubbi chiedete pure. Per la costruzione non ho usato ne il vuoto ne l'autoclave tutto a mano e resina epossidica classica.
A scanso di equivoci vi dico che ci regato da diverso tempo e mi ci trovo benissimo il peso è notevolmente più basso rispetto all'equivalente di alluminio.
Ho costruito anche un bompresso magari poi vi mostro anche quello che con l'esperienza del tangone è venuto pure meglio
Ok su richiesta di Wake ed altri aggiungo qualche spiegazione. Mi serviva costruire uno stampo di partenza allora ho pensato ad un discendente di una grondaia in plastica che ho 'incassettato' ed incollato in 4 tavole
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In questa foto l'incassettamento è stato separato con la squadratrice in due metà perfette per crerei due semigusci dello stampo
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Come vedede nella foto successiva ho aggiunto due stecche per creare con la laminazione iniziale un bordino di giunzione per rincollare i due semigusci che saranno lo stampo maschio di partenza del tangone.
Qualcuno direbbe ma perchè non hai usato il tubo per lo stampo maschio? Il tubo pesa e non volevo lasciarlo all'interno mentre le due sfogliette di partenza sono laminate in epossidica con fibra di vetro della minima grammatura in sostanza come se non esistessero
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Qui vedete gia le sfogliette in vtr laminate sul guscio preparato con distaccante
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Qui vedete una prova di accoppiamento dei due semigusci gia sgusciati dallo stampo
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Nella foto sotto vedete i due semigusci accoppiati con la schiuma puliuretanica ad espansione. Ovvio tale operazione va fatta all'interno dello stampo accoppiato con i morsetti altrimenti l'espansione della schiuma deforma tutto. Ho voluto usare il metodo della schiuma in primo luogo per dare una certa spintadi galleggiamento al tangone in caso di caduta in acqua. Parte della schiuma verrà poi rimossa a tangone finito usando un tondino come scovolo
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In questa fas inizio a laminare il tangone con il tessuto biassiale in carbonio da 200 gr/mq. tenete conto che lo stampo è in due pezzi da 2,5 mt che si accoppiano con la laminazione del carbonio che ovviamente parte dal centro. Il tessuto è largo 1,25 mt . La parte centrale è fatta con sei giri completi come inizio. Poi vengono le due estremità che vanno in sovrapposizione almeno 30 cm sulla parte centrale con un unico telo per parte che guarda caso messo in lunghezza ed arrotolato vengono sempre 6 giri.
Infine per sicurezza si sormonta la giunzione centrale con un'altra striscia di 4-5 giri.
In altre parole al centro ci sono minimo 10 giri e nei sormonto ben 16 giri di carbonio. Un arma da guerra!!
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In questa fase si vede un dettaglio dell'uso del peelply. Ovviamente essendo una costruzione manuale e non in sottovuoto per avere certezza d'impregnare bene le fibre l'epossidica deve essere abbondante ma troppa epossidica potrebbe diventare nociva ed allora con il peelply si assorbe l'eccesso di resina
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Per poter meglio assorbire l'eccesso di resina si riverste il peelply con telo da imballaggio che va tirato per strizzare bene il manufatto, la resina in più finisce nel peelply sottostante
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Più o meno il risultato è quello che vedete in foto prima della verniciatura, ovvio in qualche punto non è così preciso ma non credo che vi scandalizzerete
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Infine per sicurezza si sormonta la giunzione centrale con un'altra striscia di 4-5 giri.
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