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Versione completa: Tipo di Gennaker
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Probabilmente la mia domanda ha già trovato risposta in qualche post precedente ma dovendo acquistare un gennaker per la mia prossima barca a vela mi chiedevo se e che differenza c'è tra quello definito triradiale e il full radial....

La barca è un 26 piedi e ovviamente accetto consigli sia sul tipo che sulla veleria dove acquistarlo...
Citazione:Messaggio di adelkam
Probabilmente la mia domanda ha già trovato risposta in qualche post precedente ma dovendo acquistare un gennaker per la mia prossima barca a vela mi chiedevo se e che differenza c'è tra quello definito triradiale e il full radial....

La barca è un 26 piedi e ovviamente accetto consigli sia sul tipo che sulla veleria dove acquistarlo...

La disposizione dei pannelli in una vela è concepita per due scopi:

1) creare delle giunture per poter seguire la forma della superficie progettata.
2) disporre i fili del tessuto paralleli alle linee di forza per sfruttare le caratteristiche di resistenza di questi ed evitare le trazioni in diagonale che deformano il materiale.

Ora, dal momento che gli sforzi nella vela si irradiano dai vertici verso il centro, è ovvio che la pannellatura triradiale risponde ad entrambi i requisiti.

La pannellatura radiale, invece, risponde al primo requisito, ma, dato che la parte inferiore della vela è costituita da pannelli paralleli alla base, non risponde al secondo negli angoli di scotta e di mura, che oppongono alle tensioni il bias del tessuto.
Per contro, questa costruzione richiede meno lavoro e provoca meno sfridi nel taglio, dunque è adottata per vele economiche da crociera.

Ciao
Grazie Albert,

La tua risposta e' stata veramente chiara....

Auguri di Buon Natale.
Albert,
supponendo [u]per assurdo [u] di poter trascurare il punto 2 ci sono differenze prestazioni tra un taglio e l'altro? E quali?

Grazie e Buon Natale


Citazione:albert ha scritto:
La disposizione dei pannelli in una vela è concepita per due scopi:

1) creare delle giunture per poter seguire la forma della superficie progettata.
2) disporre i fili del tessuto paralleli alle linee di forza per sfruttare le caratteristiche di resistenza di questi ed evitare le trazioni in diagonale che deformano il materiale.

Ora, dal momento che gli sforzi nella vela si irradiano dai vertici verso il centro, è ovvio che la pannellatura triradiale risponde ad entrambi i requisiti.

La pannellatura radiale, invece, risponde al primo requisito, ma, dato che la parte inferiore della vela è costituita da pannelli paralleli alla base, non risponde al secondo negli angoli di scotta e di mura, che oppongono alle tensioni il bias del tessuto.
Per contro, questa costruzione richiede meno lavoro e provoca meno sfridi nel taglio, dunque è adottata per vele economiche da crociera.

Ciao
Bornfree,
ma il punto 2 e le prestazioni sono la stessa cosa.
Tiger ti ha già risposto, io aggiungo un passaggio: le prestazioni derivano dal fatto che la vela sia in grado di mantenere la forma di progetto (assumendo che il velaio abbia fatto bene il suo lavoro).

Ciò si ottiene con il corretto dimensionamento e la struttura radiale (o a stella) dei rinforzi, e facendo lavorare il tessuto secondo la disposizione dei fili, in modo che si deformi il meno possibile e dunque la forma della vela non cambi.

Prova a fare una banale prova con un tovagliolo di tessuto: trazionalo parallelamente ai lati e poi prova a trazionalo lungo le diagonali.....e ti renderai subito conto della differenza....
Io sono di coccio ma provo spiegarmi con un esempio:
In fase di progettazione di un genoa esempio per il range 1-10 nodi...nella parte bassa del range (fino a a 3-4 nodi) non c'e' esigenza di badare all'orientamento dei carichi perchè questi sono modesti....ma è importante avere un profilo 'giusto'. Nell'estremità superiore del range visti i carichi in gioco capisco bene che gli scopi 1 e 2 non sono disguinti.
Detto cio' riformulo la mia domanda...quanto conta il tipo di taglio scelto ai fini del raggiungimento del profilo alare obiettivo?

BornFree

Citazione:albert ha scritto:
Tiger ti ha già risposto, io aggiungo un passaggio: le prestazioni derivano dal fatto che la vela sia in grado di mantenere la forma di progetto (assumendo che il velaio abbia fatto bene il suo lavoro).

Ciò si ottiene con il corretto dimensionamento e la struttura radiale (o a stella) dei rinforzi, e facendo lavorare il tessuto secondo la disposizione dei fili, in modo che si deformi il meno possibile e dunque la forma della vela non cambi.

Prova a fare una banale prova con un tovagliolo di tessuto: trazionalo parallelamente ai lati e poi prova a trazionalo lungo le diagonali.....e ti renderai subito conto della differenza....
Con ambedue i tagli puoi ottenere lo stesso profilo, ma, come hai capito, l'importante è cercare di mantenerlo su tutto il range per cui è stata progettata la vela.
ciao
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