07-01-2012, 06:17
Racconto quanto ci è successo ieri sera mentre entravamo in notturna nel porto di Savona.
A me è servita come ennesima 'lezione imparata' nonostante in oltre 20 anni di navigazione ne ho viste e subite di tutti i colori e sono diventato molto prudente.
Partenza da Andora con il mio compare di ventura per raggiungere Savona, rotta di circa 30 miglia con previsioni di vento favorevole (gran lasco).
A metà strada il vento cala quindi accendiamo il motore e via per molte miglia. Le ore passano e il sole sta per tramontare. Decidiamo comunque di portarci più avanti possibile perchè per il giorno seguente è previsto vento molto forte da NW, così ci avviciniamo a casa.
Telefono ad Assonautica per prenotare il posto e inizio a stimare l'orario di arrivo per prenotare il sollevamento del ponte levatoio evitando di perdere mezz'ora, fa freddino e l'idea di una pasta fumante è in testa ai nostri pensieri.
A qualche miglia si intravede la luce rossa, sembra vicina ma non arriva mai. Onde fastidiose ci rallentano parecchio. Il faro diventa un miraggio ma piano piano si concretizza; iniziamo ad ammainare prima il fiocco poi la randa e diamo una accelerata al motore chiedendogli un ultimo sforzo.
Dico al timoniere di non passare troppo radente al molo anche se non ci sono navi in movimento. Mi ricordo con ragionevole certezza che davanti al molo non ci sono massi ma meglio non fidarsi e lasciare un pò di acqua.
Siamo ormai quasi allineati all'ingresso quando il motore si spegne improvvisamente e il cicalino inizia a fischiare. Supplico il mio amico di confessare di aver inavvertitamente dato un calcio all'acceleratore ma purtroppo non è così.
Mi precipito in cabina e apro il vano motore mentre la barca prosegue l'avanzata con l'abbrivio residuo. Il primo pensiero va all'età del motore ed alla sua definitiva dipartita. La temperatura è alta ma nella norma (riesco a tenere la mano sul corpo senza ustionarmi).
Lo dò per perso e iniziamo a pensare come toglierci d'impiccio.
E' buio pesto e non c'è un'anima in giro (non c'erano barche di giorno figuriamoci di notte); prendo il portatile e inizio a sintonizzarlo sul canale 16.
Isso nuovamente randa e fiocco mentre quella minima brezza ci sta spingendo verso il molo. Il fanale rosso che è stato per ore la nostra meta sta diventando un incubo. Siamo ormai a ridosso del molo frangiflutti e la direzione della bava di vento varia continuamente. Ora la distanza che ci separa dallo schianto non supera i venti metri. Il mio amico inizia a brandeggiare il timone nel tentativo disperato di guadagnare qualche decimo di nodo.
In effetti sembra che ottenga qualche effetto. Riuscimo a dirigere la prua verso l'uscita e un alito di vento ci dà una mano spingendoci piano piano verso il mare aperto.
Veloce consultazione e decidiamo di proseguire per Genova prevedendo di sfruttare la brezza notturna che comunque ci garantiva l'allontanamento da terra. All'arrivo avrei contattato qualche amico per un traino dell'ultimo miglio senza essere dissanguati da qualche rimorchiatore.
Rassegnati e più rilassati oltre che congelati iniziamo il tragitto.
Il mio amico mi dice che magari potrebbe essere solo esaurito il gasolio. Gli rispondo che quello non lo controllo neppure perchè conosco benissimo i consumi e alla partenza il serbatoio era pieno quindi ne avrei avuto ancora per almeno 20 ore di moto.
Proprio pochi mesi prima avevo fatto modificare il serbatoio aggiungendo un rubinetto collegato ad un tubo di plastica per la verifica visiva 'certa' del contenuto, senza nessuno strumento potenzialmente guastabile. E quando ho controllato alla partenza il tubo era bello pieno di gasolio.
Spero in un problema di alimentazione e quindi inizio ad aprire il gavone per controllare il prefiltro. Già che sono lì controllo comunque il livello del serbatoio e con mia sorpresa lo vedo sempre pieno! mi assale un forte dubbio: il gasolio nel tubo non si muove anche se la barca ondeggia. Azz.. quello che si vede non è gasolio ma il colore giallo che il gasolio ha lasciato sul tubo!
Porca vacca, ero in riserva già dal primo giorno; il livello era così basso che stava sotto al rubinetto.
Prendo la tanica di riserva e travaso 10 litri, ora il problema è far ripartire il tutto.
Fortunatamente avevo già spurgato il circuito altre volte in occasione del cambio filtri quindi sono andato a colpo sicuro.
La pompa riesce a succhiare e dopo poco vedo sgorgare il carburante.
Accendo, giriamo una mezz'ora pe assicurarci dell'assenza di bolle d'aria e facciamo dietro front per rientrare in porto.
Solo in quel momento l'adrenalina si è abbassata e mi sono ricordato di soffrire il mal di mare soprattutto infilato a testa bassa in un gavone a respirare gasolio col mare mosso.
Spaghettata notturna e dormita fino alle 10 di oggi.
Ennesima lezione imparata ieri:
1) Non fidarsi neanche dei propri occhi, controllare sempre almeno due volte
2) La diagnosi più probabile è quella più semplice
3) Prevedere comunque un backup (in questo caso la tanica di riserva che ho acquistato il giorno della partenza) anche se sei sicurissimo che non ti servirà
4) Svuotare i gavoni da tutte quelle cose inutili che ti staranno in mezzo ai piedi quando sei nella cacca (sembrava la valigia di Mary Poppins)
5) Tenere sempre a portata di mano e nello stesso posto il minimo di attrezzatura necessaria (questo già lo facevo e mi è servito molto)
6) Quando sei nella cacca prima di gridare pensaci un attimo perchè non è detto che quello che ti tira fuori lo fa per il tuo bene (noto proverbio ma sempre in auge)
7) Una certa dose di posteriore comunque serve sempre
Chiedo pubblicamente scusa al mio amato Yanmar per aver dubitato di lui che mi ha sempre riportato a casa.
Buon vento a tutti.
A me è servita come ennesima 'lezione imparata' nonostante in oltre 20 anni di navigazione ne ho viste e subite di tutti i colori e sono diventato molto prudente.
Partenza da Andora con il mio compare di ventura per raggiungere Savona, rotta di circa 30 miglia con previsioni di vento favorevole (gran lasco).
A metà strada il vento cala quindi accendiamo il motore e via per molte miglia. Le ore passano e il sole sta per tramontare. Decidiamo comunque di portarci più avanti possibile perchè per il giorno seguente è previsto vento molto forte da NW, così ci avviciniamo a casa.
Telefono ad Assonautica per prenotare il posto e inizio a stimare l'orario di arrivo per prenotare il sollevamento del ponte levatoio evitando di perdere mezz'ora, fa freddino e l'idea di una pasta fumante è in testa ai nostri pensieri.
A qualche miglia si intravede la luce rossa, sembra vicina ma non arriva mai. Onde fastidiose ci rallentano parecchio. Il faro diventa un miraggio ma piano piano si concretizza; iniziamo ad ammainare prima il fiocco poi la randa e diamo una accelerata al motore chiedendogli un ultimo sforzo.
Dico al timoniere di non passare troppo radente al molo anche se non ci sono navi in movimento. Mi ricordo con ragionevole certezza che davanti al molo non ci sono massi ma meglio non fidarsi e lasciare un pò di acqua.
Siamo ormai quasi allineati all'ingresso quando il motore si spegne improvvisamente e il cicalino inizia a fischiare. Supplico il mio amico di confessare di aver inavvertitamente dato un calcio all'acceleratore ma purtroppo non è così.
Mi precipito in cabina e apro il vano motore mentre la barca prosegue l'avanzata con l'abbrivio residuo. Il primo pensiero va all'età del motore ed alla sua definitiva dipartita. La temperatura è alta ma nella norma (riesco a tenere la mano sul corpo senza ustionarmi).
Lo dò per perso e iniziamo a pensare come toglierci d'impiccio.
E' buio pesto e non c'è un'anima in giro (non c'erano barche di giorno figuriamoci di notte); prendo il portatile e inizio a sintonizzarlo sul canale 16.
Isso nuovamente randa e fiocco mentre quella minima brezza ci sta spingendo verso il molo. Il fanale rosso che è stato per ore la nostra meta sta diventando un incubo. Siamo ormai a ridosso del molo frangiflutti e la direzione della bava di vento varia continuamente. Ora la distanza che ci separa dallo schianto non supera i venti metri. Il mio amico inizia a brandeggiare il timone nel tentativo disperato di guadagnare qualche decimo di nodo.
In effetti sembra che ottenga qualche effetto. Riuscimo a dirigere la prua verso l'uscita e un alito di vento ci dà una mano spingendoci piano piano verso il mare aperto.
Veloce consultazione e decidiamo di proseguire per Genova prevedendo di sfruttare la brezza notturna che comunque ci garantiva l'allontanamento da terra. All'arrivo avrei contattato qualche amico per un traino dell'ultimo miglio senza essere dissanguati da qualche rimorchiatore.
Rassegnati e più rilassati oltre che congelati iniziamo il tragitto.
Il mio amico mi dice che magari potrebbe essere solo esaurito il gasolio. Gli rispondo che quello non lo controllo neppure perchè conosco benissimo i consumi e alla partenza il serbatoio era pieno quindi ne avrei avuto ancora per almeno 20 ore di moto.
Proprio pochi mesi prima avevo fatto modificare il serbatoio aggiungendo un rubinetto collegato ad un tubo di plastica per la verifica visiva 'certa' del contenuto, senza nessuno strumento potenzialmente guastabile. E quando ho controllato alla partenza il tubo era bello pieno di gasolio.
Spero in un problema di alimentazione e quindi inizio ad aprire il gavone per controllare il prefiltro. Già che sono lì controllo comunque il livello del serbatoio e con mia sorpresa lo vedo sempre pieno! mi assale un forte dubbio: il gasolio nel tubo non si muove anche se la barca ondeggia. Azz.. quello che si vede non è gasolio ma il colore giallo che il gasolio ha lasciato sul tubo!
Porca vacca, ero in riserva già dal primo giorno; il livello era così basso che stava sotto al rubinetto.
Prendo la tanica di riserva e travaso 10 litri, ora il problema è far ripartire il tutto.
Fortunatamente avevo già spurgato il circuito altre volte in occasione del cambio filtri quindi sono andato a colpo sicuro.
La pompa riesce a succhiare e dopo poco vedo sgorgare il carburante.
Accendo, giriamo una mezz'ora pe assicurarci dell'assenza di bolle d'aria e facciamo dietro front per rientrare in porto.
Solo in quel momento l'adrenalina si è abbassata e mi sono ricordato di soffrire il mal di mare soprattutto infilato a testa bassa in un gavone a respirare gasolio col mare mosso.
Spaghettata notturna e dormita fino alle 10 di oggi.
Ennesima lezione imparata ieri:
1) Non fidarsi neanche dei propri occhi, controllare sempre almeno due volte
2) La diagnosi più probabile è quella più semplice
3) Prevedere comunque un backup (in questo caso la tanica di riserva che ho acquistato il giorno della partenza) anche se sei sicurissimo che non ti servirà
4) Svuotare i gavoni da tutte quelle cose inutili che ti staranno in mezzo ai piedi quando sei nella cacca (sembrava la valigia di Mary Poppins)
5) Tenere sempre a portata di mano e nello stesso posto il minimo di attrezzatura necessaria (questo già lo facevo e mi è servito molto)
6) Quando sei nella cacca prima di gridare pensaci un attimo perchè non è detto che quello che ti tira fuori lo fa per il tuo bene (noto proverbio ma sempre in auge)
7) Una certa dose di posteriore comunque serve sempre
Chiedo pubblicamente scusa al mio amato Yanmar per aver dubitato di lui che mi ha sempre riportato a casa.
Buon vento a tutti.