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Versione completa: la mia barchetta
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Un cutter bretone costruita in Normandia, nome: HALFAYA. Al museo di Duarnenez, in bretagna, ne ho visto una gemella.

E' d'epoca del 1949, col libretto.

Le prestazioni sono sorprendenti, soprattutto di bolina, stringe bene ed è veloce. Bisogna cazzare bene il fiocco sul bompresso, con le volanti strutturali, così insieme alla trinchetta danno un'ottima spinta. Con tanto vento si può tenere la randa sventata che viaggia bene lo stesso. Pur essendo piccola ha un certo peso, questo giustifica la superficie velica. La chiglia lunga lavora egregiamente dando una notevole stabilità di rotta. Le sezioni di prua sono abbastanza rotonde, quindi sbanda subito ma poi si appoggia ed è un piacere.
Il motore entrobordo spinge bene; con la linea d'asse disassata, a fianco della chiglia, compensa il moto evolutivo dell'elica (due pale abbattibili).

Ha due cuccette e viste le dimensioni ho capito perchè gli inglesi chiamano la tuga 'doghouse'.

Purtroppo è in vendita, che sto cercando un cabinato più grande per l'altura.

-Motore entrobordo Lombardini 501, 11 hp, bicilindrico, linea d'asse. (In deroga al restauro filologico). Sempre girato (120 ore) in acqua dolce.

-Armo aurico: randa con picco, trinchetta e fiocco murato su bompresso retraibile.
-Chiglia lunga.

Lungh. 5,50 mt (con bompresso 7 mt)
larg. 1,98 mt
pesc. 1 mt

Legni:
-quercia per chiglia, madieri, ruota di prua, dritto di poppa, bottazzo e falchetta
-olmo per costole, scalmotti e bozzelli
-larice per fasciame
-teck coperta
-abete e spruce albero,boma, picco e bompresso

Il restauro ha previsto sostanzialmente la rimozione di ogni singolo pezzo, a fasi alterne. I pezzi da scartare sono stati ricostruiti. Difficile spiegare ma ci sono le foto. (Purtroppo in cartaceo non in file).

Sempre lavorato in ambiente riscaldato, controllando l'umidità al di sotto del 14%. Ogni pezzo veniva riposizionato con epossidica oltre che ovviamente viti e bulloni inox.

La manutenzione prevede la normale antivegetativa e due/tre passate di olio ai legni a vista (murate, falchetta, coperta e alberatura). Qui le dimensioni fanno piacere, che in due giorni si fa tutto.

Spero di trovare qualcuno amante di queste barche.





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Bella barca Mauro. Complimenti!
Un peccato doverla vendere ma non si può stare con la stessa barca tutta la vita. Un altra teoria vuole che la possiamo tenere finche la moglie o compagna non dice: '... e poi è piccola!'
Se sento qualcuno interessato la segnalo. Mi interessa sapere dove hai fatto il restauro. La tieni sul Garda vero? Ci sono altri legni o è l'unica?
Ciao Rurik,
anch'io devo farti i complimenti per tua bella, che ho seguito i lavori qui sul forum.

E' proprio così: la mia è troppo piccola. Non lo dice solo mia moglie, che però è dispiaciuta delle messa in vendita, ma sono anch'io che ho voglia di altura.
Il Lago di garda è un'incredibile, bellissima palestra... ora mi sento pronto per il Mare.

La barca la trovai in Corsica e il restauro lo feci a casa mia, Reggio Emilia. Fu un tempo speso molto bene. Assieme alla lettura di innumerevoli libri sulla marineria e arte navale in generale, applicavo direttamente le conoscenze al lavoro. Alla fine mi trovai in mano una barchetta e iniziai a navigare. Voglio dire che non avevo smania di finire. comunque stavo con barche di amici o il mio laser. Tra l'altro avevo conosciuto un Maestro d'Ascia sul traghetto, che si era presentato incuriosito proprio dalle linee di Halfaya. Nacque così un'amicizia e mi seguì per tutto il restauro.
Gran persona: SALVATORE BARONE di Marzamemi, marittimo, stanziato a La Spezia.

ciao
Un'altra curiosità; l'armo è probabilmente originale. Mi sai dire quantè alto l'albero dal piano di coperta?
Non è originale.
Ebbi per mano un albero di una vecchia star, in spruce. Per irrobustirlo ho incollato a mo di guanciale due tavole di abete armonico.
La misura la calcolai moltiplicando per sette la distanza tra mastra e scassa. (in un altro post ho scritto che queste cose sono per matti!!!). Da musicista volevo rispettare le proporzioni armoniche pitagoriche.
Quindi 90cm x 7 = 630 cm.
Quindi l'albero dal piano di coperta è alto 5,40m. Sei stato nel giusto perché prima del avvento del armo bermudiano, sul naviglio minore, si usava un albero che fosse lungo come la distanza tra il dritto di prua e quello di poppa misurato dall'interno così da poterlo riporre in coperta.
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