Salve a tutti, come promesso in precedente discussione in 'banchina', comincio a condividere l'esperienza del restauro della mia prima barca, un Westerly Conway 36 del 1976. Piccola premessa. Dopo varie vicissitudini di noleggio con barche più o meno recenti, ho realizzato cosa 'non volevo': avere due bagni e neanche una sala macchine, avere tre cabine ma neanche una vivibile, battere sull'onda, rande spropositate, pozzetti poco invernali...Da qui sono partito alla ricerca di una barca marina, comoda per la 'poca brigata-vita beata',e con un budget iniziale contenuto.
Dopo un paio di visite ai blasonati HR (trovati non privi di difetti) ma fuori budget, ho scartato a malincuore un Alpa 42 S&S (troppi lavori da fare!!)
Poi arriva la dritta giusta, trovo Tawi Tawi, del mitico cantiere inglese Westerly. Sarà stato il colpo di fulmine, ma l'entità dei lavori non mi ha spaventato...ma con il senno di poi ciò che sembrava un facile lasco si è rivelato una bella bolina! Ora più che le parole lascio parlare le foto! Inizio con le foto di coperta e opera viva...cercando di mostrare il prima ed il dopo.
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In origine la barca aveva un tambuccio per l'accesso diretto alla cabina di poppa e la scotta randa era a punto fisso a piede d'albero della mezzana. Ho deciso di chiudere l'accesso e fare un trasto randa efficiente.
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La coperta, dopo aver tolto il trademaster (un incubo!), è stata riverniciata (unico lavoro fatto da terzi) e tutti i 15 oblò sono stati sostituiti (quelli fissi con apribili), rimane originale solo il passauomo di prua.
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Ho aggiunto due oblò che si aprono verso il pozzetto; uno dà luce alla sala macchine ed uno al corridoio-cabina marinaio.
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La carena, con umidità iniziale al 18% , è stata portata quasi a zero e lasciata asciugare con minigonne per 9 mesi. Umidità scesa sotto il 10%, resina e trattamento con Acquastop. Dalla sostituzione dei passascafi ho apprezzato la stratigrafia dell'opera viva...in alcune parti 4 cm di spessore! Mi fermo qui...non vorrei essere prolisso! Se si tiratemi le orecchie! Nei prossimi giorni le nuove puntate....
Bella scelta! Dove la terrai?
continua, continua...sii pure prolisso
La barca è ormeggiata a La Spezia.
Continuo sempre parlando di coperta. Tutta l'attrezzatura è stata sostituita (winch, stopper..) ed ho scelto di montare Antal. Ho cambiato il salpa ancora posizionando il motore internamente; in origine il gavone della catena era accessibile solo dalla cabina di prua tramite un portello di legno non stagno e l'acqua che trascinava con sè la catena veniva direttamente scaricata in sentina. Ho preferito rendere stagna l'apertura verso la cabina resinando il portello di legno, poi ho montato due botole di ispezione, una in coperta ed una sul portello resinato. Ho poi eliminato lo scarico del gavone in sentina ed ho praticato i classici fori si scolo.
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Sull'albero ho modificato solo il passaggio delle drizze che prima erano esterne ed ora sono interne. Ho previsto anche un attacco per un strallo di trinchetta, ma per ora non l'ho ancora montato.
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Nelle prossime puntate vi parlerò di cosa ho fatto sotto coperta!!
Bhe certo non e' che ci hai lavorato granche'...scusa ma l'Alpa 42 cosa era tagliato a pezzi? Si scherza eh.
Esternamente erano messe male allo stesso modo, ma nel Westerly il palo era in ottimo stato, mentre nell'Alpa non era in buono stato. All'interno il Westerly è tutto di mogano, dopo una bella carteggiata e verniciata è tornato come nuovo! L'Alpa non ha decisamente la stessa qualità di legni. Stesso discorso per la qualità dello scafo, durante la sostituzione dei passascafi ho apprezzato molto il modo di lavorare degli inglesi. L'Alpa 42 dalla sua ha sicuramente delle linee bellissime. Poi sistemare e mantenere un 42 rispetto ad un 36 sarebbe costato sicuramente di più!
Scusa cosa ti fa apprezzare il modo in cui lavorano gli Inglesi dal cambio dei passascafi?
intende sicuramente lo spessore della vtr,.,. ma anche a42 è spessa e tosta,.,. ce nè un west.,in vendita a roma,..,la tua quanto ti è venutà' se lo vuoi dire eh.,
Esatto! lo spessore della vetroresina ma non solo! Gli ombrinali del pozzetto son da 2' per evacuare più rapidamente. Stesso diametro 2' per il flauto delle sentine che scarica appena sotto la falchetta ma è sifonato nel paramare all'altezza dei winch! Per non parlare poi del circuito di bonding su ciascun passascafo con uno zinco esterno dedicato! Cose del genere su barche di cantieri italiani ne ho viste ben poche!!
Bellissima! Attendo il resto dei lavori per ammirare questo gioiello rinato!
All'interno è stata fatta una vera rivoluzione! Cominciamo dal 'basso'! Quando l'ho acquistata la barca era in secca da due anni ma in compenso le sentine erano piene di acqua, olio e gasolio! Essendo una chiglia lunga le sentine sono molto profonde ed è stato un lavorone svuotarle. Ho sgrassato tutto con soda caustica e dato due mani di Epogel. La linea d'asse era da 1' e risultava complicato trovare i nuovi componenti necessari; è stata sostituita portandola a 30mm, ancora con baderna. La vecchia elica era a pale fisse; ora ho montato un vero 'gioiellino': una Ewol da 17'.
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L'asse l'ho sfilato all'interno verso prua, dopo aver sbarcato il motore (vi darò poi dettagli anche per lui). Nel vano motore, ben ripulito (parte del vecchio impianto elettrico era qua!), ho montato due nuovi longheroni di acciaio 316L ed ho rifatto l'insonorizzazione.
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E' tardi mi fermo qui! Alla prossima.
Grande ! Stavo pensando di comprare e restaurare un westerly 31 ketch, ero dubbioso sulla fattibilità, il tuo lavoro mi ha dato la carica! Da domani lo cerco !
complimenti, hai avuto coreaggio e fatto un bel lavoro. Spero possa godertertela per molto tempo.
@rob5912 Se sei appassionato di Westerly dai un'occhiata al sito della WOA Westerly Owners Association, trovi informazioni, schede tecniche e foto di tutti i modelli.
Questo contenuto non e' visualizzabile da te Ospite. Se vuoi vederlo, REGISTRATI QUI . Per puro orgoglio personale riporto un estratto di quanto riportato nel libro 'The Westerly story' riguardo al Conway (il libro è in regalo per ogni nuovo iscritto):
'The Conways represent all the best that Westerly have to offer. Designed to suit the British way of sailing, built to last, able sailers in all weathers, and with an engine powerful enough to deal with the most vicious calms. This was Westerly’s Golden Age, when they were building hundreds of boats each year, when their after sales service was a by-word and when consistency was king. Lucky the man who owns a Conway'.
E Pestarini ne ha fatte di miglia con un Westerly Conway!
Un altro lavoro importante, che merita una puntata, è stato la sostituzione dei ben 15 oblò! In quadrato c'erano 4 oblò fissi (cornice in acciaio e vetro temprato), gli altri più che apribili erano sbriciolati all'interno ed accartocciati all'esterno (vedi foto!). Ho montato tutti oblò apribili Lewmar, scegliendo la taglia che mi consentiva di coprire il vecchio foro con piccoli aggiustamenti. Ho aggiunto una cornice interna di compensato marino per un migliore fissaggio e per creare spazio necessario all'inserimento dell'isolamento termico aggiuntivo (sulle sue caratteristiche mi dilungherò quando parlerò del sistema di riscaldamento). Non chiedetemi quanti tubi di Sikaflex 291 ci sono andati!
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Ora aprendo tutti gli oblò la circolazione dell'aria è garantita! Forse gli inglesi, con il loro clima, non ne sentivano il bisogno come noi del Mediterraneo!
Lavoro veramente ammirabile e devo dire che invidio davvero molto le persone che hanno una manualità come la tua. ma mi sono fatto una domanda, oltre la soddisfazione di aver fatto risorgere una meraviglia dei mari, stai tenendo il conto dei soldini spesi? mi piacerebbe sapere cosa vuol dire economicamente fare una ricostruzione totale come la stai facendo tu. in ogni caso ti auguro lunghissime veleggiate.
Continuo con il resoconto fotografico dei lavori fatti. Il layout originale prevedeva la cucina nel corridoio di passaggio verso poppa (molto scomoda, non si riusciva a stare in piedi!) e la dinette a divani contrapposti. Ho deciso di rendere la barca più 'armatoriale', spostando la cucina in dinette sul lato di sinistra rinunciando ad un divano; nel corridoio ho ricavato una cabina marinaio con vano batterie (motore e servizi). Il mobilio originale in mogano si è prestato a questa modifica ed è stato recuperato quasi tutto, le parti nuove sono sempre in mogano (ad es. gli angolari sono stati ricavati ex novo da listelli 3x3).
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Ho deciso di rifare i tagli in policarbonato opalino da 15mm con rinforzi in teak per dare maggiore luminosità alla dinette.
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In bagno ho aggiunto alcune rifiniture in legno e ho riverniciato il bianco con bicomponente. Dopo tante riparazioni di pompe manuali mi sono 'regalato' un wc elettrico!
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Alle cabine di prua e poppa non sono state fatte modifiche particolari. A poppa ho già ultimato la realizzazione dei celini e la cabina si può definire finita, mentre a prua ho solo dato un'imbiancata. lavoro da ultimarsi!
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Tutti i celini erano fatti di finta pelle e toglierla è stato un lavorone! Dopo aver rifatto alcuni imbonaggi ho applicato un isolante molto tosto utilizzato nell'industria aerospaziale, lo Spaceloft Aereogen , che con uno spessore di 1cm garantisce lo stesso isolamento del polistirene da 4cm. Poi ho rifinito con Forex (pvc) da 5mm, materiale non nobile ma molto semplice da lavorare, non ingiallisce ed è lavabile. Da ultimo il locale a me più caro...la piccola officina accessibile sia dall'interno a fianco del carteggio, sia dall'esterno tramite apertura sui sedili del pozzetto. Qui trovano spazio boiler, eventuale futuro dissalatore, attrezzi vari, taniche di rispetto, apertura laterale del vano motore.
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Non sono sicuro che sia proprio lo stesso modello,
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ma questa dovrebbe avere addirittura qualche anno in piu'. Ci ho navigato da La Spezia a Gibilterra ed e' impressionante quello che ci ha fatto Andrea Pestarini da dieci anni a questa parte. Mai sentito cosi' al sicuro in una barca quando c'e' mare (ovviamente anche grazie a lui). Faccio pubbilicita' ad un amico se consiglio la lettura del suo libro?
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