13-08-2012, 16:40
Serena giornata a tutti loro;
Eccovela, “Bruma Fugit” ! La mia alpa 11,50 che sta attraversando un periodo di “Me.C.-Ri.C.” (Messa in Condizione – Rimessa in Condizione). È la numero 185 e mi è stato detto che sia l’ultima ad essere uscita dal cantiere prima della sua chiusura (il che può essere anche un difetto … )
La barca è stata acquistata dopo più di un anno e mezzo di rapide trattative seguite da lunghe attese imposte da esigenze burocratico – lavorative mie e del venditore.
Per cominciare, un grazie davvero sentito va a Francesco “Dapnia”, senza nessuna pretesa da parte mia di voler paragonare il mio lavoro alla sua opera. Molti dubbi sono stati risolti grazie ai suoi preziosi consigli. Molte scelte sono state fatte grazie alle sue sempre rapide, cortesi ed esaurienti risposte alle mie domande.
Ho avuto altre barche, da 8 a 16 metri sempre usate ed in comproprietà (tranne un bavaria 34 comperato nuovo nel 2000 sempre in comproprietà con altri tre amici) ma per questa si è trattato di un colpo di fulmine; mi ricordo che nell’estate del 2010 quando l’andavo a vedere, in maniera quasi furtiva, clandestina, mi capitava di sentirmi parlare da “lei” … sembrava mi dicesse : “eccomi, sono qua, cosa aspetti ? fammi tua ! ” … era ferma da circa quattro-cinque anni. E da molto non vedeva una buona anima che si prendesse cura di lei.
La barca è attualmente al rimessaggio “Nautica Fiume Magra” a Fiumaretta (La Spezia).
Devo ringraziarli, perché sono sempre stati disponibili a venire incontro alle mie molteplici richieste; non ultimo, mi è stata data l’opportunità di eseguire da me praticamente tutti i lavori.
Al momento è stato completato l’intervento sullo scafo, opera viva ed opera morta. E solo chi l’aveva vista prima, sa quanto fosse urgente farlo (per fortuna solo per l’aspetto estetico, nessun problema serio per la parte strutturale). Più alcuni lavori in coperta.
Si è provveduto a togliere tutti i vecchi strati di antivegetativa riportando “alla luce” il gelcoat originale; e qua si è ancora una volta dimostrata la superiorità delle vecchie costruzioni sulle nuove. Il gelcoat è in ottimo stato, e di suo non aveva nessun bisogno di ulteriori interventi (è stata fatta la misura dell’umidità con valori assolutamente al di sotto della soglia di attenzione). Certo, una volta per realizzare i materiali si usavano “ingredienti” molto più aggressivi verso l’ambiente, c’è chi dice che sia tutta qua la presunta superiorità delle vecchie costruzioni sulle nuove …
Una curiosità: inizialmente intendevo far sabbiare la carena, poi ho deciso di procedere con un lavoro più consono alla tradizione, “pelandola” con un raschietto; lavoro certamente più lungo ed impegnativo, ma alla fine non ho voluto rischiare di butterare l’opera viva e conseguentemente dover stuccare tutti i crateri che la sabbiatura rischiava di fare sul gelcoat.
Ho riflettuto molto sul da farsi, leggendo anche i vari post sull’argomento che questo forum ospita, poi ho preso una decisione. Forse non la migliore ma sicuramente la più adatta alle mie esigenze ed alle mie capacità. Tutta la carena è stata trattata con il ciclo epossidico della Cecchi, il 10+10; le canoniche quattro mani con additivo a base di graffite; avendo dei dubbi sulla quantità da comprare ho chiamato direttamente la ditta Cecchi, molti di voi sanno quanto siano gentili e disponibili. Quello che mi hanno consigliato ho preso, e quello è stato necessario e sufficiente.
Ho dovuto provvedere all’apertura della parte posteriore della pinna per rimediare a delle infiltrazioni d’acqua dovute a fratture della vetroresina; dopo aver asportato e ben pulito il vecchio materiale ho riempito il tutto con stucco epossidico, coperto per bene con dei fogli di vetro imbevuti di resina, poi ancora stuccato, carteggiato (non in maniera eccelsa )e poi dato due mani di gelcoat a loro volta coperte dalle quattro di resina epossidica data a tutto lo scafo.
L’opera morta – che invece era davvero in pessime condizioni, anche qua solo dal punto di vista estetico – è stata profondamente carteggiata e stuccata con normale stucco da carrozziere e si è potuto constatare che oramai non c’era più molto del vecchio gelcoat originale. L’ideale sarebbe stato rigelcottare il tutto, ma è un lavoro che reputo superiore alle mie capacità (anche economiche nel caso fosse fatto da qualcun’altro). Rigelcottare tutto uno scafo di undici metri e passa implica un notevole lavoro di carteggiatura e poi, dove sono rimessato, non ho la possibilità di fare una protezione per usare lo spruzzo e di conseguenza tutto il lavoro deve essere fatto a pennello o rullo.
Essendo la barca all’aperto con il lavoro da fare all’aperto mi è stato consigliato di non impiegare prodotti altamente tecnologici (e costosi) ma di limitarmi ad un buono smalto che tanto il risultato finale sarebbe stato simile (insomma niente scafo perfettamente liscio, ho dovuto accontentarmi di qualche imperfezione estetica, qualche stuccatura approssimativa, qualche pennellata data male :blush.
Ho impiegato uno smalto bicomponente della “Stoppani”, la barca era bianca ma io ho preferito usare un bianco-panna; mi pare più consono al tipo di barca, e più appagante il mio gusto estetico. Il bagnasciuga sarà giallo. La riga che contiene il logo sono indeciso se farla anch’essa gialla o lasciarla dello stesso colore dello scafo …
Al momento ho dato due mani. È mia intenzione dare a fine estate un’altra carteggiatura leggera (grana 400) e poi un’altra mano di pittura; poi nella prossima primavera, un mese prima di andare in mare, dare un’ulteriore mano di pittura, quella finale.
??? quest’ultima mano magari la faccio dare da un bravo professionista ???
poi via con la lucidatura impiegando un tampone su un trapano a bassa velocità con della pasta abrasiva … non so se farò quest’ultimo lavoro, vedremo !
Ora sono in attesa del meccanico che si porti via il motore per una totale revisione – è un Beta da 25 hp -, questo mi libererà spazio nel vano deve potrò cambiare il fonoassorbente, revisionare agevolmente i frenelli del timone e cambiare le tubazioni delle pompe di sentina elettrica e manuale.
Inoltre ci sono da rifare l’impianto elettrico e quelli idrico … per ora ho solo sbarcato il serbatoio dell’acqua, dove ho aperto una nuova botola d’ispezione supplementare, più grande dei due originali, onde poterlo pulire più agevolmente
In coperta invece sono stati rifatti i tientibene in legno sulla tuga (uno era rotto e gli altri tre in condizioni di estrema usura), ho fatto rifare il plexiglass dei passi d’uomo ed è stato messo in opera un profilo in teack che corre lungo tutto il perimetro del pozzetto.
Al momento l’albero è stato sbarcato ma sto ancora aspettando che l’attrezzista venga a vedere i lavori che vorrei fare … aspetto un preventivo per capire cosa devo tagliare.
Nell’ultimo mese sono stato fermo per delle impreviste ed imprescindibili esigenze di natura privata, spero di poter ora ricominciare il gioco.
Di seguito alcune foto del lavoro fatto.
Vi terrò aggiornati sull’evoluzione degli accadimenti.
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com'era all'inizio
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dettaglio vecchia antivegetativa
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Prua rovinata
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Pelatura carena in corso
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Dettaglio carena pulita ed ancora da carteggiare
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Lavoro fatto sul bordo d'uscita della pinna
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altre immagini del lavoro fatto sulla pinna
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La barca è stata acquistata dopo più di un anno e mezzo di rapide trattative seguite da lunghe attese imposte da esigenze burocratico – lavorative mie e del venditore.
Per cominciare, un grazie davvero sentito va a Francesco “Dapnia”, senza nessuna pretesa da parte mia di voler paragonare il mio lavoro alla sua opera. Molti dubbi sono stati risolti grazie ai suoi preziosi consigli. Molte scelte sono state fatte grazie alle sue sempre rapide, cortesi ed esaurienti risposte alle mie domande.
Ho avuto altre barche, da 8 a 16 metri sempre usate ed in comproprietà (tranne un bavaria 34 comperato nuovo nel 2000 sempre in comproprietà con altri tre amici) ma per questa si è trattato di un colpo di fulmine; mi ricordo che nell’estate del 2010 quando l’andavo a vedere, in maniera quasi furtiva, clandestina, mi capitava di sentirmi parlare da “lei” … sembrava mi dicesse : “eccomi, sono qua, cosa aspetti ? fammi tua ! ” … era ferma da circa quattro-cinque anni. E da molto non vedeva una buona anima che si prendesse cura di lei.
La barca è attualmente al rimessaggio “Nautica Fiume Magra” a Fiumaretta (La Spezia).
Devo ringraziarli, perché sono sempre stati disponibili a venire incontro alle mie molteplici richieste; non ultimo, mi è stata data l’opportunità di eseguire da me praticamente tutti i lavori.
Al momento è stato completato l’intervento sullo scafo, opera viva ed opera morta. E solo chi l’aveva vista prima, sa quanto fosse urgente farlo (per fortuna solo per l’aspetto estetico, nessun problema serio per la parte strutturale). Più alcuni lavori in coperta.
Si è provveduto a togliere tutti i vecchi strati di antivegetativa riportando “alla luce” il gelcoat originale; e qua si è ancora una volta dimostrata la superiorità delle vecchie costruzioni sulle nuove. Il gelcoat è in ottimo stato, e di suo non aveva nessun bisogno di ulteriori interventi (è stata fatta la misura dell’umidità con valori assolutamente al di sotto della soglia di attenzione). Certo, una volta per realizzare i materiali si usavano “ingredienti” molto più aggressivi verso l’ambiente, c’è chi dice che sia tutta qua la presunta superiorità delle vecchie costruzioni sulle nuove …
Una curiosità: inizialmente intendevo far sabbiare la carena, poi ho deciso di procedere con un lavoro più consono alla tradizione, “pelandola” con un raschietto; lavoro certamente più lungo ed impegnativo, ma alla fine non ho voluto rischiare di butterare l’opera viva e conseguentemente dover stuccare tutti i crateri che la sabbiatura rischiava di fare sul gelcoat.
Ho riflettuto molto sul da farsi, leggendo anche i vari post sull’argomento che questo forum ospita, poi ho preso una decisione. Forse non la migliore ma sicuramente la più adatta alle mie esigenze ed alle mie capacità. Tutta la carena è stata trattata con il ciclo epossidico della Cecchi, il 10+10; le canoniche quattro mani con additivo a base di graffite; avendo dei dubbi sulla quantità da comprare ho chiamato direttamente la ditta Cecchi, molti di voi sanno quanto siano gentili e disponibili. Quello che mi hanno consigliato ho preso, e quello è stato necessario e sufficiente.
Ho dovuto provvedere all’apertura della parte posteriore della pinna per rimediare a delle infiltrazioni d’acqua dovute a fratture della vetroresina; dopo aver asportato e ben pulito il vecchio materiale ho riempito il tutto con stucco epossidico, coperto per bene con dei fogli di vetro imbevuti di resina, poi ancora stuccato, carteggiato (non in maniera eccelsa )e poi dato due mani di gelcoat a loro volta coperte dalle quattro di resina epossidica data a tutto lo scafo.
L’opera morta – che invece era davvero in pessime condizioni, anche qua solo dal punto di vista estetico – è stata profondamente carteggiata e stuccata con normale stucco da carrozziere e si è potuto constatare che oramai non c’era più molto del vecchio gelcoat originale. L’ideale sarebbe stato rigelcottare il tutto, ma è un lavoro che reputo superiore alle mie capacità (anche economiche nel caso fosse fatto da qualcun’altro). Rigelcottare tutto uno scafo di undici metri e passa implica un notevole lavoro di carteggiatura e poi, dove sono rimessato, non ho la possibilità di fare una protezione per usare lo spruzzo e di conseguenza tutto il lavoro deve essere fatto a pennello o rullo.
Essendo la barca all’aperto con il lavoro da fare all’aperto mi è stato consigliato di non impiegare prodotti altamente tecnologici (e costosi) ma di limitarmi ad un buono smalto che tanto il risultato finale sarebbe stato simile (insomma niente scafo perfettamente liscio, ho dovuto accontentarmi di qualche imperfezione estetica, qualche stuccatura approssimativa, qualche pennellata data male :blush.
Ho impiegato uno smalto bicomponente della “Stoppani”, la barca era bianca ma io ho preferito usare un bianco-panna; mi pare più consono al tipo di barca, e più appagante il mio gusto estetico. Il bagnasciuga sarà giallo. La riga che contiene il logo sono indeciso se farla anch’essa gialla o lasciarla dello stesso colore dello scafo …
Al momento ho dato due mani. È mia intenzione dare a fine estate un’altra carteggiatura leggera (grana 400) e poi un’altra mano di pittura; poi nella prossima primavera, un mese prima di andare in mare, dare un’ulteriore mano di pittura, quella finale.
??? quest’ultima mano magari la faccio dare da un bravo professionista ???
poi via con la lucidatura impiegando un tampone su un trapano a bassa velocità con della pasta abrasiva … non so se farò quest’ultimo lavoro, vedremo !
Ora sono in attesa del meccanico che si porti via il motore per una totale revisione – è un Beta da 25 hp -, questo mi libererà spazio nel vano deve potrò cambiare il fonoassorbente, revisionare agevolmente i frenelli del timone e cambiare le tubazioni delle pompe di sentina elettrica e manuale.
Inoltre ci sono da rifare l’impianto elettrico e quelli idrico … per ora ho solo sbarcato il serbatoio dell’acqua, dove ho aperto una nuova botola d’ispezione supplementare, più grande dei due originali, onde poterlo pulire più agevolmente
In coperta invece sono stati rifatti i tientibene in legno sulla tuga (uno era rotto e gli altri tre in condizioni di estrema usura), ho fatto rifare il plexiglass dei passi d’uomo ed è stato messo in opera un profilo in teack che corre lungo tutto il perimetro del pozzetto.
Al momento l’albero è stato sbarcato ma sto ancora aspettando che l’attrezzista venga a vedere i lavori che vorrei fare … aspetto un preventivo per capire cosa devo tagliare.
Nell’ultimo mese sono stato fermo per delle impreviste ed imprescindibili esigenze di natura privata, spero di poter ora ricominciare il gioco.
Di seguito alcune foto del lavoro fatto.
Vi terrò aggiornati sull’evoluzione degli accadimenti.
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