I Forum di Amici della Vela

Versione completa: Samba pa ti (altertnative al tek)
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Citazione:Giorgio ha scritto:

Poi quando ti pianti le schegge nei piedi ne riparliamo ehSmile

Le schegge sono il motivo per cui non ho neanche nominato il ramino. Sul rovere in effetti avevo qualche dubbio, il faggio invece mi sembra tranquillo (magari sbaglio, eh...)
Ciao e grazie.

L.
Citazione:Solete ha scritto:
Ciao shipman
Sulla mia precedente barca ho trovato il pozzetto realizzato con legname diverso dal teak e' durato (nonostante le tante coccole) un paio di anni dopodiché ho acquistato doghe di seconda scelta (piccoli nodi del legno che dopo due giorni di sole diventano invisibili) a un prezzo decisamente più basso, se non ricordo male con meno di duecento euro ho rifatto il, pozzetto usando anch'io con grande piacere la fresatrice.....se vuoi più info hiei

Se hai voglia di dire due parole sulla tua esperienza, ben venga, ti ascolto con attenzione.
Ciao.

L.
Citazione:dinonicola ha scritto:
Che non c'è nulla di più bello del teak, oppure le varie soluzioni alternative, quale ad esempio il TBS. Ma secondo me se deve essere legno che teak sia. Altrimenti corri pure il rischio di fare il cottage di montagna col faggio ed il rovere

Ha detto tutto!!!
Se no una bella coperta in sughero, spendi poco e rende molto!!!
Citazione:Shipman ha scritto:
Citazione:Giorgio ha scritto:

Poi quando ti pianti le schegge nei piedi ne riparliamo ehSmile

Le schegge sono il motivo per cui non ho neanche nominato il ramino. Sul rovere in effetti avevo qualche dubbio, il faggio invece mi sembra tranquillo (magari sbaglio, eh...)
Ciao e grazie.

L.

Il Faggio e' il legno con cui fanno i manici di scopa....come vede l'acqua.....anzi come la sente marcisce
da Monografie dei legni del Professor Edmondo Paluta:
Il fagio non molto resistente agli agenti atmosferici ed e' facilmente attaccabileda parassiti vegetali e xilofagi se depositato in ambiente umido(fenomeno del faggio sobbollito)
Ma dicosa state parlando????
Stiamo parlando di barche mica del riparo per l'auto
Io ho il teak sulla barca da 21 anni, ormai è da cambiare, e nel tempo anche io mi sono informato su vari prodotti alternativi, ma concordo con chi scrive che sulle barche in VTR il teak è un capriccio e va trattato come tale, pertanto quando sarà, sarà teak, altrimenti mi tengo quello che ho, deteriorato, un pò bruttino, ma da lontano dopo i nostri trattamenti annuali, ancora spallucente!!!!
BV
Citazione:Giorgio ha scritto:

Le schegge sono il motivo per cui non ho neanche nominato il ramino. Sul rovere in effetti avevo qualche dubbio, il faggio invece mi sembra tranquillo (magari sbaglio, eh...)
Ciao e grazie.

Il Faggio e' il legno con cui fanno i manici di scopa....come vede l'acqua.....anzi come la sente marcisce
da Monografie dei legni del Professor Edmondo Paluta:
Il fagio non molto resistente agli agenti atmosferici ed e' facilmente attaccabileda parassiti vegetali e xilofagi se depositato in ambiente umido(fenomeno del faggio sobbollito)
Ma dicosa state parlando????
Stiamo parlando di barche mica del riparo per l'auto

Mi riferivo alle schegge, non alla resistenza all'umidità.
Ciao.

L.
http://forum.amicidellavela.it/showthread.php?tid=26028

Non posso dire molto perché sono di parte: io ho sempre fatto solo così.
Diversamente, non volendo usare materiali costosi e di difficile maneggio, una buona verniciatura del plasticume, con opportune resine e polveri quarzose antisdrucciolo, è decisamente meglio e più gradevole di una pasticciata con essenze strane, le quali, proprio per non essere mai state usate nelle pontature non sono adatte.
E, se sono centinaia d'anni che si fa così, un motivo ci sarà.
Fino a una cinquantina d’anni fa, e nelle costruzioni classiche, i listelli di Teak erano da 30 mm. o più di spessore, animati con l’inserto di una treccia di caccio e calafatati (bitume prima, Sika poi), ed erano la sola struttura portante del ponte, quindi dovevano essere d’egregia resistenza.
Quindi volendo fare un lavoro (oggi puramente estetico e di prestigio), solo Teak e Burma; tirando al risparmio di seconda o, se si è abilissimi nelle lavorazioni, di terza scelta.
Il mogano (rigorosamente Sapeli), l’ho visto usare una volta sola per la pontatura, ma so che faceva impazzire per la manutenzione perché era flatinato con opaco caricato di polveri; per gli interni e per il fasciame è ottimo e l’ho usato e visto usare spesso.
A grandi linee le essenze tradizionalmente usate in carpenteria navale sono queste.
Per la chiglia: Iroko, Mogano, Quercia, Olmo, Teak.
Per i bagli di coperta: Iroko, Larice, Quercia, Teak, Mogano.
Per le costolature: Quercia, Iroko, Teak, Olmo, Mogano.
Per il fasciame: Iroko, Larice e Pino (nelle economiche, molto usato in Turchia), Quercia, Mogano (specie nel doppio fasciame).
Per le serrette e le parti a vista interne: prevalentemente Mogano, ma dentro si può fare come piace, purché si tratti opportunamente l’essenza.
Per la coperta: Iroko (nei pescherecci di una volta), Mogano (molto delicato nella manutenzione e, se s’impregna d’acqua diventa scuro), Pino (se rivestito, per esempio di tela verniciata, usato nelle vecchie Star e scafi simili) Teak (per eccellenza).
Falchetta, bottazzo, impavesate, paramare e simili: Mogano, Iroko, Teak a seconda dell’aspetto estetico e della resistenza richiesta alla protezione (per esempio il bottazzo si becca tutte le briccole e i pontili, ne consegue che verniciarlo è una sciocchezza e deve essere duro e non scheggiare).
Per la cronaca, schegge dai piedi, con i pavimenti domestici in rovere, una cinquantina d'anni fa, ne ho tolte alcune.
Discorso a parte meritano le costruzioni in lamellare e in compensato, ma qui si parla di coperta e c'è poco altro da dire.
Sul gozzo dell' adv brunino abbiamo fatto dei pezzi di forma molto elementare, in pratica dei rettangoli, con il compensato marino lavorati alla fresa e gommandoli con il sika. Con l' impregnante color teak e' venuto un ottimo lavoro dal punto di vista strutturale e un lavoro dignitoso da un punto di vista estetico. Per una coperta lo vedo difficile da realizzare, ma penso che sia l' unico modo per uscire dal teak.
E bisogna accontentarsi, soprattutto.
Citazione:dapnia ha scritto:
http://forum.amicidellavela.it/showthread.php?tid=26028

Complimenti, un vero capolavoro!
Ciao.

L.
Il faggio non e' assolutamente adatto. Da scartare. Per rendertene conto, basta che inumidisci un listello e lo lasci asciugare. Si torce come nessun legno al mondo.
Mi sembra che Beneteau e Dufour vadano su Iroko, perlomeno sulle piccole.
In Francia, chiamano l'Iroko il 'Teak dei poveri'.
Prezzo al metro cubo, 1/3 di quello del Teak.
Tutti e due, sono legni che richiedono poca manutenzione, ma:
Mentre il Teak è indicato per l'ambiente marino,
l'Iroko per quello d'acqua dolce.

Quello che vorrei dire è:
-- In questo tipo di lavoro, non è il prezzo del materiale, quello che incide tanto, ma il costo della manodopera.
Anche ad essere un bravo Fai da te, le ore di lavoro, saranno veramente tante.
A questo punto, come ha detto Marisco: -- Se Teak deve essere, che Teak sia!--
Citazione:Temasek ha scritto:
In Francia, chiamano l'Iroko il 'Teak dei poveri'.
Prezzo al metro cubo, 1/3 di quello del Teak.
Tutti e due, sono legni che richiedono poca manutenzione, ma:
Mentre il Teak è indicato per l'ambiente marino,
l'Iroko per quello d'acqua dolce.

Quello che vorrei dire è:
-- In questo tipo di lavoro, non è il prezzo del materiale, quello che incide tanto, ma il costo della manodopera.
Anche ad essere un bravo Fai da te, le ore di lavoro, saranno veramente tante.
A questo punto, come ha detto Marisco: -- Se Teak deve essere, che Teak sia!--

Comunque, solo a titolo puramente informativo, anche molte Alpa 11 supermaica avevano/hanno il ponte in iroko, e non é che fossero barche di acqua dolce o economiche nei materiali e nelle lavorazioni. Ciao
sulla mia ho fatto le sedute in pozzetto con iroko ed alcuni pezzi sono riciclati dalle tavole dei pontili di un marina...quindi già bagnate sia da acqua dolce che salata
Usato da sempre nelle costruzioni navali per varie parti della trave di chiglia, solo perché costava meno e non si vedeva, l'Ioko è più scuro e un po' più tenero del Teak, ha una minor resistenza agli urti, le polveri e la segatura prodotte durante la lavorazione sono irritanti (come quelle del noce di Mansonia, la cui lavorazione, infatti, è vietata).
Non ha la profondità calda e la 'mano' del Teak: insomma, per un lavoro (oggi) puramente estetico, è un ripiego che non ha senso (i milanesi dicono 'veori sì, ma podi no'); più vera una bella plastica verniciata a dovere (e costa meno).
Insomma, anche con le scarpe da tennis si cammina benissimo, ma per fare bella figura, un mocassimo tipo Oxford, o una bella francesina, sono decisamente meglio: più eleganti.
[:29]
Si aggiunga che in una pontatura, il costo del puro materiale è circa un terzo del totale.
La differenza tra il migliore ed il peggiore dei materiali si può ipotizzare nel 50%, ne consegue che il risparmio è meno di un sesto del costo totale.
Poi se uno fa da sè e con quel che trova, tutto cambia: Moitessier ha quasi sempre fatto così (e scusatemi se è un esempio da poco).
Cool
Simil teak? Diventa ufficiale un: vorrei ma non posso.. [:78][:204]
Citazione:Maro ha scritto:
Simil teak? Diventa ufficiale un: vorrei ma non posso.. [:78][:204]

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Devo imparare a scrivere....in qualita' intendo eh.....siete proprio braviBig GrinBig Grin
Citazione:Giorgio ha scritto:
Devo imparare a scrivere....in qualita' intendo eh.....siete proprio braviBig GrinBig Grin

L'è, mej una bona lapa (lingua, inteso anche come lo scrivere) che una bona zapa (zappa, inteso come lavoro di mano).
Un Capomastro di mia conoscenza, quando ha a che fare con 'architetti' (inteso come fantasiosi disegnatori, di qualsivolgia estrazione), sbotta: 'A fij prest vùjalter cunt la matida, la carta la ciàpa tusscos e dopu la se scancela, ma pruvji a fall cun la cazeùla e dopu a scancelàa el mur'.
Tutte espressione diverse di concetti simili.
Di fondamentale, alla fine, resta il come lo fai, non il come lo racconti.
Cool
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