http://forum.amicidellavela.it/showthread.php?tid=26028
Non posso dire molto perché sono di parte: io ho sempre fatto solo così.
Diversamente, non volendo usare materiali costosi e di difficile maneggio, una buona verniciatura del plasticume, con opportune resine e polveri quarzose antisdrucciolo, è decisamente meglio e più gradevole di una pasticciata con essenze strane, le quali, proprio per non essere mai state usate nelle pontature non sono adatte.
E, se sono centinaia d'anni che si fa così, un motivo ci sarà.
Fino a una cinquantina d’anni fa, e nelle costruzioni classiche, i listelli di Teak erano da 30 mm. o più di spessore, animati con l’inserto di una treccia di caccio e calafatati (bitume prima, Sika poi), ed erano la sola struttura portante del ponte, quindi dovevano essere d’egregia resistenza.
Quindi volendo fare un lavoro (oggi puramente estetico e di prestigio), solo Teak e Burma; tirando al risparmio di seconda o, se si è abilissimi nelle lavorazioni, di terza scelta.
Il mogano (rigorosamente Sapeli), l’ho visto usare una volta sola per la pontatura, ma so che faceva impazzire per la manutenzione perché era flatinato con opaco caricato di polveri; per gli interni e per il fasciame è ottimo e l’ho usato e visto usare spesso.
A grandi linee le essenze tradizionalmente usate in carpenteria navale sono queste.
Per la chiglia: Iroko, Mogano, Quercia, Olmo, Teak.
Per i bagli di coperta: Iroko, Larice, Quercia, Teak, Mogano.
Per le costolature: Quercia, Iroko, Teak, Olmo, Mogano.
Per il fasciame: Iroko, Larice e Pino (nelle economiche, molto usato in Turchia), Quercia, Mogano (specie nel doppio fasciame).
Per le serrette e le parti a vista interne: prevalentemente Mogano, ma dentro si può fare come piace, purché si tratti opportunamente l’essenza.
Per la coperta: Iroko (nei pescherecci di una volta), Mogano (molto delicato nella manutenzione e, se s’impregna d’acqua diventa scuro), Pino (se rivestito, per esempio di tela verniciata, usato nelle vecchie Star e scafi simili) Teak (per eccellenza).
Falchetta, bottazzo, impavesate, paramare e simili: Mogano, Iroko, Teak a seconda dell’aspetto estetico e della resistenza richiesta alla protezione (per esempio il bottazzo si becca tutte le briccole e i pontili, ne consegue che verniciarlo è una sciocchezza e deve essere duro e non scheggiare).
Per la cronaca, schegge dai piedi, con i pavimenti domestici in rovere, una cinquantina d'anni fa, ne ho tolte alcune.
Discorso a parte meritano le costruzioni in lamellare e in compensato, ma qui si parla di coperta e c'è poco altro da dire.