Franz, rispondevo a mckewoy.
Venendo invece a te, se a bordo hai molta catena in unico pezzo, ne dai quanta te ne serve per far lavorare l' ancora correttamente, poi a una maglia ci attacchi l' estremità di una quindicina di m, di cima elastica, fili questa cima finchè non abbitti l' altra estremità e molli altra catena bastante per mandare in trazione la cima, il resto della catena ovviamente ti resta nel gavone, a disposizione per futuri ancoraggi in acque più profonde e/o con vento più forte, e così benefici dell' elasticità virtuosa di almeno quei quindici metri di cima.
E' il sistema suggerito da Bullo, ma con la variante pratica e concettuale che la cima teminale non serve solo a scaricare da sforzi il verricello, ma essendo più lunga dello stretto necessario a quello scopo ti offre anche elasticità virtuosa (ricordo che per elasticità virtuosa intendo quella che si attiva quando i giochi si fanno duri, non quella, che chiamo viziosa, della catena che nel passare da 1 a 20 nodi si solleva e ti fa arretrare di diversi metri, mentre nel passare del vento da 20 a 40 nodi resta ormai quasi completamente rigida).
Ma nei nostri mari si riesce in genere a evitare questo bisogno spasmodico di elasticità nel calumo, almeno quando riusciamo ad ancorarci in insenature protettisime dall' onda; una residua necessità di elasticità ci proviene dal brandeggio, che si può ridurre facilmente con velettine stabilizzatrici (o, con barche piccole oppure dotate di secondo salpa a poppa, ancorandoci di poppa).
Già che sono di nuovo in contatto con te, Franz, prima volevo solo dire che più che un sistema di ancoraggio ideale sempre, che potremmo definire 'il migliore' in assoluto, dovremmo registrarci su diversi sistemi che sono 'i più adatti' in determinate circostanze e, prima ancòra delle circostanze, i più adatti a determinate stazze di barca, attrezzature a disposizione (leggi salpaancore) e loro modo di installazione a bordo, condizioni della nostra schiena, disponibilità di equipaggio capace di gestire giunzioni catena-àncora ecc ecc.
Il motivo per cui eviterei la dizione 'il migliore' è che tutti sono alla ricerca della panacea, della soluzione miracolosa per tutte le circostanze, e pronti ad azzuffarsi con slogan assurdi tipo 'delta forever' o 'calumo misto a morte'.
Invece le soluzioni volta per volta sono date da una chiara e ampia conoscenza delle leggi che regolano il funzionamento delle cose , e da una presenza a bordo di tanto materiale di ancoraggio.
L' ipotesi che tu mi avevi fatto (40 piedi di barca, spazio a volontà, sabbia, vento e sopratutto mare sostenuto) è molto specifica, e la soluzione 'più adatta' a fronteggiarla non può certo esser chiamata 'la migliore'.
Credimi, non sono sofismi.
Spero finalmente di essermi spiegato.