I Forum di Amici della Vela

Versione completa: Rullo alaggio gonfiato a schiuma poliuretanica
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buonasera,
non riesco a leggere il messaggio di Mario Falci,vedo costantemente che inoltra il testo di un mio post ma sinceramente non leggo cosa ha scritto o cosa scrive di nuovo..

indipendentemente da questo rispondo a Montecelio poichè ovviamente devo giustificare la volontà di capire come garantirmi l'innaffondabilità di una barca a vela:

io sono un velista molto attivo,sono consigliere nazionale Associazione Classe FUN http://www.classefun.it (pagina organi) e per questo faccio regate in tutta Europa con i Classe FUN,ovviamente anche in tutta Italia.
Questo significa che partecipo a regate sia a bastone sia d'altura.

Quando partecipo a regate lunghe come magari una Centomiglia sul Garda,o un Gorla sul medesimo lago,o partecipo alla Pesaro Rovigno,o alla Roma per due in Tirreno mi chiedo sempre come potrei reagire ad una collisione,ad una falla nello scafo,ad un danno importante che pregiudichi la stabilità e la galleggiabilità della barca in cui mi trovo a fare regate,sopratutto mi chiedo se la capitaneria o il comitato organizzatore riesca sempre ad intervenire in tempo prima che la barca coli a picco e l'equipaggio si trovi in difficoltà.

ricordiamo che si può rimanere a galla con l'aiuto al galleggiamento autogonfiabile obbligatorio in regata ma si può morire di ipotermia se immersi da tanto tempo in acqua fredda,oppure si può morire attaccati dagli squali ecc..

IO PREFERIREI SEMPRE AVERE LA SICUREZZA DI RIMANERE SOPRA UNO SCAFO GALLEGGIANTE.

nelle mie esperienze,anche se sono giovane,ho visto spesso alcuni monotipi(per fortuna mai un classe FUN) colare a picco come se fossero sassi ed i componenti dell'equipaggio sempre in grande difficoltà..
ho visto Meteor affondare,ho visto Melges spezzarsi in due,e altrettante imbarcazioni affondare magari dopo un disalberamento,o una collisione seria.

Tutto questo ovviamente in condizioni proibitive,quindi con tanto vento, con tanta onda, o con mare o lago veramente impegnativo e magari con tante imbarcazioni vicine che lottano per le posizioni quindi maggiore spericolatezza e minore rispetto della normale prudenza: situazioni nelle quali il comitato organizzatore o comitato di regata fa comunque uscire quindi reputa comunque sostenibili,ma per l'estensione del campo di regata è impossibilitato ad intervenire prontamente ad una emergenza in acqua.

nelle regate lunghe come Gorla,Centomiglia,Barcolana,Roma per due,Giraglia ecc è possibile che alcuni equipaggi si trovino in difficoltà e debbano abbandonare la nave rifugiandosi sugli ormai conosciuti autogonfiabili,ma se fosse invece garantita l'inaffondabilità di una barca?

tutto questo sarebbe molto più sicuro in un certo senso....

a me sinceramente piacerebbe navigare su di una barca consapevole che qualsiasi cosa possa succedere questa rimarrà comunque a galla...
non importa se poi rimarrà a galla fino a consentirmi di rimanere asciutto,quello che importa è che non affondi e che sia comunque possibile (con le dovute precauzioni e interventi professionali)riportare la barca in qualche porto o in qualche darsena per essere riparata e non perdere il valore economico(visto i tempi).

questo significa che il problema di capire la galleggiabilità riguarda sia le barche con cui svolgo regate in generale,sia la barca di mia proprietà!
nei vecchi post al riguardo ho spiegato che le barche che hanno lo specchi di poppa chiuso hanno bisogno di ombrinali per espellere l'acqua che si accumula sul pozzetto,e gli ombrinali sono sempre attaccati a delle tubazioni o a degli scarichi a mare che in caso di rottura,o di insospettato guasto possono veramente far colare a picco qualsiasi imbarcazione..anche se ormeggiata tranquillamente in porto.
l'anno scorso ho visto un Epaminonda Ceccarelli EC 23 colare a picco in porto per la rottura di una tubazione che collegava gli ombrinali del pozzetto allo specchio di poppa!

credo di essere stato preciso sul motivo di questo mio interesse!
spesso nell'affrontare i problemi si parte dalla fine e ci si riduce a discutere sulla colla da usare per fissare il polistirolo, o se usare le palline da ping-pong invece di quest'ultimo, tralasciando aspetti forse più importanti.
Propongo qualche spunto. L'equilibrio della barca affondata o semi-affondata. La posizione della riserva di galleggiamento è fondamentale, anche in considerazione che la posizione dell'equipaggio sarebbe in alto sulla tuga. Per un equilibrio ottimale la dovremmo mettere più in alto possibile ma in questo caso la barca galleggerebbe quasi completamente immersa.
Allora per tenerla un pò fuori dall'acqua, la riserva di galleggiamento andrebbe posta più in basso ma allora va verificato l'equilibrio della barca semi immersa, perchè potrebbe ribaltarsi facilmente. E' un problema di altezza metacentrica. Per un progettista è facile verificarlo ma senza avere i dati (progetto) della barca il calcolo è più complesso.
Da pensare anche alla forza che trasmetterebbero i diversi blocchi galleggianti. E' una forza verso l'alto mentre di solito tutte le strutture della barca sono concepite per resistere a forze verso il basso. Se metto 200 dmc di polistirolo in un gavone dovrà essere ancorato per resitere ad una forza verso l'alto di 200 kg, che non è poco, è quasi il peso di tre persone.
La possibilità di traino. Come giustamente ha fatto già osservare qualcuno, è quasi impensabile trainare una barca parzialmente sommersa, forse solo con condizioni meteomarine ottimali, e comunque andrebbero predisposti degli ancoraggi specifici per le cime di traino.
Hai qualcosa a cui pensare...Wink
avevo calcolato alla pressione che eserciterebbero 200dmc di polistirolo in un gavone e per questo mi ero fatto l'idea di posizionarli sul tunnel centrale della barca sotto il pozzetto...prima di tutto perchè è stretto e resinato almeno alla vista con fogli di vetroresina strutturali(tantoper intenderci con il tessuto a forma di nido d'ape o a quadretti..poi per natura stessa del pozzetto che deve reggere il peso di almeno 6 persone si presume solido,e terzo perchè è praticamente un tunnel costruito con legno e resinatura sul legno.
in pratica il legno sorregge il pozzetto,sorregge anche la torretta della randa con un madiere orizzontale(la spinta verso l'alto in questo caso è stata considerata poichè è il pozzetto che tiene la forza esercitata dal vento sulla vela).
NON è INVECE FACILE DISTRIBUIRE BENE IL GALLEGGIAMENTO perchè non ho i dati del progetto..
tuttavia per esperienza,direi che la maggior parte della barche che ho visto affondare vanno giù prima di poppa.se va giù la poppa ed il fondale è basso si strappa il timone e la barca può anche lasciarla li senza tante preoccupazioni...se invece rimanesse a galla la poppa secondo me la traina è possibile(ovviamente tenendo presente le condizioni meteo,onda,vento ecc).
per farti capire ti lascio il disegno della mia jeanneau

http://start6.heberg-forum.net/ftopic40_...cteur.html

il tunnel di cui ho parlato praticamente lo vedi sotto al pozzetto!
sicuramente il pavimento del pozzetto è robusto e sotto puoi metterci il polistirolo. però devi bilanciare la spinta di galleggiamento sia in senso longitudinale che trasversale. Altre zone potrebbero essere i gavoni sotto le cuccette o il gavoncino dell'ancora, se ce li hai.
Anche distribuire uno strato sulla superficie interna dello scafo, come fosse una pelle interna; ma avresti bisogno di un materiale flessibile per seguire la curvatura. Si avrebbe anche un ottimo effetto coibentante.
Più il galleggiante sta verso le estremità (trasversali e longitudinali) e più verso l'alto, e più la barca risulta stabile.
Più sta in basso e più resta fuori dall'acqua. Come vedi sono esigenze completamente opposte.
Scusa, questo é quello che avevo scritto:

Ti stiamo dicendo tutti la stessa cosa: 1 mc di riserva di galleggiamento ma ti serve appena per tenere a galla la barca con l'acqua a filo della coperta con l' equipaggio con i piedi a mollo seduto sulla tuga. In queste condizioni la barca non puó essere trainata. Probabilmente se aggiungi un altro mcubo riesci anche a farti trainare. Le lastre per edilizia di cui parlate sono in polistirene.
flaviobob5:
ho visto Meteor affondare,ho visto Melges spezzarsi in due,e altrettante imbarcazioni affondare magari dopo un disalberamento,o una collisione seria

URCA....42 sembra un bollettino di guerra.

Basta osservare le barche oceaniche (es. VOR 70),che non si scervellano per farle inaffondabili.Un motivo ci sarà.Mi chiedo se questa insistenza di rendere una barca inaffondabile ne vale la pena.
Il cantiere Etap con le affondabili ne ha fatto una religione, eppure non ha avuto successo pur essendo buone barche.Non è meglio concentrarsi su altre cose per la sicurezza? magari equipaggiare un'ottima zattera posizionata in modo tale da garantire la massima sicurezza?Oppure rendere stagni tutti i gavoni e porte (un esempio né).
ciao
oddio in effetti può essere una soluzione..si può anche resinare alcuni gavoni importanti ma bisogna poi vedere se sotto pressione,quella esercitata dalla pressione dell'aria sott'acqua,la resinatura fai da te poi regga.
io sono dell'idea che la sicurezza quando si parla di qualcosa che galleggia deve essere affrontata a 360°
questo vuol dire che anche pensare alla ipotetica galleggiabilità è una sicurezza ulteriore alle altre dotazioni di sicurezza.
ricordiamoci che per esempio nelle acque interne,zone lacustri le dotazioni non sono obbligatorie...e se un velista per l'assenza dell'obbligatorietà ne è sprovvisto,avere una barca galleggiante in qualsiasi caso..beh è una sicurezza in più..
dopo tutto basta prevedere questa cosa dal progetto( se si parla di nuovo) o attraverso l'ingegno nell'usato.
secondo me è un post molto molto interessante.
andare per mare significa anche questo!
Da quanto scritto finora, si capisce che è per niente semplice rendere una barca inaffondabile, a parte le derive. ma poi mi viene un altro dubbio.Si è più in sicurezza, in una zattera d'emergenza o in una barca inaffondabile semisommersa?Specie se si trova in condizioni meteo avverse.
sono due cose completamente diverse..
non sto parlando di sicurezza attiva..questo significa che l'atollo o zattera autogonfiabile deve essere sempre presente..per me dovrebbe essere obbligatoria per tutti barche a motore e a vela(eccezion fatta per le derive).
il problema è reale: è meglio stare su di una zattera progettata per il salvataggio o una barca semisommersa o sommersa ma senza affondare?
sicuramente su una zattera..
ma ovviamente sapere che comunque vada la propria barca non affonda secondo me è un qualcosa in più da considerare..
poi si sa tutto può offondare..è affondato il Titanic,è affondata la Costa Concordia..ecc ci sono tante causalità e tante accadimenti che possono verificarsi in acqua,ma ripeto secondo me capire il limite di galleggiabilità della propria barca e reagire per trovare un modo per sostenerla comunque a galla secondo me è un modo per sentirsi più sicuri!
tutto qui!
Con tutto il rispetto per le opinioni altrui, ma bisognerebbe prima essere sicuri di quello che si scrive. Le dotazioni di sicurezza nei laghi esistono eccome. I gavoni resinati con epossidica, anche fai da te, resiste eccome alla pressione dell'acqua. non capisco cosa ci sia di complicato a rendere inaffondabile una barca, i post precedenti lo dimostrano. Trovare il posto per una zattera non é facile e spesso viene posizionata in luoghi angusti, tanto da non essere disponibile al momento giusto.
Per me è meglio avere una barca inaffondabile. le cronache sono piene di disgrazie dove l' equipaggio risulta disperso mentre viene ritrovata la barca vuota che galleggia perfettamente. non altrettanto si puó dire della zattera o del mezzo di fortuna in cui si sono rifugiati i naufraghi.
ohhh finalmente uno che la pensa come me!
ovviamente le dotazioni sui laghi esistono..ma non sono obbligatorie per esempio sul Trasimeno per le barche natanti...
il lago Trasimeno è piccolo,ma si affoga comunque!
è le barche affondano lo stesso!
anch'io credo che rendere la barca inaffondabile sia una sicurezza ulteriore che uno si DEVE GARANTIRE!
poi l'autogonfiabile,i giubbetti e tutto quello che può servire per l'amore del cielo è importante ma secondo me la priorità è l'inaffondabilità...
poi per l'amore del cielo di cose ne possono capitare tante..anche uno scafo inaffondabile in teoria può affondare...ma comunque si devono verificare un sacco di combinazioni negative che difficilmente si possono verificare tutte insieme....
poi va benissimo la considerazione che una barca per galleggiare e permettere all'equipaggio di starci sopra con tranquillità ha bisogno di tantissima più spinta al galleggiamento,e che non è facile calcolare l'equilibrio e la posizione...però secondo me l'importante è che galleggi!
Citazione:flaviobob5 ha scritto:
ohhh finalmente uno che la pensa come me!
ovviamente le dotazioni sui laghi esistono..ma non sono obbligatorie per esempio sul Trasimeno per le barche natanti...
il lago Trasimeno è piccolo,ma si affoga comunque!
è le barche affondano lo stesso!
anch'io credo che rendere la barca inaffondabile sia una sicurezza ulteriore che uno si DEVE GARANTIRE!
poi l'autogonfiabile,i giubbetti e tutto quello che può servire per l'amore del cielo è importante ma secondo me la priorità è l'inaffondabilità...
poi per l'amore del cielo di cose ne possono capitare tante..anche uno scafo inaffondabile in teoria può affondare...ma comunque si devono verificare un sacco di combinazioni negative che difficilmente si possono verificare tutte insieme....
poi va benissimo la considerazione che una barca per galleggiare e permettere all'equipaggio di starci sopra con tranquillità ha bisogno di tantissima più spinta al galleggiamento,e che non è facile calcolare l'equilibrio e la posizione...però secondo me l'importante è che galleggi!
ma come finalmente 'uno'...e io? SmileSmile...a parte gli scherzi anche io ho sentito di barche affondate perchè completamnte allagate per via di una falla...qualche tempo fa si era parlato anche su questo forum di una barca francese affondata nello ionio meridionale perchè ha preso di notte un oggetto semigalleggiante...della zattera io farei volentieri a meno se potessi contare su una barca impossibile da affondare...ed in effetti ci sono stati in cui la barca tipo etap non ha l'obbligo di portarsi dietro la zattera....anzi io ho già in mente se passo alla bandiera belga di riepire la mia piena di esspanso e vendera la zattera che in una normale navigazione oltre che impiccio può essere un pericolo
Come dice Flaviobob, possedere una barca inaffondabile come un qualcosa di più rispetto alle normali attrezzature di sicurezza, mi sta bene. anche se invertirei la priorita, cioè prima l'autogonfiabile,i giubbetti e altro, poi aggiungerei eventualmente l'inaffondabilità. ma arrivare a pretendere l'inaffondabilità per poter rinunciare la zattera, la considero una scelta assurda.
Leggo che navighi anche sul Trasimeno. Io ci navigo da una vita e non ho mai avuto paura di un possibile naufragio causato da urti dello scafo contro qualcosa, anche perché ne ho avuti diversi, abbastanza violenti, senza riportare gravi conseguenze. Ad esempio, qualche anno fa, a bordo del motoscafo di mio padre (navigavamo ad almeno 20 nodi), prendemmo in pieno uno di quei pali dei pescatori semi sommersi a circa 300 m dal castello della PolveseOcchio nero. L’urto fu abbastanza violento da far rallentare per un attimo la barca. Tornati in porto, la sollevammo con la gru e vedemmo solo un segno (ben marcato) sullo scafo ma niente di più. Inoltre considera che la vetroresina del motoscafo era più sottile di quella di tante altre barche a vela, compresa quella che ho attualmente.
Sempre qualche anno fa perdemmo, non so come, il tappo che consentiva di svuotare la sentina che era posizionato sotto la linea di galleggiamento. Ci accorgemmo che imbarcavamo acqua tra la Polvese e la Maggiore. Accesa la pompa di sentina elettrica, tornammo in porto (S.Feliciano) a circa 5 nodi senza problemi. Quindi un’eventuale falla è abbastanza gestibile nel lago. Secondo me, per ciò che riguarda il Trasimeno, è molto difficile affondare con una barca a vela (che comunque naviga sempre sotto i 10 nodi) a causa di un urto accidentale contro qualcosa (magari se ti prende il traghetto è un altro discorso). Ciò che credo ti preoccupi, perché preoccupa anche me, è l’eventualità di un naufragio dovuto ad altre cause (scuffia?) che ti porta, oltre a perdere il valore economico della barca, a stare a mollo per un tempo indeterminato in acque che non permettono la sopravvivenza per più di 12 - 18 ore neanche in piena estate con 40 gradi all’ombra. In inverno poi… Secondo me non resisti nemmeno 20 minutiSmiley39. L’unico vantaggio è che per quanto tu sia spericolato ti troverai sempre ad un massimo di 2-3 miglia dalla costa, quindi se riesci ad avvisare i soccorsi, questi dovrebbero intervenire in un breve lasso di tempo (io sto pensando di acquistare uno di quei cellulari a tenuta stagna/antiurto da tenere sempre addosso). Per quanto riguarda l’ec 23 affondato in porto, se ti riferisci a quello di Passignano so per certo che non aveva fatto un’adeguata manutenzione.
ciao buongiorno,
ci sono due questioni completamente diverse:

-la sicurezza intesa come salvataggio di persone( galleggiamento garantito per consentire all'equipaggio o allo skipper di sopravvivere con la barca semi affondata,ma comunque a galla,tendendo in considerazione qualsiasi ipotesi di perdita di galleggiamento,quindi urto con qualcosa,scuffia,maltempo ecc..

-la sicurezza intesa come conservazione di un bene economico(quindi tentativo di rendere la barca galleggiabile per salvare lo scafo).

se ci riferiamo al primo,anche il lago Trasimeno come tutti gli specchi d'acqua è uno specchio d'acqua al quale bisogna dare rispetto,questo significa che non si può ragionare pensando di avere la pompa di sentina,o di raggiungere alla svelta un porto o di avere un telefono stagno.
ci navigo da tanto tempo se pur giovane e ho sempre avuto un sacco di sorprese da questo lago,soprattutto per i repentini cambiamenti di condizioni meteo.Con la barca a motore uno accende il motore(se parte) e torna alla svelta in porto,ma con una barca a vela la cosa diventa molto più lenta. quindi se ti prende mal tempo in acqua lo prendi tutto!questo significa che garantirsi sin da subito una potenziale galleggiabilità della propria imbarcazione secondo me,è una buona base di partenza per sentirsi sicuri(consideriamo anche che lo skipper ha anche la responsabilità di chi ospita).
poi c'è il discorso connesso alla temperatura dell'acqua,alle condizioni meteo generali ecc,poichè se pur con una barca a galla l'equipaggio,in inverno,ha pochissimo tempo per essere soccorso..in questo caso dipende quando rimane a galla,e in che posizione.

per quanto riguarda invece la conservazione del bene economico beh,io non so quanti di voi siano contenti se la propria barca colasse a picco..questo significa che se posso garantirmi la galleggiabilità della barca in un modo o nell'altro,INDIPENDENTEMENTE DOVE STO NAVIGANDO,di partenza sono molto più sereno e tranquillo.

per quanto invece riguarda Ec affondato,non è stata una scarsa o inadeguata manutenzione: l'ec hanno tutti gli ombrinali del pozzetto che sfogano a poppa,come del resto la mia e la gran parte delle barche a vela con lo specchio di poppa chiuso.In quel caso,tra pioggia e risacca una delle tue tubazioni che collegano il pozzetto agli ombrinali ha ceduto e la barca è andata giù.
voglio vedere come puoi fare manutenzione ad una tubazione come quella che scorre in un tunnel centrale NON INSPEZIONABILE.
secondo me sono cose che possono capitare a tutti!ecco perchè io mi sto chiedendo se dotare la mia barca di riserva di galleggiamento.

sono stato per questo alla Obi,ma pannelli come quelli che mi sono stati consigliati a quel prezzo non ci sono: si parte da 7 euro.
Riguardo il rispetto per il lago e per qualsiasi altro specchio d’acqua condivido… Il mio era un ragionamento rapportato alle condizioni in cui spesso navighi. Il Trasimeno ha certamente degli improvvisi cambiamenti meteo ma, per quanto sfavorevoli siano, non sono confrontabili con quelli del mare. Personalmente, nonostante esca tutto l’anno in barca, non ho mai temuto per la mia incolumità o per quella della barca… Al mare sì e molto. Un qualsiasi handicap a bordo può essere gestito con molta più tranquillità che in mare anche perché, come ho scritto prima, sei al massimo a 2-3 miglia dalla costa con tutti i vantaggi che ciò comporta e il lago anche se si arrabbia non è che può fare più di tanto. Quindi pensavo che per l’uso che facevi della tua barca, lo scafo inaffondabile non fosse così indispensabile. Comunque a bordo ho dotazioni di sicurezza per la navigazione entro le 3 miglia, pompa di sentina elettrica attivabile sia sopra che sottocoperta, gps, riflettore radar, etc… In caso di necessità baso le mie certezze prima di tutto su queste cose, poi eventualmente, sullo “pseudo” scafo inaffondabile autoprogettato ed autocostruito. Cioè io lo vedo come un’ ultima spiaggia piuttosto che come un rimedio ad ogni problema che mi consente di non prendere in considerazione il resto. Partire con l’idea che la propria barca è inaffondabile secondo me può portare ad affrontare certe situazioni con una miopia su quello che è il reale pericolo.
Per quanto riguarda il valore economico, al di là del salvataggio dello scafo, pensi che un ipotetico acquirente valuti questa tua autocostruzione positivamente, considerandola un valore aggiunto? Non è sempre così… Secondo me te la potrebbe addirittura deprezzare.
Comunque, ritornando a quello che chiedeva montecelio, le tue paure sono dovute a:
1 possibile urto contro qualcosa (altre barche, scogli sommersi etc.)
2 possibile imbarco di acqua causato dalle avverse condizioni meteo
3 possibile scuffia (la tua barca ha il bulbo fisso o la deriva mobile?)
4 prese a mare o qualsiasi altro buco preesistente sullo scafo mal tenuto/mal installato etc…
Essenzialmente sono tutte riconducibili a questi eventi?
se si vuol generalizzare si sono 4 ipotesi diciamo così che raccontano in definitiva le eventualità sulle quali baso il mio pensiero di galleggiabilità.
però una precisazione: il mio progetto di galleggiabilità è un progetto fai da te,ma sulla base di un qualcosa che posso togliere dalla barca in qualsiasi momento.
La mia barca è una barca a vela progettata da Philip Harlè,costruita da un cantiere serio come Jeanneau; questo significa che non ho la benchè minima idea di autocostruire nulla,ne il vanto di fare qualcosa che dia più o meno valore economico,la mia frase che indicava perdita economica era riferita al fatto che se affonda la barca la barca è andata...indipendentemente da dove ti trovi(forse proprio ad eccezione del Trasimeno che non ha grandi fondali)quando una barca affonda perdi completamente il suo valore economico.
questo significa che se in effetti fosse garantita la galleggiabilità ,in caso di quelle 4 ipotesi generiche,in un certo modo o nell'altro comunque la barca in qualche maniera non affonderebbe e sarebbe comunque possibile recuperarla.

per quanto invece riguarda la mia dotazione di sicurezza io ho solo giubbottini e segnalazioni,non ho nessun ausilio elettronico se non l'ecoscandaglio..io motivo è che sul Trasimeno non servono..in più ho un fuoribordo piccolo un 6v 4 tempi senza alternatore,tutti gli apparati elettronici insisterebbero sulla batteria,unica per lo più che si ricarica solo con un pannellino solare...
in caso comunque di eventuale semi affondamento ecc molti ausili elettronici compreso la pompa si sentina sono inutilizzabili poichè mancherebbe la corrente..
Per il valore economico avevo capito che ti riferivi alla sola conservazione dello scafo ma avevo anche intuito che volevi praticare una soluzione fissa, con conseguente riduzione del volume a disposizione e questo non è apprezzato da tutti. Lo so che lo scafo è progettato e realizzato da jeanneau ma (forse prima mi sono espresso male) è pur vero che jeanneau non ti garantisce nessuna inaffondabilità. Sei tu, che con il tuo ingegno, capacità,conoscenze etc., realizzi un qualcosa che ti garantisca una “pseudo” inaffondabilità. La definisco “pseudo” perché io la parola inaffondabile l’associo solamente al tappo di sughero. So di un affondamento, sempre sul lago, causato sempre da una presa a mare mal tenuta (ma non ho parlato di persona col proprietario), di una di queste famose barche americane:


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Per me, rimanendo colpito dalle loro pubblicità particolari fin da bambino, rappresentavano l’innaffondabilità per eccellenza. Quindi mi sembrava approssimativo fondare tutte le proprie certezze su uno scafo inaffondabile, per di più reso tale attraverso una propria costruzione, invenzione, applicazione etc. Con questo non è che dica che non serve, non funziona o è inutile, dico solo che gli va dato il giusto peso (perché altrimenti affonda di sicuroBig Grin)

Per quanto riguarda le possibile paure, te le ho elencate perché in un certo senso sono anche le mie e ti dico come mi sono regolato in maniera molto generale:

1- urti capaci di provocare falle.
Sul trasimeno non ci sono tanti scogli sommersi, se ci sono (le 2 punte della polvese, so di motoscafi che li hanno presi a velocità sostenuta e non hanno forato lo scafo) non sono raggiungibili da una barca a vela con bulbo o deriva abbassata (ti areni prima).
I pali dei pescatori per esperienza personale non sono in grado di forare lo scafo e tutti gli altri ostacoli verrebbero comunque presi a velocità inferiori ai 10 nodi, che anche se provocassero falle (non so come) mi permetterebbero di usare la pompa di sentina che ha una notevole capacità di drenaggio (quando il mio impianto elettrico smette di funzionare vuol dire che la pompa di sentina non ti servirebbe più comunque).
Se ti prende in pieno un motoscafo lo scenario è inimmaginabile, ma a quel punto la barca inaffondabile non so se ti può servire. Per essere più visibile ai traghetti ho appunto il riflettore radar, che è un semplice riflettore (non centra niente l’impianto elettrico) che puoi acquistare a prezzi decenti.

2- Imbarco acqua per avverse condizioni meteo.
Non so tu, ma io non ho mai visto al lago un’onda più alta di 1,80m, ho sentito leggende di onde alte 2m ma non le ho mai viste. Al mare l’onda di 2 metri mi capita almeno 2 volte a vacanza e con una barca di 6,50m per 1300kg (la mia) fa paura ma è gestibile. Al lago una situazione del genere capita molto più raramente ed è la peggiore o quasi che ti può capitare.

3- Argomento più delicato questo: possibile scuffia.
Io ho una barca a deriva mobile con zavorra di 360kg sulla chiglia, da quello che ho visto dal deplian della tua barca, anche tu hai una situazione simile (correggimi se sbaglio). Al di là di tutti i motivi per cui potrebbe avvenire, mi limito ad adottare alcune misure di sicurezza che potrebbero prevenirla o che consentirebbero una migliore gestione della barca e della propria incolumità una volta avvenuta. Una di queste potrebbe essere di chiudere il tambuccio, in particolar modo in situazioni di vento sostenuto con molte raffiche. In caso di scuffia la cabina dovrebbe contenere una bolla d’aria tale da impedire il completo affondamento. Riguardo questo argomento si può scrivere per pagine e pagine, se vuoi guardati questo link interessante sulla scuffia di un 20 piedi in Sud Africa.
http://lamiabarcabrezza22.myblog.it/arch...liora.html


4- Prese a mare e buchi preesistenti vari.
Allora… io riassumerei il tutto con 2 parole: controllo e manutenzione.
Se effettui queste 2 operazioni con regolarità ed attenzione le prese a mare sono sicure. Io le ho sempre avute (installate dal sottoscritto) in posti accessibili e controllabili, altrimenti se ti affidi solo alla resistenza dei materiali nel tempo (soprattutto su barche datate) è una fortuna rimanere a galla, non una sfortuna affondare… L’ ec 23 affondato per vento e risacca a me fa sorridere perché vuol dire che le condizioni degli ombrinali e tubazoni erano non pessime ma di più, il modo per accedere a certi punti se non c’è si trova, il rischio che si corre è troppo alto. Le risacche e le mareggiate del lago fanno ridere rispetto a quelle del mare in inverno. Quando ho comprato la mia barca ho notato che aveva lo specchio di poppa danneggiato dove si aggancia il fuoribordo, sembrava che un dinosauro gli avesse dato un morsoBig Grin. I proprietari mi hanno spiegato che una mareggiata d’inverno gli aveva strappato il fuoribordo! Non so se mi sono spiegato…

Vorrei illustrarti l’utilità (non indispensabile) della mia strumentazione e del mio impianto elettrico in fase di ultimazione ma credo di aver scritto troppo e poi andiamo fuori tema…
Tanto la dovrei varare a Passignano fra pochi giorni o mesi…Big Grin Dipende dal tempo che riesco a dedicargli. Se ci passi dagli pure un’occhiata…Smile
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