Citazione:sailor13 ha scritto:
Citazione:epeter ha scritto:
Nelle note tecniche di un suo famoso libro, La lunga rotta, Bernard Moitessier suggeriva caldamente di non utilizzare le impiombature sui terminali delle sartie. Perché sono difficili da valutare nello stato, perché difficili da rifare, etc. Secondo lui il sistema migliore era utilizzare dei normali morsetti in inox, nel numero di tre per ogni terminale, il primo (più vicino alla redancia) poco stretto, il centrale stretto bene, l'ultimo stretto a ferro. Per evitare rotture del cavo nel punto di massima curvatura, la redancia deve avere un diametro di almeno 7 volte quello del cavo. Questo suggeriva il grande navigatore, e le motivazioni che da mi sembrano piuttosto corrette.
Voi che ne pensate? Sono suggerimenti ancora validi?
Enrico, di che anno è l'edizione originale del libro?
I copyriht per la prima edizione francese sono del 1971
ecco, magari in 40 anni qualcosina è cambiata...
Si notano anche parecchi segni sui fili del cavo. Io non mi fiderei !!!!!!!
Citazione:sammy246246 ha scritto:
Si notano anche parecchi segni sui fili del cavo. Io non mi fiderei !!!!!!!
In realtà tutti quei difetti si vedono solo in foto, il cavo purtroppo è perfetto e la sartia ha solo 2 anni.
Comunque sono già pronte due belle sartie nuove con i loro belli terminali fatti bene
Citazione:tiger86 ha scritto:
Si e' come dice sailor, quelle sono da pinzatura, dalla foto non si vede bene. Se le prendi in mano ti viene istintivo fermarle sul pieno in quanto la parte esagonale sembra molto esile, in più' La misura non si presta alla chiave fissa perche' non e' ne 6 ne 7.
Comunque senza impronta sono un po scomode..
ahn!! allora ci hai provato a tenerle con la chiave fissa sulla pressatura bricconcello!
Citazione:albert ha scritto:
Citazione:epeter ha scritto:
Nelle note tecniche di un suo famoso libro, La lunga rotta, Bernard Moitessier suggeriva caldamente di non utilizzare le impiombature sui terminali delle sartie. Perché sono difficili da valutare nello stato, perché difficili da rifare, etc. Secondo lui il sistema migliore era utilizzare dei normali morsetti in inox, nel numero di tre per ogni terminale, il primo (più vicino alla redancia) poco stretto, il centrale stretto bene, l'ultimo stretto a ferro. Per evitare rotture del cavo nel punto di massima curvatura, la redancia deve avere un diametro di almeno 7 volte quello del cavo. Questo suggeriva il grande navigatore, e le motivazioni che da mi sembrano piuttosto corrette.
Voi che ne pensate? Sono suggerimenti ancora validi?
Sì, certo, validissimi per chi fa le sartie col cavo atlantico e gli alberi coi pali del telegrafo.......con tutto il rispetto per Moitessier, Carozzo & co.
@singleton: non mi inalbero perchè conosco tiger e dalla foto capisco che la sartia è già stata smontata.....ma tu, non dico andresti in barca perchè ognuno è libero di farsi del male come crede, ma dico porteresti in barca delle persone, dei tuoi familiari come degli estranei, sapendo che c'è una possibilità, sia pur remota, che ceda una sartia e l'albero possa collassare e beccare qualcuno a bordo sulla testa ?? ...mah!!
Giusto per riaprire un vecchio tread, domenica scorsa chiaccheravo con un rigger (si scrive così...?) e gli dicevo la storia dei morsetti, ecc. ecc. La risposta è stata: sarebbe ancora la soluzione migliore, perché si vede subito se qualcosa non va, se cede un morsetto ne cede solo uno alla volta, puoi fare manutenzione anche in navigazione e al massimo scorre un po' la sartia, ma di sicuro non viene giù l'albero. Ma non si usa per due motivi: è brutto da vedere e poi non costa nulla...e non ci sarebbe lavoro
.
Sarà che dal libro di Moitessier son passati 40 anni, ma la discussione e i problemi non si sono spostati di molto, mi pare!
Io mi sarei allarmato solo nel vedere quegli aloni di ruggine uscire dal terminale, anche se quest’ultimo appariva ancora nuovo di zecca.
Ma ammetto di essere un po’ fifone in queste cose…
Questo contenuto non e' visualizzabile da te Ospite. Se vuoi vederlo, REGISTRATI QUI .
Citazione:sailor13 ha scritto:
addirittura è successo che saltassero con la risacca dell'ormeggio.
Non vorrei spaventare nessuno su problemi subdoli del rigging, ma a me con la risacca dell'ormeggio in banchina durante una forte mareggiata mi si e' spaccata di netto la vite di acciaio da 14mm di una landa della coperta! Si e' tranciata nella parte che attraversa la coperta, dove 35 anni nel sandwich di sicuro non proprio asciutto e in assenza d'aria ha creato una forte corrosione; inutile dire che le ho cambiate tutte, e in quasi tutte ho trovato evidenti segni di corrosione... ma se non fosse stato per quella mareggiata me ne sarei accorto solo con l'albero in acqua...
meditate, gente!
Citazione:epeter ha scritto:
Citazione:albert ha scritto:
Citazione:epeter ha scritto:
Nelle note tecniche di un suo famoso libro, La lunga rotta, Bernard Moitessier suggeriva caldamente di non utilizzare le impiombature sui terminali delle sartie. Perché sono difficili da valutare nello stato, perché difficili da rifare, etc. Secondo lui il sistema migliore era utilizzare dei normali morsetti in inox, nel numero di tre per ogni terminale, il primo (più vicino alla redancia) poco stretto, il centrale stretto bene, l'ultimo stretto a ferro. Per evitare rotture del cavo nel punto di massima curvatura, la redancia deve avere un diametro di almeno 7 volte quello del cavo. Questo suggeriva il grande navigatore, e le motivazioni che da mi sembrano piuttosto corrette.
Voi che ne pensate? Sono suggerimenti ancora validi?
Sì, certo, validissimi per chi fa le sartie col cavo atlantico e gli alberi coi pali del telegrafo.......con tutto il rispetto per Moitessier, Carozzo & co.
@singleton: non mi inalbero perchè conosco tiger e dalla foto capisco che la sartia è già stata smontata.....ma tu, non dico andresti in barca perchè ognuno è libero di farsi del male come crede, ma dico porteresti in barca delle persone, dei tuoi familiari come degli estranei, sapendo che c'è una possibilità, sia pur remota, che ceda una sartia e l'albero possa collassare e beccare qualcuno a bordo sulla testa ?? ...mah!!
Giusto per riaprire un vecchio tread, domenica scorsa chiaccheravo con un rigger (si scrive così...?) e gli dicevo la storia dei morsetti, ecc. ecc. La risposta è stata: sarebbe ancora la soluzione migliore, perché si vede subito se qualcosa non va, se cede un morsetto ne cede solo uno alla volta, puoi fare manutenzione anche in navigazione e al massimo scorre un po' la sartia, ma di sicuro non viene giù l'albero. Ma non si usa per due motivi: è brutto da vedere e poi non costa nulla...e non ci sarebbe lavoro .
Sarà che dal libro di Moitessier son passati 40 anni, ma la discussione e i problemi non si sono spostati di molto, mi pare!
visto che sei davvero convinto ok, parliamone.
Sarebbe la soluzione migliore da quale punto di vista? pratico? tecnico? economico?
Ok, provo ad argomentare, ma voglio specificare prima che non ho nessun pregiudizio su di una tecnica o un'altra: sono anzi convinto che con il progresso le cose in genere migliorano sempre! (è per questo che ho un'Alpa...
).
Parto da un punto di vista importante, ma ultimo nella lista: economico. Certamente è una soluzione che non costa (quasi) nulla, sia in materiale che in mano d'opera.
Punto di vista tecnico e pratico: hai sempre d'occhio il terminale della sartia nella sua sostanza, senza parti nascoste. La semplicità del sistema lascia poche strade: vedi una cricca in un morsetto? Non ti fai dubbi, non cerchi risposte sul forum, in 2 minuti sostituisci il morsetto e via come nuovo. Chiaramente il cavo rimane quello, ovvio.
Se lasci un po' di margine dopo il terzo morsetto, al massimo scorre e si allenta la sartia, di certo non viene giù l'albero! Puoi fare manutenzione e sostituzioni anche in navigazione, aggiungi il nuovo morsetto e togli il vecchio.
Questi i pro, i contro: è una soluzione 'brutta' esteticamente, ovvero non è in tono con una barca moderna (ma su di un'Alpa....). Probabilmente c'è una concentrazione elevata di sforzi di taglio in piccole porzioni del cavo (ma questo credo ci sia anche con altri sistemi che non siano la classica impiombatura).
Queste le mie considerazioni.
S'apra i' dibattito!!!
a me sembra che pregiudizi ne hai eccome, ma facciamo finta di niente...
Dal punto di vista economico è innegabile che i cavallotti costano meno, inizialmente. Se però consideri che l'uso dei cavallotti fa perdere alla fune un 20/30% di resistenza, che vanno controllati frequentemente a causa delle vibrazioni, e che la parte di cavo ceh lavora altrettanto spesso va scartata, il risparmio iniziale dura poco.
Dal punto di vista tecnico e pratico, invece, non ci sono dubbi che il terminale a pressare sia molto più pratico del cavallotto. Il terminale a pressare non rovina le vele, le scotte o le drizze, mentre il cavallotto si pertanto dovrai rivestirlo, perdendo l'immediatezza del controllo. inoltre ti faccio presente che il sistema che suggerisci per il montaggio è sbagliato, i morsetti devono avere tutti la tensione suggerita dal costruttore per garantire la tenuta. In genere, se si rompe uno dei morsetti gli altri due non sono in grado di tenere tutto il carico, e se la sartia si allenta sotto carico, l'albero minimo si piega, ma quasi sicuramente si rompe.
E' proprio per tutti questi motivi che i cavallotti si adoperano solo per i fili del bucato e per la vigna, e non per le barche.
Quando le presse per terminali non erano ancora cosi diffuse (oggi non c'è un porto dove non ce ne sia almeno una) i giramondo si affidavano ai terminali rapidi tipo Norseman o Stalok, che sono riutilizzabili (previa sostituzione del cono interno) che non indeboliscono il cavo e che sono facilmente ispezionabili. Inoltre non rovinano vele e manovre correnti. Hanno un costo superiore al terminale pressato, ma per chi cambia le sartie dopo 7/10 anni a lungo andare fanno risparmiare.
C
per una incrinatura simile,ho cambiato il sartiame.B.V.fedelu.
Le ragioni esposte da Sailor sono senz'altro condivisibili, tuttavia in barca avere dei cavallotti ti darebbe senz'altro una maggiore tranquilità che sta nella consapevolezza di avere gli attacchi sotto il proprio diretto controllo e la capacità di poter intervenire direttamente con maggior facilità e reperibilità del materiale. (anche montare un Norseman non è un lavoro per tutti, se intrappoli un filo o serri male...)
Però alla luce anche dei ragionamenti di Sailor penso che nelle sartie ormai redance e cavallotti siano da mettere in prescrizione.