I cavalieri hanno il seguente assioma:
<< non esiste un cattivo cavallo, ma solo cattivi cavalieri >>.
<< Per me, in solitaria, il 70% del rendimento è dovuto all'uomo. Il resto è la barca. Per contro, in equipaggio, la proporzione si inverte: il 70% della performance è dovuto alla barca >>.
da Michel Desjoyeaux, soprannominato 'il professore'
Qui Michel fa riferimento ad equipaggi di professionisti:
ma ad armi pari, cioè tutti equipaggi di non professionisti, rimane valida la percentuale secondo voi (30%) .... e perchè no?
Date le vostre percentuali e spiegatene il motivo.
Fifty fifty...
ma parlo di regate corte. Il resto no me ne intendo
Per regate di oltre 48 ore in solitaria la percentuale è secondo me corretta quella del professore, se non sei in grado di gestirti o fare una tattica decente meteo puoi avere qualsiasi barca ma arrivi ultimo.
per equipaggi non professionisti e per regate a bastone idem, se non sai cosa fare o dove andare puoi avere anche un missile ma non riesci nenche a partire tra i primi.
ciao
E' un discorso molto complesso e articolato.
A mio avviso dipende dal tipo di regate.
Se parliamo di regate a compenso chi non ha la barca giusta è fuori gioco, fra le barche giuste chi è ottimizzato ha una marcia in più. In queste regate può centrare ben poco l'equipaggio, anche meno del 30%.
Ci sono però delle situazioni in cui l'equipaggio ha una importanza superiore: immaginiamo alla boa di poppa se l'equipaggio ritarda a tirare giù lo spi e vai lungo rischi di finire fuori gioco.
Poi dipende dalla conformazione delle squadre, dare un'occhiata alla tabella degli zeri ti fa capire subito quante possibilità puoi avere.
Nei monotipi l'equipaggio diventa più importante, però anche li se non hai una barca a punto sei messo male.
Nelle lunghe diventa più importante la barca, am anche lì l'equipaggio può far danni con i turni, con il sonno, con guasti evitabili.
resto dell'idea che nelle regate bisogna considerare tutto importante allo stesso modo:
allenamento equipaggio, competenze, strategia, tattica, messa a punto barca, ottimizzazioni, assetto, carena, ecc... meno cose hai fuori posto e meno errori fai, più alto in classifica ti trovi.
Con tutto il rispetto per l'assioma del 'professore' (mai fidarsi al 100% dei professori
), questi mi dovrebbe spiegare se è stato merito di Francois sui 'dritti' di millemila miglia l'aver dato in media 25 miglia al giorno a quello 'sprovveduto' di Armel, che riusciva a recuperare solo quando aveva la possibilità di inventare qualche routage diverso e qualche taglio di percorso (guardate quanta strada in meno ha fatto).
Non nego che la differenza di un nodo su 18 fosse stata costruita a monte dagli allenamenti e dalla sensibilità dell'uomo skipper, oltre che da un velaio diverso, ma è mia oppppinione che in regata la differenza non l'abbia fatta certo la conduzione.
Il mio assioma è dunque un po' diverso da quello del prof.:
Barca ottima con equipaggio scarso va di c@cc@ ....barca scarsa con ottimo equipaggio in condizioni normali va di c@cc@, ma se c'è da inventare qualcosa o le condizioni sono particolari può venirne fuori.....di solito però questo secondo caso si verifica meno frequentemente del primo, per due motivi: primo, per ragioni di finanze dell'armatore spesso capita una barca eccezionale in mani meno eccezionali
....secondo, un ottimo equipaggio si rende conto subito di dove stanno i problemi e, o ritiene di poter cambiare le cose e le cambia, o cambia barca....
<< Ci sono due barche che necessariamente conosco molto bene. Il mio ex–Foncia 2, oggi nelle mani di Armel Le Cléac'h con il nome di Banque Populaire e quella di François Gabart (MACIF). Per me sono quasi le stesse barche, con qualche lieve differenza. A mio avviso, sono quelle le cui carene utilizzano al meglio le ultime regole di stazza, in particolare sulla limitazione della coppia di raddrizzamento. Il fatto che abbiamo mantenuto le pale del timone secondo il disegno Farr, conferisce a quelle barche una minore durezza della barra. Il vantaggio è che sollicitano molto meno gli auto piloti e che consumano meno energia>> sempre dal Professore.
insomma il barchino del Professore (il solo skipper al mondo ad aver vinto tutte le grandi regate in solitario) è arrivato secondo.
A mio avviso il giovane Gabart ha capito meeglio il suo barchino. Forse se invece di Armel (che comunque è forte) c'era LUI, il Professore, beh non so se Gabart la spuntava.
Ovvio che concordo con tutto quanto scritto da voi.
Penso insomma che la differenza tra equipaggi non professionisti sia notevole.
Invece tra equipaggi professionisti sia veramente minima.
Ciò porta la percentuale del Professore da 30% (professionisti) al 60% e più (non professionisti).
Insomma tra un prodiere non professionista ben allenato e un prodiere non professionista che si trascina la pancia a fatica: beh ci sarebbe come dire una differenza in performance veramente notevole.
Mi permetto solo di sottolineare quella 'lieve differenza' ammessa dal prof. tra le barche......3 ore su 78 gg. di regata non sono forse una 'lieve differenza'??
Citazione:albert ha scritto:
Mi permetto solo di sottolineare quella 'lieve differenza' ammessa dal prof. tra le barche.....3 ore su 78 gg. di regata non sono forse una 'lieve differenza'??
su una lunga così tanto estrema vince il cavaliere (70% del merito e solo il 30% al cavallo)....naturelamente tra i favoriti e le barche favorite ...
il resto: outsider e coubertinistes.
Allora mettiamo giù un assioma inconfutabile alla Catalano (ricordate ?):
A parità di barche, la differenza la fa al 100% l'equipaggio, a paritá di equipaggio, la differenza la fa al 100% la barca
....
Sembra che abbia contribuito, non poco, l'arma segreta: il Blast Reacher.
ciao
Citazione:einstein ha scritto:
Sembra che abbia contribuito, non poco, l'arma segreta: il Blast Reacher.
ciao
Senza dubbio (infatti sopra ho parlato di 'velaio diverso'), e le vele le mettiamo nella percentuale della barca, nel pacifico alle basse latitudini avrà fatto la differenza, però io sono stato attento
, e anche quando erano in bolina o ad andature larghe con meno vento, a poca distanza l'uno dall'altro, c'era sempre dal mezzo nodo al nodo di differenza che secondo me dà l'indicazione di una barca più centrata con la velatura più equilibrata e che fa faticare meno sia il pilota umano che l'automatico....
<< Per me, in solitaria, il 70% del rendimento è dovuto all'uomo. Il resto è la barca ... >> da Michel Desjoyeaux.
Per lui.
Ora dite voi, che non è così.
Insomma in una regata così estrema ha vinto la blast reacher ... ma fa parte pur sempre del 30%.
Capito.
Citazione:albert ha scritto:
Allora mettiamo giù un assioma inconfutabile alla Catalano (ricordate ?):
A parità di barche, la differenza la fa al 100% l'equipaggio, a paritá di equipaggio, la differenza la fa al 100% la barca ....
Lapallissiano!
Citazione:volapiuk ha scritto:
<< Per me, in solitaria, il 70% del rendimento è dovuto all'uomo. Il resto è la barca ... >> da Michel Desjoyeaux.
Per lui.
Ora dite voi, che non è così.
Insomma in una regata così estrema ha vinto la blast reacher ... ma fa parte pur sempre del 30%.
Capito.
Sarebbe bello rivolgere la domanda al buon Di Benedetto appena scende da team plastique ....chissà cosa risponde !! ??
Citazione:nedo ha scritto:
Citazione:volapiuk ha scritto:
<< Per me, in solitaria, il 70% del rendimento è dovuto all'uomo. Il resto è la barca ... >> da Michel Desjoyeaux.
Per lui.
Ora dite voi, che non è così.
Insomma in una regata così estrema ha vinto la blast reacher ... ma fa parte pur sempre del 30%.
Capito.
Sarebbe bello rivolgere la domanda al buon Di Benedetto appena scende da team plastique ....chissà cosa risponde !! ??
Di Benedetto fa parte dei 'coubertinistes' ... fuori dai giochi, quelli che vanno per cercare di finire la gara
Decoubertiniani per mancanza di rendimento dell'uomo o per mancanza di mezzi e dunque di rendimento di barca, attrezzature, vele, preparazione, supporto logistico......non trascuriamo che la classifica finale, a parte alcuni dei ritirati, è in ordine di budget.....
Io conterei almeno un 10% di fattore C. Per il resto quoto le % del professore....
Citazione:einstein ha scritto:
Sembra che abbia contribuito, non poco, l'arma segreta: il Blast Reacher.
ciao
<< il 30 novembre, calo la mia trinchetta e la rimpiazzo con una trinchetta concepita specialmente per i mari del Sud, fabbricata in cuben fiber, tessuto indistruttibile che consente le deformazioni. E' una specie di arma segreta, specialmente ideata per le andature portanti. Mi ricordo di averla portata fino a 52 nodi di vento .... >>.
chi scrive è sempre Michel Desjoyeaux e siamo alla Vendée Globe del 2008