Sull'ultimo numero di 'Vela', ho trovato questo articolo:
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Quale sarà il progetto vincente?
ciao
ci sai spiegare come si regolano ste vele?
Noi andiamo a occhio e a sentimento, immagino che con queste vele qui esista una relazione univoca tra direzione ed intensità dell' apparente e angolo dei flap e che ci sia un computer che te lo dice all' istante e che i falp siano dotati di trasduttori di posizione, o no? O fanno anche loro tutto a occhio?
Oracle e Artemis mi sembra che abbiano maggiori capacità di regolazione, da notare l'ignoranza del giornalista che scrive 'aeroplani' in 'areoplani'
in teoria, più regolazioni ci sono meglio è.
Questa teoria si può poi scontrare con gli incrementi di peso e le complicazioni tecniche che possono trasformarsi in avarie e risultare poi controproducenti.
Come sempre accade, bisogna trovare il giusto compromesso.
Citazione:ibanez ha scritto:
ci sai spiegare come si regolano ste vele?
Noi andiamo a occhio e a sentimento, immagino che con queste vele qui esista una relazione univoca tra direzione ed intensità dell' apparente e angolo dei flap e che ci sia un computer che te lo dice all' istante e che i falp siano dotati di trasduttori di posizione, o no? O fanno anche loro tutto a occhio?
Qui trovi qualche spunto:
http://www.massidestri.eu/blog/2013/05/2...la-rigida/
ciao
Citazione:kermit ha scritto:
Oracle e Artemis mi sembra che abbiano maggiori capacità di regolazione, da notare l'ignoranza del giornalista che scrive 'aeroplani' in 'areoplani'
Potrebbe essere semplicemente colpa del maledetto correttore automatico...
Citazione:Giorgio ha scritto:
Kermit speravo rispondessi a questo post....potresti addentrarti un pochino di piu'?Giusto per cercare di capire eh grazie Giorgio
Giorgio oggi mi sono messo a fare una tavola per una passerella e non ho tanto tempo per parlare di ali rigide poichè mi sembra anche un argomento assai vasto e complesso.
Quello che ti posso dire è che sugli aerei c'è la necessità di variare la forma dell'ala in base al range di velocità volato, ovvio che un ala che deve minimizzare la velocità di stallo e modificare l'assetto dell'aereo (ad esempio in atterraggio) e diversa da un ala a cui è richiesta la minima resistenza e maggiore velocità (esempio in crociera).
Sugli aerei si utilizzano flap, slat e slot per modificare forma e superficie.
Poi magari se ne riparla ciao
così ad occhio, a prescindere dalle varie geometrie realizzate con una o più articolazioni, sembrerebbe che l'ala di NZ sia quella ad avere il grasso in posizione più ottimale (almeno ragionando come per una vela tradizionale) mentre per le 2 di oracle Artemis mi sembra che il grasso sia molto arretrato.
Io non mi formalizzerei tanto sull'ignoranza lessicale del giornalista del GdV (che non leggo più da tempo) che scrive areoplano anzichè aeroplano, ma sulla sua ignoranza nella materia di cui sta trattando.
Se io ricevessi un disegno come quello che è stato pubblicato e che einstein ha postato, mi chiederei subito se negli ultimi mesi l'aerodinamica in genere e quella delle delle wing in particolare è stata rivoluzionata, ed andrei a documentarmi ...
Questo un altro disegno tratto dal blog originale citato nell'articolo:
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Non so chi abbia scompaginato le articolazioni dei flap sul GdV, ma come vedete nel disegno qui sopra i flap sono stati rimessi al loro posto ed hanno il bordo d'attacco sopravvento al bordo d'uscita del profilo principale anteriore e la fessura è orientata in modo che l'aria passi dall'intradosso dell'ala all'estradosso del flap e non viceversa, che è tra l'altro impossibile....
Analisi sulla deflessione ottimale e sulla distanza ottimale del flap dall'uscita del profilo principale al variare della velocità del flusso sono già state fatte su ali di altre classi di cat.....e volendo si può anche approfondire....
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Ciao
P.S. A proposito.....pare che la nuova ala di Artemis 2 assomigli a qualcun'altra
...
Albert, avevo notato le 'strane' posizioni dei bordi di attacco dei flap rispetto al bordo di uscita del profilo principale (sopratutto su NZ), avevo pensato ad un refuso grafico (tipo 'areoplano') dovendo le immaginette spiegare solo le varie configurazioni scelte dai team senza entrare nei dettagli effettivo funzionamento aerodinamico.
Concordo che la Artemis2 'tende' molto alla NZ
Citazione:einstein ha scritto:
Citazione:ibanez ha scritto:
ci sai spiegare come si regolano ste vele?
Noi andiamo a occhio e a sentimento, immagino che con queste vele qui esista una relazione univoca tra direzione ed intensità dell' apparente e angolo dei flap e che ci sia un computer che te lo dice all' istante e che i falp siano dotati di trasduttori di posizione, o no? O fanno anche loro tutto a occhio?
Qui trovi qualche spunto:
http://www.massidestri.eu/blog/2013/05/2...la-rigida/
ciao
Grazie, molto interessante
Però ancora non ho capito se a bordo c'è qualcuno che dice a occhio 'secondo me si deve cazzare un pò più di flap' o se c'è un computer che mette insieme l'intensità e l'angolo dell' apparente shekerando il tutto con l'altezza dell' onda e dice a qualcuno 'portare l'angolo del flap a 12° 23' 15' [:35]
Noi comuni mortali per decidere quanto cazzare la scotta della randa, la base, il vang, le volanti etc ci guardiamo la vela, la confrontiamo con l'idea della velaa che il demiurgo ha messo nelle nostre menti e solo dopo aver cazzato di 2 mm il cunningham sorridiamo a 44 denti e diciamo 'è perfetta!', che poi è uno dei motivi principali per i quali amiamo questo sport.
Con le ali rigide che non fileggiano e che non cambiano forma, come si fa a fare tutto questo?
Citazione:ibanez ha scritto:
Con le ali rigide che non fileggiano e che non cambiano forma, come si fa a fare tutto questo?
Penso che i principi di come regolare le vele in base alle condizioni del momento rimangano gli stessi, cambiano ovviamente i sistemi, imposti dal tipo di vela:
http://yachtandsail.blogo.it/post/4491/v...ala-rigida
Come vedi, anche qui ci sono sempre i filetti che aiutano chi deve trimmare.
Di seguito una tabella interessante di un M32:
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ciao
Molto chiaro ed interessante, ma, che ci vuoi fare, sono un testone ed alcuni concetti appresi a scuola non mi vogliono abbandonare.
Quando si fa un'analisi, la si fa in uno stato di equilibrio delle forze, altrimenti tutto viene falsato dalla transitorietà della situazione.
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Non discuto dunque sui dati della tabella, ma dove ho evidenziato in rosso, vi sono due forze che dovrebbero compensarsi per consentire al cat di rimanere in equilibrio (usualmente sullo scafo sottovento), ed invece sono sbilanciate di circa 400 Nm a favore del momento raddrizzante.....insieme alla tabella hai forse trovato qualche spiegazione in merito ?
Ciao
Sembra abbiano assunto che in quelle condizioni lo scafo sopravvento debba rimanere in acqua...
Comunque questi catamarani sono proprio delle chiaviche di bolina: solo 40 gradi sul reale 120% della velocità del reale
Citazione:shein ha scritto:
Sembra abbiano assunto che in quelle condizioni lo scafo sopravvento debba rimanere in acqua...
Comunque questi catamarani sono proprio delle chiaviche di bolina: solo 40 gradi sul reale 120% della velocità del reale
Da quel che ho capito ad una letta superficialissima delle 100 pagg. di tesi, i dati ricavati si riferiscono ad un 'misero'
M32 cui è stata applicata l'ala rigida, nell'ottica di individuare un sistema di previsione e di calcolo applicabile a cat e wing di dimensioni diverse, fino agli AC72.
Ma mi rimane la curiosità di quella leggera discrepanza per me inspiegabile nei dati esposti, poichè gli assunti sono quelli canonici dell'equilibrio delle forze (vedi contorni rossi che ho fatto sulla pagina relativa ai momenti sbandante e raddrizzante) e come supponevo le superfici immerse non sono prese in considerazione:
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