Salve a tutti, chiedo subito scusa per la mia terminologia da scarso velista, ma non ho altro modo per esprimermi in questa sezione tecnica.
Ieri ho dovuto smontare il circuito del tesabase della randa sul mio GS 34.
Nel corso della crociera estiva mi è saltato il bozzello che sta alla fine del boma (bugna di scotta) e ho approfittato, con il valido aiuto di alcuni amici, per tirare fuori il tutto. Infatti, già da tempo sembrava non scorrere bene. Solo ieri abbiamo capito che un grosso nido d'uccello ne impediva il funzionamento.
Una volta smontato il tutto mi sono accorto che il circuito del tesa base, partendo dalla bugna di scotta, è così composto:
1) cavo di acciaio che attraverso un bozzello 'incastonato', porta il ciruito all'interno del boma e termina con un doppio bozzello (di quelli paralleli)
2) altro cavo d'acciaio fissato con un cavo d'acciaio all'interno del boma, verso il punto di mura, che ha all'estremità un altro 'paranco' doppio (non in parallello, ma ha una puleggia più piccola e una più grande)
3) i bozzelli sono uniti da una cima che esce dal lato del boma (propravia) attraverso una altro bozzello 'incastonato'
Purtroppo non ho foto da mostrare, ma in pratica il circuito parte con un cavo d'acciaio e termina con del tessle dopo esser passato per un circuito di riduzione (credo 4:1).
Ora, considerando che la randa del GS 34 non è una gran vela (mi pare di ricordare che il boma non sia più lungo di 3.5 mt), mi chiedevo se ha senso un circuito così laborioso.
Pensavo di sostituire il tutto con una cima unica, tanto sul boma c'è anche un winch.
Voi cosa ne pensate.
mah, se hanno messo un paranco ci sarà un motivo...
io sostituirei il bozzello rotto e la cima in tessile e rimonterei come è adesso
io su un 24 piedi ho fatto il percorso inverso, sostituendo il tesabase diretto (cima unica) con un paranco 4:1...
Fossi in te non lo eliminerei, tra l'altro considera che avrai anche sforzi maggiori su alcuni elementi del circuito. Piuttosto puoi valutare di 'ammodernarlo' se ne vale la pena, magari usando cime esotiche e anelli ad alto scorrimento invece dei bozzelli.
Se ho capito tutto dovresti avere un paranco 8:1
Chiaramente non è necessario se usi un winch ma di solito si usa una configurazione del genere proprio per evitare il winch e poter fare tutto a mano e con la massima precisione. Dubito pero' che un 8:1 nel tuo caso sia sufficiente ad evitare il winch.
IMHO se ancora tutto funziona lo lascerei cosi' com'e' visto che dentro al boma non da fastidio
Salve amici
riapro questa discussione oramai preistorica per fare una domanda di carattere generale:
quanto è il carico di una base randa nell ipotesi che sia in diretta quindi senza paranchi? Chiaramente la risposta dipende dalla barca. Mi chiedo però C'è una qualche regoletta dettata dalla esperienza per dimensionare la base in relazione alla drizza o alle dimensioni della randa?
Grazie e buon vento
Per mettere in forza la base randa è buona regola mollare la scotta e far fileggiare la randa.
La stessa cosa per mettere in forza l'inferitura, anche quella del fiocco!!!!!
Ok bullo, per le regole generali, ma per esempio la base randa di un gs 34, di quante dempltiplicazioni nel circuito ha bisogno per essere messa a segno senza farsi venire l'ernia? Un 4:1, 2:1 e poi sul winch? Per esempio sul mousse ho un 2:1 ovvero il tesa base passa nella brancarella e ritorna in varea, se serve gli dò un colpetto di winch 8:1 leggero.
Secondo me è una faccenda molto.. de gustibus, anche da come la vuoi usare. Io la ho diretta, rinviata al winch delle drizze con un boma di sei metri scarsi. I paranchi su occhielli delle vele, wally, non mi piacciono granchè: secondo me hanno scorrimenti che forse non sempre ma spesso vanificano il paranco stesso. Però, alla fine, è una manovra non soggetta a regolazione continua e la si regola, come dice bullo, cercando un momento in cui la vela è scarica, alla pari delle drizze. Inizialmente la tiro un filo in eccesso a vela scarica, metto più o meno a segno scotta e quant'altro, e dopo me la regolo a lascare, poi si vede..
Il 34 GS nessuna, ha una randa di circa 20 mq., una E di m. 310, il tesa base in diretta, anche soto sforzo basta mettere in vericello e c---re.
Il vericello cè l'ha sull'albero sotto alla trozza, purtroppo la drizza arriva in pozzetto, bisogna per prendere le mani da soli lascare drizza della misura giusta andare all'albero incocciare la brancarella sul corno, tornare in pozzetto mettere in forza , ritornare all'albero mollare il tesa base, prendere la borosa metterla sul vericello e c-------re.
Se avesse avuto la drizza all'albero sarebbe più facile farlo.
Buongiorno grazie dei contributi ma l argomento per cui ho riaperto la
discussione non è stato ancora affrontato.
E ciò quando carico ci si deve aspettare su una base randa ai fini del dimensionamento della stessa? No. Mi riferisco alla fase di regolazione ma tensione di lavoro .
Grazie
Stai facendo la coppa America che non puoi scaricare un'attimo la randa?
Del carico che ho sul tesa base non me ne frega niente basta che regga.
Non credo, potrei sbagliare, che nemmeno Harken, che mette a disposizione calcolatori per il carico di molteplici manovre, offra uno strumento per cercare la tensione della base randa. A lato pratico non credo sia gran cosa rispetto al possibile carico generato da una regolazione a vela non sventata, perchè il grosso del carico della randa lo hai sulla balumina ma allora, qui, le variabili di calcolo non finiscono più. Una volta-volta, su una barca sui tredici metri da regata era facile trovare, deputato al ruolo, un pistone idraulico nel boma. Penso che molti dimensionamenti centrati, nel rig delle barche, abbiano forse più necessità del supporto di esperienza o di valori forniti dalle celle di carico che da mille conti al tavolo.
Non mi sono spiegato ed il correttore automatico ci ha messo lo zampino....
Banalizzando il discorso:
supponiamo di avere una drizza da 10mm correttamente dimensionita per la vela e la barca, posso armare una base (in diretta) da 8mm ? E da 6mm?
Saluti
(02-10-2022 13:31)bullo Ha scritto: [ -> ]Stai facendo la coppa America che non puoi scaricare un'attimo la randa?
Del carico che ho sul tesa base non me ne frega niente basta che regga.
L'angolo di scotta è tenuto orinzontalmente dal tesa base ma verticalmente dal cursore sul boma o da legatura sul boma che sopporta il maggiore sforzo.
Se metti un dinema da 8 non si rompe e lo maneggi con facilità, meno ti sta male in mano, troppo fino.
A me il dyneema in barca non piace e lo uso solo sulle drizze ma penso che effettivamente, con le fibre di oggi, nelle manovre correnti sia tutto iperdimensionato. Considera che un Dyneema da sei rompe tra i tre e i quattromila kg, per romperne uno da otto ne servono sette-ottomila a seconda di quello che prendi e non allungano nemmeno. Per una normale base randa forse basterebbe anche un quattro per cui anche io sceglierei il diametro in funzione di come vuoi sentirlo tra le mani.