I Forum di Amici della Vela

Versione completa: Linea 220 volante
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Per lavoro devo rimanere fuori casa almeno 2 notti a settimana. Invece di andare in albergo dormo in barca(è più vicina al posto di lavoro che a casa). Il problema è il riscaldamento in inverno. Visto che non ci navigo uso due radiatori a olio e mi ci trovo benissimo. Però mi serve il vostro aiuto per un dubbio sull'alimentazione. Ovviamente uso la corrente dalla colonnina e con una linea autonoma dall'impianto della barca. Quest'anno vorrei mettere un timer per pilotare l'accensione con qualche ora di anticipo sul mio arrivo e ho il timore che lasciare tutto collegato mentre non c'è nessuno in barca possa essere pericoloso. Ho riletto tutta la discussione sul riscaldamento in barca ma non sono riuscito a trarne una conclusione definitiva. Secondo voi posso andare tranquillo? O posso/devo cambiare qualcosa? Avevo pensato a una cosa simile al salvavita di casa ma non so se è giusto, nè in quale punto dell'impianto posizionarlo.
Conto su di voi.
Ti procuri il timer e la linea elettrica...

poi passi nella tua citta' da un service che noleggia luci per spettacoli e gli chiedi due dritte su come rendere tutto stagno...
Il non lasciare stufette accese a barca incustodita è una regola, normalmente prevista anche dal regolamento del gestore del posto barca. Quindi va da se tutte le conseguenze legali e assicurative a cui ti esponi.

Non ho dubbi, i pochi minuti di caldo che guadagni non valgono il rischio.
Io non lascerei la 220v collegata in mia assenza, tanto piu' per alimentare delle stufe...

consiglio economico... ti prendi un termoventilatore tipo scaldobagno, appena arrivi attacchi quello a tutta potenza e porti velocemente la barca in temperatura, quindi lo sostituisci con le stufette ad olio.

Wink
Citazione:alx ha scritto:
Io non lascerei la 220v collegata in mia assenza, tanto piu' per alimentare delle stufe...

consiglio economico... ti prendi un termoventilatore tipo scaldobagno, appena arrivi attacchi quello a tutta potenza e porti velocemente la barca in temperatura, quindi lo sostituisci con le stufette ad olio.

Wink

volevo scrivere la stessa cosa!
Ho trovato un grosso vantaggio in inverno con la moquette, sotto a quella si potrebbero mettere dei pannelli elettrici calpestabili.
Anch' io non lascio mai la barca attaccata alla colonnina se non c'e' nessuno a bordo.
Citazione:alx ha scritto:
Io non lascerei la 220v collegata in mia assenza, tanto piu' per alimentare delle stufe...

consiglio economico... ti prendi un termoventilatore tipo scaldobagno, appena arrivi attacchi quello a tutta potenza e porti velocemente la barca in temperatura, quindi lo sostituisci con le stufette ad olio.

Wink

Concordo
io mi comporto esattamente così, una stufetta a ventola per il primo 'colpo' e poi radiatore ad olio per mantenere.

Mi associo a tutti gli altri, non lascerei mai la 220 attaccata in mia assenza, men che meno con una stufa accesa!
La colonnina della banchina ha, in genere, un termico che la stacca in caso di corto. Così la barca, attraverso il cui impianto io passerei. Sarebbe opportuno avere sulla linea AC anche un isolatore galvanico per evitare corrosioni indotte da impianti non ben fatti. Io non lascerei accesa una stufa con parti in movimento (ventole), ma un radiatore ad olio lo lascerei, anzi l'ho già lasciato. Ovviamente se il marina è d'accordo. Saluti. Enio
Citazione:spooky ha scritto:
Citazione:alx ha scritto:
Io non lascerei la 220v collegata in mia assenza, tanto piu' per alimentare delle stufe...

consiglio economico... ti prendi un termoventilatore tipo scaldobagno, appena arrivi attacchi quello a tutta potenza e porti velocemente la barca in temperatura, quindi lo sostituisci con le stufette ad olio.

Wink

volevo scrivere la stessa cosa!
Anch'io.
Un caldobagno di quelli che si usano quando hai i bimbi piccoli per riscaldare i bagni.
I 20 secondi hai una temperatura tropicale.
Citazione:enio rossi ha scritto:
La colonnina della banchina ha, in genere, un termico che la stacca in caso di corto. Così la barca, attraverso il cui impianto io passerei. Sarebbe opportuno avere sulla linea AC anche un isolatore galvanico per evitare corrosioni indotte da impianti non ben fatti. Io non lascerei accesa una stufa con parti in movimento (ventole), ma un radiatore ad olio lo lascerei, anzi l'ho già lasciato. Ovviamente se il marina è d'accordo. Saluti. Enio

Spero vivamente di non finire mai ormeggiato vicino a te!!!
Citazione:alx ha scritto:
Io non lascerei la 220v collegata in mia assenza, tanto piu' per alimentare delle stufe...

consiglio economico... ti prendi un termoventilatore tipo scaldobagno, appena arrivi attacchi quello a tutta potenza e porti velocemente la barca in temperatura, quindi lo sostituisci con le stufette ad olio.
perfetto!
in alternativa una linea diretta dedicata sotto protezione del termico della colonnina..
eviti tutta l'impiantistica della barca ed è sicuro.
vorrei spendere una parola sulla corrente sempre in tensione.
ma quando siete in vacanza con pannelli fotovoltaici in funzione,
frigo in funzione(12hdie in tensione),caricatelefonopc in funzione
e ve ne andate a fare il bagno o al ristorante?
o staccate tutto fino al vostro ritorno?42
dite,dite.
Vedo solo la differenza fra 100-150W al massimo assorbiti a 12V e i 2000W o piu' assorbiti dalla rete e le differenze ovvie di isolamento necessarie nei due cablaggi (siamo in ambiente umido). Queste sole differenze a me bastano per decidere il comportamento.
Citazione:IanSolo ha scritto:
Vedo solo la differenza fra 100-150W al massimo assorbiti a 12V e i 2000W o piu' assorbiti dalla rete e le differenze ovvie di isolamento necessarie nei due cablaggi (siamo in ambiente umido). Queste sole differenze a me bastano per decidere il comportamento.
giusto ma nel caso di 2000W i cavi saranno adeguati.o almeno dovrebbero.
Citazione:andros ha scritto:
.....quando siete in vacanza con pannelli fotovoltaici in funzione,frigo in funzione(12hdie in tensione),caricatelefonopc in funzione e ve ne andate a fare il bagno o al ristorante?
o staccate tutto fino al vostro ritorno?42
dite,dite.

il ragionamento è identico: sicuramente non lascerei acceso il gruppo elettrogeno con la stufetta attaccata.
Io sarei un pò più tranquillo collegando la 220v all'impianto della barca e non volante!
Se l'impianto è stato fatto seriamente avrà di suo il salvavita e i cavi di giusto dimensionamento (sul mio Oceanis 411 vedo che è fatto in questo modo). Però l'idea di avere le stufe accese senza nessuno a bordo non mi farebbe comunque stare tranquillo... Oltretutto quelle volte che d'inverno ho dormito a bordo ho notato che con due stufe ad olio l'ambiente si riscaldava in poco tempo, perciò eviterei.
Scusate l'intromissione ma, paradossalmente, l'intensità di corrente tra 150W a 12v e 2000W a 220v e' quasi identica in quanto P = V x I cioè: Potenza (W) e' uguale a Tensione x corrente. I rischi pertanto sono identici. Saluti.
I rischi non sono identici perche' le sezioni dei cavi non sono identiche : sono molto maggiori a 12V che a 220V perche' a bassa tensione ci si attende appunto che si possano anche avere correnti molto elevate, sono inoltre ulteriormente maggiorate per evitare cadute di tensione che disperderebbero inutilmente della potenza (a pari caduta di tensione la potenza persa a 12V e' percentualmente molto piu' che a 220V e basta un banale calcolo per rendersene conto).
Norme CEI 64-8. Ma vedo che sei convito delle tue idee quindi non insisto.
Non e' questione di idee, apri il quadro elettrico e misura la sezione dei cavi, ti renderai conto che quelli a bassa tensione sono piuttosto abbondantemente dimensionati per le ragioni che ho esposto (in particolare per via del problema della caduta di tensione che a 12V e' meno tollerabile che a 220V il rame e' di sezione maggiore di quanto richiesto dalle le norme) e a pari corrente danno quindi minore probabilita' di rischio d'incendio. Le sezioni quasi 'limite' le troverai in qualche raro caso nei collegamenti ai dispositivi 'energivori' quali salpaancore o elica di prua dove l'installatore ha voluto risparmiare all'osso e ha utilizzato cavi di sezione prescritta o solo poco al di sopra, in tali casi (lo leggiamo anche in questo Forum) si lamentano problemi di scarsa potenza erogata o altri guai.
Le norme le conosco bene, non mi serve un riferimento (fui anche membro CEI per qualche anno) puo' risultare comunque utile ad altri.
Al di la' di ogni ragionamento tecnico ci si puo' chiedere perche' le compagnie di assicurazione offrono una riduzione a quei marina che inseriscono nel loro regolamento il divieto di lasciar collegato il cavo di rete in assenza di adeguato controllo a bordo (inteso come frequenza di presenza di qualcuno), che sia perche' hanno qualche dato statistico sui sinistri che ne derivano ? E come mai degli apparati a bassa tensione di bordo non fanno nemmeno menzione ?
(Per dovere di cronaca io scollego sempre tutto quando lascio la barca, sia la rete sia le batterie, rimangono collegati solo i pannelli solari per compensazione dell'autoscarica)
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