10-11-2013, 16:23
10-11-2013, 21:44
In effetti non hanno fatto altro che impregnare una pelle di fibra di carbonio, su dei fogli di materiale distaccante (quello giallo)
Il problema del pre-peg però non è la sua realizzazione, ma il suo stivaggio in un ambiente che non dia alla resina la possibilità di polimerizzare, quindi in ambiente freddo e controllato.
Tutto questo a mio avviso ne pregiudica enormemente la sua commercializzazione, unito al fatto poi che il tutto ha una sua scadenza per essere utilizato.
Il problema del pre-peg però non è la sua realizzazione, ma il suo stivaggio in un ambiente che non dia alla resina la possibilità di polimerizzare, quindi in ambiente freddo e controllato.
Tutto questo a mio avviso ne pregiudica enormemente la sua commercializzazione, unito al fatto poi che il tutto ha una sua scadenza per essere utilizato.
10-11-2013, 23:02
esatto, appunto per il difficile acquisto mi pareva una genialata farselo in casa; e non necessariamente per stoccarlo in qualche cella o freezer a pozzetto: anche dovendo utilizzarlo subito mi pare cosa furba stendere la resina su una superficie piana che consenta un impregnaggio omogeneo e con la quantità esatta di resina anzichè pastrocchiare in opera con pennelli, fibra che si separa, scolature e accidenti vari.
l'uovo di colombo!
l'uovo di colombo!
10-11-2013, 23:46
Uovo di Colombo sino ad un certo punto. Sollevare del tessuto appena impregnato è un'impresa : i fili tendono a separarsi e tende ad attaccarsi su qualsiasi superficie liscia. Al contrario quando viene tirato fuori dal frigo, proprio perchè ancora freddo, ció non accade.
Per non parlare del fatto che quando inserisci il tessuto su uno stampo hai la necessitá di adattare la trama alle superfici curve e questo avviene grazie all'uso del pennello che mentre bagna di resina, spinge il tessuto adattandolo alle forme. Lo stesso accade utilizzando la tecnica del vuoto con il prepeg.
Per non parlare del fatto che quando inserisci il tessuto su uno stampo hai la necessitá di adattare la trama alle superfici curve e questo avviene grazie all'uso del pennello che mentre bagna di resina, spinge il tessuto adattandolo alle forme. Lo stesso accade utilizzando la tecnica del vuoto con il prepeg.
11-11-2013, 03:39
Ma a che temperatura vanno conservati i fogli? Non potrei farmi della resina 'fredda', resinare su superficie piana e poi usare questo finto prepreg?
11-11-2013, 03:56
Secondo me (per i nostri lavori) conviene laminare con il metodo tradizionale, per i motivi che ha spiegato Mario nel post sopra.
Il pre-peg, rimane abbastanza rigido da lavorare e per applicarlo su uno stampo con curvature accentuate, necessita obbligatoriamente di una pompa per sottovuoto, con tutti gli ammenicoli vari che ci girano intorno...vedi peel-ply, microforato, feltro, sacco ecc.ecc.
Il pre-peg, rimane abbastanza rigido da lavorare e per applicarlo su uno stampo con curvature accentuate, necessita obbligatoriamente di una pompa per sottovuoto, con tutti gli ammenicoli vari che ci girano intorno...vedi peel-ply, microforato, feltro, sacco ecc.ecc.
23-12-2013, 20:57
mammma mia ma che sette mentali...
16-01-2014, 05:25
fatemi capire: questo preimpregna la stuoia di epossidica catalizzata in mezzo a 2 fogli di plastica e poi la mette in frigorifero?... e non parte?... ma per quanto non parte?
16-01-2014, 07:37
Per parecchio tempo, ma la temperatura deve essere sotto controllo. Non credo vada bene il frigo di casa!!
16-01-2014, 15:50
lavoro quotidianamente con prepreg e non: [u]si usano due resine differenti![u]
quella per prepreg è più densa a t ambiente, per questo il pp si maneggia bene e non appiccica troppo, poi però va 'cotto' a temp. che variano a seconda del tipo tra 70 e 150 c°. conclusione:
per ogni lavoro c'è una soluzione più comoda (compresa quella in esempio), tutte sono valide solo questione di prove ed esperienza. a - 23 c° una resina (catalizzata) con pot-life di 1 h dura qualche mese, [u]una con p.l. di 20 min non dura[u] buona epossidica a tutti!
quella per prepreg è più densa a t ambiente, per questo il pp si maneggia bene e non appiccica troppo, poi però va 'cotto' a temp. che variano a seconda del tipo tra 70 e 150 c°. conclusione:
per ogni lavoro c'è una soluzione più comoda (compresa quella in esempio), tutte sono valide solo questione di prove ed esperienza. a - 23 c° una resina (catalizzata) con pot-life di 1 h dura qualche mese, [u]una con p.l. di 20 min non dura[u] buona epossidica a tutti!
16-01-2014, 15:52
Dipende che tipo di resina si sta utilizzando, può essere sufficiente 0 °C o oltre -10 °C
oops robertobaffigo mi ha anticipato di poco e in modo più dettagliato
oops robertobaffigo mi ha anticipato di poco e in modo più dettagliato
16-01-2014, 16:43
E' pazzesco vedere come lavorano con epossidica questi signori senza protezione per la respirazione e anche senza guanti, solo a vederli mi sento male per loro. Se c'è una cosa che mi frena quando devo fare un lavoretto con epossidica è la sua alta tossicità soprattutto da parte del catalizzatore che è micidiale. Quando pago un artigiano che fa questi lavori per me la prima voce di spesa è la sua salute poi conto anche le ore di lavoro ed il materiale usato