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Versione completa: regolatori di carica in parallelo
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Ciao a Tutti,

dovendo installare un secondo pannello solare con suo regolatore di carica, mi chiedevo se potrò collegare i fili in uscita del nuovo secondo regolatore di carica direttamente all'uscita del primo regolatore in modo da non dover passare nuovamente altri fili che vanno fino alle batterie ma sfuttare in questo modo la linea già esistente.
Praticamente mettere in parallelo i due regolatori solo sull'uscita.
Si può fare?
Spero di essere stato chiaro...Blush
Ciao,
dal punto di vista elettrico cambia solo il 'nodo' quindi è la stessa cosa,puoi collegarti all'uscita del regolatore.
Salve Flab, verifica solamente che il cavo che dalla congiunzione va alle batterie sia sufficientemente grosso per la somma degli Ah che escono dai due regolatori. Ma mi sa che è inutile, tanto non produrranno tanto!!!!!!!
Sempre che non siano regolatori intelligenti...
Salve Ghibli4, cosa intendi dire con 'basta.....'. Perché in tal caso ci possono essere problemi? Di che genere? Mi interessa molto perché sto per farlo anch'io.
Esistono dei regolatori che non erogano semplicemente corrente, ma verificano tramite la lettura della tensione della batteria il suo stato per massimizzare la carica.
Se metti due regolatori in parallelo loro leggono la carica non della batteria, bensi la tensione del secondo regolatore.

Quasi tutti i regolatori nuovi inoltre verificano lo stato di carica della batteria e non erogano se queste sono cariche....ammetto che non so se questa verifica viene fatta per tensione o corrente.
Nel primo caso ovviamente di nuovo la connesione parallela sarebbe da evitare.

Ma perchè non collegate invece i pannelli in parallelo? Eventualmente cambiando il regolatore con uno più potente?

Attenzione solo che i pannelli abbiano i diodi di protezione in questo caso. Con mi pare Iansolo avevo avuto una discussione al riguardo, io ritenevo non necessari perché già presenti nella scatola di giunzione, lui riteneva di no. Voi fatevi la vostra opinione Big Grin
Il primo regolatore 10a (max potenza per pannello da 140w) non è sufficiente per i due pannelli che sommerebbero 200w, da qui la necessità del secondo regolatore di carica.
Comunque non mi è chiara una cosa e cioè, se comunque i cavi in uscita vanno direttamente alle batterie e sui terminali di esse sono collegati gli altri cavi del primo regolatore, cosa cambierebbe sul mio primo quesito e cioè unirli già dall'uscita del primo?
salve, sono ancora io. Ho esaminato già l'ipotesi di mettere in parallelo i pannelli, però se uno dei due pannelli va in ombra credo impedisca di caricare anche al secondo. Quindi???? Peraltro anche l'osservazione di Flab mi sembra sensata.
Citazione:Flab ha scritto:
Il primo regolatore 10a (max potenza per pannello da 140w) non è sufficiente per i due pannelli che sommerebbero 200w, da qui la necessità del secondo regolatore di carica.
Comunque non mi è chiara una cosa e cioè, se comunque i cavi in uscita vanno direttamente alle batterie e sui terminali di esse sono collegati gli altri cavi del primo regolatore, cosa cambierebbe sul mio primo quesito e cioè unirli già dall'uscita del primo?

Nulla sempre parallelo di regolatore sarebbe. Per toglierti il dubbio chiedi al fornitore di regolatori.

Circa l'altra domanda se i due pannelli sono protetti da diodi, anche se uno va in ombra l'altro lavora senza problemi.
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Se metti due regolatori in parallelo loro leggono la carica non della batteria, bensi la tensione del secondo regolatore.
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Questo puo' essere vero solo nel caso vi fosse una resistenza (cavi sottili e molto lunghi) fra il punto di giunzione e il banco batterie, se la resistenza e' tanto bassa da potersi considerare nulla (esempio portando i cavi di ciascun regolatore a congiungersi nei pressi o sul banco batterie) la tensione rilevata e' certamente solo e solamente quella (vera) che la batteria ha in quel momento, non puo' essere diversamente (Leggi di Kirchhoff).
Per questa ragione e' consigliabile portare tutte le sorgenti di carica a congiungersi in una morsettiera accanto alle batterie (e' una regola classica mai detta ma usuale pratica nei sistemi professionali), tutti gli altri metodi di collegamento possono soffrire di reciproca interferenza: non si creano guai ma si perde parte o molta della possibilita' di usufruire dell'energia prodotta.
facciamo le seguenti considerazioni:
- i regolatori hanno una tensione di regolazione in uscita stabilizzata, ma difficilmente
sono perfettamente uguali, per cui non sarà possibile ripartire il carico in eguale misura,
anche se i pannelli sono uguali ed egualmente illuminati.
- il risultato è che l'uscita di un regolatore influenza l'altro, ossia che uno potrebbe
lavorare a pieno carico mentre l'altro è scarico, o meglio il carico viene ripartito in maniera casuale.
infatti nei generatori in parallelo la regolazione è ben più complessa di una semplice verifica della tensione d'uscita, ma c'è un regolatore unico che ripartisce e il carico tra i vari generatori.
- in pratica, se un regolatore ha una soglia di taratura anche leggermente più alta dell'altro
impedisce a quest'ultimo di dare carica anche se lui è in ombra e l'altro in piena luce.

conclusioni: conviene collegare in parallelo (tramite diodi) i pannelli ed utilizzare un unico
regolatore più potente.
E se uno ha pannelli di differenti potenze e voltaggi?
Le vostre considerazioni mi sembrano tutte corrette.
Domani provo a chiamare il responsabile tecnico della Western Co e vi tengo informati.
Grazie comunque a tutti.
Citazione:Flab ha scritto:
Le vostre considerazioni mi sembrano tutte corrette.
Ma si...1+1=2 oppure =3 ma anche 4 TUTTE corrette
Big GrinBig GrinBig GrinBig GrinBig Grin
Citazione:IanSolo ha scritto:

Questo puo' essere vero solo nel caso vi fosse una resistenza (cavi sottili e molto lunghi) fra il punto di giunzione e il banco batterie, se la resistenza e' tanto bassa da potersi considerare nulla (esempio portando i cavi di ciascun regolatore a congiungersi nei pressi o sul banco batterie) la tensione rilevata e' certamente solo e solamente quella (vera) che la batteria ha in quel momento, non puo' essere diversamente (Leggi di Kirchhoff).
Per questa ragione e' consigliabile portare tutte le sorgenti di carica a congiungersi in una morsettiera accanto alle batterie (e' una regola classica mai detta ma usuale pratica nei sistemi professionali), tutti gli altri metodi di collegamento possono soffrire di reciproca interferenza: non si creano guai ma si perde parte o molta della possibilita' di usufruire dell'energia prodotta.
Per IanSolo:
... in una morsettiera accanto alle batterie ...

... oppure in una morsettiera collegata anche distante dalla batteria ma con cavi di diametro e qualità sufficiente da poter considerare la resistenza (quasi) uguale a zero?
Con le correnti (basse) in gioco non dovrebbe essere la stessa cosa?
Lo chiedo perché ho l'eolico già collegato con cavi 'robusti' su un rollbar a poppa e mi piacerebbe poter collegare un solare col suo regolatore direttamente a poppa in parallelo
Numericamente:
cavo di 10 mmq
300W (magari!)
lunghezza cavo 10m

Mi viene spannometricamente 0,8 V di caduta. E' tollerabile ?
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- i regolatori hanno una tensione di regolazione in uscita stabilizzata, ma difficilmente sono perfettamente uguali, per cui non sarà possibile ripartire il carico in eguale misura, anche se i pannelli sono uguali ed egualmente illuminati.
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Questo e' vero solo al raggiungimento del livello di fine carica quando i regolatori operano a tensione costante, nelle fasi precedenti i regolatori lavorano di corrente e la tensione non ha alcuna rilevanza.


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- il risultato è che l'uscita di un regolatore influenza l'altro, ossia che uno potrebbe lavorare a pieno carico mentre l'altro è scarico, o meglio il carico viene ripartito in maniera casuale.
infatti nei generatori in parallelo la regolazione è ben più complessa di una semplice verifica della tensione d'uscita, ma c'è un regolatore unico che ripartisce e il carico tra i vari generatori.
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Trattandosi di somma di correnti non c'e' alcuna influenza reciproca se non nella determinazione del livello di fine carica che puo' essere influenzato (anticipato) a causa delle differenze di tensione cui si fa cenno ma va considerato che se e' considerato accettabile il comportamento del regolatore 'meno efficente' quando usato da solo deve essere altrettanto accettabile che l'insieme dei regolatori limiti la carica al valore da questo previsto.


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- in pratica, se un regolatore ha una soglia di taratura anche leggermente più alta dell'altro impedisce a quest'ultimo di dare carica anche se lui è in ombra e l'altro in piena luce.
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Valgono le stesse considerazioni soprariportate. Nella pratica la mia installazione (gia' lo raccontai in altra discussione) vede ben tre regolatori operare in parallelo, di questi uno di tipo piuttosto rozzo e due con ciclo a tre stadi, le misure dimostrano che non c'e' alcun impedimento ad operare e le correnti tranquillamente si sommano.


Se vogliamo considerare la cosa da un altro punto di vista possiamo osservare che un regolatore ha motivo di cessare la sua funzione interrompendo la corrente solo (per questo e' costruito) quando la batteria ha raggiunto la piena carica che e' dimostrata dalla tensione che si sviluppa ai suoi morsetti, ora che la piena carica sia stata fornita da lui stesso o da altra fonte e' perfettamente equivalente perche' e' comunque stata raggiunto il livello desiderato ed e' assolutamente corretto che il regolatore interrompa la corrente.
Non e' possibile ipotizzare una situazione in cui ai morsetti di un caricatore vi sia una tensione diversa da quella misurabile ai terminali della batteria da questo mantenuta in carica, non si puo' quindi affermare che piu' regolatori parallelati ai morsetti della stessa batteria possano avere o esprimere tensioni diverse.

Tutte queste mie considerazioni ovviamente non tengono conto delle minime differenze che ragionando finemente in effetti ci possono essere, ma nella pratica corrente che la piena carica venga raggiunta con qualche frazione percentuale in meno del massimo possibile non cambia nulla e chi volesse anche quella piccola carica puo' benissimo scegliersi un regolatore unico di adatta potenza ma perdera' il vantaggio (io lo ritengo importante) di avere comunque parte dell'impianto attivo anche in caso di guasto di uno dei regolatori.


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... oppure in una morsettiera collegata anche distante dalla batteria ma con cavi di diametro e qualità sufficiente da poter considerare la resistenza uguale a zero?
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Se la resistenza (e la caduta di tensione che ne consegue) e' tanto bassa da potersi considerare nulla e' come se i cavi non ci fossero.
Sulle ovvieta' (e sugli 'strafalcioni') non commento ma 'sta leggenda urbana dei diodi mi
sembra dura a morire!!!
I diodi 'di blocco' per il parallelo di due pannelli con lo stesso numero di celle NON
SERVONO e sottraggono circa 0,4W per Ampere erogato da ciascun pannello.
Chi,tra quelli che affermano della assoluta necessita' di mettere un diodo su ogni pannello,
ha mai misurato quanti mA (si...milliampere) passano tra un pannello al sole e l'altro
in ombra ??
Fate la misura,bastano un tester e due pannelli...dopodiche' fate il conto di quanta energia
si dissipa sul pannello in ombra e confrontatela con le perdite (molto maggiori) che si
avrebbero con l'uso dei diodi.
Durante la notte,ad impedire anche il minimo passaggio di corrente dalla batteria ai
pannelli ci pensa il regolatore.
I diodi di 'by pass' sono un altra cosa e hanno un loro scopo e sopratutto NON dissipano energia in modo apprezzabile

P.S. nel normale utilizzo,con i due pannelli in parallelo collegati ad un utilizzatore senza alcun diodo,per quanto in ombra sia uno dei due pannelli NON assorbira' mai energia ma continuera' a produrla seppur in quantita' ridottissima
Iansolo for President!
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Citazione:IanSolo ha scritto:
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- i regolatori hanno una tensione di regolazione in uscita stabilizzata, ma difficilmente sono perfettamente uguali, per cui non sarà possibile ripartire il carico in eguale misura, anche se i pannelli sono uguali ed egualmente illuminati.
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Questo e' vero solo al raggiungimento del livello di fine carica quando i regolatori operano a tensione costante, nelle fasi precedenti i regolatori lavorano di corrente e la tensione non ha alcuna rilevanza.

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tutto il ragionamento successivo vale se questo è vero, ma nei regolatori di basso costo montati per pannelli solari la regolazione consiste nella limitazione, e stabilizzazione, di tensione, mentre la corrente è limitata dalla capacità dei pannelli solari in verità molto esigua.

I think so..
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....nei regolatori di basso costo montati per pannelli solari la regolazione consiste nella limitazione, e stabilizzazione, di tensione, mentre la corrente è limitata dalla capacità dei pannelli solari in verità molto esigua.
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I regolatori di basso costo non stabilizzano la tensione (misurarne qualcuno per verificare) ma semplicemente agiscono da interruttore regolato da tensione e lasciano passare la corrente (quella di cui e' capace il pannello che, come giustamente osservato, e' esigua e non consente di lavorare in regime di ricarica a tensione costante come nel caso degli alternatori per auto) fintanto che viene raggiunta la tensione prevista alla quale banalmente aprono il circuito in attesa che venga raggiunta, a seguito della scarica, la tensione minima alla quale richiudono il circuito e il ciclo si ripete.
Tanto piu' e' semplice il regolatore tanto piu' e' vero che la ricarica e' operata in corrente (non ho detto che sia regolata ne' costante, e' solo quella che puo' dare la sorgente di energia poca o tanta che sia) e non in tensione qualunque cosa sia stato scritto sul foglietto che lo accompagna (e' fin troppo facile verificarlo).
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