Leggo solo ora e porto il mio grezzo contributo, se serve.
L’argomento passa scafi, già ampiamente trattato in varie altre discussioni, è interessante sia per gli oggetti in se, sia per tutto quello che ci va dietro e sia perché sono uno dei punti deboli per la sicurezza della barca; ma una riguardata superficiale all’argomento, come premessa a due parole sulle pompe di sentina, non guasta.
In linea generale e per riguardo alla sicurezza, i passa scafi (prese a mare) dovrebbero essere di ottima qualità e installati strabene, con rinforzo interno resinato, foro giusto, sigillati a dovere, eccetera.
Sui materiali non c’è molto da dire: o bronzo marino o Nylon caricato e le valvole saranno di conseguenza; gli altri materiali hanno più difetti che pregi.
I passascafo vanno posizionati in due maniere differenti: se in aspirazione il più in basso possibile, badando che restino coperti anche a barca sbandata; se in scarico, il più in alto possibile, compatibilmente con ciò che si scarica (cesso).
Quelli in aspirazione sarebbe bene che fossero anche protetti esternamente da terminali grigliati, per evitare (limitare di molto) l’intasamento dovuto a sacchetti, alghe e cose simili.
Gli scarichi delle pompe di sentina è tassativo che siano sopra il galleggiamento, non fosse altro per evitare un accidentale effetto sifone, con buona pace delle colature da pulire spesso, che sono meglio dell’affondamento.
Si aggiunga che gli scarichi delle pompe dedicate alla ghiotta e/o alla sentina del motore, e quelli che possono scaricare morchie oleose o gasolio (se ci sono), sarebbe bene che confluissero in un serbatoio dedicato, per poi essere smaltiti, o in mancanza di questo, che avessero un separatore acqua/oli prima della pompa (quasi fantascienza nelle barche di taglia “umana”).
Da ultimo, dove è possibile, è bene cercare di usare una presa a mare per più servizi, limitando i buchi nello scafo.
Le valvole che vanno dietro le prese amare, anch’esse di ottima qualità e compatibili con il materiale del passascafo, ben dimensionate e messe anch’esse strabene, vanno sigillate solo con teflon o con canapa e pasta, a seconda del materiale, e non con paste sigillanti e/o adesive, questo per evitare di strappare o muovere il passascafo se fosse necessario sostituire la valvola; a questo proposito, sarebbe il massimo se si riuscissero a ricavare nel collo del passascafo un paio di guance lavorate sulle quali inserire una chiave in modo da bloccarlo prima di svitare la valvola, non essendo adatto a questo il dado di ritenuta (alcuni passascafo hanno già una sede lavorata per questo uso).
E’ pur vero che all’interno del passascafo ci sono due riscontri fatti apposta per bloccarne il corpo dall’esterno ma specie se si deve operare da soli, o con la barca in acqua (può capitare), è bene predisporre le cose in modo da avere una minima probabilità di riuscita.
Bene sarebbe proteggere elettricamente passa scafi e valvole in metallo, ma questo è un discorso un po’ più lungo che esula dall’idraulica.
Due parole sulla sicurezza dei buchi nello scafo.
Di fianco ad ogni passascafo e legati con fascetta o spago, devono essere messi i due relativi tappi, in legno dolce (ma dolce davvero, non di faggio), o in sughero, o in gomma morbida: uno del diametro del buco nello scafo, uno del diametro interno della valvola; vanno legati perché hanno il vizio di andare a passeggio per la barca e nascondersi nei posti più impensabili.
Legata insieme ai tappi, una matassina di filo inox morbido da un millimetro, potrebbe servire per tenerli in sede se, malauguratamente, dovessero diventare operativi.
Stucco da vetrai, mastici a due componenti, sigillanti di vario tipo, sono benvenuti a bordo, se ben stivati in un posto ben accessibile e noto a tutti.
E questo per i buchi che conosciamo; per i buchi che potremmo incontrare per mare (cassoni, container, tronchi e cose varie), ci sono due soluzioni: agire dall’esterno facendo passare un telo impermeabile con occhielli e cavi ben lunghi e già armati, o un fiocco (sempre con cavetti già allegati e/o nello stesso sacco); oppure agire (anche) dall’interno, con materassi, cuscini, coperte e cose varie, tenute in loco da paglioli, remi del canotto, mezzo marinaio, ante strappate dagli stipetti e cose varie.
Detta e/o letta sembra una cosa complicata ma non lo è, semmai è complicata la situazione se serve usare queste cose, ma con calma e avendo provato prima la manovra di far passare il telo prua/poppa con i cavi dalle due bande della barca, e tenendo sempre tutto in chiaro e facilmente raggiungibile, riesce in fretta e bene.
Il più delle volte basta questo e la barca è salva e navigante, perché la sola pressione dell’acqua tiene ragionevolmente a posto il telo nella falla.
Nello stivare tutto il materiale di sicurezza, bisogna però ricordarsi che: perdere dieci minuti per tirare fuori il canotto o le pinne non è grave, perdere un minuto per tirare fuori il telo e ciò che serve, quando serve, è gravissimo.
Le pompe di sentina, in generale più ce ne sono meglio è, considerando che se sono a mano ci vogliono tante braccia robuste, e se sono elettriche ci vogliono tante batterie robuste.
Si potrebbe fare una prima divisione tra l’emergenza e l’uso comune, ma in genere nelle nostre barche a misura d’uomo, le stesse attrezzature servono in entrambi i casi.
La pompa trascinata meccanicamente dal motore la escluderei perché è ragionevole solo su barche di una certa stazza.
E’ utile, semplice e vale sempre la pena di farlo, attrezzare per l’esaurimento della sentina la pompa del circuito primario di raffreddamento del motore, la quale, se è vero che pompa poco, pompa sempre e senza fatica; in più pompa anche se le batterie, che facilmente sono più in basso del motore, sono a bagno, purché giri ancora il motore.
Come far girare il motore (Diesel) anche se è a mollo, è un argomento interessante ma esula da questo discorso.
Naturalmente l’impianto va fatto in un certo modo: sull’ingresso dell’acqua di mare del filtro va montato un TE con una valvola, dalla quale parte il pescante della sentina, dall’altro ramo del TE parte il tubo che arriva alla valvola della presa a mare.
La valvola del pescante di sentina, deve essere ben accessibile e pitturata di colore evidente, non deve essere mai bloccata o legata e al termine del tubo spiralato che pesca in sentina ci va una succhiarola generosa e di buona qualità.
La manovra di questo sistema, deve essere chiara e nota a tutti e sono necessarie opportune indicazioni, tipo i nomi scritti sui manettini delle valvole, un piccolo cartello con le istruzioni in loco e una chiara procedura scritta tenuta con le carte della barca.
Provare ogni tanto non guasta.
Come funziona: con un rapido passaggio da “chiusa la presa a mare del motore” a “aperta la valvola interna”; poi mentre il tutto gira, eventualmente regolare l’apertura delle due valvole, in modo che passi sempre la giusta quantità di acqua al motore (questo in caso di falla piccola ma continua).
Quando operante l’aspirazione dalla sentina, non va mai dimenticata e tenuta sempre d’occhio, per regolare il flusso dell’acqua necessario al raffreddamento del motore.
Servono poi altre pompe di sentina e sono anche previste dalle norme.
Almeno due manuali a membrana, una manovrabile dalla timoneria, una manovrabile dall’interno, entrambe con leva di azionamento il più lunga possibile e sistemate in modo di avere intorno un comodo spazio di manovra, considerando che, se servono, andranno manovrate anche per ore.
A valle delle pompe ci va una valvola di ritegno, ben dimensionata e seria, da cui parte il tubo pescante che è meglio se è corto, e che termina con una succhiarola di buona misura.
Per barche a più compartimenti, anche se solo parzialmente stagni (per esempio se le paratie sono parziali e non arrivano fino al ponte), andrebbero messe una pompa a mano e una elettrica per ogni scomparto.
Le pompe elettriche, sono comode, sicure ed efficienti, ma hanno un paio di grandi difetti: consumano parecchio e di questo va tenuto gran conto, e si portano appresso un impianto elettrico, che per vari motivi è spesso fonte di grattacapi.
Sono generalmente installate per uso “comune”, cioè per esaurire le normali quantità di acqua che si possono trovare in una barca, questo non esclude la loro utilità se l’acqua da esaurire esagera in quantità.
Come regola generale, va installata una valvola di ritegno subito a valle della pompa e una succhiarola sul pescante, più sono corte le tubolature e meglio è, l’impianto elettrico va fatto come si deve considerando assorbimento e spunto, e si deve tener conto di portata e prevalenza per garantirne l’efficienza.
Per portata e prevalenza qualche spiegazione c’è al link
http://forum.amicidellavela.it/showthread.php?tid=94284
Va anche tenuto presente che per aspirare gasolio e olio devono essere antideflagranti, ed anche il loro motore e l’impiantino bordo macchina.
Va anche tenuto presente che non tutti i motori sono stagni, per questo un accorgimento che ne allunga la vita è quello di montarle sempre col motore verso l’alto, in modo che se il premistoppa dovesse perder, i colaticci non vadano sul motore (questo vale anche per le autoclavi).
Di pompe elettriche ve ne sono di vario tipo, tutte con pregi e difetti, ideale quindi averne di diverso tipo, in modo che i difetti dell’una siano compensati dai pregi dell’altra.
Le pompe centrifughe, sono autoadescanti, di grande portata e silenziose; a grandi linee sono formate da una girante che ruotando in una sede aspira da una parte ed espelle dall’altra.
Escluderei quelle con la girante in neoprene (e materiali simili) perché se girano a secco (cosa facilissima) la girante immediatamente si distrugge, in compenso possono aspirare piccole impurità senza bloccarsi subito.
Vanno bene quelle con la girante di bronzo, che però hanno il difetto di bloccarsi anche solo per un piccolo frammento che s’incastri tra girante e corpo pompa; unico rimedio, sentina pulita e succhiarola seria.
Sono assimilabili alle pompe centrifughe anche quelle a immersione, comunemente appoggiate in sentina, con il carter e la girante di plastica, la girante è libera e non chiusa nel corpo pompa, ma protetta da una specie di griglia.
Queste pompe hanno una buona portata, riescono a girare anche con piccole impurità, ma si bloccano per i capelli in sospensione, e siccome dietro ai capelli in genere ci sono delle Signore, spessissimo belle, ciò è previsto e tollerato, infatti, si puliscono facilmente sollevandole.
Non sempre sono auto adescanti e spesso una bolla d’aria ne impedisce la gettata facendole girare a vuoto, ma è sufficiente sollevarle un po’ rovesciandole, far uscire la bolla d’aria e riprendono a funzionare.
Sono molto economiche e di semplice installazione, l’ideale per piccolissime sentine e/o anfratti reconditi.
Le migliori in assoluto (secondo me) sono le pompe a membrana: girano anche a secco, sono abbastanza efficienti, autoadescanti, possono pompare morchie e impurità anche grossolane e sono eterne, ma fanno un baccano dell’accidenti.
Dal punto di vista della sicurezza elettrica in caso di via d’acqua, una batteria posizionata in un punto alto, dove non arrivi subito l’acqua e dedicata solo alle pompe, fa una bella differenza; ci sono anche batterie stagne che possono funzionare immerse, e contenitori stagni.
Infilare una batteria in un bidone senza coperchio, la protegge fino a un buon livello di acqua, ma non sempre sono possibili soluzioni ottimali e ognuno si arrangia come sa e può.
Sempre per emergenza, una pompa centrifuga “volante” e di grande portata, con l’impianto elettrico fatto bene, con buone lunghezze di tubi armati in dotazione, il tutto stivato in un posto d’immediato accesso, risolve situazioni anche gravi.
Questa pompa può anche servire, mettendo il pescante a mare, in caso d’incendio, per lavare la barca o per interessanti giochi d’acqua.
Punto debole di ogni pompa elettrica è, appunto, l’impianto elettrico, che deve essere ben fatto e sempre efficiente, diversamente, secchi sassole e spugne sono alternative sempre valide.
Questo contenuto non e' visualizzabile da te Ospite. Se vuoi vederlo, REGISTRATI QUI .
Protezione esterna per prese in aspirazione.
Questo contenuto non e' visualizzabile da te Ospite. Se vuoi vederlo, REGISTRATI QUI .
TE su filtro acqua di mare del motore e valvola da cui parte il pescante per la sentina
Questo contenuto non e' visualizzabile da te Ospite. Se vuoi vederlo, REGISTRATI QUI .
Utilizzo multiplo delle prese a mare: qui lo scarico del lavandino è usato anche per l'aspirazione della pompa del cesso; questo permette anche, a valvola sul passascafo chiusa, di usare acqua dolce (anche quella già usata per lavarsi) per sciacquare la pompa del cesso.
Questo contenuto non e' visualizzabile da te Ospite. Se vuoi vederlo, REGISTRATI QUI .
Esempio di pompa a membrana istallata alta nella cala vele.