Leggendo l'ultimo post, nel quale si è fatto un cenno a Marea, bellissima barca di S&S, ho pensato di confrontare la sua carena con quella di Angelica III.
Le barche hanno dimensioni simili:
Angelica 18 mt x 4.23 x 2.73 (galleggiamento 15.65) 19.200 kg
Marea 18.56 x 4.35 x 2.74 (gall. 13.71) 23.700 kg
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La cosa che balza subito all'occhio sono i due metri in più al galleggiamento dello Sciarrelli.
E' sufficiente questo dato per dire che tra le due non c'è confronto?
Non basta un pianetto per confrontare le due carene, bisogna avere anche le sezioni e ci sono solo per l'Angelica.
Io però ho anche quelle degli S&S.
Le due barche hanno elementi in comune e molti elementi di differenza.
La lunghezza al galleggiamento è l'ultimo dei problemi, gli slanci sono molto diversi, se guardi bene la fondamentale differenza per gli slanci è data dal diverso disegno della poppa, lo slancio di prua non è cosi diverso.
In comune hanno delle sezioni di carena ambedue a V non ci sono zone piatte, tranne nella poppa dello S&S che infatti quando la velocita arriva vicino alla velocità critica diventa portante ed riduce di molto la differenza di lunghezza al galleggiamento e quindi di velocità teorica/critica
Le vere differenze stanno nel dislocamento e nella distribuzione dei volumi, quindi nel coefficiente prismatico che è sicuramente piuttosto diverso.
Lo S&S ha volumi più concentrati nella zona centrale e meno nelle estremità, con probabilmente una superficie bagnata minore, questo vuol dire un minore coefficiente prismatico e migliori prestazioni teoriche con venti leggeri.
Poi se guardi la prua dello S&S è più affilata mentre quella di Sciarrelli è più piena, la poppa di Sciarrelli ha piu volumi anche se relativamente stretta e senza fondo piatto, Sciarrelli non voleva che le sue barche partissero in planata.
Sempre per una questione di volumi distribuiti in senso longitudinale se tu guardi lo scafo di Angelica, tranne le estremità è tutto profondo uguale, mentre per lo S&S abbiamo sezioni a prua e poppa molto meno immerse rispetto alla sezione centrale
Qual'è l'effetto? per esempio che una barca di Sciarrelli di bolina stretta su onda corta beccheggia e cammina poco, se la allarghi di qualche grado si appoggia sulla V del fianco e parte.
In compenso in poppa e ai laschi con vento è molto stabile e facile da tenere e pur non planando come le barche piatte moderne, cammina come un treno.
Lo S&S è disegnato per la bolina stretta e per passare il maretto, passandoci attraverso senza fermarsi o becheggiare, di contro in poppa pur essendo veloce, la poppa diventa portante sull'onda, per la mancanza di volumi e il timone più vicino alla pinna è difficile da controllare con venti forti, problema che si accentua nei progetti immediatamente seguenti ancora piu forzati per le regole IOR.
E poi si può continuare con uleriori dettagli...
Lo so Paolo che ci vogliono le sezioni, ma io non le avevo ed ho ragionato pensando alle barche di Sthepens di quegli anni anche più piccole di cui ho qualche sezione, perchè non le pubblichi tu? E' vero che la lunghezza al gall. è dovuta quasi esclusivamente ad un disegno diverso della poppa, ma se tu la tronchi, rendendola simile ad Angelica hai una barca di 1.5 mt di meno ed il confronto non lo puoi più fare. Condivido tutto quello che dici, a parte il fatto che non mi sembra che lo S&S abbia meno superfice bagnata. Le tue considerazioni mi fanno pensare che la barca di Sciarrelli sia più versatile, nel senso che a parte la bolina stretta, per le altre andature sia da preferire. Secondo te chi delle due raggiunge prima la velocità critica?
Ed in quali condizioni di mare e di vento ,tenuto conto che vi sono 4,5 di tons di differenza (un quarto di Angelica) ? Mi sembra indispensabile , anche, il raffronto fra le rispettive superfici veliche. LeggerVi e' un piacere Mi prenoto con Pegaso affinché per il mio prossimo compleanno mi regali , altruisticamente , un dono simile a quello che si è fatto.
Credo siano paragoni da non fare, 'a priori'. Sciarrelli ha progettato delle bellissime ed elegantissime Bentley, che navigano molto bene. Stephens è Stephens.
No, secondo me è un confronto che può essere interessante.
Quello che mi colpisce che sono due barche molto diverse sia come epoca che come concetto, distribuzione dei volumi e dei pesi), modi di pensare dei progettisti (pesi prevalentemente al centro per S&S, più distribuiti e cercati pesi a poppa per Sciarrelli) eppure pur con le differenze di comportamento a vela insite nelle scelte progettuali sono due barche molto riuscite con prestazioni veliche mediamente ottime.
Per la bolina tosta con mare, non c'è paragone, tutta la vita i vecchi S&S inizio IOR, e parlo per esperienza ( ho armato uno swan 44), anche se poi questo si pagava in poppa con barche difficili da tenere, anche se veloci, infatti poi S&S lo capisce e sposterà il timone a poppa estrema ingrandendolo (vedi Swan 411) solo così si può controllare una barca con quella poppa stretta e scavata.
Alle andature larghe invece gli Sciarrelli sono molto veloci, pur non planando, quindi non confrontabili con barche da regata moderne, ma molto più facili da portare.
Fra le barche di Sciarrelli l'Angelica III è una delle barche che io chiamerei più equilibrate, in progetti per barche più piccole (sotto i 50') le idee di Sciarrelli portano, delle volte, a forzature con prue molto piene e barche non velocissime e con dei buchi nelle prestazioni.
Ma secondo voi, ragionando in termini di velocità, in una bolina larga, per esempio, i due metri in più al galleggiamento di Angelica III, la faranno andare più veloce o si annulla tutto il vantaggio grazie al fatto che Marea aumenta la lunghezza quando sbanda?
Preciso il mio pensiero, Sciarrelli ha sempre negato i condizionamenti delle regole di stazza, IOR in primis. Stephens E' lo IOR. Credo che questo dica tutto, non credo che Stephens sarebbe stato capace di progettare cruiser-racers al di fuori dei concetti IOR, così come Sciarrelli non sarebbe stato capace di progettare IOR (ma mi viene da pensare con cattiveria che non ha mai progettato IOR proprio perché non ne era capace).
Stephens ha progettato barche vincenti con tutte le regole di stazza possibili dai 6 mt agli 12 mt S.i.. Dagli scafi larghi con deriva mobile (che in verità non ha mai amato molto) delle regole di stazza americane C.C.A. Finisterre una delle sue barche più famose e vincenti, alla stazza inglese R.O.R.C. che privilegiava scafi stretti e profondi.
Poi, certo è stato uno dei promotori della stazza I.O.R che fu resa effettiva, dopo 2 anni di studio, nel 1970 e poi modificata nel 1972 come IOR mark II. Ma c'è il suo zampino anche nel reolamento IMS che porta al superamento dello IOR. Stephens inoltre non era solo ma ha sempre aggito in team, che nel corso degli anni si è via via sviluppato con pari sviluppo delle tecnologie al servizio della progettazione. Sciarrelli invece è sempre stato un isolato, un artista più che un tecnico, però questo non vuol dire che non sapesse disegnare barche vincenti secondo le regole di stazza in vigore al momento. La fama di Sciarrelli è nata con le barche da regata, disegnate secondo la stazza RORC che hanno vinto il capionato dell'Adriatico dal 1966 al 1970, poi nel 1971 l'ha vinto ancora con una barca nata secondo la stazza IOR, il famoso Astarte II. Poi ha abbandonato le barche da regate per sviluppare una sua tipologia svincolata dalle regole di stazza che ripeterà su varie lunghezze e in funzione dell'utilizzo da parte dell'armatore con varie varianti. Sono due mondi quanto più possibili distanti come approccio, metodo di lavoro, tecnologia che però, a maggior ragione, penso non sia sbagliato mettere a confronto per quanto riguarda il risultato finale.
Quello che scrivi è indubbiamente vero, ma, non so perché, a pelle, mi viene difficile accostare Sciarrelli (che, beninteso, ammiro) a Stephens; non so perché, ma mi viene più di accostarlo a Kim Holman, di cui si dice che non ha mai disegnato una barca brutta. Anche lui viveva e lavorava da solo, in Cornovaglia; sono ancora innamorato del Bowman 46, di rara eleganza.
Ricordo, dalla lettura del libro lo Yacht di Sciarrelli, la sua ammirazione per entrambi questi progettisti, per Holman in particolare scriveva: sono barche giuste, che si possono consigliare a chiunque, senza avere alcun rimorso.
Sono contento che le mie due ultime barche siano state un Gladiateur di Wauquiez (Holman and Pye) ed uno Swan 47 (S&S).
Con tutto il rispetto per Sciarrelli, per questi due specifici progetti del post, mi sembra di gran lunga superiore il criterio progettuale di Stephens. Ritengo fondamentale il centraggio dei pesi, nel caso di stephens il motore a centro barca piuttosto che l' invertitore a Z e l' elica troppo inclinata e troppo prossima allo skeg del timone di Sciarrelli. Altre cose da tenere in conto, che non riguardano i progetti stessi: la scelta dei cantieri, la capacità del progettista di seguire i lavori e la messa a punto velica della barca. Non ultima la considerazione che la clientela delle barche di Stephens e di Holman era per barche che avrebbero navigato in oceano.
Concordo sui giudizi su S&S, di quel periodo ne ho avute due L'alpa 12 70 e uno Swan 44, quindi sò di cosa parlo; e sono anch'io un grande ammiratore delle barche di Holman e Pye, come i progetti di S&S oltre ad essere veloci ed efficienti sono sempre belli, non per niente oggi ho un Wauquiez Pretorien, che come il Gladiateur è un loro progetto.
Ma lasciatemi avere un profondo rispetto anche per quel solitario misantropo che è stato Sciarrelli, pur essendo praticamente un autodidatta ci ha regalato, anche grazie alla maestria di Cantieri come Carlini, Sangermani, Crisman e Giraldi, Alto Adriatico delle barche veramente uniche e al 100% italiane.
Scusate ma io non volevo confrontare i due progettisti, che comunque, con tutte le differenze del caso, rimangono i miei preferiti. Io ho voluto solamente mettere a confronto due carene di dimensioni simili, anche se nate per scopi diversi e in tempi diversi. Non me ne vogliano i sostenitori del più blasonato Stephens, ma almeno in questo confronto, per una questione fortuita o magari per pura bravura
del progettista, secondo me la barca di Sciarrelli, a parte la bolina stretta, prevale in tutte le andature. Sarei molto curioso di confrontare le polari, ma non è difficile immaginare che una barca tutta tirata in lunghezza come l'Angelica sia più propensa
alla velocità.
Marea : 16,4 con 25 nodi (?)
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Angelica III 13 nodi con scirocco.. ( da un post di Berioska su adv)
Angelica III partecipò anche alla RI-CO-RI in una (o più) delle edizioni storiche (inizio anni '90): al proposito ricordo un commento di Sciarrelli (nell'ambito di una diatriba a proposito delle prestazioni degli ULDB -tema molto discusso sul finire degli anni '90) dove parlava appunto delle performance di Angelica durante la risalita verso Rimini con vento forte di scirocco: secondo Sciarrelli la velocità massima raggiunta era stata di 13 nodi ma i famosi ULDB (i libera dell'adriatico di quel tempo) sono stati comunque distaccati tutti a scapito delle prestazioni chiaccherate che questi invece paventavano. Come spesso per le barche di Sciarrelli, il commento è: una barca da signiori, o la si apprezza o è meglio ignorarla.
PS: Freya è un'altra barca stupenda che però non conosco. Se avete foto da pubblicare siete i benvenuti.
Ma voi credete ai marinai?
[:17][:17][:17][:17]
no...ma alle leggi della fisica si!
Ho navigato a lungo sul Marea, a parte che gli interni non sono piu' quelli del pianetto, ma sono stati ridisegnati proprio da Sciarrelli, e sembrano quelli, ma va', di Angelica, I numeri non sono cosi' sbagliati, ma il vento era apparente...