La chiglia vi abbandona all'improvviso per urto violento con un container durante una burrasca e di notte, siete in pozzetto legati all'ombelicale , la barca si rovescia all'istante, avevate il giubbotto di salvataggio e vi ritrovate spinto in alto sulla tuga, provate ad uscire ma urtate le draglie, dovete quindi nuotare verso il basso per scavalcarle e sganciarvi dalla barca, la zattera è nel gavone ecc ecc direi un incubo.
Ho fatto il corso Isaf sulla sicurezza e ne abbiamo parlato ma ora dopo l'incidente del first 40.7 in Atlantico questa cosa è di attualità, sto ripensando a molte cose in barca, ci sono tante riflessioni da fare.....
Direi di non drammatizzare troppo.
Il First non ha perso la chiglia con l'urto. Da quello che si è capito, dopo l'impatto ha continuato a navigare per ore con venti a 40 nodi e relativo mare, imbarcando acqua. Solo poi si è strappato un pezzo di scafo.
Qualche anno fa un GS54 ha perso la chiglia nel Golfo del Leone, di notte. I due membri dell'equipaggio, dei quali uno dormiva in cabina, hanno fatto in tempo a lanciare il mayday, gettare la zattera e salvarsi.
Idem un 70 piedi in Oceano Indiano.
La zattera, poi, non deve stare nel gavone.
rompo il ghiaccio
l'istinto, ti spinge fuori... addirittura ti potrebbe venir voglia di sfilare il giubbotto.
forse bisognerebbe rientrare nella barca. ma il pericolo di far la fine del topo può mettere paura.
si cerca di rientrare all'interno della barca. e da li , nonostante il tuo piccolo mondo si sia oramai capovolto, forse si ragiona meglio .
(26-05-2014 16:20)Franzdima Ha scritto: [ -> ]Direi di non drammatizzare troppo.
Il First non ha perso la chiglia con l'urto. Da quello che si è capito, dopo l'impatto ha continuato a navigare per ore con venti a 40 nodi e relativo mare, imbarcando acqua. Solo poi si è strappato un pezzo di scafo.
Qualche anno fa un GS54 ha perso la chiglia nel Golfo del Leone, di notte. I due membri dell'equipaggio, dei quali uno dormiva in cabina, hanno fatto in tempo a lanciare il mayday, gettare la zattera e salvarsi.
Idem un 70 piedi in Oceano Indiano.
La zattera, poi, non deve stare nel gavone.
Il caso del First era solo per introdurre l'argomento, se perdi la chiglia la barca si capovolge all'istante ed il caso del GS54 è un'altra storia (credo che nemmeno abbia perso la chiglia).
Le statistiche dicono invece che il tempo che tu pensi di avere non c'è affatto.
Inoltre la zattera può stare e
deve stare nel gavone quando questo è stato predisposto e certificato per lo scopo
(26-05-2014 16:20)Franzdima Ha scritto: [ -> ]Direi di non drammatizzare troppo.
Il First non ha perso la chiglia con l'urto. Da quello che si è capito, dopo l'impatto ha continuato a navigare per ore con venti a 40 nodi e relativo mare, imbarcando acqua. Solo poi si è strappato un pezzo di scafo.
non vorrei andare OT ma dove si evince che lo sfortunato equipaggio avrebbe continuato a navigare per ore dopo la collisione con venti a 40 nodi, mare in burrasca e imbarcando acqua?
(26-05-2014 16:42)Frappettini Ha scritto: [ -> ] (26-05-2014 16:20)Franzdima Ha scritto: [ -> ]Direi di non drammatizzare troppo.
Il First non ha perso la chiglia con l'urto. Da quello che si è capito, dopo l'impatto ha continuato a navigare per ore con venti a 40 nodi e relativo mare, imbarcando acqua. Solo poi si è strappato un pezzo di scafo.
non vorrei andare OT ma dove si evince che lo sfortunato equipaggio avrebbe continuato a navigare per ore dopo la collisione con venti a 40 nodi, mare in burrasca e imbarcando acqua?
Che imbarcasse acqua da qui, infatti cercavano di tenere sotto controllo la falla cercando di raggiungere le Azzorre:
http://www.sail-world.com/Europe/Four-Br...iki/122248
I 40 nodi li ho letti nell'articolo di SVN che mi è arrivato oggi per email.
(26-05-2014 16:55)Franzdima Ha scritto: [ -> ]Che imbarcasse acqua da qui, infatti cercavano di tenere sotto controllo la falla cercando di raggiungere le Azzorre:
http://www.sail-world.com/Europe/Four-Br...iki/122248
I 40 nodi li ho letti nell'articolo di SVN che mi è arrivato oggi per email.
ok. grazie
(26-05-2014 16:36)kermit Ha scritto: [ -> ] (26-05-2014 16:20)Franzdima Ha scritto: [ -> ]Direi di non drammatizzare troppo.
Il First non ha perso la chiglia con l'urto. Da quello che si è capito, dopo l'impatto ha continuato a navigare per ore con venti a 40 nodi e relativo mare, imbarcando acqua. Solo poi si è strappato un pezzo di scafo.
Qualche anno fa un GS54 ha perso la chiglia nel Golfo del Leone, di notte. I due membri dell'equipaggio, dei quali uno dormiva in cabina, hanno fatto in tempo a lanciare il mayday, gettare la zattera e salvarsi.
Idem un 70 piedi in Oceano Indiano.
La zattera, poi, non deve stare nel gavone.
Il caso del First era solo per introdurre l'argomento, se perdi la chiglia la barca si capovolge all'istante ed il caso del GS54 è un'altra storia (credo che nemmeno abbia perso la chiglia).
Le statistiche dicono invece che il tempo che tu pensi di avere non c'è affatto.
Inoltre la zattera può stare e deve stare nel gavone quando questo è stato predisposto e certificato per lo scopo
Ok, se parliamo di un affondamento quasi istantaneo concordo con te. Hai molto meno tempo di quanto si possa immaginare.
Però non è che capiti così spesso, per questo dicevo di non drammatizzare troppo.
Il GS54 non si sa, il relitto è ancora là sotto.
Per il gavone pensavo intendessi quello profondo due metri, con canne da pesca, pinne, ancora di rispetto, bottiglie d'acqua, cime d'ormeggio e 50kg di zattera in fondo, sotto a tutto.
Ovviamente se hai un gavone dedicato è da usare, con un sistema di sgancio rapido.
Io non ho il gavone dedicato, la tengo sulla tuga, legata da più cime, e tengo un coltello sulla chiesuola per tagliarle in fretta.
Se la zattera fosse in un gavone e barca rovesciata col "piffero" la tiri fuori.
Un minista durante una serata a tema diceva di aver tolto la pasticca di sale dal giubbotto per evitare problemi nel risalire tra draglie e vele. Buona idea ?! Si, ma svenuto non può di certo attivare il dispositivo di gonfiaggio manualmente e quindi è facile tu vada a fondo.
Boh, difficile capire cosa può essere giusto.
Un po' come la manovra di recupero uomo a mare:" falla come vuoi basta che lo recuperi !!! ".
(26-05-2014 16:13)kermit Ha scritto: [ -> ]La chiglia vi abbandona all'improvviso per urto violento con un container durante una burrasca e di notte, siete in pozzetto legati all'ombelicale , la barca si rovescia all'istante, avevate il giubbotto di salvataggio e vi ritrovate spinto in alto sulla tuga, provate ad uscire ma urtate le draglie, dovete quindi nuotare verso il basso per scavalcarle e sganciarvi dalla barca, la zattera è nel gavone ecc ecc direi un incubo.
Ho fatto il corso Isaf sulla sicurezza e ne abbiamo parlato ma ora dopo l'incidente del first 40.7 in Atlantico questa cosa è di attualità, sto ripensando a molte cose in barca, ci sono tante riflessioni da fare.....
C'è ben poco su cui riflettere in casi così estremi, pur avendo preso tutte le giuste precauzioni, pur avendo seguito tutti i protocolli, se ti trovi a testa in giù in men che non si dica sei semplicemente fottuto!
(26-05-2014 17:19)kawua75 Ha scritto: [ -> ] (26-05-2014 16:13)kermit Ha scritto: [ -> ]La chiglia vi abbandona all'improvviso per urto violento con un container durante una burrasca e di notte, siete in pozzetto legati all'ombelicale , la barca si rovescia all'istante, avevate il giubbotto di salvataggio e vi ritrovate spinto in alto sulla tuga, provate ad uscire ma urtate le draglie, dovete quindi nuotare verso il basso per scavalcarle e sganciarvi dalla barca, la zattera è nel gavone ecc ecc direi un incubo.
Ho fatto il corso Isaf sulla sicurezza e ne abbiamo parlato ma ora dopo l'incidente del first 40.7 in Atlantico questa cosa è di attualità, sto ripensando a molte cose in barca, ci sono tante riflessioni da fare.....
C'è ben poco su cui riflettere in casi così estremi, pur avendo preso tutte le giuste precauzioni, pur avendo seguito tutti i protocolli, se ti trovi a testa in giù in men che non si dica sei semplicemente fottuto!
Appunto, c'è poco da girarci attorno.
Solo il tempo che riesci a capire cosa è successo ed è già troppo tardi.
Tra l'altro credete che un crocierone galleggi capovolto tanto da potervi entrare? Per di più con un buco nella pancia che fa uscire l'aria con l'acqua che entra da ovunque, tambuccio in primis?
Se pure riesci ad abbandonare il relitto ti trovi da solo in mezzo al mare, senza neanche aver avuto il tempo di prendere l'epirb.
come atto preventivo, una domanda provocatoria:
Perchè nessun cantiere propone alberi completamente stagni (tutte le drizze esterne, connettori elettrici appositi, ecc.)?
(26-05-2014 17:40)shein Ha scritto: [ -> ]come atto preventivo, una domanda provocatoria:
Perchè nessun cantiere propone alberi completamente stagni (tutte le drizze esterne, connettori elettrici appositi, ecc.)?
Pensi che senza bulbo una barca con l'albero stagno riesca a tenerla a 90 gradi? Io credo che la sua riserva di galleggiamento non sia sufficiente inoltre un eventuale perdita di chiglia e cappottamento dovuto alle onde l'albero si potrebbe spezzare e il suo galleggiamento finisce li.
Le drizze esterne su un albero di 22 metri sulla mia barca non voglio nemmeno immaginare quanto frenano a livello aerodinamico, per non parlare del rumore, raggi uv che demoliscono le cime ecc ecc
insomma non mi pare una soluzione
(26-05-2014 17:05)lord Ha scritto: [ -> ]Se la zattera fosse in un gavone e barca rovesciata col "piffero" la tiri fuori.
No forse è più facile che andare in tuga a tagliare le cime di una zattera bloccata li. Fatemi conoscere questo rambo che con 50 nodi di vento onde di 10 metri nuota sott'acqua prende il coltello vicino alla chiesuola trova la zattera e taglia le cime...tutto in apnea....sempre ammesso che la zattera non sia stata spazzata via dalle onde qualche ora prima, la maggior parte delle installazioni fai da te che ho visto non resistono a un forza 8-9.
I gavoni appositamente predisposti con la barca cappottata invece si aprono da soli e se non abbiamo fatto la cacchiata di legarla. la zattera esce da sola.... e si apre.
Comunque si sta qui per riflettere ma non siamo rigidi con i ragionamenti, si prendono sonore cantonate
Ecco...
ora so cosa sognerò stanotte.
Grazie!
(26-05-2014 16:13)kermit Ha scritto: [ -> ]La chiglia vi abbandona all'improvviso per urto violento con un container durante una burrasca e di notte, siete in pozzetto legati all'ombelicale , la barca si rovescia all'istante, avevate il giubbotto di salvataggio e vi ritrovate spinto in alto sulla tuga, provate ad uscire ma urtate le draglie, dovete quindi nuotare verso il basso per scavalcarle e sganciarvi dalla barca, la zattera è nel gavone ecc ecc direi un incubo.
Ho fatto il corso Isaf sulla sicurezza e ne abbiamo parlato ma ora dopo l'incidente del first 40.7 in Atlantico questa cosa è di attualità, sto ripensando a molte cose in barca, ci sono tante riflessioni da fare.....
Partendo dalla situazione che hai descritto, direi che già riuscire a riemergere sarebbe una buona cosa.
A questo punto tutto si riduce a cosa hai addosso.
E' un problema che mi sono posto per situazioni molto meno catastrofiche e molto più possibili. Navigo da solo e cado in acqua.
Direi di dare (e ho dato) priorità ad un mezzo di comunicazione impermeabile e carico indossato. Ci sono varie souzioni ma basicamente ti devi far trovare.
(26-05-2014 18:01)jetsep Ha scritto: [ -> ] (26-05-2014 16:13)kermit Ha scritto: [ -> ]La chiglia vi abbandona all'improvviso per urto violento con un container durante una burrasca e di notte, siete in pozzetto legati all'ombelicale , la barca si rovescia all'istante, avevate il giubbotto di salvataggio e vi ritrovate spinto in alto sulla tuga, provate ad uscire ma urtate le draglie, dovete quindi nuotare verso il basso per scavalcarle e sganciarvi dalla barca, la zattera è nel gavone ecc ecc direi un incubo.
Ho fatto il corso Isaf sulla sicurezza e ne abbiamo parlato ma ora dopo l'incidente del first 40.7 in Atlantico questa cosa è di attualità, sto ripensando a molte cose in barca, ci sono tante riflessioni da fare.....
Partendo dalla situazione che hai descritto, direi che già riuscire a riemergere sarebbe una buona cosa.
A questo punto tutto si riduce a cosa hai addosso.
E' un problema che mi sono posto per situazioni molto meno catastrofiche e molto più possibili. Navigo da solo e cado in acqua.
Direi di dare (e ho dato) priorità ad un mezzo di comunicazione impermeabile e carico indossato. Ci sono varie souzioni ma basicamente ti devi far trovare.
Ecco questa è una buonissima considerazione Giuseppe, se si naviga da soli ed in equipaggio ridotto un PLB addosso, un salvagente o meglio una giacca che lo includa nella giacca della cerata è una buona misura di sopravvivenza ad un evento terribile del genere, poi bisogna avere testa e raziocinio.
Se hai posteriore in mediterraneo ti trovano in un ora, se in oceano qualche ora ma hai grandi possibilità di farcela
Però, come nel caso degli sfortunati velisti, in certi mari riuscire solo a galleggiare con il proprio giubbotto non basta.
Dico anche una soluzione che ho adottato alla romax2 con mia moglie durante i turni di riposo, avevamo un ombelicale di circa 10 metri con il quale ci tenevamo attaccati (ovviamente chi dormiva sotta doveva tenere il giubetto con il gancio), per nessun motivo chi stava sopra doveva staccarsi ma se si doveva farlo (magari per andare a prua ecc) allora doveva obbligatoriamente svegliare chi stava sotto.
Anche in crociera quando sono solo con mia moglie (quasi sempre) faccio così
solo considerando l'ultimo metro dei tuoi 22 avresti ad occhio più di 30 litri di volume che spingono con un braccio di 21,5 metri (metacentro) quindi facciamo 650kg di raddrizzamento (si ok, dobbiamo togliere quella ventina di kg che pesa un metro di tubo d'alluminio e le sartie che passano di lì quindi 630kg)....poi ci sono gli altri 21 metri che spingono con meno leva ma fanno il loro.
Contro l'eventualità rotture basta prevedere più compartimenti stagni anzichè uno unico.
al rumore c'è rimedio (più facile di quello per le drizze che risuonano all'interno).
Contro i raggi UV hanno inventato le calze.
Per l'aerodinamica...bo, un carter esterno in cui farle passare (e così risolviamo pure il problema UV sulle calze che sennò scolorite fanno brutto esi assomigliano un po' tutte)