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riconoscere una presa a mare - Maro - 01-10-2011 05:57 L'importante è che i passascafi siano in bronzo marino. Le valvole, se lo sono, meglio ma si sta così poco ogni 4-5 anni a sostituirle. Sinora la cosa che a me è partita è l'asse che aziona la sfera. Per chi sa: conviene stoppa+pasta o teflon? Quali sono i pro ed i contro dell'uno e dell'altro? riconoscere una presa a mare - N/A - 01-10-2011 10:49 Citazione:prop ha scritto: una presa a mare montata dopo dall'allestitore è proprio cosi ed infatti era mia intenzione cambiarla la prox volta che alo riconoscere una presa a mare - tatta3 - 03-10-2011 18:19 Testacuore, la norma EN l' ho trovata. :Pessendo imbranato, non so come allegarla alla discussione dimmi come te la posso trasmettere!! :42:In ogni caso, per identificare la lega - nella norma ce ne sono decine- dovresti trovare sulla valvola una sigla che inizia con CW...(vedi lista sulla EN) riconoscere una presa a mare - N/A - 03-10-2011 18:22 tatta, ti ho mandato un messagio con la mia email. puoi mandarmela li. grazie riconoscere una presa a mare - Arcadia - 03-10-2011 19:45 le uniche prese a mare che conosco, in bronzo, sono della blake, ma hanno il difetto di bloccarsi se non utilizzate frequentemente. esistono anche dei passascafi in titanio, ma non anno fatto le valvole, quindi si è costretti a mettere a contatto metalli diversi. le valvole più comuni sulle barche sono in ottone, vanno monitorate, e si cambiano ogni tanto 5-7 anni. Infine esistono anche le valvole in nylon caricato utilizzate sulle barche in alluminio, praticamente di lunghissima durata. riconoscere una presa a mare - Arcadia - 03-10-2011 19:47 per controllare la valvola di ottone, oltre all'esame visivo, si prende una chiave inglese e si picchia, ascoltando il suono e confrontandolo con le altre prese, quella a rischio ha un suono più sordo. riconoscere una presa a mare - danielef - 03-10-2011 19:54 Citazione:Maro ha scritto:Direi che è una questione di gusto personale. Se usi il teflon ti consiglio di usare quello professionale che ha uno spessore maggiore di quello che trovi comunemente a pochi euro in qualunque negozio e si sfilaccia troppo. Io quando posso preferisco la pasta+stoppa perché tiene ben fermi i pezzi e se perde un po' si 'tappa' da solo; il teflon non fa nessuno dei due servizi. Tra i passascafi e le saracinesche, secondo me, sarebbe meglio avere un accoppiamento abbastanza rigido ma molti usano il teflon e, specialmente se i filetti impegnati sono tanti, non hanno problemi. Daniele riconoscere una presa a mare - Leonardo696 - 03-10-2011 21:42 Citazione:Maro ha scritto: Io preferisco stoppa e pasta, il teflon per quanto mi riguarda, se proprio lo devi usare, come giustamente ti hanno detto, usa quello professionale che è più spesso Pro e contro? Ognuno ti dirà che è meglio uno o meglio l'altro, io trovo che pasta e stoppa siano più facilmente riposizionabili e mi garanticono una maggior tenuta nel tempo riconoscere una presa a mare - Leonardo696 - 03-10-2011 21:45 Citazione:Arcadia ha scritto: Se proprio uno vuole, può far eseguire un esame con un corrosimetro e si toglie ogni dubbio riconoscere una presa a mare - tatta3 - 04-10-2011 19:48 :blush:Caro Testacuore, nonostante la 'singolare' stampigliatura sulla valvola, forse ne sono venuto a capo :sadsmiley:Mentre in un primo momento leggevo M838 sulla seconda foto, guardando meglio mi sembra di leggere MS 58. In questo caso (sarebbe meglio verificare de visu) si tratterebbe di una vecchia denominazione DIN che corrisponde alla lega CW 614N della EN 12420. Tutte le caratteristiche della lega le trovi nella norma che ti ho inviato. In ogni caso: - La lega non e' resistente a dezincificazione - E' una lega normalmente utilizzata per rubinetteria domestica ....se fosse placcata anche internamente, come lo e' all' esterno, avrebbe maggiori chance di resistenza. ... cambiarla non sarebbe insensato (l' acqua mare e' un ambiente scatenante per la DZ) gia' che ci sono, ultima raccomandazione a tutti, visto che le valvole delle prese a mare sono normalmente di lega di rame: :sadsmiley:non usate mai ammoniaca per scopi di pulizia. Sarebbe, con molta probabilita', fatale. riconoscere una presa a mare - N/A - 04-10-2011 19:56 si tatta, confermo la sigla....ero stato indotto nello stesso errore. se queste fanno pena, immagino che sarà quella montata dall'allestitore per il dissa ok atore, che presenta già una patina verde riconoscere una presa a mare - tatta3 - 04-10-2011 21:11 :42:le valvole non fanno schifo;)la scelta del materiale non e' molto centrata. in caso di DZ dovresti vedere porosita' o scolorimenti da giallo ottone a rosso rame (o meglio, li potresti vedere se non avessi la placcatura cromata) Per quanto riguarda la patina verde, non mi sembra preoccupante. E' la normale ossidazione del rame in atmosfera (solfato di rame). La valvola del dissalatore e', evidentemente a piu' alto tenore di rame delle altre. :Dnota storica: il materiale delle tue prese a mare assomiglia. come composizione, a quello che veniva chiamato in passato, muntz metal. Veniva utilizzato per il rivestimento delle carene degli antichi vascelli (proprieta' antivegetativa del rame). Un esempio lampante e' il rivestimento del Cutty Sark. riconoscere una presa a mare - N/A - 04-10-2011 21:19 quindi, anche quella del dissalatore non dovrebbe cedere a breve visto che ha un avvanno di vita? riconoscere una presa a mare - tatta3 - 05-10-2011 16:01 tendo ad escludere la caduta a breve. riconoscere una presa a mare - danielef - 05-10-2011 17:19 Citazione:Arcadia ha scritto:Mi spiace molto ma ho letto solo ora e, siccome sono particolarmente sensibile all'argomento, mi sento in dovere di confutare. Primo le Blake non sono le uniche (tra l'altro non sono più di bronzo ma di una lega DZR): ci sono sicuramente le Perko ma probabilmente anche altre. Basta cercare nei siti non italiani. Secondo: le Blake non si bloccano se vengono trattate seguendo le istruzioni del costruttore. In particolare NON bisogna mai stringere le viti della flangia di tenuta come istintivamente tutti tendono a fare. Grasso giusto più viti strette soltanto con le dita e non c'è nessun problema per 30 e più anni! Nessun bloccaggio e - strano ma vero - neppure nessun trafilamento. Rimane il piccolo inconveniente che ho già citato: costano un po' e istallarle non è proprio banale. In compenso sono a norma Lloyd's che - ho il vago sospetto - è un tantino più affidabile del RINA... Daniele riconoscere una presa a mare - robe - 06-10-2011 05:07 scusate se mi intrometto ,.,esistono anche in acciao aisi 316,., passascafi e valvole,.,. la valvola da 1' costa meno di 40€,.,. ciao.,., riconoscere una presa a mare - tatta3 - 06-10-2011 15:52 Citazione:robe ha scritto:Robe, vorrei cercare di chiarire alcuni aspetti, prese a mare e non: :blusha quanto ho visto ne vengono installate di due tipologie: valvole a maschio (tipo le citate Blake) valvole a sfera (tipo quelle di testacuore) valvole a saracinesca (ne ho viste solo sulla mia barca al lago Trasimeno - molto 'antica') ;)le valvole a maschio sono la prima realizzazione, storicamente parlando, di una valvola a chiusura rapida /1/4 di giro), la tenuta e' ottenuta con grasso. Hanno gli ingrassatori proprio per questo motivo. Sono state superate (ormai praticamente in disuso nell' industria) prima da quelle a maschio teflonato e poi da quelle a sfera,che rappresentano la migliore soluzione per valvole di intercettazione a chiusura rapida (ovviamente le sfere non hanno ingrassatori - il PTFE di tenuta e' autolubrificante). Unico 'difetto' delle sfere la resistenza al fuoco (il PTFE delle tenute fonde intorno ai 250°C), a meno di non usare un modello fire safe a tenuta metallica (credo siano sconosciute nel mondo della nautica). Per trovare una di queste valvole non e' assolutamente necessario cercare negli USA. Abbiamo in Italia tantissimi produttori di valvole di altissimo livello, che forniscono l' industria - a costi nettamente inferiori a quelli che conosciamo della nautica. (Se siete interessati, posso preparare una lista di 'valvolari' italiani) :DANCORA GLI ACCIAI INOSSIDABILI - ATTENZIONE CAUTELA!! Dovete considerare che nel mondo dell' impiantistica industriale (che, per inciso e' il mio campo professionale)- tipo una piattaforma off-shore- NESSUNO SI SOGNEREBBE MAI DI UTILIZZARE UN AISI 316 IN SERVIZIO ACQUA MARE!! Gli acciai isossidabili (almeno quelli standard come il 316) sono suscettibili di attacco di corrosione in presenza di cloruri. La corrosione e' subdola, non si vede ad occhio nudo, e posso definirla perforante - non e' generalizzata ma morfologicamente una criccatura sullo spessore del pezzo, e manco a farlo apposta e' molto rapida! Per fare un esempio, per le prove idrauliche di recipienti o tubazioni di acciaio inox (una prova di quaollche ora) viene universalmente specificato un contenuto massimo di 50 ppm di cloruri nell' acqua usata per il test (nell' acqua di mare ce ne sono 300000 di ppm) Per cercare di sintetizzare, la mia raccomandazione e' : :cool:INOX accettabile (ma certo non il massimo) nei servizi 'asciutti' - battagliole, sartie e come nel mio caso per il grillo ancora catena (sta in acqua durante un ancoraggio, ma poi e' in aria e si asciuga) ;)INOX da evitare come il diavolo per servizi continui o prolungati in acqua mare - prese a mare e valvole relative. P.S. Quando dico inox intendo aisi 304 o 316. Esistono acciai inossidabili resistenti in acqua mare, ad esempio i Duplex (tipo SAF 2205) in cui potete tranquillamente trovare le valvole dai valvolari italiani, ma dubito fortemente le prese a mare :sadsmiley:perdonatemi la lungaggine, ma faccio del mio meglio per evitare che si facciano scelte sbagliate che possono impattare sulla sicurezza riconoscere una presa a mare - N/A - 06-10-2011 16:09 tatta, penso tu abbia dato delle risposte molto chiare e professionali. bravo e grazie riconoscere una presa a mare - Arcadia - 06-10-2011 21:32 due domande per Tatta3 delle valvole e prese a mare in nylon caricato cosa ne dici? c'è li dai i nomi dei valvolari italiani? riconoscere una presa a mare - Moleskine - 06-10-2011 22:20 Qui a questo link si parla di ottoni DZR http://www.copperinfo.co.uk/alloys/brass/brasses-properties-and-applications.shtml e la pubblicazione 7 parla proprio di ottoni resistenti alla dezincificazione. PER chi mastica un po' di inglese, una lettura sicuramente molto istruttiva ed interessante, al di là di ogni dubbio o considerazione. |