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Storia di un'odissea - Versione stampabile

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Storia di un'odissea - Novecento - 24-02-2010 19:08

Citazione:Estrovelico ha scritto:
Dopo essermi ritirato in preghiera chiedendo all'Onnipotente di guidare la mia mano sulla tastiera....proverò, con calma a spiegarmi meglio, sperando che i discepoli del cecchi system non si straccino le vesta urlando blasfemo!!
Primo, in risposta a chi diceva che ai maestri d'ascia di un tempo mancava l'amore e che chi fa da se fa per tre, etc. etc.
avevo cercato di dire che barche del genere nascevano come barche da lavoro, e non a caso venivano concepite e costruite per essere sigillate tramite calafataggio, percui a nessuno verrebbe in mente di avventurarsi in una 'odissea' del genere, termine usato dallo stesso Novecento, quando invece bastava una rapida carteggiatura e una verniciata con monocomponente ad ogni inizio stagione per mantenere in salute le fiancate.
Una barca da lavoro però deve essere pratica e il suo mantenimento deve essere veloce semplice pratico e poco oneroso!

Ora però noi ragioniamo dalla parte dell'armatore 'amatore' che dopo aver avuto un apparizione di Cecchi in un carro di fuoco con nella mano destra un barattolo di resina epossidica e nella sinistra il libretto delle istruzioni su come diventare maestri d'ascia in 10 lezioni, si mette in testa di risolvere completamente il problema del movimento del legno, senza pensare che per il legno quel movimento è 'vita'!
Dal punto di vista dell'armatore 'amatore', io capisco e come ho detto, mi tolgo tanto di cappello davanti a tanto impegno, dal punto di vista pratico, mi sono permesso di fare qualche riflessione, ignorando che avrei scatenato l'ira del popolo dei novelli maestri d'ascia!
La mia osservazione, che è una semplice esposizione del mio punto di vista basato solamente sulla mia esperienza personale, mi scuso per la mia ignoranza ma io quello che so l'ho imparato in cantiere, anche se una quindicina di anni fa lessi anche il libricino di Cecchi, ebbene si lo ammetto, l'ho letto anche io....
comunque, come dicevo, secondo la mia esperienza, quando si è davanti ad una barca 'nata' con fasciame calafatato, cioè fatta per sigillarsi grazie al movimento del fasciame che gonfiandosi preme contro la stoppa, (che non a caso deve essere morbida e non impataccata di epossidica) la soluzione migliore sarebbe quella di continuare con quel sistema, tutto sommato semplice e poco oneroso.
La barca infatti ha galleggiato qualche decina di anni molto serenamente fino a quel momento, segno che chi l'ha costruita, proprio un cretino non doveva essere!

Mettiamo però che il nuovo armatore non sopporti quelle crepettine che fa la vernice quando le tavole dell'opera morta si muovono grazie agli sbalzi di temperatura e di umidità che normalmente si hanno col passare del tempo.
Allora qui interviene San Cecchi e giustamente armati di resina, additivi vari e stoppa si tenta l'impossibile.....bloccare il legno!
Tanti ci hanno provato, con risultati piu o meno buoni, ma il legno è legno, e fa il suo mestiere, percui, come nel caso di Novecento, dopo aver sigillato per bene i comenti con l'aiuto della resina epossidica e impregnato il legno con numerose mani di resina liquida, non resta che aspettare e pregare!
Io penso che il legno prima o poi muoverà di nuovo, non lo farà subito come nel caso del legno lasciato al naturale con calafataggio e pittuta monocomponente, lo farà dopo qualche anno, perchè dovrà vincere la forza esercitata dalla resina epossidica, la quale è molto tenace, anche se non abbastanza per averla vinta su un materiale vivo come il legno, che impiegherà piu tempo a liberarsi e muoversi, ma ci riuscirà quasi certamente....in un tempo difficile da stabilire, dipende dal lavoro eseguito.

Ora, il mio ragionamento era.....vale la pena impiegare tanto tempo e sopratutto denaro, per un lavoro del genere? Specie sapendo che poi un domani ci troveremo davanti allo stesso problema, ma con in piu la fatica di dover intervenire su uno scafo tutto impataccato di resina epossidica dura come un sasso?
Voi mi direte di si! E io taccio e mi inchino davanti al mistero della fede!
Un altra mia riflessione, era quella che, secondo me, difronte ad una barca in fasciame calafatato, un alternativa migliore sarebbe quella di incollare sullo scafo un paio di strati di tranciato di mogano incrociato, dopo aver preventivamente chiuso i comenti del fasciame. Mi dispiace deludere Rurik, ma so come si esegue un lamellare e come viene incollato, e mi rendo conto che non sia un lavoro da autodidata, in questo caso non basta recarsi al santuario del povero restauratore e invocare l'intercessione di Cecchi, occorre del mestiere, percui la mia osservazione non era rivolta al povero novecento, che si è fatto un mazzo cosi per resinare tutto, ma era una riflessione di ordine generale, anche perchè nel caso di un barchino di poco piu di 6 metri non avrebbe senso fare un lavoro del genere secondo me, e quindi Novecento ha fatto forse il meglio che poteva fare con i mezzi a disposizione!
Detto questo ancora rimango stupito dalla suscettibilità di alcune persone, che soltanto per aver messo mano ad una barca, ripeto, una barca, forse due....si credono infallibili e depositari della Verità, senza accettare il confronto con persone che forse, dico forse, potrebbero avere anche qualche esperienza in piu di loro....
mah....che dire?!
Complimenti per l'umiltà, io da parte mia pur lavorando in questo settore da parecchi anni ritengo che ci sia sempre qualcosa da imparare, percui non me la prendo piu di tanto, e leggo sempre con interesse gli interventi di tutti, perchè anche Novecento puo insegnarmi qualcosa....
ovviamente il piu delle volte se noto qualche piccola castroneria sto zitto, per non urtare l'orgoglio di chi con tanta passione ha eseguito il lavoro, e quando non sto zitto me ne pento subito, perchè comunque è grazie a persone come voi che io campo!
Gentile lingua Estrovelico, in qualità di discepolo del Cecchi System, non ho potuto fare altro che tirare in causa il diretto interessato: ho pertanto inviato una mail al Sig. Cecchi con il link della ristrutturazione del mio gozzo in cui spiccavano i tuoi preziosi interventi.
Il Sig. Cecchi mi ha risposto, ed io faccio da interlocutore facendo copia incolla delle poche righe a me inviatemi.
Personalmente non voglio aggiungere altro perchè come 'giustamente' affermi non ho la tua grande esperienza di cantiere (anche se in un forum non ci vuole molto ad affermare di saper camminare sulle acque tanto come si verifica?), tuttavia concludo dicendo due cose, primo che ho avuto modo di visionare a lungo l'enorme numero di cantieri che adotta il suddetto sistema di refitting e gli stessi materiali da me usati, non solo, ma esistono altrettanti cantieri che costruiscono il nuovo, e non mi riferisco al lamellare ma a barche costruite con il fasciame come il mio, con impiego degli stessi prodotti da me usati, vedi gli stupendi gozzi del cantiere Montisola.
Concludo affettuosamente con la preghiera (come direbbe un mio carissimo amico indiano d'America)...prego Manitou che la tua lingua non ti perda SmileWink
Con affetto Roberto.
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Buongiorno!!!


Pressato dal lavoro del Lunedì mattina, la sua lettera, di cui la ringrazio ha la precedenza su tutto e tutti.
Visto che il Forum riporta anche un passaggio del sommo padre Dante, voglio metterne uno anche io, del canto dell'Inferno la dove Ulisse parla ai suoi compagni:


... fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguire virtute e conoscenza...


La legge di Lovoisier dice (e gli tagliarono la testa durante la rivoluzione francese perché era troppo progressista):
'nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma'.


Il legno se asciutto, umidità al 12 o 15% massimo a seconda del Registro Navale, assorbe la resina fino a 8-10 mm anche in base all'essenza di un legno (da un Okume a un Cedro Rosso ad un Rovere c'è una bella differenza).


Quindi il suo lavoro, nonostante tutta l'attenzione prestata, se avesse avuto umidità 50-60% spaccherebbe. Il calore del sole avrebbe fatto gonfiare l'acqua all'interno... ma se l'acqua non c'è perché il legno è stagionato e asciutto...
Quelli che dicono che il legno deve respirare dovrebbero dire, che il legno deve essere ventilato perché non si creino parti dove la muffa e l'umidità ristagna.


Se lei consulta il nostro depliant, qui le indichiamo il link sul legno http://www.cecchi.it/italiano/htm/legno.html , spero troverà le risposte esaurienti, sebbene molti ancora sostengono il contrario, seppure di fronte all'evidenza dei fatti.


Anni fa, un noto ristoratore, venne a curiosare in banchina per un lavoro che facevo per un carissimo amico.
Ha tuttora un ristorante dove si mangia pesce prelibato e si vantava di farlo pescare dalla sua barca.
Commentò che non gli piaceva il lavoro che facevo perché il legno è una essenza viva... ecc... ecc... ecc... Lui non avrebbe mai fatto un intervento del genere che io facevo perché... ecc... ecc...
Dopo tre o quattro anni la sua barca di circa 10 metri è stata demolita (mi hanno detto che il gioco di pescare il pesce per il suo ristorante non valeva la candela) la manutenzione annuale era troppo alta ecc..ecc...
La barca del mio amico è stata venduta e continuano solo a fargli l'antivegetativo tutti gli anni.


Faccia pure il copia e incolla ma se poi trova ancora molta ostinazione si ricordi.
'non c'è peggiore sordo di chi non vuole intendere'


Grazie per l'interessamento e mi saluti la sua bella... BARCA.


marco cecchi


Storia di un'odissea - Rurik - 24-02-2010 21:38

Citazione:Estrovelico ha scritto:
... Mi dispiace deludere Rurik, ma so come si esegue un lamellare e come viene incollato, e mi rendo conto che non sia un lavoro da autodidata, in questo caso non basta recarsi al santuario del povero restauratore e invocare l'intercessione di Cecchi, occorre del mestiere, percui la mia osservazione non era rivolta al povero novecento, che si è fatto un mazzo cosi per resinare tutto, ma era una riflessione di ordine generale, anche perchè nel caso di un barchino di poco piu di 6 metri non avrebbe senso fare un lavoro del genere secondo me, e quindi Novecento ha fatto forse il meglio che poteva fare con i mezzi a disposizione!
Detto questo ancora rimango stupito dalla suscettibilità di alcune persone, che soltanto per aver messo mano ad una barca, ripeto, una barca, forse due....si credono infallibili e depositari della Verità, senza accettare il confronto con persone che forse, dico forse, potrebbero avere anche qualche esperienza in piu di loro....
mah....che dire?!
Complimenti per l'umiltà, ...
Che fosse meglio ... c'è sempre un meglio! Io mi sono dato la regola, se interessa e sono in 'tempo', di dare un consiglio; a lavoro terminato non esprimo nessun giudizio nel rispetto della fatica degli altri e perché quasi impossibile esprimere delle verità quando ci si confronta con uno scafo in legno.
Mi diverte però sempre come i cantieri scherniscano il lavoro terzo per qualità e nello specifico anche le scelte senza mai considerare che ci sono differenti modi per arrivare al risultato compatibilmente con la disponibilità economica e gli obbiettivi di durata del natante. Mai mi permetterei di appellare chiunque faccia un lavoro come 'povero', ne di definire qualsiasi mezzo 'barchino'!
Ringrazio per essersi posto almeno il dubbio della fallibilità della propria verità; anche gli altri possono aver 'messo mano' su + di una barca. Si potrebbe aprire un 3D raccontando la summa delle risposte negative ricevute dagli armatori di 'barchini' in legno da parte di cantieri di tutta Italia. Parlando poi con altri depositari del arte della costruzione in legno si ottengono risposte molto + positive ed è infatti verso quelle splendide persone, con le quali è possibile dialogare invece che sentire sentenze, che rivolgo il mio ringraziamento per la loro disponibilità, ovviamente Cecchi incluso.


Storia di un'odissea - Estrovelico - 25-02-2010 02:27

Io invece penso che la malafede sia spesso in chi ascolta, (in questo caso legge) e non in chi scrive, e questo si che potresti definirlo un giudizio, mentre il mio commento al lavoro non lo era, dato che ho espresso soltanto una mia opinione, sapendo purtroppo che ci sono persone talmente orgogliose da non riuscire a digerire un parere diverso dal loro, a tal punto da risentirsi e considerarsi quasi offesi, come nel tuo caso, ma questo è un tuo limite, perchè ti assicuro che il 'povero' non era inteso con il significato che TU hai voluto dargli, ma quello che hai scritto vale anche per me, e posso dire che per fortuna non tutti gli armatori sono cosi presuntuosi come tu hai dimostrato di essere.

ps

sono altresi convinto che certe incomprensioni siano facilitate dal fatto di comunicare attraverso una tastiera, e sono ottimisticamente portato a credere che tu non sia poi cosi presuntuoso e con la coda di paglia come sembrerebbe a priori.
Mi fa un soltanto po sorridere il fatto che molti postino le foto e le descrizioni dei loro lavori, dichiarando di essere disponibili ad eventuali critiche, quasi sembrassero imbarazzati dal ricevere lodi e complimenti.....ma poi molto buffamente reagiscono nervosamente alla piu piccola osservazione!
Beh, se questo lo chiamate confrontarsi e dialogare su opinioni ed esperienze diverse, rinnovo i miei complimenti per l'umilta e da ora in poi mi limiterò a dire solo bravobravissimobenfattopurchètusiacontentocheamenonmenefreganiente!
Saluti