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Opera d'arte della nautica al costo di un plasticone - Versione stampabile

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Opera d'arte della nautica al costo di un plasticone - sergiofil - 12-04-2020 13:29

Vi chiedo come é possibile che il mercato arrivi a quotare un'opera d'arte della nautica al pari di un plasticone industriale? [hide]https://www.mediaship.it/barca/sail/cruiser/sangermani-sangermani-23-mt-50495?utm_medium=email&utm_source=transactional&utm_campaign=message.info%40mediaship.it[/hide]
Se mi dite manutenzioni, cantiere etc c'é qualcosa di molto sbagliato nel sistema del diporto che vessa gli amanti del mare e dei capolavori dell'arte nazionale.


RE: Opera d'arte della nautica al costo di un plasticone - pegaso - 13-04-2020 20:35

ma guarda che il prezzo richiesto originariamente era di molto esagerato, se cerchi trovi tutti i Sangermani che vuoi a prezzi d'occasione, o quelli richiesti o quelli che poi saranno quelli reali di realizzo. Un esempio per tutti, qui parliamo di Susanna II progetto di Giles barca mitica vincitrice tre volte della Giraglia, secondo il broker è strutturalmente in ordine ha solo bisogno di qualche lavoro minore e di cosmesi, sperem...[hide]http://www.edoardonapodano.it/?p=12745[/hide]
comunque 63' 80000 euro.
Purtroppo sono i costi di gestione che spaventano, puoi ridurre il prezzo di vendita, ma poi devi trovare qualcuno abbia, oltre alla cultura e la passione, la capacità economica di gestione e manutenzione di una barca del genere, ormai i maestri d'ascia stanno scomparendo, se non altro per ragioni di età e i pochi cantieri che possono seguire barche del genere hanno costi stellari.
Forse all'estero si trovavano 4 soci che sono disposti a tirar fuori 20000 a testa per comprarla e altri, almeno, 10000 all'anno per la normale gestione e un pò di manutenzione, e qualche aggiornamento, senza marinaio ovviamente e senza spese straordinarie.
In Italia è molto difficile, io ci ho provato a lungo con una barca di dimensioni e gestione più maneggevoli senza successo.
Il proprietario era disposto a rimanere in società, bisognava trovare altri due soci, non ci siamo riusciti, c'è tutta la storia qua in precedenti discussioni.
Tenuta da concorso, sempre aggiornata, con marinaio ci vuole qualcuno veramente facoltoso.


RE: Opera d'arte della nautica al costo di un plasticone - giulianotofani - 13-04-2020 21:33

poi questi violini del mare vanno sempre tenute in acqua, quindi guardianate, asciugate, aereate, coperte dal sole, riverniciate 3 volte all'anno...la vela una volta era roba da sciuri, e anche ora non si scherza...


RE: Opera d'arte della nautica al costo di un plasticone - sergiofil - 14-04-2020 03:17

Infatti, i costi. Credo che in Italia i cantieri abbiamo un atteggiamento predatorio ed il divieto del fai da te é un limite vergognoso.


RE: Opera d'arte della nautica al costo di un plasticone - pegaso - 14-04-2020 11:59

E' una problematica non solo italiana qui puoi vedere una barca, più piccola 11 mt, anni 60 olandese, progetto e cantiere di prim'ordine, lo scafo è in acciao, ma ponte e sovrastutture in legno. Refitting completo 2005/2006: ponte teak, motore, albero completo, vele tutto nuovo, trattamento completo acciaio con prodotti moderni, in vendita a meno di 30000 euro, erano partiti da 75000. [hide]https://www.botentekoop.com/sailing-yachts/standfast-french-mesh-sabina-37/2b20a6b9-054c-47b0-b865-d7b327de12a2[/hide] da vedere per la qualità del refitting e lo stato attuale, perfetto, forse il palo del radar a poppa se lo potevano evitare, ma l'dea era quella della barca per navigazioni impegnative, bluewater, non per partecipazione a raduni, infatti è dotata anche di pilota a vento. Questa sarebbe una barca facilmente gestibile da una persona sola.


RE: Opera d'arte della nautica al costo di un plasticone - Rurik - 15-04-2020 22:55

Il mercato delle barche in legno o barche che hanno un anima, è cmq emotivo: non c'è barca la cui vendita si possa dire certa ne a valore certo. Le barche in legno, per loro natura sono dei one off, sopratutto perchè si prestano a personalizzazioni che gli scafi in VTR non consentono. Dopo cinquant'anni la barca può essere stata completamente trasformata e può esserlo ancora. A mio parere una barca così, si deve vendere col passa parola o cmq trattativa riservata. Il valore di un bene è dato dalla domanda e dall'offerta. Attualmente di barche con l'anima sul mercato ce ne sono tante ma mancano armatori. Il mercato della nautica ha sicuramente vessato l'armatore di un legno: molti dicono che bella, pochi sanno che sensazioni dà navigare su di un pezzo di storia. Personalmente non considero le barche di legno un investimento renditizio: ci rendono molto più di quello che chiedono.


RE: Opera d'arte della nautica al costo di un plasticone - nape - 16-04-2020 18:24

Comunque penso si possano fare dei distinguo.
A me il legno piace, sono sul legno da sempre e, se scenderò, sarà probabilmente per non salir più su delle barche. I miei legni sono però sempre stati dei lamellari incrociati. Coperta in teak ma anche capitato che no e magari qualche dettaglio a coppale se non appesantisce molto il vedere. Costruzioni eterne eppoi sulla barca non esiste nulla che, nelle mani giuste, non torni meglio che prima.
Costi manutentivi uguali a quelli della plastica se non fosse che ogni dieci anni, più o meno, devi riverniciar fiancate, coperta, etc. ma poi hai anche soddisfazione di un qualcosa che sembra sempre nuovo quando intorno a te tutto ingiallisce ed invecchia. Non puoi abbandonarle per lunghi periodi, questo sì, altrimenti si demoralizzano e, non ultimo, in giro sono rimasti davvero pochi cantieri di esperienza.
Sottocoperta credo regalino il meglio ma se ci sia differenza in navigazione non so: mai avuto occasione di navigare seriamente sulla vtr.
Detto questo, barche in legno costruite col classico fasciame longitudinale, come potevano piacere al maestro Sciarrelli... mi piace rimirarle dal pontile ma non le vorrei neanche regalate.


RE: Opera d'arte della nautica al costo di un plasticone - borderline - 17-04-2020 21:00

.. barca meravigliosa e tenuta in un modo spettacolare da uno skipper eccezionale. Siamo stati un paio d’anni ormeggiati vicino a Marmaris. Due persone d’equipaggio lavoravano a bordo per manutenzionarla per 10 mesi l’anno. Il costo d’acquisto, che penso possa essere ancora trattabile, e’ poca cosa rispetto ai costi di manutenzione. Sali a bordo e non vorresti più scendere. Un sogno!


RE: Opera d'arte della nautica al costo di un plasticone - sergiofil - 18-04-2020 16:48

D'accordissimo sull'anima Rurik e sul fatto che come la nave di Teseo possono rinnovarsi all'infinito ma rappresentano anche parte del patrimonio nazionale e dovrebbero avere qualche tutela e agevolazione, in Francia ed altri paesi hanno un registro.


RE: Opera d'arte della nautica al costo di un plasticone - renato ciamarra - 18-04-2020 18:48

quoto tutti gli interventi di risposta alla discussione, ed aggiungo anche un ulteriore elemento di valutazione: si tratta di mezzi più complessi da condurre con equipaggi familiari e ridotti. Se riflettete una dinamica simile si è verificata anche sugli immobili e sui costi relativi. BV


RE: Opera d'arte della nautica al costo di un plasticone - Rurik - 21-04-2020 18:38

(18-04-2020 16:48)sergiofil Ha scritto:  ... patrimonio nazionale e dovrebbero avere qualche tutela e agevolazione, in Francia ed altri paesi hanno un registro.
Anche in Italia c'è un gruppo che si stà adoperando per creare un registro [hide]https://www.fibas.it/[/hide]
E' una federazione delle associazioni che cerca di fare "massa" per poter ottenere agevolazioni per le barche della tradizione e storiche.


RE: Opera d'arte della nautica al costo di un plasticone - nape - 22-04-2020 20:04

Nella nautica, più che i tentativi, credo che manchino proprio i criteri estimativi e di conservazione voglio dire, si va per anni e quasi tutti considerano fino al... poi, per inciso, sono trent'anni che sono fermi a quell' "al" di una vita fa.
Nel mentre, a mio vedere, non è che puoi servire allo stesso tavolo tavernelli dimenticati in terrazza e bordolesi invecchiati in cantine, peraltro, chi prima e chi dopo, entrambi rispettabili, solo perché sono della stessa annata e pretendere per tutti un medesimo riconoscimento istituzionale. Credo che quello che fino ad oggi non sia mancato sia la demagogia di non voler far torti per cui alla fine l'unico criterio adottato, sia sempre stato quello di far portar rispetto per le cose datate a prescindere da carature iniziali e dallo stato in cui siano giunte sin qui. Ottenere una Targa Oro ASI non è semplice e non basta nemmeno un ferro arrugginito con una mano di smalto purché datato.
Ben vengano, tuttavia, queste iniziative ma penso che per ottenere riconoscimenti di un qualche genere si debba riflettere su una ben definita categorizzazione degli oggetti da presentare.