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Barche a vela e motorizzazione - Nessuno 38 - 23-10-2013 19:10 Per me il discrimine è nell’uso che se ne fa. Per l’uscita con tempo buono, in presenza di brezza e mare poco mosso (insomma per andare a fare il bagno o una semplice passeggiata) una motorizzazione di 3 HP/ton di max dislocamento effettivo navigante è ovviamente sufficiente il più delle volte. Ma possono capitare sgradite sorprese (vedi ad esempio golfo di Talamone-Porto S. Stefano, Golfo di Squillace, Menorca, Corfù, Egeo, ecc.). Per la navigazione d’altura (quindi 150 – 360 – 600 miglia marine no stop) vedo la questione in altro modo. Può accadere di tutto, dalle lunghe smotorate all’opportunità o bisogno di riparare in un vicino ridosso, posto immancabilmente sopravento. Mi vengono in mente l’accesso a Olbia o il ridosso a Kefalos (Isola di Kos – M. Egeo) in presenza di 27 kts di vento in prua. In navigazione d’altura è indispensabile avere motore sia per fronteggiare simili emergenze sia per tenere (nelle famose smotorate) una velocità di crociera soddisfacente e comunque adeguata alle dimensioni della barca. Questo non è possibile con 3 HP/ton su una barca di normali dimensioni. Il mio metro è presto detto. Ogni tipo di carena ha una sua velocità critica, oltre la quale a motore non va neanche raddoppiando la potenza motrice. Questo è il primo vincolo. Individuata poi la V critica, si trova la motorizzazione che permette di raggiungerla a pieni giri. Questo comporta che a giri max presi, ridotti del 10%-15%, si può tenere la miglior velocità di crociera con il minimo consumo di ltr/nm, mantenendo una buona riserva di potenza per le emergenze. Non va infatti dimenticato che un’elica ottimale (quella che permette al motore di prendere tutti i giri e alla barca di conseguire la Vmax) assorbe -27% della potenza erogata già a giri max presi ridotti del 10%. Questo significa inoltre prendere la potenza nei punti più bassi della curva del consumo specifico. Spesso accade che a pari Vcrociera il motore più piccolo consumi più ltr/nm del motore più potente. Barche a vela e motorizzazione - GT - 23-10-2013 19:35 Conclusione? Barche a vela e motorizzazione - Nessuno 38 - 24-10-2013 00:49 Citazione:GT ha scritto:Vedi sopra. In altre parole, occorre individuare la V critica (con calcolo e/o stima e/o osservazione in navigazione) e stabilire la potenza (con calcolo) e l'elica ottimale (con calcolo) occorrenti. Senza esperienza specifica, spesso si rischia di andare poco lontano. Barche a vela e motorizzazione - S8S8 - 24-10-2013 20:17 Domanda: Per il calcolo della Vc come si procede? ...è sufficiente ricavare il Dr (Dislocamento Relativo)tramite il quale per comodità di calcolo si risale ( diagramma di Dave) alla Vs di carena e quindi alla Vc ....o mi sono perso qualcosa nel semplificare? ...perchè non sviluppare uno schema di calcolo completo e comprensibile un po per tutti gli ADV che hanno desiderio di crescere e imparare? Grazie Barche a vela e motorizzazione - Nessuno 38 - 24-10-2013 22:25 Risposta non esauribile in un post. Una volta era ottenuta sperimentalmente. Oggi, grazie alle conoscenze acquisite ed all'uso del PC, è determinabile con buona approssimazione in sede di progetto della carena e quindi a tavolino. Ricostruirla esattamente a posteriori è tempo sprecato. Per le [u]normali[u] barche a vela il Tq resta infatti inchiodato tra 1,30 e 1,40. L'occhio esperto può valutare il più probabile Tq senza perdere inutilmente tempo con il calcolo. Ricordo qui che: > Tq=V fratto radice quadrata LWL con V in nodi e LWL in piedi, da cui Vcritica=Tq x radice quadrata LWL. > tanto più una carena è insellata tanto minore è il valore Tq e viceversa. Le carene S.O. sono tutte poco insellate, dal che deriva un Tq quasi sempre 1,40 circa. |