RE: fulmini e messa a terra
@ Voi cosa ne pensate? @
Per cominciare che sei un po’ supponente, poi che non prendi serenamente le osservazioni degli altri pensando che quello che ti si dice o ti si fa osservare sia dettato dall’altrui supponenza e o da un astioso presupposto di superiorità, poi che non hai cercato quel che ti serviva ma hai visto solo quello che volevi vedere, mancandoti forse anche la pazienza di leggerti qualche centinaio di pagine, perché sull’argomento solo io ci ho scritto qualcosa come una trentina di post e parecchi di più Ian e altri.
In tutti questi scritti è stato sviscerato tutto lo sviscerabile con concordanti e contrastanti opinioni, dati tecnici credenze e superstizioni comprese.
E a questo riguardo non tirerei in ballo a sproposito Umberto Eco, perché nel suo breve scritto del 1977 non indica la metodologia della ricerca dei dati ed i filtri da usare per arrivare all’essenza degli argomenti, sfrondandoli dalle informazioni spurie o inutili, bensì indica la metodologia dell’uso del linguaggio accademico e della scelta dell’argomento correlato a chi leggerà e a ciò che si vuol far apparire delle proprie conoscenze.
Quello che ha scritto è più un saggio per indirizzare le scelte tecniche che non un saggio della tecnica delle scelte (per esempio dove dice che «Una tesi di ricerca è sempre più lunga, faticosa e impegnativa di una tesi di compilazione che può anche essere lunga e faticosa ma di solito può essere fatta in minor tempo e con minor rischio»), come si può ben capire è una indicazione più sul cosa che sul come.
Nel Forum si può ben fare una ricerca per argomento, sapendo usare a modo la funzione “cerca” applicando i filtri a disposizione per estrarre i post con le informazioni ricercate, analizzando i titoli e/o scorrendo i vari interventi col metodo della lettura veloce e selettiva, ma bisogna saperlo fare ed averne la voglia, certo è molto più facile chiedere ogni volta.
Probabile che la frequentazione di un socio veemente, come ce lo descrivi, e magari anche un po’ intollerante come me lo immagino io, ti abbia instillato il dubbio che anche tutti gli altri con i quali interloquisci siano sulla stessa lunghezza d’onda.
Qui non è così, ognuno viene considerato pari tra i pari, i pareri si danno secondo le proprie conoscenze ed esperienze, i più non vogliono convincere nessuno anche se qualcuno ci prova e qualcun altro sfodera la sua cultura copia e incolla, ma sono tanti quanti le dita di una mano e la gradevolezza di tutti gli altri rendono il consesso godibile, fruibile ed utile, anche nei litigi, che non mancano come in ogni buona famiglia.
Fin qui le mie impressioni basate su quel poco che hai scritto, sbagliate o giuste che siano, ma condivise anche da qualcun altro.
Ma veniamo alla parte tecnica, della quale ti faccio molto grezzamente un brevissimo escursus dopo di che, se ti fa comodo e vuoi approfondire la conoscenza degli argomenti e delle opinioni sul Forum, ti posso mandare per e-mail una mezza dozzina di pagine estratte dagli interventi, visto che non vuoi o non sei riuscito a trovarteli da te.
La prima cosa da distinguere è il tipo di materiale usato per costruire l’imbarcazione, perché, solo a titolo di esempio, in una barca in alluminio c’è un solo e uno solo, sistema di installazione dell’impianto elettrico; in una barca in ferro pure, in una barca in carbonio poi è ancora più specifico.
Ma non entro nel merito di questi casi perché non sono frequenti e chi ha le competenze per darci d’attorno sa benissimo cosa e come fare.
Parliamo di barche in VTR o in legno che sono quelle che comunemente circolano nei mari del Forum.
La premessa è che nel normale godimento di una barca da crociera, la metà dei problemi che ci si pone sono semplici seghe mentali, ma ad ogni buon armatore piace farsele e trova nell’esercizio gratificazione, impiego del tempo e realizzazione delle sue aspirazioni/sogni extranavigativi, nonché succoso argomento di discussione su forum, banchine e bar del porto.
Per la parte riguardante l’elettrica di bordo le due possibilità sono: tutto isolato o equipotenziale.
Nel primo caso si tratta di avere il motore ed i suoi accessori a poli isolati, se no cade tutto il discorso, ma nella comune pratica delle nostre barche è sufficiente che tutte le prese a mare e le altre appendici metalliche sempre immerse o temporaneamente immerse non siano collegate tra loro in nessun modo, ma anche che nei “buchi dello scafo” i passascafo, i raccordi le valvole e i porta gomma siano del medesimo materiale.
Nel secondo caso si tratta in pratica di un impianto di bonding, che come tutte le cose può essere fatto bene o male, se fatto male crea altri problemi peggiori di quelli che vorrebbe evitare.
Nell’ipotesi che sia fatto come si deve, il tutto collegato crea una sorta di corpo unico con reazioni omogenee e protettive.
In questo caso è evidente che ci vadano collegate anche tutte le infrastrutture e le appendici dello scafo.
In questa configurazione, il negativo della batteria, se non ce lo colleghi direttamente, all’albero ci si collega da solo passando dai negativi di tutte le utenze (motorino di avviamento per esempio) ed è evidente che finisce anche su tutte le appendici metalliche dello scafo (la pinna per esempio).
In generale, anche non avendo collegamento di bonding, collegare l’albero alla pinna non è male, quando non ci sia collegato già per costruzione, proprio per creare una continuità elettrica tra masse metalliche e mare.
Il discorso dei fulmini è molto più complicato e implica anche credenze e superstizioni.
Parto dal principio che si parla di centinaia di migliaia di Ampére e anche milioni di Volt che si scatenano in una frazione di secondo, e che quindi pensare in qualche modo di incanalare la scarica, di deviarla o contrastarla non ha gran senso.
Per cui si tratta di creare una equipotenzialità con il mare in modo da non incentivare o favorire o indirizzare il canale ionizzato che si forma tra le nuvole e il mare e che rappresenta la via che percorre il fulmine quando colpisce, più che altro perché essendo le correnti per loro natura pigre, si crede/spera che vadano direttamente a mare senza passare per la barca.
Le scariche che colpiscono le imbarcazioni, che poi lo possono raccontare, sono correnti, come dire, “accessorie” che creano gran danno alle apparecchiature e danni tutto sommato minimi alle strutture, perché l’impatto diretto di tutta la potenza di un fulmine concentrato solo su una barca la vaporizzerebbe o poco meno.
Quindi nel caso sfortunato, il fulmine nella sua imprevedibilità più che squagliare una presa a mare collegata all’albero, credo squagli prima l’albero e magari gli attacchi della pinna, e per la faccenda del motore prima dei cuscinetti (perché proprio solo loro?) ci sono cose più “squaglievoli” e vulnerabili in un motore e accessori bordo macchina.
Ma, come detto, se arriva diretto c’è poco da fare, per le indotte le protezioni in molti casi funzionano, ma anche in questo caso bisogna sapere come e cosa si sta facendo.
Altro argomento sono gli impianti antimpatto, molto criticati perché non ne è ben chiaro il funzionamento quindi complicati da capire, ma che per mia lunga esperienza personale sono sicuramente efficaci, i quali agiscono a livello dei canali ionizzati annullandone in qualche modo gli effetti in prossimità del loro campo di copertura
Tutto questo detto in termini da asilo tanto per non tediare, volendo solo introdurre degli argomenti e scusandomi un po’ per la franchezza usata nei tuoi confronti nel cappello.
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 02-09-2018 23:12 da dapnia.)
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