RE: Ormeggio in rada con previsione vento molto forte
Premetto che non mi è mai capitato di dover utilizzare la seconda ancora, preferendo considerare di avere a disposizione come prima ancora quella migliore che ho a bordo, senza lesinare sui costi, e giustamente dimensionata, con la giusta dimensione e lunghezza di catena, e già così penso che si possa far fronte ad oltre il 95% delle condizioni di forte vento. Quindi quello che sto per dire è solo frutto di teoria e mai provato in pratica. Considerando che l'esigenza di dover utilizzare la seconda ancora si manifesta quando le condizioni sono diventate o stanno per diventare impegnative, e decido comunque di ancorarmi in rada, se non sono già ancorato e decido di rimanere, mi comporto come segue: primo passaggio. - recupero catena fino a lasciare 3 lunghezze di fondale (se sono già ancorato) o do fondo per tre lunghezze di fondale. secondo passaggio - ad una maglia della catena, in prossimità del musone collego la seconda ancora alla catena fissandola (con due false maglie d'acciaio o gambetti sintetici) una al diamante e l'altra alla cicala fissando con un legaccio al fuso dell'ancora la lunghezza di catena corrispondente alla lunghezza dell'ancora, in modo che non vada a creare disturbo all'unghia dell'ancora impedendone la presa sul fondo. terzo passaggio. - filo catena per le lunghezze necessarie, cioè tante. Questa soluzione io la adotterei solo alle seguenti condizioni: 1. mi trovo in una rada in cui ci sono poche barche e ben distanziate tra di loro dove anche se una delle barche vicine perde la presa e deriva verso di me, devo avere il tempo di prendere le dovute precauzioni (anche se quando arriva il brutto la visibilità si limita a tal punto che spesso stando a poppa si fa fatica a vedere la prua della barca) 2. che l'esposizione al mare aperto sia ridotta in modo che difficilmente possa montare mare anche se le condizioni perdurano. 3. che ci sia la possibilità di avere acqua attorno alla barca pur dando tanta catena. E queste condizioni, oggi come oggi, sono molto difficili da trovare a meno che non si navighi fuori dalle mete turistiche, perchè se solo una delle condizioni condizione salta, il rischio del disastro sarà molto elevato, considerando che, pur facendo tutto a regola d'arte, rizzando e assicurando tutto a bordo, i problemi possono nascere anche per errori fatti da altre barche, che ci vengono addosso, quindi in quel caso o si fila tutta la linea d'ancoragio avendo cura di assicurarne l'estremità ad un parabordo per l'eventuale recupero successivo o cercare di recuperare tutto ma liberare la seconda ancora in una posizione così scomoda (sul musone) e spostarla in coperta (nel mio caso parliamo di 30 kg) in condizioni impegnative diventa difficile. In conclusione, prima di decidere di utilizzare la seconda ancora, probabilmente ci penserei su almeno tre volte, considerando la possibilià di levare l'ancora e affrontare il brutto in mare aperto, considerando che le barche si fanno male con la terra e non con l'acqua.
A tal proposito racconto un episodio che mi è capitato due anni fa e che aiuta a capire che quando arriva il brutto qualsiasi decisione si prenda, pur comportandosi in maniera ineccepibile, non bisogna mai dimenticarsi a casa una buona dose di posteriore: ancorai all'interno della rada di Pola, in Istria, per che conosce il posto, più o meno all'altezza della stazione ferroviaria, lo reputo un buon posto, con fondale di fango ottimo tenitore. Si tratta di una baia ridossata a 360°, sostanzialmente un laghetto, in fondo alla baia, davanti al paese c'è anche un marina con dei pontili galleggianti che non ha neanche bisogno della diga esterna. Le previsioni davano instabilità e possibili temporali, nel pomeriggio di un giorno di fine luglio vedo arrivare da nord un bel nerone, che non lasciava presagire nulla di buono, io sono comunque tranquillo, quello che bisognava fare era stato fatto quindi, rimango seduto in pozzetto, intanto vedo arrivare 3 barche che entravano in fila indiana, di gran lena. E quel cielo nero, a nord, così come è apparso velocemente, è anche arrivato velocemente, accompagnato da nebbia che, come un sipario che scende annulla completamente la visibilità, poi forte pioggia, grandine e da 70 nodi, ad un certo punto sento un gran botto e un forte strattone, io sono rimasto sotto lo spray hood per monitorare, ma tanto non si vedeva niente, l'unica cosa che puoi percepire in quelle condizioni è che la barca non si traversi al vento e cominci a scarrocciare, e a quel punto bisogna essere rapidi al timone e col motore a contrastare la pedita di presa dell'ancora qualora succedesse. Fortunatamente non è durato molto e dopo un po', il sipario, come era calato si alza di colpo e, ... udite, udite, dietro la poppa della mia barca vedo la pura di un'altra barca che mi punta dritta e grazie al cielo, anche per lui si era alzato il sipario e a non più di circa 5 metri di distanza riesce a scansarmi! Era una di quelle barche che stava entrando e che o non è riuscita a dare fondo o che ha dato fondo e non ha tenuto e che quindi aveva deciso di gironzolare nella rada con visibilità ZERO! Successivamente, al controllo generale del dopo buriana, ho visto che la cima di ritenuta della catena mi era esplosa, per il forte colpo improvviso dei 70 nodi, fortunatamente ha assorbito lei tutto il colpo prima di esplodere senza dannegiare il salpancora. Per qualcuno che invece decise di andare a ridossarsi, prudentemente, in banchina, non ha avuto una gran fortuna perchè diverse barche oscillando si sono prese tra loro riportando danni, oltre qualche tendalino lacerato. Quindi, mai dimenticarsi a casa una bella porzione di fortuna!
La conoscenza è una raffinata dichiarazione di ignoranza!
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 03-11-2024 16:47 da Arcadia.)
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