Cantiere: Bavaria Yachtbau GmbH - disegno dello studio J&J
in costruzione fino al 2003
L.F.T. 12,48
lunghezza al galleggiamento: 10,95
baglio max: 3,99
pescaggio: 2 mt (esiste anche la versione con pescaggio 1,65)
motore: volvo MD22L 36,5Kw 50hp SD, elica 3 pale abbattibili volvo (optional)
Stazza Lorda: 8,3 T
Materiale di costruzione: VTR, opera viva in laminato pieno, opera morta e coperta sandwich,
Bulbo in piombo fissato allo scafo con 11 prigionieri a vista, la struttura di rinforzo è annegata negli strati di vetroresina e il ragno strutturale è fazzolettato allo scafo, rinforzi strutturali in kevlar sui masconi e in prossimità dell'attacco del bulbo.
Paratie resinate allo scafo.
Pala timone sospesa.
serbatoio carburante: 230 lt, che garantisce un'ottima autonomia, considerati i consumi di circa 3,5/4 lt/h
serbatoio H2O: 230 lt + 150 lt a prua, che nel mio caso è stato asportato per far posto all'elica di prua
Superficie Velica:
randa: 31,70 avvolgibile (36,40 full batten)
genoa avvolgibile: 41,40
circuito spy (optional)
Il cantiere prevedeva vari allestimenti così che due barche dello stesso modello potrebbero avere rendimenti decisamente diversi (basti pensare la differenza che può fare un bulbo lungo e uno corto sulla stessa barca). Qui mi limito a descrivere ovviamente il modello che ho io.
La qualità del rigging è di buon livello: armo frazionato (9/10) crocette acquartierate e albero poggiato, costruttore Seldenmast, avvolgifiocco furlex, verricelli harken, oblo boccaporti e passauomo Rudgeston, bitte d'acciaio, drizze misto acciaio tessile, tendipaterazzo di serie, così come le aperture laterali della battagliola.
A motore, l'onesto 50 hp offre una valida spinta per permettere una navigazione di crociera a 7 nodi, naturalmente con la carena pulita, a 2100 giri, l'effetto evolutivo dell'elica sinistrorsa quasi non si sente grazie al motore abbastanza avanzato e il piede viene a trovarsi più vicino al bulbo che al timone.
Le manovre, in spazi ristretti, grazie anche all'elica di prua, sono eccellenti.
A vela si muove già con brezze leggere, con 4/5 nodi di reale è capace di viaggiare a 3 nodi.
Appena si alza un po' più di vento lo scafo si piega leggermente appoggiandosi sull'acqua, poi iniziare a solcare l'onda frangendola in un modo molto morbido.
Una volta messe a punto le vele e portato il timone al centro, con l'andatura di bolina si possono togliere tranquillamente le mani dal timone che penserà a tutto lei: con il rinforzo di vento orza leggermente, appena cala il rinforzo torna alla poggia, mantenendo così costante l'angolo col vento. In condizioni ideali (12-15 nodi e mare calmo) può raggiungere tranquillamente 8 nodi.
Si possono tenere a riva tutte le vele fin verso i 18/20 nodi di vento, dopo di chè è meglio ridurre avvolgendo un po' sia la randa che il genoa per mantenere un corretto centro velico, per evitare gli eccessivi sforzi alla struttura, e lei grata continua a riservare piacevoli sorprese, raddrizzandosi un pochino e un po' più leggera al timone, aumenterà addirittura il passo guadagnando in velocità. Il disegno della carena e del bulbo, a scarpone profondo in piombo, la rende molto morbida al passaggio dell'onda senza sbattere, garantendo una buona tranquillità di navigazione anche quando le condizioni diventano impegnative.
L'andatura che predilige è la bolina, stringe bene il vento (grazie alla profondità del pescaggio), anche al traverso si trova a suo agio, comincia a soffrire invece con le andature portanti dove qui è necessario armare un jennaker o ancor meglio uno spy, o in mancanza di queste vele aspettare un forza 7 dove puoi permetterti anche di navigare a tutta tela a 7 nodi per fuggire le onde e vento con la tranquillità che ti riserva un pozzetto centrale e guardare a poppa le montagne di onde che rincorrendola sembra vogliano versarle addosso tutta la loro forza frangendovi sopra, ma che invece la alzano ad ogni passaggio, facendola sculettare come una modella in passerella, mentre il timoniere, che in questo caso non potrà lasciare il comando all'automatico, continuerà a governare tranquillamente, ma ben concentrato e con un po' di impegno, una barca che risponde con facilità ai comandi del timone.
La condotta della navigazione può essere tranquillamente affidata ad un solo membro dell'equipaggio: il trasto della randa posto dietro al timoniere, i verricelli del genoa ai suoi lati, tutte le manovre sono rinviate anche in pozzetto dove è possibile ridurre o aprire le vele, e sulla plancia, davanti al timone, oltre ai comandi dell'autopilota ed elica di prua, ed i vari display dell'st60, il chartplotter e il ripetitore vhf permettono una navigazione sicura senza dover necessariamente scendere sottocoperta, dove però è necessario andare se si vuole consultare il radar o il navtex.
La finestratura fissa e la capottina consentono di ripararsi dalle condizioni meteo avverse rimanendo in pozzetto e controllando l'orizzonte, lasciando all'autopilota l'onere del governo della barca.
Per quanto riguarda l'abitabilità sopra coperta, il pozzetto centrale offre a poppa un'ampio spazio dove poter organizzare le più disparate attività senza intralciare chi è in pozzetto: la piscina per bambini, la pesca, una doccia, o stendersi al sole. Il pozzetto, lungo oltre 2 metri accoglie comodamente 4 persone, mentre risulta un po' corto il tavolino abbattibile per pranzarci in 4 sarebbe sicuramente più comodo avere una prolunga.
Il bimini, che si apre e chiude in un attimo, necessita del lavoro di una sola persona, rende confortevole la vita in pozzetto anche sotto il sole battente, e durante la navigazione si chiude con estrema facilità.
Sottocoperta si dimostra marina sia in navigazione, con i suoi appigli e tientibene che corrono ai due lati del cielino della coperta. Mentre nelle soste si dimostra molto vivibile con la lunga cucina a murata sul corridoio che porta alla cabina armatoriale di poppa, un bagno, con doccia separata, con l'accesso dal quadrato, (è previsto l'accesso anche dalla cabina armatoriale ma io ho preferito chiuderlo).
Il quadrato tradizionale con tavolo semiabbattibile al centro e due divani ai lati e una cabina a prua.
Infine la sala macchine, che occupa tutto lo spazio sotto il pozzetto, è molto ampia ed accoglie, oltre al motore anche un generatore da 6kw il boiler da 24 lt, il sistema antincendio.
A poppa sotto le cuccette trovano alloggio i serbatoi del gasolio e dell'acqua. Il webasto è posizionato ad estrema poppa, dove è ispezionabile anche la losca e l'asse del timone.
Le caratteristiche strutturali di costruzione sono di buon livello: l'opera viva ha un buon spessore di laminato, le lande ad U fissate a scafo tramite un pezzo di massello di mogano resinato e fazzolettato, così come fazzolettate a scafo risultano tutte le paratie. La giunzione scafo-coperta è ispezionabile a tutto scafo.
Per quanto riguarda gli allestimenti invece ho dovuto mettervi mano sostituendo o aggiungendo alcune cose che il cantiere si è “distrattamente dimenticato” di mettere contribuendo così a farsi quella cattiva fama di cui è stato additato fin troppo pedantemente.
I lavori che ho dovuto sostenere, ma che mi hanno però permesso di conoscere perfettamente la barca, sono stati i seguenti:
- sostituzione del siphon break che provocava l'ingresso di acqua (si trattava di un difetto comune a quel modello di motore e imputabile più alla volvo);
- sostituzione di tutte le viti in ferro del mobilio con viti in acciaio, comprese quelle delle fascette (anche del motore volvo);
- sostituzione del circuito caricabatteria (prevedeva una batteria da 48A ma con un'unica uscita e dovendo caricare sia batt bow trust che batt servizi utilizzava un relè di deviazione, tra l'altro di derivazione automobilistica e di portata minore (30A), oltre ad avere dei cavi troppo sottili (6mm)saltava in continuazione). Sostituito tutto con caricabatteria a 3 uscite e cavi di dimensione decente.
- Mancanza della valvola di intercettazione gasolio, che ho fatto mettere, con comando dalla plancia del timoniere.
- Mancanza dell'interruttore salva salpa ancora (per quelli del cantiere probabilmente poteva bastare solo il fusibile);
- mancanza del fusibile ritardato da 255A del motore del bow trust.
Sicuramente cose che denotano una certa distrazione nella cura delle finiture (perchè pare che in quel periodo gli allestimenti fossero fatti fare a terzisti) ma che non pregiudicano la qualità della costruzione.
Nel complesso ne sono estremamente soddisfatto, se dovessi tornare indietro e scegliere una barca, riprenderei questa.
Alcuni particolari costruttivi:
- basetta dei candelieri:
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Fissaggio delle lande allo scafo:
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Piano di coperta:
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disposizione sottocoperta:
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foto varie:
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