matteo45
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Teak
Citazione:matteo45 ha scritto:
Citazione:stefano702 ha scritto:
Un sistema assai più semplice dal punto di vista esecutivo, è stato introdotto dai Gougeon una trentina di anni fa e sembra avere dato buoni risultati.
Consiste nell'applicare strisce di teak molto più sottili (circa 6 mm, o anche meno nel momento in cui vengono messe in opera, che si riducono a circa 5 mm dopo la levigatuta), incollandole con l'epossidica e fissandole durante l'incollaggio con viti o graffe provvisorie.
Il comento che rimane tra una striscia e l'altra viene quindi riempito con stucco epossidico ottenuto mischiando alla resina caricata con silice colloidale della grafite, che dà una colorazione nera il cui aspetto richiama il tradizionale filetto di gomma.
Questo sistema,presenta numerosi vantaggi, sia dal punto di vista strutturale che esecutivo.
Strutturalmente, si può considerare lo strato di teak come elemento di un composito costituito da tutto il tavolato della coperta, quasi fosse uno strato di compensato addizionale del compensato sottostante.
Aggiunge quindi resistenza e rigidezza in senso longitudinale, con un incremento di peso minimo rispetto ad un compensato di mogano.'
....da 'Costruzione moderna di barche in legno' di Paolo Lodigiani edito da Hoepli.
Come si può vedere non c'è una verità assoluta e gli oracoli, sono una razza estinta!!!
Allora a Lodigiani aggiungiamo anche la ditta Cecchi di Livorno che suggerisce l' epossidica per fissare le doghe di teak.
Allora siete in quattro, o poco più!
Cerco di chiarire 'la verità' ( compito non immane , in questo caso...)
Verità A): la coperta tradizionale ha nell' ultimo strato di teak un elemento intrinsecamente strutturale di un fasciame complesso che si appoggia sui bagli.Si tratta di un sistema rigido avvitato ed incollato sul fasciame inferiore e contribuisce alla solidità della struttura dello scafo.Dal momento che tutti i materiali sono elastici, in particolare il legno risente di espansioni e ritiri per umidità ( e calore, essendo un cattivo conducente), la struttura è 'iperstatica' e può avere più facilmente dei cedimenti sui nodi.
Verità B) la coperta su scafi in vetroresina o altrimenti già strutturati ha una funzione prevalentemente estetica, oltre ad alimentare con la sua manutenzione il masochismo dei proprietari.
La tecnica di avvitare le doghe è abbandonata , tranne qualche raro cantiere del nord Europa, anche perchè il consumo esteticamente accettabile arriva fino a mostrare le teste delle viti, cioè circa a metà dello spessore delle doghe. Solo per le mastre di contorno si tende a continuare ad avvitare. Inoltre questi fori sono una fonte di ingresso acqua sempre in agguato, in particolare con le coperte in sandwich, che sono la maggioranza.
In questo caso quindi il tavolato di teak deve 'galleggiare'sulla coperta sottostante che deve essere assolutamente spianata e [u]impermeabilizzata[u]. Di conseguenza sia l' incollaggio inferiore che i comenti devono essere elastici. Ciò vale anche per le coperte prefabbricate in laboratorio.
A volere essere pignoli anche ogni pezzo di ferramenta fissato in coperta, oltre ad avere una piastra di alluminio sottostante, dovrebbe avere intorno una mastretta in teak per permettere i movimenti longitudinali.
L' unico dubbio che mi rimane, ma è un dubbio esclusivamente personale, è che si continuino ad usare doghe cianfrinate, che incidono per un dieci per cento dell' acquisto del teak, quando si potrebbero semplicemente usare degli spessori durante la posa delle doghe. Ma quasi tutti i falegnami utilizzano doghe cianfrinate,tranne che nel preassemblato, forse non si fidano..
Questo è un fatto assodato, che ci siano anche ed ancora coperte incollate rigidamente su ponti preesistenti, è possibile.
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01-02-2012 19:51 |
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