Parliamo di numeri (non ho ancora letto dati statistici e ci faccio sopra un ragionamento),
Il Rapporto sul Turismo Nautico relativo al 2010 dice che sono 153.161 i posti barca lungo gli oltre 7.500 chilometri della costa italiana.
La regione con il maggior numero è la Liguria, ben 21.850, seguita dalla Sardegna (19.415) e dalla Toscana (17.187). Fanalino di coda, in questa speciale classifica, l'Abruzzo (2.534), la Basilicata (1.285) e il Molise (290).
I numeri relativi alla presenza - in Italia - di barche a vela o a motore, resi noti nell’ambito della presentazione alla stampa di Seatec (salone dedicato alla componentistica per la nautica da diporto) a Carrara nel febbraio 2009 indicano ben 75.203 imbarcazioni registrate, delle quali 15.961 a vela e 59.044 a motore (oltre a 198 navi, ovvero imbarcazioni oltre i 24 metri), per un parco nautico complessivo (composto da immatricolate e non immatricolate) pari a 615.585 unità.
Poiche' questa ultima casistica comprende anche imbarcazioni (gommoni, derive, ecc.) che non fanno uso di posti barca i dati sembrano coerenti.
Ed e' supposizione non irreale che vi sia un numero di imbarcazioni non immatricolate stazionanti in mare almeno pari a quelle immatricolate.
Ora, prendendo un tanto al chilo i dati di cui sopra ed esagerando il concetto, immaginando inoltre che i casi catastrofici osservati siano limitati ad una sola regione (che in Italia sono 20 in totale di cui 5 non bagnate dal mare per le quali trascuriamo i laghi) e siano limitati alle imbarcazioni stazionanti in un marina possiamo dire che in un'ipotetica 'regione media' vi siano :
153161 posti barca / 15 regioni bagnate dal mare = 10210 posti barca per regione (circa)
Immagino che questi posti barca siano occupati per buona percentuale (altrimenti non esisterebbero) ma, per ulteriore margine, riduciamo del 30% la stima e indichiamo 7000 il numero di posti barca in cui staziona permanentemente un'imbarcazione in una regione.
Riprendendo l'indicazione che i casi osservati sono stati circa 100 su di un arco di 15 anni (non penso in una sola regione e non penso nemmeno in una molto piccola ma riferendoci comunque al valor medio calcolato nella logica di valutare il caso peggiore) possiamo affermare che :
100 casi osservati / 7000 imbarcazioni in acqua / 15 anni x 100 = 0,09% di casi gravi osservati all'anno
Se i numeri sono questi (rifate i conti per favore) il problema e' statisticamente modesto e lo diviene ancora di piu' se applicato all'intera popolazione nautica senza le riduzioni qui fatte.
Se questo e' vero mi pare tremendamente pessimistico e pure rischioso suggerire a soggetti non perfettamente competenti in materia di sicurezza elettrica azioni che possono comportare alterazioni pericolose ai loro impianti di bordo se non ben studiate e realizzate.
E per quanto riguarda l'ABYC dimostrano di avere un'opinione ben precisa in proposito :
http://www.abycinc.org/committees/.%5CE-11.pdf
Gli americani in termini di sicurezza non scherzano e nel paragrafo 11 scrivono :
....
11.5.2.7. DC System Negative Connections
11.5.2.7.1. If an alternating current (AC)
system is installed, the main AC system grounding bus
shall be connected to
11.5.2.7.1.1. the engine negative terminal or the
DC main negative bus on grounded DC systems, or
...