Quelle appendici che si vedono a poppa (es. il Menorquin, lo Sciallino, ecc.), fanno poco al rollio, più che altro servono per trasformare una carena flottante in una carena quasi planante e aumentarne la velocità.
Resta il fatto che per sollevare la barca, oltre alle alette a poppa serve anche una considerevole potenza: motori importanti, consumi notevoli.
Le vere alette antirollio, sono delle specie di chiglie applicate al ginocchio e che corrono per un terzo dello scafo; in linea teorica dovrebbero smorzare il rollio dello scafo e aumentare il periodo della rollata (più lento e meno accentuato), ma il risultato non è mai così certo.
E' evidente che la misura che devono avere e il dove applicarle, sono frutto di calcolo e/o bella esperienza: applicarle così a caso è una bella scommessa.
Da non dimenticare che per notare un beneficio alla navigazione la barca deve raggiungere una buona velocità: da ferma averle o non averle e quasi uguale.
Non so quanto sia importante l’aumento della superficie bagnata da muovere e se influisca sulle prestazioni: bisognerebbe fare un po’ di conti.
Più efficaci, ma molto più complicate sono le pinne antirollio, quelle delle moderne navi da crociera e dei grossi ferri da stiro: applicate in un punto ben preciso e calcolato dello scafo, da bande opposte, dormono in un alloggiamento e sono estratte alla bisogna.
Si muovono, un po’ come le pinne pettorali delle foche, sono comandate da un sistema giroscopico che agisce sui loro meccanismi idraulico e funzionano solo se la nave ha una buona velocità.
Tornando alle nostre dimensioni umane di ragionevoli velisti, la randa alzata fa solo se un filo d’aria la tiene gonfia, e/o se il vento di velocità (vento apparente) ha modo di lavorare su di essa: se cammini funziona, se non cammini fa peggio.
Alla fonda, ho visto calare due cavi da tre o quattro metri, uno per banda, con appesi due grossi secchi; il Tipo giurava che funzionavano, smorzando la danza.
Credo che due ancore o due pesi notevoli facciano la medesima cosa, ma non ho provato: in teoria potrebbero funzionare o addirittura anche peggiorare le cose, ma provare, in questo caso, non richiede capitali né lavoroni e si può fare.
Tempo fa un conoscente ha preso un gozzo cabinato e, sapendo la cosa, l’ha chiamato Nando: agli amici che gli fanno notare quello che non è un difetto, ma una caratteristica, canticchia a mezza voce << ‘An vedi come balla Nando, quando è in mare balla ben >>. Ma lui è do lungo corso, filosofo e buon umorista.