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VIII Vele Storiche Viareggio Filmato
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VIII Vele Storiche Viareggio Filmato
Eravamo ormeggiati al pontile abitualmente utilizzato per il transito passeggeri. La sera prima mi ero accertato dalla barista, incollata alle slot, che non fosse in uso. La mattina, abbiamo fatto colazione al bar di fronte dove tre signore, con fare un po marinaresco, ci hanno dato il buongiorno. Le soddisfazioni con una barca d'epoca vengono più dalla gente comune che da chi, per competenza, dovrebbe segnalare uno scafo. Mentre bevevo il caffè, Marcello, mi ha fatto notare due signori che fotografavano il RURIK. Alla destra del pontile era ormeggiato un sail yacht da urlo di almeno 18 metri, tutto legno lucido e cromature, bandiera Virgin Islands. Credo fosse il marinaio, americano, si è informato che barca fosse e ci ha aiutato per salpare. La navigazione non si presentava bene perché ci aspettava l'uscita dalla diga, controvento ... accidenti ma il bar dove abbiamo fatto colazione si chiamava Controvento, sarà che abbiamo sfidato la sorte?
La cala di Le Grazie confina con una cala dové insediata la Marina Militare e, se non ci avesse avvertito Giancarlo, non saremmo passati tranquilli davanti dopo tre salve di cannone che sembravano un avvertimento.
Corrente contraria onde, allerta meteo, unità della marina militare; cerano tutti gli elementi per rientrare a Portovenere e passarci la giornata. Palmaria, dopo un po ci offerto riparo, ma quella che più temevo era l'uscita in mare aperto dalla chiesetta. Una meda gialla di pericolo a sinistra e le rocce a destra con mare agitato e onda di fronte che frange. Non pensate alle vostre barche: immaginate di avere un bordo libero di 40cm! Personalmente mi sono fatto un opinione delle linee d'acqua del RURIK. Le consentono di 'galleggiare' come un sughero, malgrado le sue 5 tonnellate. Infatti scala rapidamente le onde che non le spostano la poppa più di tanto. Da Portovenere in avanti solo roccia e paesini abbarbicati. Vento che viene per ovest forte ma mare Agitato. Onde scomposte da diverse direzioni, alle volte anche molto profonde. Non sono mai stato capace di valutare l'altezza delle onde salvo quella volta che con fondale 6 metri, nel cavo, il RURIK ha toccato la sabbia del fondale davanti a Isola Sacra. La scala Douglas dice 2,5-4m, si c'erano anche quelle. I passaggi più difficili erano i promontori dove probabilmente la riduzione dei fondali e l'onda di ritorno ci facevano ballare come in lavatrice. Marcello era un po in difficoltà a navigare con gli strumenti: abituato alla navigazione costiera su derive e piccoli cabinati faceva fatica a seguire la bussola o il GPS. E' stata anche per lui un esperienza da fissare nel mosaico della memoria. Abbiamo risalito tutta la costa lasciandoci alle spalle un elenco di località che, di volta in volta, cercavamo di riconoscere in un esercizio di memoria di quale viene prima, quale dopo. Il mare, il vento e non avevamo entrambi nessuna voglia di mangiare. Il passaggio del timone lo pretendevo col verso 'tocca a me giocare' Big Grin
Verso le 6 di sera si è profilata la serie finale di paesi: Rapallo, Santa Margherita e Portofino. Ero tentato di aprire randa per dare anche a Marcello la soddisfazione dei vedere il RURIK armato. Il vento calava e rinforzava: il mare sempre agitato. Sono comparse onde importanti da quadranti non ancora esplorati ma mai mi sarei atteso l'accoglienza di Genova. Camogli, Nervi e ... giù un colpo di tramontana che ha messo i fiocchi a collo e sbandava la barca anche a secco di vele. Bagnati dai frangenti, ci ha colto il tramonto. L'idea era di andare sotto la diga a ripararci ma ... chi la vedeva? Se per quello faticavo anche a riconoscere l'ingresso del Porto Vecchio. Periodicamente aprivo il tambuccio per verificare sul GPS la posizione. Abbiamo avuto la certezza di essere in prossimità del ingresso del Porto Vecchio quando una portacontainer ci ha chiesto diritto di rotta: viaggiavamo paralleli ma ha preteso gli passassimo sotto vento. Subito fatto!42 La navigazione è proseguita così fino a Prà dove l'ampio ingresso del Castelluccio/Aeroporto ci ha accolto nella sua calma e relativa assenza d'onda. Il RURIK è a casa!
L'esperienza umana è stata unica; un grazie sincero a chi ha partecipato ai trasferimenti; Giancarlo e Marcello. Due baldi giovani che non si sono lasciati intimorire dalle avverse condizioni, ne si sono risparmiati. Segue lettera al Presidente.

PS: Questo è il modo che ho trovato per imbrogliare le vele di prua per sottrarle alla tramontana nera!

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Ciao,
Riccardo
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(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 28-10-2012 05:07 da Rurik.)
20-10-2012 17:37
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