IanSolo
Vecio AdV
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sito kit pannelli solari - installato - foto
In effetti la differenza fra monocristallino e policristallino sta essenzialmente nel prezzo e nella superficie (un po' piu' grande nel policristallino vista la sua resa un po' minore). Un peso determinante nella scelta sarebbe invece la tecnica di assemblaggio usata dal fabbricante che e' pero' un parametro che l'utilizzatore non puo' riuscire a valutare se non 'sulla sua pelle' essendo proprio cio' che influisce sulla vita utile di questi oggetti, il risultato e' che ci si accontenta di sperare che duri o ci si affida alle marche piu' rinomate, io mi sono accontentato di scegliere il prodotto di un rivenditore da me conosciuto, con negozio a due passi dalla barca in modo da riportargli velocemente un oggetto che non funzionasse certo di vedermi riconoscere la garanzia senza problemi. Per questo non mi addentro nel disquisire su quale dei prodotti commerciali possa essere meglio o peggio: e' un giudizio che ritengo assolutamente personale e dipendente soprattutto dalle esigenze (e possibilita' economiche) del singolo utilizzatore.
Il vantaggio di suddividere in piu' pannelli dipende da cosa si vuole ottenere, se posti adiacenti sullo stesso piano e in parallelo il vantaggio e' che se uno si ombreggia l'altro puo' ancora erogare potenza, analogamente se angolati in modo differente quando il sole si sposta si puo' ricavare qualcosa di piu' da quello meglio orientato, se posti in serie si puo' trarre vantaggio con un regolatore MPPT, ecc. ecc.
enio.rossi,
i pannelli di nuova generazione realizzati con semiconduttori composti hanno, grazie ad una gamma luminosa sensibile piu' ampia, un rendimento un pochino superiore ma un comportamento simile ai pannelli in silicio amorfo (per amorfo si intende un materiale non cristallino ne' policristallino) in quanto la cella e' realizzata con tecniche analoghe (deposizione di film sottile in fase gassosa o mediante trattamento per evaporazione sotto vuoto o sputtering), lo strato ottenuto, spesso depositato su substrato plastico, e' piuttosto flessibile ed ha caratteristiche dichiarate di miglior comportamento in caso di ombreggiamento o bassa luminosita'. Questo e' vero se la comparazione viene fatta a pari potenza dichiarata e a pari costo dell'installazione ma le cose cambiano ragionando in termini di unita' di superficie. I pannelli amorfi hanno una curva di rendimento che si deprime molto alle piu' alte luminosita' (le perdite aumentano con la corrente), necessitano quindi di superfici piu' ampie per rendere la stessa potenza ma, essendoci meno perdite a basse correnti la superficie piu' grande fa sembrare poco influente l'ombreggiamento, secondo questa logica (di pura tecnica) non sarebbe conveniente il loro utilizzo (maggiore superficie per la stessa potenza) ma a loro favore gioca il costo di produzione molto piu' basso che li rende interessantissimi dove si possa disporre di spazio sufficiente (che puo' arrivare anche al 40-60% in piu' dei pannelli tradizionali).
Le realizzazioni in plastica (intendo completamente in plastica o con la faccia sensibile protetta solo da plastica) hanno il vantaggio della flessibilita' ma una vita utile prevista un po' inferiore alle realizzazioni con superficie in vetro a causa principalmente dell'opacizzazione cui vanno soggetti i materiali plastici esposti all'irraggiamento solare e alla piu' facile trasmissione all'interno di stress meccanici (grandine, calpestio, ecc.).
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09-01-2013 02:42 |
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