Citazione:paolo maylander ha scritto:
...Per contro non credo che le cellule siano chiuse come il polistirolo e con un uso continuato e non solo per le nostre sempre troppo brevi uscite(ci piacerebbe!!) potrebbe bagnarsi di condensa, ma... dopo quanto tempo, i frigoriferi di casa sono coibentati così e non mi sembra ci siano problemi di condensa ... Comunque con un uso da diportista medio avrebbe tutto il tempo di asciugarsi qualora....
Ho fatto un intervento molto importante al frigo circa 10 anni fa con risultati spettacolari (consumi ridotti a meno di 1/4 di prima...).
Innanzitutto consiglio le 192 pg in inglese di un puntuale libretto di Nigel Calder sulla costruzione/manutenzione di frigoriferi da barca:
http://www.amazon.it/Refrigeration-Pleas...0071579982
Ciò detto almeno due consigli personali:
1. La coibentazione conta molto, deve essere presente, più spessa possibile (anche a costo di una riduzione di capienza se il frigo è grande e non c'è modo di isolare da fuori) e soprattutto DEVE essere a cellule chiuse. Sono a cellule chiuse sia le migliori schiume poliuretaniche bicomponenti (NON la bomboletta monocomponente tipica per l'edilizia; online si trova tutto, anche se la bicomponente non è economica), sia i fogli poliuretanci a cellule chiuse. I migliori (per lavorabilità e isolamento) che ho trovato sono quelli con una o entrambe le superfici coperte in alluminio, con cui vengono costruite le condotte di aria condizionata industriali. BISOGNA avere le cellule chiuse perchè altrimenti la schiuma assorbe l'umidità e NON è vero che è ininfluente perchè asciuga con l'uso tipico diportistico. Se salite in barca d'estate SEMBRA asciutta, ma anche con l'80% di umidità in barca (normalmente i valori sono più alti!) e 25-30°C, appena il frigo comincia a raffreddarsi (e quindi linearmente a scendere la temperatura negli strati di coibentazione) si ha sicuramente condensa nelle celle con drammatico calo dell'isolamento termico. Per quanto riguarda la lavorazione raccomando di usare pannelli ovunque possibile, e poi riempire gli interstizi rimasti con la schiuma.
2. SE si ha il classico compressore ermetico elettrico raffreddato ad aria è imperativo che l'aria 'aspirata' dalla ventola sia 'fresca', ovvero non sia a contatto/mischiata con quella già scaldata dalla serpentina. Quindi, per quanto dotato di bocchette, è poco efficiente mettere semplicemente il gruppo in un piccolo vano, che quasi certamente raggiungerà temperature 'importanti'. Con pochissimo lavoro in più conviene fare un piccolo 'divisorio' (magari coi ritagli dei fogli di poliuretano di isolamento) che SIGILLI il lato del vano a monte del radiatorino/ventola di raffreddamento da quello a valle (ovviamente servira almeno una bocchetta per parte... se possibile quella a valle -lato 'caldo'- più in alto, per farci aiutare dai moti convettivi nel ricircolo). Risultato: l'aria che investe lo scambiatore sarà di massima alla temperatura interni (raramente più di 30° ad altezza paglioli perchè siamo sotto il galleggiamento e l'acqua di mare raffredda lo scafo). Assicuro che fa davvero molta differenza