Il rendimento di una centrale ENEL come risulta da pubblicazione ufficiale dell'azienda:
https://www.enel.it/it-IT/doc/azienda/am...2011_2.pdf (pag. 16, 18, 22, 37, 38, 56)
http://www.enel.it/it-IT/doc/azienda/amb..._ub_pc.pdf (pag. 24)
http://www.enel.it/it-IT/doc/azienda/amb..._rev_1.pdf (pag. 26, 44)
nonche'
Il rendimento di un sistema di generazione locale come risulta da dati medi raccolti ufficialmente:
http://energiaecittadini.tecnologiepulit...%20CAR.pdf (ultima pagina)
dimostrano che il rendimento calcolato nei due casi ha un riferimento diverso ovvero nel primo caso (grande impianto) il riferimento del rendimento e' (anche se non esplicitamente dichiarato) il potere calorifico superiore visto che nella descrizione dell'impianto si parla di recupero dell'energia dai gas di scarico, mentre nel secondo caso e' invece dichiarato che si fa riferimento al potere calorifico inferiore.
Fra i due poteri calorifici c'e' ben l' 11% di differenza e quando si fanno dei confronti ne va tenuto conto perche' si possono trarre conclusioni imprecise.
Ma qui abbiamo confrontato due sistemi per generazione elettrica dimostrando (mi pare chiaro) che alimentare stufette elettriche con un generatore locale e' un controsenso (pure aggiungendo le perdite della rete di distribuzione) mentre si voleva comparare il sistema di riscaldamento elettrico alimentato con energia di rete con il sistema di riscaldamento a combustibile alimentato localmente.
Non solo, ricordo che qui parliamo di impianti di riascaldamento installati su barche e non di riscaldamento in generale e a questi presupposti e ai parametri applicabili dobbiamo riferirci e limitarci.
In questo altro caso bisogna tener conto non unicamente del rendimento del generatore dove condivido pienamente i calcoli e le affermazioni di Casper ma dell'intero contesto dell'installazione dove ad un rendimento moderatamente basso del generatore (ricordo che la temperatura misurata dei gas di scarico si aggira sui 250 gradi e forse piu') si aggiunge una notevole quantita' di perdite dovute a cause di cui indico solo le due principali nel caso di riscaldatori ad aria forzata (quelli piu' comunemente utilizzati):
- scarso isolamento delle tubazioni (con perdite verso l'esterno) che difficilmente puo' migliorare visti gli angusti spazi.
- ricambio d'aria verso molto forte poiche' il prelievo viene normalmente fatto all'esterno (quindi a bassa temperatura) per ragioni di odore.
tali problemi non sono presenti nel caso di riscaldamento elettrico con stufe elettriche ad olio o ad aria calda in quanto non sono necessarie tubazioni e l'aria riscaldata e' solo quella interna che si trova gia' prossima alla temperatura richiesta, le perdite si limitano quindi alle sole perdite di isolamento dello scafo e non gia' alla necessita' di riscaldare aria prelevata a temperatura molto piu' bassa.
Dimostrazione si puo' avere semplicemente dalla constatazione che con una temperatura esterna di 5 gradi centigradi il mio riscaldatore a gasolio (da 8KW) lavora continuamente ad un livello che le specifiche dichiarano corrispondere a circa 5KW mentre riscaldando elettricamente mi basta tenere in funzione stufe per una potenza nominale totale di 3KW.
E' chiaro che, a parte il rumore, utilizzo il riscaldatore a gasolio solo quando non dispongo della rete elettrica.
Ovviamente qualcuno puo' trovarsi nella condizione di avere condotti molto ben isolati e ricircolo sull'impianto e le conclusioni possono essere diverse ma non si tratta di un caso generale.