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La portanza
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frapik Offline
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La portanza
Citazione:ZK ha scritto:
non c'e' un continuo.. o forse si?

la circolazione e' (non sembra, non e' un approccio di calcolo, esiste, la puoi vedere e sentire sul collo) un flusso di vento che ruota intorno alla vela (con un meccanismo simile a quello dell' effetto coanda, viscosita zero=circolazione zero, e' il paradosso di d'alambert.. al rovescio, senza attrito non c'e' portanza, questo per un fisico e' un risultato gigantesco.) e genera la differenza di velocita del vento sui dossi della vela... pure se e' piatta, pure se e' piena di bozzi.

la differenza di velocita comporta una differenza di pressione tra le facce (lo dice il bernoulli) che e' quello che noi chiamiamo portanza.

la pressione e' uno scalare, la direzione della forza che genera sara normale alla parete sulla quale si sviluppa. la circolazione e' figlia dell' attrito, aumenta all' aumentare dell' angolo di incidenza.... (ha una direzione che puo essere diversa da quella della corda)
nel muoversi di una vela nel vento, una parte di vento rallenta perche le cede energia.
ci sono sicuramente cambiamenti di stato nell' aria che si muove intorno alla vela, cambieranno sicuramente la velocita, la pressione, la temperatura.. il volume.
il rendimento di una vela e' modesto, inferiore al 10%, per rubare un watt al vento se ne distruggono almeno 10.
capire cosa fa il vento puo far comodo:
-per non dire bischerate,
-per sapere cosa puo succedere al fiocco o allo spi quando si cazza o lasca la randa,
-per capire che, e perche, l' angolo di attacco di una vela e' maggiore dell' angolo indicato dal windex, detto questo per regolare le vele in tutta franchezza.. non credo che il kutta aiuti, ci vuole occhio, olio d.g. e numeri.
-per capire che immediatamente sottovento ad una barca a vela il vento da buono (come se la barca sopravento fosse un prolungamento della randa per quella sotto)
-per capire che sulla poppa di una barca il vento da scarso.

io uso questo modo di ragionare pure sull' orografia del posto dove navigo, cosi un isolotto o un capo diventano come una barca e se capisco su che mure naviga lo scoglio, posso capire dove trovero il buono dove lo scarso, dove saro in copertura e dove saro in safe leward position.

la parte piu bella dell andare a vela e' quella che si fa sulla scacchiera con il vento seduto dall' altra parte... e questo non e' un concetto da sparaboe, quel divertirsi anche con un alito di vento..vale anche in crociera ma.. non e' per tutti.Smiley14

in un liquido incomprimibile il suono ha una velocita infinita.. i liquidi incomprimibili.. sono un opinione.. sbagliata.Wink

Ciao a tutti,

concordo abbastanza su tutto (non ho ben capito la frase in rosso).
Modellare il flusso intorno ad una vela/deriva con circolazione (e Kutta) è sicuramente
la descrizione più accurata, almeno finché il flusso non ricircola.

Dato che la mia esperienza velistica non è enorme, mi chiedevo come si regolano 'bene' le vele al lasco. Quanto bisogna fargli sviluppare portanza e quanto resistenza almeno da un punto di vista pratico. Ad esempio come regolate l'incidenza di una randa/genova (o anche gennaker) rispetto ai filetti in ingresso/mezza vela/uscita.

Ciao e buon vento.
31-01-2014 05:28
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