07-05-2014, 10:58
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se non ho capito male IanSolo parla di inverter alimentato da batteria che contemporaneamente ricarica tramite il caricabatterie (cioè il gatto che si morde la coda).... ma io nello schema vedo l'inverter alimentato direttamente dall'alternatore...
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L'alternatore per innescarsi ha bisogno di essere alimentato inizialmente dalla batteria che gli e' collegata, quando e' a regime produce da solo la corrente necessaria a mantenere magnetizzato il suo rotore ma, per non danneggiarsi producendo troppa tensione, necessita di avere il carico di una batteria sulla quale "leggere" la tensione d'uscita e regolarsi di conseguenza. Non e' possibile quindi alimentare direttamente un inverter senza avere almeno una piccola batteria collegata ai morsetti dell'alternatore, per questo Gianguido.brunetti ha specificato che lo schema e' un po' diverso e mi immagino che sia piu' o meno costituito dalla cascata Alternatore->Batteria (piccola o comunque caricata dal solo alternatore)->Inverter->Caricabatterie->Batterie servizi (esclusa quella dedicata all'alternatore), tutte le batterie dedicate ai servizi (compresa quella dell'alternatore) operano poi insieme tramite un "accoppiatore" a diodi. In questa configurazione tutto puo' reggere e funzionare.
Resto comunque dell'opinione che sia un sistema piuttosto complesso e che abbia inconvenienti che ne pareggiano i vantaggi, fra questi osservo il fatto che l'inverter (per non incorrere nel problema del "gatto") l'autore dice che non riceve la sua alimentazione dalle batterie sotto carica e cio' significa che volendolo usare per alimentare utenze varie a 220V (un inverter cosi' potente non va sprecato) a motore spento la sua autonomia e' limitata dalla capacita' della sola batteria cui e' collegato salvo avere un'ulteriore macchinosita' per collegarlo all'intero banco servizi oltre alla necessita' di dover escludere il caricabatterie dalla sua uscita (cosa che andrebbe comunque fatta per non esaurire la carica della batteria collegata all'alternatore).
se non ho capito male IanSolo parla di inverter alimentato da batteria che contemporaneamente ricarica tramite il caricabatterie (cioè il gatto che si morde la coda).... ma io nello schema vedo l'inverter alimentato direttamente dall'alternatore...
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L'alternatore per innescarsi ha bisogno di essere alimentato inizialmente dalla batteria che gli e' collegata, quando e' a regime produce da solo la corrente necessaria a mantenere magnetizzato il suo rotore ma, per non danneggiarsi producendo troppa tensione, necessita di avere il carico di una batteria sulla quale "leggere" la tensione d'uscita e regolarsi di conseguenza. Non e' possibile quindi alimentare direttamente un inverter senza avere almeno una piccola batteria collegata ai morsetti dell'alternatore, per questo Gianguido.brunetti ha specificato che lo schema e' un po' diverso e mi immagino che sia piu' o meno costituito dalla cascata Alternatore->Batteria (piccola o comunque caricata dal solo alternatore)->Inverter->Caricabatterie->Batterie servizi (esclusa quella dedicata all'alternatore), tutte le batterie dedicate ai servizi (compresa quella dell'alternatore) operano poi insieme tramite un "accoppiatore" a diodi. In questa configurazione tutto puo' reggere e funzionare.
Resto comunque dell'opinione che sia un sistema piuttosto complesso e che abbia inconvenienti che ne pareggiano i vantaggi, fra questi osservo il fatto che l'inverter (per non incorrere nel problema del "gatto") l'autore dice che non riceve la sua alimentazione dalle batterie sotto carica e cio' significa che volendolo usare per alimentare utenze varie a 220V (un inverter cosi' potente non va sprecato) a motore spento la sua autonomia e' limitata dalla capacita' della sola batteria cui e' collegato salvo avere un'ulteriore macchinosita' per collegarlo all'intero banco servizi oltre alla necessita' di dover escludere il caricabatterie dalla sua uscita (cosa che andrebbe comunque fatta per non esaurire la carica della batteria collegata all'alternatore).
