26-05-2014, 18:07
(26-05-2014, 18:01)jetsep Ha scritto:Ecco questa è una buonissima considerazione Giuseppe, se si naviga da soli ed in equipaggio ridotto un PLB addosso, un salvagente o meglio una giacca che lo includa nella giacca della cerata è una buona misura di sopravvivenza ad un evento terribile del genere, poi bisogna avere testa e raziocinio.(26-05-2014, 16:13)kermit Ha scritto: La chiglia vi abbandona all'improvviso per urto violento con un container durante una burrasca e di notte, siete in pozzetto legati all'ombelicale , la barca si rovescia all'istante, avevate il giubbotto di salvataggio e vi ritrovate spinto in alto sulla tuga, provate ad uscire ma urtate le draglie, dovete quindi nuotare verso il basso per scavalcarle e sganciarvi dalla barca, la zattera è nel gavone ecc ecc direi un incubo.
Ho fatto il corso Isaf sulla sicurezza e ne abbiamo parlato ma ora dopo l'incidente del first 40.7 in Atlantico questa cosa è di attualità, sto ripensando a molte cose in barca, ci sono tante riflessioni da fare........
Partendo dalla situazione che hai descritto, direi che già riuscire a riemergere sarebbe una buona cosa.
A questo punto tutto si riduce a cosa hai addosso.
E' un problema che mi sono posto per situazioni molto meno catastrofiche e molto più possibili. Navigo da solo e cado in acqua.
Direi di dare (e ho dato) priorità ad un mezzo di comunicazione impermeabile e carico indossato. Ci sono varie souzioni ma basicamente ti devi far trovare.
Se hai posteriore in mediterraneo ti trovano in un ora, se in oceano qualche ora ma hai grandi possibilità di farcela
