RE: Regolazione trasto randa
Secondo me non è molto corretto fare ragionamenti meccanici del tipo, con poco vento regolo il carrello (o il tasto o il vang o la scotta) così, mentre, con molto vento, lo regolo cosà, sperando poi che il risultato sia quello che ci aspettiamo.
In realtà, trovate le regolazioni ottimali per un certo contesto (andatura, intensità del vento e stato del mare), al variare del contesto, occorrerebbe chiedersi se e come devo modificare la forma e l’orientamento (angolo di attacco) delle mie vele.
Ad esempio, se il vento non è particolarmente forte rispetto allo stato del mare, la raffica sarà ben gradita perché mi darà più potenza, anche se qualcuno a bordo potrebbe spaventarsi per l’eccessivo sbandamento.
Ecco, allora, che carrello, trasto, vang, paterazzo, cunnigam, scotta, drizza, ecc. diventano solo gli strumenti a nostra disposizione per ottenere il risultato voluto, ossia adeguare forma e orientamento delle vele rispetto al nuovo contesto, al fine di ottenere una nuova regolazione ottimale.
Come è già stato detto, si può intervenire in tanti modi, specie se abbiamo molti strumenti a disposizione.
Ad esempio io (cabinato tranquillo di circa 9 mt con armo frazionato), di bolina preferisco tenere il vang (rigido) leggermente lasco.
Se ho bisogno di modificare la forma della balumina (svergolamento) agisco inizialmente sulla scotta, se invece devo modificare l’angolo di attacco agisco inizialmente sul trasto.
Sotto raffica preferisco andare un po’ all’orza, guadagnando così anche qualche grado sopravvento, altrimenti apro un po’ la parte alta con la scotta e, all’occorrenza, lavoro un po’ anche con il paterazzo.
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 05-08-2014 08:21 da opinionista velico.)
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