(27-08-2015 07:10)kitegorico Ha scritto: Il post mi interessa. La mia barca (almeno da quando ce l'ho io) non ha mai fatto un rimessaggio a terra invernale. Volendo farlo quest'anno x la prima volta, così da eseguire con calma una serie di lavori che si fanno meglio (alcuni solo) con la barca in secco, vorrei sapere se c'è da seguire qualche accorgimento particolare quando si lascia a terra la barca x tanto tempo (ovviamente oltre la necessaria attenzione nella taccatura).
Vedo che chi ti ha risposto non ha citato quelli che, per mia esperienza, sono i problemi più seri del rimessaggio a secco.
1. Intanto, a proposito della taccatura, anche se hai già citato la "necessaria attenzione", conviene guardare anche due cose aggiuntive:
- cosa c'è intorno alla barca taccata (pericolo di danni da spostamento, cadute, movimenti di altre cose intorno: confrontarsi col cantiere e dare un'occhiata alla sua polizza assicurativa, cosa esclude e cosa no)
- negli ultimi anni, nelle zone costiere si assiste ad un sempre maggiore aumento di eventi meteo violenti: la barca non basta "poggiarla" correttamente su invaso o puntelli, ma bisogna considerare anche l'effetto di ventate violente (puntelli laterali incatenati tra loro a coppie trasversalmente, fasce in tessile ad alta resistenza per il rizzaggio, ecc...). Ci sono su YouTube vari filmati per capire il problema: barche a secco investite da una ventata seria che cascano... Più la barca è leggera e maggiori sono i problemi.
2. Impianto elettrico: io sono per lo sbarco tutti gli anni delle batterie, il loro affidamento ad un elettrauto serio, che le tenga in luogo asciutto, temperato, con verifica densità elettrolito, con ricarica lenta e poi "floating", pulizia esterna e trattamento ai poli, ecc... Pulizia del vano batterie, protezione dei morsetti e capicorda, ecc...
3. Guerra all'umidità a bordo, con ogni mezzo, che causa una quantità di danni nascosti nel tempo e di guai a scoppio ritardato (specie su tutte le connessioni elettriche, su insorgenza di muffe a bordo, ecc...). Per cui, io preferisco un cagnaro completo in coperta, con ventilazione periferica sufficiente per non intrappolare umidità tra cagnaro e coperta se viene tempo buono ed asciutto. Un buon effetto collaterale della protezione con cagnaro è che anche tutta la ferramenta di coperta, l'eventuale teak, ombrinali ecc... restano in condizioni molto migliori e richiedono poi meno lavoro alla preparazione per la stagione successiva. Per cui, uso intensivo di raccogli-condensa sottocoperta, portarsi una stufetta a bordo quando si va a fare qualche controllo o lavoretto per abbattere l'umidità (non lasciarla in funzione quando si va via). Scegliere una giornata di aria più secca e quel giorno avvolgere con nylon e sigillare tutti gli imbottiti di bordo (cuscini, materassi, divani, tende, foderine, ecc...): così i più probabili accumulatori di umidità saranno esclusi dal problema. Sentine aperte, smontare i paglioli, asciugare di fino e desalinizzare tutto ciò che è normalmente fuori-vista (il sale è igroscopico ed assorbe umidità mantenendola a bordo).
4. Serbatoio gasolio: fare il pieno fino all'orlo prima del rimessaggio. L'aria che rimane nella parte alta del serbatoio contiene umidità e scambia verso l'esterno con lo sfiato. Più ce n'è, e più umidità condensa ad ogni ciclo caldo-freddo (praticamente ogni ciclo giorno-notte). Questo accumula acqua, favorisce la diffusione di bioinquinamento del gasolio, causa ossidazioni, ecc... Alla ripresa dell'attività, spurgare dl fondo del serbatoio tutte le schifezze che vi si raccolgono.
LG