(30-08-2015 19:32)dapnia Ha scritto: Le barche, quelle serie, una volta nascevano per stare in acqua e non a terra, ora non so.
A terra ci andavano solo per l'antivegetativa, per problemi all'elica, al timone o ai passascafo (peraltro eventi davvero straordinari).
Mai rimessata una barca per l'inverno a terra (se non per grossi lavori), e qualche barca l'ho avuta e tutte navigano ancora felicemente e sane.
... ma è meglio se si asciuga ... l'osmosi ... i materiali si riposano ...
Un'altra delle 10.000 seghe mentali, inutile attività molto praticata negli ultimi anni da molti navigatori.
Non mi pare ci sia una check list "invernale" valida: i controlli si fanno quotidianamente per quello e su quello che serve, a intervalli ragionevoli per il resto, e se si deve intervenire lo si fa.
La barca si vive giorno per giorno, anche da lontano e anche non standoci sempre su, e se uno la sua barca ce l'ha nel cuore, la check list ce l'ha già naturalmente in testa, come idea fissa e come filosofia, perché se l'è fatta giorno per giorno.
Non sto dicendo che non si debba avere un canovaccio scritto e aggiornato dei controlli eseguirti e da eseguire, delle riparazioni fatte e da fare e delle manutenzioni, quello, tra l'altro, si chiama libro di bordo e se ben tenuto, non serve altro; dico solo che chiedere quali controlli fare è un po' come chiedere come si cresce un figlio.
La brava mamma lo sa: ce l'ha nel suo DNA.
E' vero ed era fondamentale per le barche di legno che altrimenti si asciugavano e si aprivano imbarcando acqua.
- Con antivegetativa "non copper" ho riscontrato qualche incrostazione di troppo dell'opera viva,
- sicuramente la struttura della barca soffre di meno "abbracciata" dall'acqua che non su quattro tacchi.
Infine debbo dire che le barche in acqua, se oscillano vivacemente sotto un temporale, facilmente vengono ... FULMINATE!!!