21-09-2015, 23:03
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 22-09-2015, 10:06 da osef.)
(21-09-2015, 21:19)paolo_vela Ha scritto: Sicuri che una vela non sia l'equivalente bi-dimensionale di un filo? E non quello di una trave che ha come corrispondente 2d un pannello che ha rigidezza a taglio e flessionale? La vela, oltre ad essere un'oppinione non è una membrana?
Si ma, anche se poco, ha uno spessore quindi è 3dimensionale. E si torna al quesito iniziale di Kermit su 6 e 12. Si potrebbe continuare con la cabala ma a me interessa un altro discorso.
In North Sail parlano del loro 3Di come di materia destrutturata
Micron di carbonio sfilacciato incollato (resinato) secondo tutti i piani spaziali. Come la cartapesta. Alla fine si ottiene un manufatto che è la VELA.Giustamente Kermit considera il compromesso (come tutto è in barca, Lei compresa) tra costi, durata e performance. Personalmente, come ho già scritto, sono in dubbio tra un tessuto taffettato, con fili incrociati di kevlar, triradiale e cucito. O fili disposti, secondo le linee di stress, su pannelli e questi tra loro incollati. Ecco, incollati mi sembra poco. Perchè alla fine tutto il manufatto trova lì, il suo punto debole, nell'incollaggio orizzontale dei pannelli.
Quindi mi chiedo: che senso ha preoccuparsi dei fili e come lavorano? Solo (come qualcuno ha scritto) nel caso dei fili continui su tutta la superficie della vela, come il 3DL. Dove il punto debole stavolta è il mylar. Allora ci vuole il taftà, ma i . casino
